3.
Quando
Amy si vestì da Wonder Woman
“Quindi non mi darai nemmeno una
piccola anticipazione?”
“No”.
“Ti ricordo che sono il
festeggiato”.
“E allora?”.
“E’ già molto che io abbia
accettato di festeggiare e...”.
“Sheldon, basta, non ti dirò
nulla. Lo vedrai alla festa” tagliò corto Amy, interrompendo il suo insistente
fidanzato e avviandosi verso l’uscio dell’appartamento, decisa come non mai.
“Posso solo dirti che... Conoscendo i tuoi gusti, ti piacerà”.
Senza capire, Sheldon piegò la
testa di lato, impegnato a riflettere, poi spalancò gli occhi.
“No! Amy, non puoi vestirti da
The Flash! C’entra con la nostra rottura, se ricordi bene!” esclamò, alzando
fin troppo il volume.
In un altro momento Amy avrebbe
ricordato quel momento con grande tristezza, ma era così emozionata ed eccitata
per ciò che stava per succedere nell’appartamento di Penny che disse
semplicemente: “Non mi vestirò da The Flash. E non dovresti farlo nemmeno tu,
se vuoi un consiglio!”.
“Lo so, lo so, Penny me lo ha
già proibito!” ribattè il fisico, imbronciato.
Più rassicurata, Amy uscì ed
entrò da Penny, dove trovò le sue migliori amiche, in attesa con dei bicchieri
di vino tra le mani.
“Ciao, ragazze!” le salutò.
“Corri a provare l’abito!” disse
invece Penny, saltando i convenevoli.
“Sì! Abbiamo scommesso sai? Sono
stata coraggiosa e ho detto che secondo me rimarrà immobile per qualche istante
prima di trascinarti in un luogo appartato!” la informò Bernadette, con la voce
più squillante del solito.
L’idea di festeggiare il
compleanno di Sheldon con una festa in costume era stata di Leonard – da quando
si era sposato non era andata nemmeno a un Comicon – e, con sommo stupore di
tutti, il festeggiato aveva accettato dopo qualche esitazione, imponendo il
tema: eroi ed eroine dei fumetti.
I ragazzi ne erano entusiasti,
le ragazze decisamente meno, finché, il giorno precedente, durante la serata
tra ragazze, Amy aveva confessato di aver comprato un vestito da Wonder Woman.
“Ovviamente metterò dei leggings
color carne, sapete che mi vergognerei da morire, ma ho pensato che Sheldon lo
avrebbe apprezzato” aveva detto, suscitando l’ilarità delle ragazze, che
avevano iniziato a sghignazzare e a sfornare consigli uno dietro l’altro, cosa
che avevano iniziato a fare da quando la situazione con il suo ragazzo era
diventata decisamente più intima.
Così, alquanto imbarazzata, Amy
andò in camera da letto e lentamente iniziò a vestirsi, sentendosi decisamente
goffa e volgare.
Non ebbe nemmeno il tempo di sistemarsi
per bene che le ragazze erano già piombate nella stanza per controllare il
risultato finale.
“Wooow, Amy! Sei una bomba!”
urlò Penny.
“Mi ingrassa così tanto?”
piagnucolò la neurobiologa, improvvisamente ancora più insicura del dovuto.
“Ma no! Una bomba sexy!” spiegò
Bernadette. “Stai benissimo! Basta togliere gli occhiali e arricciare i capelli
ed è fatta, non hai nemmeno bisogno di una parrucca”.
Amy esitò, guardandosi allo
specchio: sapeva di non essere perfetta, ma i leggings la facevano sentire più
sicura e protetta e il bustino le modellava il corpo, rendendo omaggio ai suoi
fianchi e appiattendole un po’ il busto.
“Ho solo dei problemi con la
cerniera...” spiegò, indicando la schiena.
Penny si avvicinò per
controllare e notò che in effetti la zip non si chiudeva perfettamente.
“E’ difettosa! Posso aggiustarla
se vuoi, cioè, posso provarci” si offrì.
“No, no! Tranquilla, la festa
dura qualche ora, andrò in bagno giusto prima della festa così non dovrò più
abbassarla fino alla fine”.
