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Autore: Lena G    11/03/2009    5 recensioni
Michelle inizia una corrispondenza per e-mail con uno sconosciuto, vince una borsa di studio nei mesi estivi alla Julliard a New York e con lei partono la sua migliore amica Arianna e la sua sorella gemella Federica mettendosi d'accordo con il suo amico virtuale per incontrarsi.
Brian vuole conoscere una persona normale che lo tratti da persona normale. Tra le migliaia di lettere che i fan gli mandano quotidianamente, ne risponde a una con il tuo indirizzo privato senza firmarsi. Pur di incontrare questa persona, riesce a far chiamare gli Avenged Sevenfold a New York per un festival che dura per tutta l'estate.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff in assoluto. L'ho scritta quando avevo 16 anni e la sto completando dopo ben 5 anni di pausa xD
Scusate se ci sono frasi da fangirl all'ennesima potenza, ma anche io ho attraversato questa fase xD
Buona lettura
Lena G






Capitolo 1 - Un Normalissimo Giorno Anormale

"Prendiamo il libro a pagina 67. E la parte "Shakespeare's dark years" ce la leggerà... Chiari... Chiari?"
Ma Michelle non stava a sentire la professoressa. Era immersa nel suo mondo, praticamente perfetto, e nessuno poteva farne parte, solo lei e i suoi idoli: Synyster Gates, Matt Tuck, Pierre Bouvier e Billie Joe Armstrong. In quel momento stava sognando di vivere nella stessa location del suo film preferito, Twilight, ma improvvisamente una gomitata nel fianco la fece tornare in classe.
"Oh no, ma perchè proprio nell'ora d'Inglese dovevo sognare ad occhi aperti" pensò e si girò verso Roberta, la sua compagna di banco che le stava indicando il paragrafo che doveva leggere. Così senza fiatare Michelle iniziò a leggere: "We know a very little about Shakespeare's life, in fact there's a period called "Dark Years" because...".
Quando finì di leggere, la prof. disse ad alta voce:"Ecco, dovete imparare a leggere come Chiari, Moretti e Smith" e una voce in fondo alla classe si azzardò a rispondere:"Ma ci credo che Smith legge bene, è inglese!"
Michelle e Roberta si girarono verso l'ultimo banco, sicure su dove guardare, era Marco, lui per l'inglese e per tutte le lingue straniere era negato, ma in più a scuola era conosciuto per essere una "testa calda". La prof non lo guardò nemmeno e fece finta di non averlo neanche sentito. Poi annunciò la verifica che si sarebbe svolta la settimana successiva, con conseguente disapprovazione dell'intera classe, a parte per Michelle che stava pensando mentre sorrideva: "Yeah, e settimana prossima full immersion con film in lingua inglese e Avenged Sevenfold a manetta!!!!! Va beh... magari una lettura al libro ce la dò... e un altro 8 in inglese..."
In quel momento la campanella si era messa a suonare. Finalmente l'intervallo. Nicola, uno dei ragazzi più popolari della scuola, nonché fumatore incallito, skater, e cotta segreta di Camilla, si fiondò nel corridoio per poter aggiudicarsi il posto migliore per fumare. Michelle e Roberta uscirono con calma e furono fermate da Joha, Lolly, Simone e Roberto. Lolly, con la sua voce stridula da cantante rock urlò in faccia a Michelle: "Ma dove sono i tuoi riccioli??? E il tuo castano dov'è finito??"
"Ehm... beh... veramente..." rispose imbarazzata Michelle "Volevo un look diverso..." sorridendo timidamente
"Caspita Michelle, stai benissimo... quel colore ti dona veramente... sul serio" le disse una voce maschile da dietro le sue spalle. 
"Fa che sia Riccardo... fa che sia Riccardo... ti prego..." Michelle si girò speranzosa, anche perchè in pochi l'avevano riconosciuta, e lei sperava che Riccardo, il ragazzo che le piaceva si fosse accorta di lui. Ma guardando le sue amiche scoprì che non avevano la faccia "Oddio-Michelle-Riccardo-ti-sta-parlando", no, avevano più che altro la faccia "Oh-no-Michelle-non-ti-girare-è-Luca" che le fece cambiare subito espressione. Troppo tardi, si trovò faccia a faccia con Luca, il classico secchione sfortunato in amore e con una vita sociale completamente inesistente, detto Pustola a causa degli aberranti brufoli che costellavano la sua faccia, non proprio ben armoniosa, che la stava fissando con aria adorante. Ciò che faceva arrabbiare ancora di più Michelle era che Luca aveva una sola cosa in comune con Riccardo: lo stesso tono di voce. Quindi ogni volta che Luca cercava di parlarle (aveva una cotta per lei sin dalla terza elementare) lei credeva che fosse Riccardo che si fosse accorto di lei, scontrandosi con l'ultima persona al mondo con la quale avrebbe avuto piacere di scambiare qualche opinione.
