Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Ormhaxan    08/01/2016    5 recensioni
Londra, 1472. Richard, Duca di Gloucester e futuro Richard III, nominato protettore del nord dopo la fine della guerra tra gli York e i Lancaster, ritorna a Londra per reclamare il suo ultimo premio: la mano di Anne Neville, vedova del Principe del Galles e figlia di quello che è stato uno degli uomini più potenti d'Inghilterra, Richard Neville.
Anne, però, non è disposta a sposarlo e chiederà aiuto al marito di sua sorella, George Plantageneto, affinché l'aiuti ad ostacolare tale unione. Le sue speranze verranno vanificate quando Richard la sottrarrà dalla custodia del Duca di Clarence e la condurrà in un luogo a tutti segreto...
[AVVISO: La figura di Richard III si discosta da quella più celebre della tragedia di Shakespeare, mentre prende ispirazione dalla figura storica, e dai fatti realmente accaduti.]
Genere: Angst, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 







“Siamo stati invitati a corte! – esclamò Isabel entrando nella stanza con una pergamena stretta nella mano destra – Tra tre giorni verrà data una festa in onore del Duca di Gloucester e della sua nomina a Protettore del Nord e la nostra presenza è richiesta.”
Anne deglutì a fatica sentendo quelle notizie, capì immediatamente che quell’invito comprendeva anche lei, che il Re Edward aveva qualcosa in mente.
“Cosa accadrebbe se ci rifiutassimo?”
“Non possiamo rifiutare, Annie, non nelle nostre delicate condizioni: il Re tiene d’occhio George, non si fida di lui, e ora che sei sotto la nostra protezione è di necessaria importanza farci vedere a corte e dimostrare la nostra indiscussa lealtà alla casa degli York e ai sovrani.”
Ed era vero: due volte George Plantagento aveva tradito suo fratello e il suo stesso nome, andando contro i suoi principi, alleandosi con il loro defunto padre in cerca di gloria e di quella maledetta corona vuota che era costata troppe vite – quella della bambina di Isabel, morta in mare durante una tempesta, quella del Conte loro padre e infine quella del suo primo marito, Edward di Westminster.1
Entrambe le giovani Neville erano state, a modo loro, delle traditrici – mogli di traditori, figlie di traditori – e adesso che le acque si erano solo apparentemente calmate anche i loro più insignificanti e innocui movimenti erano sorvegliati.
“Ma loro mi vogliono solo come trofeo, vogliono mettermi in bella mostra davanti a tutti, probabilmente hanno intenzione di annunciare il mio fidanzamento con quell’ignobile Duca!”
“Ascoltami, Anne, – disse Isabel sedendosi accanto alla minore – so bene che non provi alcun affetto per quell’uomo e lo ritieni personalmente responsabile della morte del tuo primo marito ma alcune volte noi donne non abbiamo scelta…”
“Potrei scegliere di prendere il velo! – esclamò – Tutto pur di non sposarlo.”
Isabel sorrise lievemente, scosse la testa e disse: “Sappiamo entrambe che la vita da suora non è fatta per te, che saresti infelice dietro le mura di un convento, reclusa e costretta a guardare il mondo fuori mutare con le stagioni fino alla fine dei tuoi giorni.”
“Cosa dovrei fare, dunque?”
“Io… - Isabel assottigliò lo sguardo e cercò una risposta a quella complicata domanda – Io non lo so, Annie, ma vedrai che alla fine tutto andrà bene.”
“Così com’è andata bene a nostro padre, a nostra madre prigioniera dentro le mura di un convento2, a mio marito Edward e alla tua sfortunata figlia? – chiese retoricamente Anne, mostrando tutto il suo cinismo e il suo dolore, alzandosi e allontanandosi dalla sorella – Sei una sciocca, Izzy, se credi ancora al lieto fine…
Non c’è un lieto fine per quelli come noi, per coloro che portano il nome dei Neville, non ci sarà mai alcun lieto fine.”