“Sei sicura? Non ci vuole
niente!”.
“No, davvero, manca poco e se si
danneggia completamente non saprei cosa mettere, era l’ultimo costume della mia
taglia”.
Penny annuì, così si avvicinò
all’amica e le smosse un po’ i capelli. “Te li arriccerò io, tranquilla!
Sheldon rimarrà a bocca aperta, peggio del ballo!”.
Amy sorrise debolmente, pensando
che erano successe così tante cose belle da quel momento che poteva già
considerarsi fortunata.
Nonostante tutto, Sheldon Cooper
aveva vari amici, anzi, più che altro conoscenti, e fu sorpreso di vedere più
di dieci persone alla sua festa.
Stuart, Kripke, Mr. Tuta,
addirittura Mandy Chao, Erik, lo strambo del treno, un paio di ricercatori del
dipartimento di fisica, il fratellastro di Howard, erano tutti lì, la maggior
parte semplicemente per poter sfoggiare un costume nonostante non fosse ancora
Halloween.
La festa, così, si spostò nel
terrazzo del condominio, dove il festeggiato distribuiva sorrisi a tutti e diceva
frasi tipo “Un Cooper invecchiato è un bene per l’umanità, meno frivolezze e
più serietà!”, il che non lo rendeva credibile, soprattutto visto il suo
vestito da Superman.
Era circondato dai suoi fedeli
amici Leonard, Howard e Raj, rispettivamente vestiti da Batman, Spiderman e
Hulk, fin troppo contenti e soddisfatti dei loro costumi.
Le ragazze non si erano ancora
viste, erano scomparse tre ore prima della festa e avevano invaso
l’appartamento di Penny, ma i ragazzi erano così emozionati per i loro costumi
che erano stati felici di non avere delle donne colme di pregiudizi attorno.
“Ok, allora questi sono i patti:
voi entrate, mettete “You’re the one that I want” di Grease e io entro” mormorò
un’emozionata Amy a pochi passi dall’ingresso del terrazzo.
“Certo, Sandy” la scimmiottò Penny, che per l’occasione aveva scelto di
essere Jessica Jones – quella del telefilm, non quella dei fumetti -.
“E’ tutto sotto controllo!” la
rassicurò Bernadette, sicura di sé vestita da Thor.
Così, le due entrarono,
facendosi largo tra gli invitati, e raggiunsero i propri uomini con tanta
fierezza.
“Jessica Jones?” chiese Leonard,
leggermente sorpreso. “E’ servito fartelo vedere, ti è piaciuto!”.
Penny sorrise salvo poi dire:
“No, non ho comprato nessun vestito, così ho indossato jeans, maglioncino,
giubbino di pelle e mi è bastata una parrucca scura” con il suo solito sorriso
di scherno che riservava alle cose “sfigate”.
“E tu sei.. Thor?” chiese un
allibito Howard, quasi con la bava alla bocca. “Non prenderla male ma trovo
tutto ciò estremamente eccitante”.
Bernadette rise, facendogli
l’occhiolino. “Volevo vestirmi da qualche personaggio biondo ed è il primo che
mi è venuto in mente” ammise poi.
“E il martello? Dove lo hai
lasciato?” osservò Raj, un po’ geloso visto che in passato anche lui si era
vestito così.
“Ho io il suo martello, se
permetti” ridacchiò Howard, facendo ridere la moglie.
“Dov’è Amy?” li interruppe
Sheldon, vedendo le ragazze con i rispettivi uomini.
“Ciao, festeggiato. Arriva...”
lo rassicurò Penny, ammiccante.
Si voltò verso il fratello di
Howard che si occupava della musica, alzando il pollice all’insù, così lui
comprese il segnale e nel giro di qualche istante partì la canzone di Grease,
nota a tutti per la famosa scena in cui Sandy si veste in maniera fin troppo
sexy e lascia Danny alquanto ammaliato.
Sheldon non comprese il cambio
di canzone – aveva creato un’apposita playlist a tema – e ebbe giusto il tempo
di voltarsi che vide una donna con il costume di Wonder Woman andargli
incontro.
Gli ci volle qualche istante per
processare il tutto e realizzare che la donna con indosso quel costume fosse la
sua Amy.