"Eh no... Quando è troppo è troppo..." pensò Michelle "VATTENE!!!! SPARISCI!!!!!! NON VALI NEMMENO IL BUCO DEL CALZINO DI ROBERTO!!!" gli urlò in faccia, e così Pustola se ne andò con il morale sotto terra, deriso dai ragazzi che avevano assistito alla scena. 
Roberta le disse: "Beh... non tutto il male viene per nuocere, urlando contro Luca hai ottenuto un risultato: Riccardo ti sta fissando... Ah e comunque ha ragione Luca... stai bene con questo look!" 
"Ma io non ho un buco nel mio calzino...!" disse Roberto con aria triste. 
Ma Michelle non stava più a sentire Roberta e nemmeno Roberto da quando aveva sentito il nome del suo "uomo", in effetti la stava guardando, ma non nel modo che lei sperava, era come se la stesse rimproverando, così adesso in quella scuola erano in due ad avere il morale sotto terra: Luca e lei. Michelle voleva solamente che quel giorno orrendo finisse per poter tornare a casa. 
Le ore restanti passarono tranquillamente, anche se Michelle aveva l'impressione che non finissero mai, ma finalmente suonò la sirena che significava la temporanea libertà per i poveri ragazzi che erano intrappolati dentro quell edificio decrepito 6 ore al giorno tutti i giorni esclusa la domenica. 
Michelle si fiondò fuori dall'aula a velocità supersonica, nessuno l'avrebbe fermata, aveva un appuntamento con la sua macchina e la sua adorata autoradio ma... improvvisamente si trovò davanti una sagoma umana che non riuscì ad evitare. Arrabbiata più che mai cercò di alzarsi, ma l'osso sacro le faceva male così disse a quell'ombra con la quale si era scontrata: "Beh, almeno dammi una mano per alzarmi!" 
"Ok, ma tu la prossima volta stai attenta a dove cammini..." rispose una voce che probabilmente conosceva, anzi, che sicuramente conosceva, alzò la testa quasi tremando e così confermò i suoi dubbi, si era scontrata con Riccardo, che secondo Michelle e le sue amiche era la copia di Synyster Gates, quei capelli nero corvino, corto, sparati con il gel, i suoi muscoli con qualche tatuaggio che li decorava che spuntavano dalle sue magliette sbracciate così attillate che si potevano distinguere perfettamente i suoi pettorali e addominali da statua greca, fin troppo perfetto. E poi il suo sorriso, la sua risata, così simpatica e contagiosa, ma seducente allo stesso tempo, quella voce così profonda che metteva in soggezione ma che allo stesso tempo di faceva sentire quasi al sicuro. Ma il viso era la parte che Michelle preferiva di più nonostante la perfezione di tutto il resto, aveva un naso fine, il suo taglio dei suoi grandi occhi neri era erano un po' a mandorla e le sue ciglia erano lunghe, nere e spesse. Dimostrava di più dei suoi diciotto anni, almeno ventidue, era alto più di 1,85 m, e una sottile ombra di barba anneriva leggermente il suo mento e le sue guancie. Michelle lo aveva incontrato un paio di volte in spiaggia, e ogni volta aveva rischiato di svenire, la sua pelle bronzea lo rendeva ancora più attraente. 
Niente a che vedere con la nostra eroina, era alta 1,75 m, ma un po' robusta, e il suo viso non era per niente attraente, o almeno lei credeva, era coperto di simpatiche lentiggini rossicce che davano un leggero colore al suo viso marmoreo, i suoi capelli erano castano scuro, ricci e molto vaporosi, talmente tanto che, dopo 15 anni di furiose litigate con sua madre e dolorosi colpi di pettine per tentare, inutilmente, di sciogliere quei dannati nodi che tornavano più grandi e più intricati che mai, aveva deciso di tentare di mascherare il suo vero aspetto naturale con piastre e tinte coloro rosso mattone, però non sempre riusciva ad avere il risultato tanto sperato. L'unica cosa di cui poteva considerarsi fiera era la sua 5° di seno, che poi però nascondeva sotto maglioni taglia Extra-Large oppure vestendosi da uomo.