 

**



Anne trattenne lungo tutta la navata  ornata di arazzi e sontuosi candelabri, dal momento in cui mise piede nella sala grande fino al momento in cui non si ritrovò , capo basso e china in una riverenza, davanti a Re Edward e alla di lui consorte, la Regina Elizabeth Woodville.
“Vostre Maestà!” esclamò a voce alta, in modo da farsi sentire da tutti i presenti.
“Mia cara cugina, è un piacere vedervi a corte, così bella e raggiante. – Edward si alzò dallo scranno e aiutandola ad alzarsi la baciò sulle guance – Siate benvenuta, spero che i prossimi giorni riescano ad alleviare il vostro animo ancora provato dal lutto e attendo con impazienza di poter parlare con voi in privato.”
Anne sorrise, ricambiando a sua volta il sorriso di Edward, e non le sfuggì l’occhiata fugace ma complice che lanciò a suo fratello minore Richard, Duca di Gloucester, che si era tenuto in disparte poco lontano da loro.  
I due fratelli erano sempre stati uniti, nonostante l’enorme differenza di età che gli separava, insieme avevano condiviso momenti importanti e decisivi della loro vita: le morti del loro padre, Richard Plantageneto, e del loro adorato fratello Edmund avvenute in un freddo giorno di dicembre di dodici anni prima fuori le mura del castello di Sandal, presso Wakefield; l’incoronazione di Edward e il suo segreto matrimonio con la donna che era diventata la più odiata del paese, Elizabeth Woodville, figlia di un signorotto minore; il tradimento da parte di George e del Conte, la sconfitta e il tradimenti, infine l’esilio in Borgogna e il ritorno in patria che aveva riportato il primo sul trono e il secondo a essere uno degli uomini più stimati e temuti d’Inghilterra anche grazie alle sue doti militari.
“Se compiace a Vostra Maestà, - rispose algida Anne -  sarò più che onorata di ascoltare cosa avete da dire.”
“Molto bene, allora vi aspetto nelle mie stanze private dopo il sontuoso banchetto, fino a quel momento festeggiate con noi.”


“Posso chiedervi l’onore di danzare con me?”
Richard si era avvicinato ad Anne e tesa gentilmente la mano destra verso di lei le aveva chiesto di ballare insieme a lui nella speranza di poter parlare lontano da orecchie a lui non gradite.
Era passato tanto, troppo tempo dall’ultima volta che aveva parlato con Anne, e nonostante la scomoda presenza di suo fratello, il Duca di Clarence, Richard avrebbe provato a scambiare qualche parola con la ragazza.
“Fratello, non credo sia decoroso chiedere a una dama che ancora porta il lutto di danzare e, come entrambi sappiamo, la nostra adorata cugina piange ancora suo marito.”
“E’ passato un anno, il lutto dovrebbe essere finito, così come le lacrime esaurite! – esclamò piccato – Inoltre il suo vestito è della tonalità del blu, non del nero, e questo mi dà il diritto di chiederle di ballare.”
“In verità avevo promesso al mio caro fratello il prossimo ballo e dopo pensavo di ritirarmi nelle mie stanze. – disse Anne prendendo la parola – Sono molto stanca.”
“Allora non vi ruberò più di un ballo, Milady. – spostò lo sguardo verso George e sorrise sghembo – Per quanto riguarda il Duca di Clarence, sono più che sicuro che sua moglie sarà felice di danzare con lui.”
Anne boccheggiò, il suo sguardo nervoso si spostò da un fratello all’altro, poi verso il Re, il quale stava osservando da lontano la scena nell’attesa di scoprire la sua risposta finale: sapeva bene che Edward aveva dato la sua benedizione alla richiesta di Richard di sposarlo, che rifiutare di ballare con lui sarebbe stato non solo un affronto nei confronti di quest’ultimo ma indirettamente anche un affronto al Re, e suo malgrado fu costretta ad accettare.
Ripensò all’ultima volta che aveva ballato con Richard – anni prima, in una vita passata, - e non riuscì a non pensare a quante cose fossero cambiate: i bambini erano diventati adulti, il giovane pupillo di suo padre era diventato soldato, lei era diventata donna; gli inverni erano passati, i lutti si erano susseguiti, e il castello che un tempo era stato la sua casa adesso era diventato la dimora dello stesso Richard.
Middleham era la mia casa, si ritrovò a pensare, ma adesso quella casa non esiste più.