Tutto d’un tratto realizzò che
fino a quel momento Wonder Woman per lui era semplicemente un personaggio di un
fumetto mentre ora le cose erano differenti: non poteva celare a sè stesso che
quella donna esercitasse un certo fascino su di lui.
“A-Amy” balbettò, sforzandosi di
non andare in panico come l’ultima volta che l’aveva vista vestita
diversamente.
Avvertì gli occhi di tutti su di
lui e la ragazza e la cosa non gli piacque affatto.
“Buon compleanno, Sheldon” disse
Amy, sforzandosi di risultare sicura ma pur sempre un po’ intimidita.
“Sei... Wonder Woman” osservò
l’ovvio lui, deglutendo.
“Sì, Superman”.
Amy gli sorrideva, era diversa,
con i capelli voluminosi e ricci, eppure lo faceva sentire stranamente al
sicuro, così le si avvicinò e con un gesto molto naturale la prese per mano.
Non resistendo, Penny estrasse
il cellulare dalla tasca e scattò loro una foto visto che un momento del genere
non si sarebbe ripetuto facilmente.
“Sei molto carina” disse lui
mentre la portava nei pressi del buffet.
“Grazie” rispose lei, sentendosi
soddisfatta.
Non era stata definita sexy, ma
le andava bene così: era il suo Sheldon che l’apprezzava e le faceva un
complimento e sapeva quanto valesse tutto ciò.
Si lasciò versare qualcosa da
bere in un bicchiere e brindò alla salute dell’uomo che amava.
“Avete visto che faccia ha
fatto?!” esclamò Raj. “Insomma, stasera Amy è super sexy!”.
“Attento a come parli” l’ammonì
Emily, nel suo strettissimo abito da Black Widow, cosa che le aveva anche fatto
risparmiare la parrucca visto i suoi capelli rossi perfetti per l’occasione.
Raj la guardò e sorrise
imbarazzato. “Insomma, ovvio che sei più sexy tu, ma devi ammettere che quella
di stasera non è la Amy di tutti i giorni!”.
“Io ho scommesso che si
apparteranno” ridacchiò Bernadette.
“Io che lui le chiederà di
interpretare con lui qualche scena di un fumetto per poi postarlo su facebook”
disse Penny.
“Ma è quello che ti ho chiesto
io quando ti ho proposto di vestirti da Bat Girl” esclamò Leonard, senza
parole.
“Appunto tesoro!”.
“Fatto sta che questi due
combineranno qualcosa, me lo sento! Insomma, ora Sheldon si è svegliato” mormorò Howard, osservando
attentamente la coppia che rideva mentre beveva qualcosa.
“Concordo” disse la moglie.
Rimasero lì per troppo tempo,
finché non videro Amy congedersi un istante e uscire dal terrazzo.
La seguirono con lo sguardo,
curiosi, per poi guardarsi tra di loro.
“Scommetto dieci dollari che lui
nel giro di poco, visto che è un idiota, riceverà un sms che lo sollecita a raggiungerla”
disse Leonard, deciso.
“Bravo amore, così si fa!”.
“Io scommetto che non capirà
nulla e continuerà a starsene qui” disse invece Raj, rassegnato, visto che non
succedeva nulla.
Eppure, pochi istanti dopo,
Sheldon prese il cellulare, lesse qualcosa e si affrettò a uscire a sua volta
dal terrazzo.
“Lo sapevo!” urlò Leonard,
porgendo la mano per ricevere i soldi, mentre Penny lo baciava per
l’entusiasmo.
“Dopo, moccioso. E’ di Sheldon
che parliamo, non si sa mai” gli ricordò la microbiologa, salvo poi
allontanarsi dal gruppo e avvicnarsi all’uscita.
“Che fai?”domandò il marito.
“Vado a fare ciò che morite
dalla voglia di fare tutti. Spiare” disse con tono di ovvietà.
In men che non si dica, il resto
della gang la seguì lentamente, finché non vide in lontananza Sheldon entrare
nell’appartamento di Penny.
“Cioè, si danno da fare nel
letto in cui ho dormito per anni!” sussurrò indignata, così tanto da
avvicinarsi alla porta con l’orecchio.