Michelle aveva sognato per mesi di poter parlare con lui, e adesso stava succedendo, solo non nel modo che lei avrebbe mai sperato. Scattò in piedi e con gli occhi fissi sul pavimento, cercando di non incrociare il suo sguardo scocciato disse: "Ehm... mi-mi-mi dispiace... non-non ti avevo visto.. scusa..." poi i suoi occhi si soffermarono sulla sua maglietta, rimanendo stregata dai suoi magnifici pettorali che metteva in risalto, e non potè non notare la sua brand preferita, la Syn Gates Clothing, ovvero la linea di abbigliamento del suo chitarrista preferito, Synyster Gates appunto, e così con un po' di sicurezza mista a sorpresa gli chiese: "Quella è una maglietta della Syn Gates Clothing? Ma l'hai trovata in un negozio o l'hai ordinata su internet?? Non mi dire che anche a te piacciono gli Avenged Sevenfold?" 
"Eh? Cosa? Syn che? L'ho rubata a mio fratello, sai non avevo altro da mettermi... Avenged Sevenfold dici? Sì li conosco... ah... Synyster Gates... il chitarrista, giusto? Ma ha anche una linea di abbigliamento?" le rispose.
"Beh.. sì... hai un suo capo addosso..." 
"Oh... beh... non male neanche come stilista... Ora scusa devo andare... Ciao Michelle" si girò e se ne andò raggiungendo i suoi amici. 
Michelle non poteva crederci, Riccardo sapeva chi erano gli Avenged Sevenfold e soprattutto sapeva chi era Synyster Gates. Ma la cosa che la scosse di più fu il fatto che Riccardo sapesse il suo nome. All'uscita della scuola trovò sua sorella Federica che la stava aspettando davanti alla sua macchina: "Eccoti dov'eri finita... Avenged Sevenfold e Bullet a tutta manetta Michelle? Dai, per una volta strappo alla regola. Mamma non lo saprà mai, promesso." 
Michelle la guardò stupefatta: "Non è possibile... Come mai questo interesse per gli Avenged Sevenfold e il metal???" 
"Non lo so, stamattina per caso alla tv c'erano i Bullet for My Valentine e devo riconoscere che non sono male. Dai, ora sbrighiamoci che se non torniamo in fretta la mamma si preoccupa." 
Tutto sembrava perfetto per Michelle, quel giorno era perfetto, o almeno fino a mezzogiorno. 
"Ciao mamma, dimmi che è pronto di prego! Non ci vedo più dalla fame! E poi fra poco dobbiamo andare alle prove!!!!!" 
"Si, si Ciccia. È già pronto tutto, e so anche che avete un'ora di tempo per prepararvi prima di andare alle prove" Sua madre si era ricordata tutto. Come sempre. 
Il viso affamato di Federica si era già trasformato in una smorfia di disgusto quando si avventurò in cucina e sentì l'odore del minestrone con gli spinaci, suoi acerrimi nemici da quando era stata svezzata, ma fece buon viso a cattivo gioco e si riempì il piatto perché non voleva causare torti a sua madre che si era impegnata, anche se i risultato non era sempre soddisfacente. 
Suonò il campanello e Michelle andò ad aprire e con sorpresa si vide suo padre che era tornato dalla sua tournèe in Giappone, con i soliti souvenirs: un kimono sia per lei che per sua sorella. Federica negli ultimi tempi non riusciva più a sopportare la presenza di suo padre per qualche sua oscura ragione. 
"Michelle, com'è andata oggi a scuola?" 
"Bene mamma, come al solito. La prof. di Inglese mi ha fatto leggere un paragrafo su Shakespeare, e sono seguiti i soliti complimenti davanti a tutta la classe. Un giorno o l'altro i miei compagni mi faranno fuori, sono sicura che mi odiano." 
"No, Michelle, non osare a dire queste cose orribili!" disse sua madre, poi rivolgendosi a Federica "E invece a te, tesorino, com'è andata a scuola?" e le baciò la fronte. 