“Vi saranno giunte, presumo, le mie intenzioni verso di voi. – sussurrò Richard mentre prendevano posto al centro della sala e iniziavano a ballare a ritmo di musica insieme ad altri nobili – Voglio dirvi che sono vere: ho chiesto al Re la sua benedizione e lui me l’ha data. Presto ci sarà l’annuncio ufficiale e ci sposeremo.”
Anne fu oltraggiata da una tale sfacciataggine, dalla sua sicurezza e dalla sua arroganza, un’arroganza che superava persino quella di George Plantageneto.
“E se io non volessi sposare voi, Milord? – chiese guardandolo negli occhi – Il lutto non è ancora terminato e voi mi trattate come un oggetto, un premio in palio per le vostre crudeltà, ma io non ho alcuna intenzione di esserlo!”
“Siete sempre stata testarda, mia cara Anne, sin  da quando eravate una bambina dispettosa, e noto con rammarico che con gli anni non siete cambiata affatto.”
“Nemmeno voi, Milord, siete sempre il solito giovane crudele e senza cuore!”
Richard ghignò, sembrò quasi divertito, e senza scomporsi continuò a danzare seguendo perfettamente il tempo:
Aye, probabilmente dite il vero, e presto diverrò un marito crudele e senza cuore!”
“Voi volete semplicemente la mia fortuna, le terre dei miei genitori, non vi importa nulla di me e dei miei sentimenti. – disse in un dato di fatto ovvio – Mi rinchiuderete in qualche castello dopo che vi avrò dato un erede, dimenticata da tutto il mondo, e continuerete la vostra vita libertina come avete sempre fatto!”
“Solo se mi costringerete a farlo… - fece un inchino mentre lei faceva una riverenza: quella discussione si stava dimostrando sempre più divertente per lui – Mi sposerete, Anne, non importa ciò che dovrò fare per trascinarvi davanti ad un prete e infilarvi un anello al dito: sarete mia moglie, grazie a voi rafforzerò la mia presa sul nord, e in ritorno diventerete la Duchessa di Gloucester, una pari di vostra sorella, e vivrete nel castello che tanto entrambi abbiamo amato da ragazzini: Middleham.”
Middleham…
Per un breve istante il suo cuore si riscaldò all’idea di tornare nell’unico luogo al mondo in cui era stata felice, in quel castello pieno di pace e serenità che l’aveva vista crescere, dove la sua famiglia era cresciuta per generazioni e generazioni.
Sarebbe stato bello ritornarci, poter nuovamente cavalcare per i boschi, sentire il vento scompigliarle i capelli e osservare i prati in fiore, ammirare la neve cadere silenziosa sui merli e sulle mura di pietra, riscaldarsi attorno all'imponente camino della sala grande dopo una battaglia di neve; sarebbe stato bello essere la signora di Middleham, rispettata e ben voluta da tutti, ma quei pensieri valevano un’intera vita trascorsa accanto a un uomo come il Duca di Gloucester?
La musica terminò, Richard fece qualche passo indietro, entrambi fecero un inchino e una riverenza e recitando la parte del perfetto cavaliere il moro la scortò fino al lungo tavolo ligneo dov’era stata precedentemente seduta.
 