“Aspetta, girati...” stava
dicendo Sheldon.
“Ok...”.
“E’ meglio se ti togli il
mantello. Ecco... Posso...?”.
“Certo”.
“Aspetta...”.
“Sheldon, per favore, non ci
mettere troppo, non resisto più!”.
“Lo so Amy, ma credi che sia un
robot? Per ogni cosa ci vuole il suo tempo!”.
“Ah, quindi almeno tra le
lenzuola non è un robot?” commentò
sarcastico Howard, mettendo a dura prova la resistenza di tutti nel non ridere
ad alto volume.
“No, ma magari è The Flash...” ridacchiò Raj.
“Ehm, no, ragazzi, stando ad Amy
è tutto fuorché rapido...” li informò Penny, con l’aria di chi la sa lunga.
Si erano così persi in
pettegolezzi vari che non si accorsero della porta che si apriva, rivelando il
festeggiato che li fissava senza capire.
“Che ci fate qui, accovacciati?”
domandò, inquisitorio.
“Ve l’avevo detto che era come
The Flash” ridacchiò Raj, ricevendo un pizzico di disapprovazione da Emily.
“Noi... ehmmm...” provò a
giustificarsi la microbiologa, ma Penny la zittì.
“Siete scomparsi e...”.
“Cosa v’importa? Amy doveva
andare in bagno ma ha problemi con la zip del costume, è difettosa, comunque”
disse Sheldon, scrollando le spalle. “Non ha voluto dirlo a voi perché pare che
l’abbiate avvertita di aggiustarla ma non vi ha ascoltato. I compiti più
gravosi ricadono sempre su di me” terminò, sospirando, come se avesse fatto un
grande sforzo per l’umanità.
Si allontanò per tornare alla
festa mentre si avvertiva Amy che tirava la sciacquone, così le ragazze,
alquanto disilluse, andarono a darle una mano.
“Niente soldi, mi dispiace”
disse Raj con grande disappunto di Leonard.
A festa finita, Amy fu l’unica a
non essersene ancora andata.
Era stato bello ricevere mille
complimenti – anche quelli provocativi di Kripke – ed essere semplicemente la
fidanzata del festeggiato.
Stargli vicino, tenerlo per
mano, ridere con lui, era stato semplice e divertente visto che fino a quel momento
avevano festeggiato solo il suo compleanno.
Arrivata al pianerottolo del
quarto piano, così, sospirò, dopo aver salutati Penny e Leonard, i quali
rientrarono in casa loro.
Si voltò verso Sheldon e, non
resistendo, appoggiò una mano sulla sua guancia, accarezzandolo.
“E’ tardi, anche se non sono per
niente stanca” disse, come per prolungare quel contatto che a Sheldon non
dispiaceva affatto, tanto che l’afferrò per un fianco e l’attirò a sè.
“Torni a casa così?”
chiese, incredulo, indicando il seno più
scollato del solito.
“No, no, devo cambiarmi, anche
se di sicuro non mi vedrà nessuno, sono le due passate...” spiegò, indicando la
porta di Penny.
“Ti accompagno”.
Come aveva fatto varie volte
quella sera, la prese per mano e la condusse verso il piccolo appartamento.
Separare la mano dalla sua fu
dura e quando la vide varcare la soglia della camera da letto non riuscì a
trattenersi.
“Amy” disse semplicemente.
Lei si voltò. “Sì?”.
Sheldon non sapeva cosa dire,
non sapeva nemmeno cosa volesse, semplicemente comprese di non aver passato del
tutto il compleanno con lei visto che molte persone lo avevano distratto.
Così, senza dire niente, si
avvicinò alla donna, appoggiò le man attorno ai suoi fianchi e la baciò
dolcemente, sentendo subito la risposta di lei, che si strinse immediatamente a
lui.
“Non lo avevo ancora fatto da
stasera” disse poi, a bassa voce, quasi sospirando contro le sue labbra, come
per giustificarsi.
Amy sorrise, ancora stretta
contro di lui.
“Il festeggiato può fare ciò che
vuole” lo assecondò, felice per quel gesto spontaneo che aveva atteso per tutta
la serata.
“Non te ne andare”.
“Cosa?”.