"Primo: Non chiamarmi Tesorino! Secondo: E secondo te com'è andata? Bene, come al solito!!!" le ringhiò contro Federica, visibilmente scossa per la visita a sorpresa del padre. 
Quando il pranzo, incredibilmente silenzioso e serio rispetto a tutti gli altri giorni, fu finito, Michelle corse in camera sua per controllare la sua e-mail e il myspace del gruppo. Lei aveva mandato un'e-mail a Synyster Gates per fargli sapere che anche lei esisteva e gli aveva scritto tutto quello che pensava su di lui, dei consigli per le loro prossime canzoni, dei tabulati,… era una e-mail che poteva anche essere letta come una critica da parte di un esperto. 
"Tanto non ti risponde, perchè stai ancora a controllare la tua e-mail??" le chiese sua sorella, quando vide che Michelle non aveva nessuna intenzione di risponderle riprese "ah, e smettila di fare quelle linee sul muro, mamma non le sopporta più" in quel preciso istante dovette scappare e ripararsi da un pennarello laciato a velocità supersonica proprio addosso a lei. 
Michelle, da quando aveva mandato la e-mail a Synyster Gates, aveva preso l'abitudine di segnare con una linea sul muro tutti i giorni fino a quando non le avrebbe risposto. Questo, secondo Federica, era un pretesto per darle fastidio e poter prenderla in giro. 
Ma quel giorno era un giorno speciale per Michelle, anche se lei non ne era cosciente, e con sorpresa vide tra le tante e-mail di Tiscali e spam vari, una lettera scritta in inglese "Re: Hi! By Michelle C." 
"Ma questa e-mail non era quella che avevo mandato a Synyster??" e con trepidazione avvicinò il puntatore del mouse e ci cliccò sopra per aprirla. Era proprio la sua lettera! 
"Oddio!!!! Non ci posso credere!!!! Mi ha risposto!!! Aahhhhhhhhh!!! Venite a vedereeee!!!!!!!!!! Fede! Mamma! Papà! Mi ha risposto!!!!!" Michelle urlò talmente forte che la sua famiglia accorse tutta preoccupata in camera sua e i vicini si affacciarono alla finestra per vedere cosa era accaduto. 
"Chi ti ha risposto ciccia?" chiese suo padre, che essendo sempre in giro per lavoro non sapeva a chi si stava riferendo
"Ti ha risposto la casa discografica??" chiese sua madre tutta eccitata. 
"No... Le ha risposto Synyster Gates..." disse sua sorella con tono neutro e per niente curioso. 
"Uh! Quel ragazzo tutto tatuato che suona la chitarra e con un fisico niente male???" richiese sua madre e Michelle non potè fare altro che annuire, ancora incredula. 
"Dai Michelle, dicci cosa ti ha scritto!!!!!! Siamo tutti curiosi!!!!!" disse sua madre contenta perchè per la prima volta dopo tanto tempo aveva visto sua figlia sorridere ed essere eccitata. 
Michelle si schiarì la voce e dopo poco lesse molto lentamente e con la voce che le tremava ancora tutta la lettera che diceva:
"Carissima Michelle,
mi ha fatto veramente tanto piacere ricevere la tua lettera dove mi esprimi la stima che provi nei miei confronti e per questo te ne sono tanto grato. Se io continuo a suonare è proprio grazie a te e a tutti quei fan che mi esprimono con lettere, come la tua, il loro affetto per me e per la band. Mi dispiace non averti risposto prima ma stiamo incidendo un nuovo album.
Synyster Gates"
Quando ebbe finito Michelle cadde dalla sedia, ma si rialzò quasi tempestivamente e dopo aver mandato via tutti da camera sua si mise seduta sulla sedia e stampò la e-mail. Poi continuò a guardare la sua casella di posta e vide una e-mail che proveniva da un indirizzo sconosciuto, allora la aprì, curiosa, e la lettera, sempre in inglese, recitava così: 
"Ciao,
probabilmente non mi conosci personalmente, dato che siamo divisi da un oceano e sono venuto nel tuo paese in rare occasioni, ma ho voluto lo stesso mandarti questa e-mail per conoscerti meglio. Io ho 28 anni, sono un chitarrista, prediligo la musica metal, ma ho sempre studiato chitarra jazz. Ho una band e ci divertiamo tantissimo insieme. Tu invece suoni? Se sì cosa? Che musica ascolti? Quanti anni hai? 