 
**



Il Re la stava attendendo nelle sue sale private, e per Anne non fu affatto una sorpresa trovare nella stessa stanza Richard, intento a bere insieme al fratello maggiore una coppa di vino e parlare di qualche loro subdolo piano riguardante lei e la sua eredità.
“Mia cara cugina! – esclamò gioviale Edward vedendola entrare, aprendosi in un sorriso che lo faceva sembrare ancora più aitante, imponente nei suoi quasi due metri d’altezza  – Entrate, entrate e prendete posto dove più vi aggrada. Volete una coppa di vino?”
“No, vi ringrazio Maestà, il banchetto è stato più che esaustivo per il mio appetito e la mia sete. – sorrise – Spero di non avervi interrotto.”
“Affatto, mia graziosa fanciulla, in verità stavamo parlando proprio di voi e del vostro futuro. – Ned si scambiò un’occhiata furtiva con Richard – Dickon mi ha detto di avervi informata delle sue intenzioni, vuole fare di voi una donna onesta e una duchessa, e io sono più che lieto di esaudire i desideri del mio fratellino e Conestabile.”
Aye, è vero. Il Duca di Gloucester ha condiviso con me le sue intenzioni, ma io non ho alcun desiderio di diventare sua moglie ed essere il suo premio di guerra! – esclamò con forza e determinazione – Sono una vedova, un’ereditiera, e deciderò io del mio futuro.”
Edward si accigliò, affatto lieto di sentire tali parole, ma mostrò ugualmente calma nelle sue parole seguenti.
“Mia cara, è evidente che siete ancora molto giovane e nonostante le vostre dolorose esperienze non sapete come funzionano queste cose, quali sono i vostri diritti. – fece una pausa – Siete una vedova, certo, e anche un’ereditiera ma ricordo che siete la vedova di un traditore e anche vostro padre e vostra madre la Contessa si sono macchiati di tradimento. Ditemi, dunque, perché mai dovrei lasciarvi libera di disporre del vostro futuro e della vostra fortuna?”
Anne trattenne il fiato e assottigliò le labbra non sapendo cosa rispondere: il suo viso diventò paonazzo, si sentì fortemente in imbarazzo e anche in trappola, senza via di fuga.
“Mio fratello – continuò il biondo sovrano – è uno dei partiti più ambiti in Inghilterra e in Europa, potrebbe avere chiunque, eppure si ostina a volere solo e soltanto voi. Lui dice per conquistarsi la fiducia dei lord di vostro padre, per avere una pretesa più solida a quelle terre che io gli ho concesso, oltre che al patrimonio di vostra madre ma io ho il sentore che le motivazioni non siano solo queste…”
Richard sembrò innervosirsi sentendo le ipotesi avanzate da suo fratello, ipotesi che lasciavano uno spiraglio di luce ai sentimenti e all’amore, a un affetto profondo nei confronti di quella piccola impudente in piedi davanti a loro.
“Certo, se non vorrà sposarmi c’è sempre il convento, o il matrimonio con uno dei vostri leali sudditi. – Richard guardò divertito Anne – Lord Rivers3, magari, o ancora meglio Sir. Thomas Stanley4. So che quest’ultimo sta cercando moglie, ha iniziato delle trattative con Lady Beaufort, ma sono sicuro che per voi, Lady Anne, tornerebbe sui suoi passi.”
Anne sentì un brivido correre lungo la sua schiena, il sangue congelarsi all’idea di passare la sua vita con dei viscidi lord come Lord Stanley o Anthony Woodville, uomini che facevano sembrare il matrimonio con Richard l’unione più felice d’Inghilterra.
“Allora, Lady Anne, cosa rispondete? Accettate o no la proposta di mio fratello il Duca?”
“Io…”
“Badate bene a ciò che rispondete, mia cara cugina, - proseguì Ned interrompendola bruscamente – poiché non accetterò un ripensamento. Da qui in avanti non si torna indietro e io sono già stanco e seccato di questa faccenda.”
“Ecco, io…”
“Perché non le diamo una notte per rifletterci? – Richard le fu immediatamente accanto e circondò la vita di Anne con il suo braccio – Queste sono decisioni importanti, la nostra amata cugina è ancora provata dal lutto, inoltre si dice che la notte porti consiglio.”
“Moto bene, concederò alla nostra dolce Anne una notte, solo una. – acconsentì Ned – Domani vorrò una risposta, qualsiasi essa sarà verrà comunicata a tutti i nobili durante la festa in onore di mio fratello qui presente, sarà ufficializzata.”
“Vostra Maestà è buono e misericordioso, vi ringrazio umilmente.”
Edward sorrise: “Potete andare, Anne, entrambi potete andare. Via, fuori di qui, ho altre questioni più importanti a cui pensare.”