“E’ tardi, dovresti cambiarti,
potresti... Prima ho mentito, non sei carina”.
“No?”.
Preoccupata, Amy lo guardò
disillusa, sentendo la sua autostima sprofondare e mille dubbi pervaderla.
“Sei davvero molto... Bella.
Molto. Ricordi la parte di me che andò in panico al ballo?” domandò poi lui,
sentendosi stupido come non gli era mai successo prima.
Amy annuì, incerta, ma di sicuro
più sollevata.
“Beh, esiste ancora ma è
cambiata, ora sa che non c’è bisogno di andare nel panico e... Vorrebbe...
Rimani qui, Amy” sentenziò Sheldon, stranamente a disagio con le parole da dire
come non lo era mai stato prima di quel momento.
“Ma è casa di Penny...” obiettò la
ragazza, seppur lusingata dall’invito.
“Lei è a casa mia e non mi
sentirei a mio agio con lei e Leonard nelle vicinanze...”.
“Scusa, perché? Dobbiamo solo
dormire, cosa...”.
Le parole di Amy le morirono in
gola quando vide la faccia strana di Sheldon quando udì il verbo “dormire”.
Deglutì e lo guardò negli occhi,
prima di sorridere.
“Tu vuoi... Insomma, vuoi
ripetere la notte del mio compleanno?” chiese, incredula, tanto da portarsi una
mano sul cuore.
“Se ti va... Siamo una coppia,
dovremmo farci regali di compleanno dello stesso valore, no?”.
Amy rise e si tolse il mantello
del costume, sentendosi stranamente non agitata.
“No, il mio vale di più. Voglio
dire, andrai pur sempre a letto con Wonder Woman!”.
“Stai dicendo di sì?” chiese
Sheldon, come se non se lo aspettasse.
“Sheldon, non c’è bisogno di
chiedermelo ogni volta, e soprattutto non devi aspettare i nostri compleanni.
Sono qui, ti amo, e sono più che felice di stare con te, quando vuoi” gli
ricordò Amy, prendendo il volto tra le sue mani e baciandolo con slancio.
Fecero retromarcia verso la
stanza che fino a pochi mesi prima era di Penny, ancora intenti a baciarsi,
seppur premurandosi di chiudere la porta con uno scatto.
Era così strano baciarsi,
sfiorarsi, gettarsi sul letto, visto che la prima volta erano stati fin troppo
cauti e organizzati.
Questa volta Amy non aveva
l’intimo coordinato e la stanza perfettamente ordinata, ma non le importava:
ogni pensiero era scomparso appena aveva avvertito Sheldon sovrastarla,
impegnato nell’esplorare il suo corpo da sopra il costume, con la gentilezza
che lo contraddistingueva sempre, in ogni occasione.
“Grazie per il bel compleanno”
sussurrò lui, guardandola negli occhi.
Amy lo baciò, per poi
sussurrargli contro l’orecchio un deciso: “Niente che tu non abbia già fatto
per me”.
Il resto fu beato oblio per
entrambi, oblio che generò una nuova serie di ricordi indimenticabili nelle
loro memorie.
“Bernie,
hai vinto la scommessa. Il letto di Sheldon è vuoto da stanotte, sono nel mio
vecchio appartamento...”.
Penny inviò il messaggio all’amica,
salvo poi sorridere, immaginando il momento in cui i due piccioncini sarebbero
entrati in cucina e lei li avrebbe presi in giro a morte.
*°*°*°
Eheheh, sono stata brava questa
volta, alla fine i due si sono dati da fare sul serio! xD
Questa cosa vi ha sconvolto? :D
Avevo voglia di cose più
romantiche e così ho incluso un momento simile in questa OS, con la speranza
che succeda davvero una cosa simile nella serie.
L’idea mi è venuta vedendo una
scena degli extra della sesta stagione, in cui Mayim Bialik rivela che le
piacerebbe una scena in cui Amy si presenta come Sandy alla fine di Grease, poi
ho pensato a Wonder Woman e ho mescolato le cose xD
Che dire, spero vi sia piaciuta
l’idea!
A presto con la prossima OS,
grazie a chi segue questo mio sclero :D
Baci,
milly.