Scusa se ti ho mandato questa e-mail, ma ho bisogno di un amico vero. Oggigiorno è sempre più difficile. 
B." 
"Ma non è possibile, pure gli americani mi rompono le palle... e per giunta questo qui ha dieci anni in più di me!!! Va beh, gli rispondo solo perchè mi fa pena." Michelle sospirò e incominciò a scrivere: 
"Ciao Mr. B., 
prima di tutto mi vengono in mente due domande: 1) Come hai fatto a trovare il mio indirizzo e-mail? 2) Perchè non ti sei firmato con il tuo nome intero?
Devi ritenerti fortunato perchè dato che oggi è evidentemente un giorno OK per me, ti rispondo molto volentieri. 
Beh, io sono una normalissima ragazza italiana di 18 anni, mi chiamo Michelle, anch'io suono la chitarra, e come te prediligo la musica metal. Ho due band una si chiama World Out e l'altra si chiama A+. In tutt'e due sono chitarrista e faccio la seconda voce.
Il mio gruppo preferito in questo momento sono gli Avenged Sevenfold, e ovviamente il mio mito è Synyster Gates (oppure come lo chiamano le mie amiche Bibi... poveretto...) non so se ne hai mai sentito parlare, ma forse è possibile perchè in America sono più famosi che qui in Italia. 
Caspita... Ho appena pronunciato un nome a me fatale. Spero tu non lo conosca, perchè ti avverto che inizierei a parlare di lui e non la smetterei più. Ovviamente io provo a parlare di lui come musicista, non quanto sia bello, beh... se tu fossi una ragazza lo farei pure, ma non credo ti interesserebbe... 
Beh, ora concludo questa e-mail troppo lunga per i miei gusti... 
Bye bye!!!!! 
Michelle"
E così inviò la e-mail senza pensarci su due volte e iniziò a studiare, ma non aveva voglia, era troppo impegnata a guardare la e-mail che le aveva mandato Syn. 
"Caspita, ma come si può essere così belli e bravi? Non è possibile. Chissà quando gli avranno dato la lettera e se... e se cosa? Michelle, sei solo una stupida ragazzina che sta sognando su un pezzo di carta mandato da un poster attaccato al muro. Non avrai mai l'occasione di poterlo incontrare o parlare insieme." disse tra sè e sè, e mentre le parole rieccheggiavano nella sua testa una lacrima uscita dai suoi grandi occhi neri le rigò le sue guancie lentigginose. 
Dopo qualche ora Federica entrò in camera sua e disse:"Vieni a fare la merenda. Ah, c'è posta per te." 
"Sì. Arrivo." disse Michelle "Ma cosa ho ricevuto?" 
"Un bel po' di roba" disse sua madre. 
In sala proprio al posto del solito centrotavola di frutta c'erano tre buste, una più grande dell'altra. I suoi genitori erano seduti al tavolo e suo padre prese le buste e gliele porse:"Ecco, queste sono per te. Sono importanti." 
Michelle prese le buste con trepidazione, lesse il mittente di quella più grande e disse seria:"Mah, niente, Harvard." e rise.
"No, dai, Michelle, stai seria." disse sua madre. 
"Ma mamma, come faccio? Questo è uno scherzo. C'è qualcosa che non torna: io non ho chiesto quell'Università!" 
"Evidentemente ti vuole offrire una borsa. Esistono per i ragazzi stranieri. E poi Harvard è una delle migliori Università in America." 
"No no no. Mamma. Harvard non mi ha mandato nessuna lettera. Non hai capito che scherzavo?" 
"Bello scherzo." 
"Comunque non ci sono andata poi così tanto lontano. Avevo sparato la prima Università prestigiosa americana che mi era venuta in mente, ma non ho poi tanto sbagliato." 
"Già..." disse suo padre con un tono serissimo
"Scusate, io non capisco più niente" disse Federica "Chi le ha mandato quella lettera?" 
"Chi le ha mandato la lettera allora?" disse sua madre. 
"La Julliard." rispose Michelle.
"COSAAAAAAA????????" urlò Federica. 
"Sì. La Julliard." rispose di nuovo suo padre. 
"Ma papà, io non capisco. Perchè mi hanno contattato?" disse Michelle che intanto aveva letto la lettera "Io non ho fatto nessuna domanda, nessuna audizione. Niente di niente. Perchè?" poi riprese "Non ho nessuna intenzione di andarci." E se ne andò in camera sua.
   
 
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