“Perché mi avete concesso del tempo?” chiese curiosa Anne quando lasciarono gli appartamenti reali.
“Perché stavate per prendere una decisione affrettata, e le decisioni affrettate sono sempre un male, un errore. – rispose calmo Richard – Perché penso che io sia la scelta più saggia per voi, vi terrei al sicuro e difenderei ciò che è vostro e un giorno dei nostri figli, perché George non è dalla vostra parte come pensate e desidera la vostra fortuna tanto quanto la desideri io.”
“No, è una bugia! – esclamò piccata Anne – Vostro fratello mi vuole bene, ci tiene alla mia felicità e al mio futuro, farebbe di tutto per proteggermi.”
“Allora siete più sciocca di quanto non pensassi! – Richard aggrottò la fronte – George vi darà in sposa a qualche suo scagnozzo, non ha alcun affetto per voi, è sempre stato un ambizioso e mira alle terre di vostra madre.”
“Non osate nominare mia madre!”
“E perché mai non dovrei? – chiese inclinando il viso – E’ una traditrice come vostro padre e il vostro defunto sposo, si è comportata come tale, e probabilmente resterà a marcire a Beaulieu per il resto della sua vita a meno che qualcuno non parli a suo favore.”
“E questo qualcuno chi sarebbe… voi?” chiese Anne provocatoria e quasi divertita a quella paradossale e improbabile possibilità.
“Sì, se solo voi mi sposaste! – rispose serio più che mai – Diventando mia moglie io farei i vostri interessi, ve l’ho già detto, vi sarei leale se voi vi dimostrerete leale nei miei confronti e sarei disposto anche a parlare con il Re a favore della Contessa.”
“Voi… voi fareste questo? – Anne parve onestamente sorpresa – Perché lo fareste? Non vi serve la sua eredità, sposandomi ne entrerete in possesso autonomamente, e…”
“Perché, ve l’ho detto, sono leale alle persone che mi stanno più a cuore, sono dalla loro parte qualsiasi cosa accada, non importa se queste persone siano i miei sovrani o la mia devota moglie. – le prese una mano e la baciò – Ricordate le mie parole, Lady Anne, e state attenta a George. Non mi fido di lui, neanche voi dovreste, e fino a quando non diventerete mia moglie sarete in continuo pericolo.”
Se diventerò vostra moglie! – lo corresse piccata – Non ho ancora accettato la vostra proposta e piuttosto che sposare un assassino potrei preferire il convento!”
Richard, per tutta risposta, scoppiò in una fragorosa risata che rimbombò nell’anticamera semivuota e in penombra in cui stavano parlando.
“La vostra caparbietà è da ammirare, lo ammetto, ma fate attenzione a non trasformarla in stupidità. Sappiamo entrambi che la vita monastica non fa per voi, per la vostra natura indipendente e caparbia, che alla fine mi sposerete perché non avrete altra scelta.”
“Io…”
“Passate una buona serata, Lady Anne. - le augurò prima che potesse dire qualcos’altro di sciocco – Attenderò con impazienza il nuovo giorno, il momento in cui ci rivedremo e voi mi darete la vostra saggia risposta.”
Le baciò una guancia, prendendosi una confidenza che fece innervosire ancor di più Anne, e senza aggiungere altro ma con quel sorriso sornione dipinto in volto prese congedo da lei.

 

**


Era ancora notte quando Anne percepì un’esile mano scuoterla per una spalla e svegliarla.
Aprì a fatica gli occhi, sbadigliando, e messa a fuoco la figura di sua sorella Isabel si mise a sedere e la guardò con aria preoccupata.
“Annie, alzati, non c’è molto tempo!”
“Di cosa stai parlando, Isabel?” chiese lei sempre più perplessa.
“George ha pensato a tutti, dei cavalli sono stati sellati nel cortile, ti porterà via prima che l’annuncio del tuo fidanzamento con Richard venga ufficializzato.”
“Portarmi via? – Anne iniziò ad allarmarsi – Dove ha intenzione di mandarmi?”
“Non lo so, ha preferito non dirmi dove per non coinvolgermi troppo, so solo che è un posto sicuro dove nessuno ti verrà a cercare.”
“Isabel, io non so se questa sia una soluzione, un’idea saggia.”
“E’ l’unica soluzione, Anne, e poi sei stata tu ad appellarti a mio marito affinché ti proteggesse da Richard e dalle sue pretese ambiziose. – Isabel prese le mani della sorella minore nelle sue – Anne, devi fidarti di me, di George. Ti fidi di lui?”
Nella mente di Anne riecheggiarono le parole di Richard, i suoi avvertimenti, raccomandazioni che la spinsero a dubitare di George di Clarence.
Che Richard avesse ragione? Che anche George stesse mirando solo e soltanto alla sua eredità e non avesse alcun interesse nel suo benessere e alla sua salvaguardia?
No, non doveva permettere a quel subdolo uomo di minare le sue certezze, le sue parole erano velenose ed erano state pronunciate con il solo scopo di mettere in discussione la sincerità dei pochi affetti che ancora le rimanevano.
“Sì! - rispose in fine – Sì, mi fido.”



 

*



1: Altro nome di Edward di Lancaster, Principe del Galles.
2: Saputo della sconfitta dell'esercito di suo marito e della morte di quest'ultimo a Barnet, Anne Beauchamp si rifugiò presso l'Abazia di Beaulieu, nell'attuale Hampshire, dove rimase per molti anni.
3: Si riferisce a Anthony Woodville, secondo Conte di Rivers, fratello maggiore della Regina Elizabeth Woodville, condannato a morte per tradimento nel 1483 dallo stesso Richard Plantageneto.
4: Sir Thomas Stanley, Conte di Derby, sposò in seconde nozze Margaret Beaufort, madre del futuro Enrico VII, capostipite della dinastia Tudor.




Angolo Autrice: Secondo le fonti, George Plantageneto nascose Anne Neville per impedire il di lei matrimonio con suo fratello Richard, il quale con questa unione si sarebbe impossessato di diritto dell'eredità che spettava alla più giovane delle sorelle Neville.
In questa mia storia lascio a voi lettori stabilire le vere intenzioni del Duca di Clarence, se queste sono nobili o hanno un secondo fine, o entrambe.
Richard e Anne si conoscevano sin dall'infanzia essendo loro cugini e avendo il primo trascorso gli anni della sua giovinezza come protetto del Conte di Warwick nel castello di Middleham, una delle residenze della famiglia Neville; proprio questo castello passò nelle mani di Richard dopo la fine della guerra con i Lancaster, fu la sua casa durante tutti gli anni che trascorse a nord, fino alla morte di suo fratello maggiore Edward e l'inizio della sua carica come Protettore del giovane Edward V, uno dei due Principi della Torre - l'altro era Richard, Duca di York, fratello minore del giovane sovrano - scomparsi misteriosamente durante il suo regno.
Dopo questo momento #saccenza ringrazio tutti coloro che hanno letto, messo la storia tra le seguite, e recensito il primo capitolo.

Alla prossima,
V.

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Ormhaxan