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Autore: Made of Snow and Dreams    10/01/2016    3 recensioni
Avviso riguardante un'iniziativa presa dalla sottoscritta sull'attuale situazione di Jeff the Killer. E' urgente, quindi aprite!
P.S.La storia è finita. Ora più che mai c'è bisogno di voi: scrivetemi cosa ne pensate, se è soddisfacente o no, poichè questa terza versione andrà nel sito Creepypasta wikia. FERMIAMO IL NUOVO JEFF!!!!!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GO TO SLEEP


 


 


 

Stralcio di un giornale locale:

MINACCIOSO ASSASSINO SCONOSCIUTO E' ANCORA A PIEDE LIBERO
Dopo due settimane di assassinii il killer è ancora all'opera. Dopo alcune ricerche, però, gli investigatori hanno ottenuto la testimonianza dell'ultima vittima, Franz Grimson, un ragazzo sopravvissuto a un attacco del killer. Ecco riportata la sua versione dei fatti.

'Soffro d'insonnia, quindi è davvero raro che riesca a prendere sonno la notte. Tuttavia non soffro affatto di sonnanbulismo: ecco perché quella notte intuii subito che c'era qualcosa di strano quando notai che la finestra di camera mia era aperta, quando ricordo perfettamente che prima di spegnere le luci l'avevo chiusa, anche se non con i fermi alle finestre.
In ogni caso decisi di non dare troppo peso alla cosa e richiusi tutto una seconda volta, rimettendomi di nuovo a letto.
E' stato in quel momento che ho sentito una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse fissando. Ho riaperto gli occhi e... ho visto i contorni di una figura in piedi al centro della mia stanza. Aveva un paio di occhi innaturali, freddi... e folli. Non credo che riuscirò mai a dimenticare quello sguardo.
Poi ho visto la sua bocca: sorrideva, ma neanche quello era un sorriso normale. Era... troppo largo.
Ma anche se non sono riuscito a vedere distintamente chi fosse l'uomo in camera mia, giuro, ho sentito chiaramente la breve, semplice frase che mi ha detto.
'Torna a dormire.'
Ho avuto tantissima paura e ho urlato per svegliare mio padre, ma quello mi è balzato addosso, stringendo nelle mani un coltello. Ho provato a respingerlo in tutti i modi possibili, ma, per mia fortuna, è stato quello il momento in cui è entrato mio padre con una pistola in mano.
Quell'uomo, appena lo ha visto, è riuscito a tirargli il coltello e a ferirlo alla spalla prima che mio padre avesse il tempo di premere il grilletto. Sono sicuro che lo avrebbe ucciso a coltellate se un nostro vicino non avesse chiamato la polizia.
Ciò che lo ha fatto scappare è stato sentire gli agenti fare irruzione nel cortile. Ho visto che si precipitava fuori e poi ho sentito il rumore di vetri rotti. Ho fatto appena in tempo a scorgerlo in lontananza, ma non dimenticherò mai la sua faccia, quegli occhi, il sorriso malato...'

La polizia è ancora sulle tracce del criminale. Se vedete qualcuno che corrisponde alla descrizione, contattate il dipartimento di polizia locale.


 


 


 


 

Jeffrey Woods e la sua famiglia si erano appena trasferiti in una nuova città. Suo padre aveva ricevuto una promozione al lavoro, e quindi, per agevolare la loro vita quotidiana - visto che l'ufficio era molto lontano - , entrambi i genitori avevano deciso di avvicinarsi comprando una nuova casa.
Mentre Jeff aiutava suo fratello Liu a portare i bagagli dentro la nuova casa, ammise con tristezza che era davvero bella: grande, spaziosa, luminosa, con molte più camere della precedente e con un giardino più curato.
Ma non era la loro casa. Quella in cui era nato e cresciuto con Liu era rimasta a New Orleans, insieme a tutti i suoi ricordi più belli, i vecchi giocattoli, la casetta di legno costruita sull'albero. Come se gli stesse leggendo nel pensiero, Liu gli poggiò una mano sulla spalla, sussurrando:'Beh, non sarà certo perfetta come la prima, ma non è così male. Vedrai che ci abitueremo presto.'
Sospirando, Jeff lo seguì ed entrò.
Mentre stavano disfacendo i bagagli, entrambi i fratelli sentirono suonare il campanello. Davanti alla porta c'era una giovane donna, che sfoggiava un grande e cordiale sorriso.
'Salve,' disse lei, 'il mio nome è Barbara, abito oltre la strada, di fronte a voi. Ho visto che vi siete trasferiti da poco, e ci tenevo a darvi il benvenuto qui. Questo è mio figlio Billy.'
Jeff lanciò un'occhiatina a sua madre, che ricambiava radiosa i sorrisi e sembrava essere stata conquistata dalla gentilezza della vicina di casa.
'Vieni, Billy, guarda: questi sono i nostri nuovi vicini. Saluta, avanti!' disse Barbara, tirando per la manina un piccolo bambino dall'aria intimorita.
'Ciao, piccolo! Vi presento mio marito Peter, e loro sono i miei due figli, Jeff e Liu. Io sono Margaret, molto piacere!', trillò lei.
Ma, mentre il loro padre si era avvicinato per stringere la mano alla donna, Jeff e Liu si limitarono a sfoggiare il loro più falso e tirato sorriso.
'Ah, dimenticavo: tra pochi giorni Billy farà il compleanno. Perché non venite anche voi? Sarà anche una festa di benvenuto, quindi non potete mancare!'
Se non ci fosse stato nessuno in quel momento, Jeff si sarebbe dato una manata sulla fronte: venire al compleanno di quel bambino e giocare con le macchinette o altro sarebbe stato il colmo! Liu si limitò a nascondere un sorrisetto di disperazione.
'Certo, verremo con piacere! Ora dobbiamo disfare i bagagli, a presto e grazie per la visita!' disse la loro madre.
Una volta chiusa la porta, Jeff corse subito da lei.
'Mamma, perchè hai accettato l'invito al compleanno di quel bambino? Se non l'hai notato non sono più un moccioso a cui piace giocare con le macchinine!'
'Jeff,' rispose sua madre, 'ci siamo appena trasferiti, dobbiamo fare vedere che siamo disposti a passare un po' di tempo con i vicini di casa. E' il minimo che possiamo fare per avere dei buoni rapporti con gli altri! Quindi noi andremo a quel compleanno, fine della storia.'
Jeff aprì la bocca per ribattere, ma poi si fermò; sapeva bene che da quando sua madre - per via dei cattivi rapporti con i precedenti vicini da casa - si era fissata di essere sempre cordiale con tutti, era inutile replicare.
Si limitò a salire le scale quasi correndo e a buttarsi sul letto, stanco per il viaggio.
Ah, era la stessa solfa da molto tempo. Aveva 15 anni, cavolo, e Liu era anche più grande, quindi perché continuava a non lasciarli mai decidere da soli, o a non fidarsi, o a non ascoltarli, o a ignorarli?
Lasciò che tutto il fastidio che si andava accumulando a ogni pensiero lo colmasse, e chiuse gli occhi.


 

Il giorno dopo Jeff scese mollemente le scale, per fare colazione e prepararsi per la scuola. Trovò tutto pronto a tavola, e il fatto che fosse solo a mangiare ( visto che Liu non si era ancora svegliato ) e che fosse stata sua madre a svegliarlo con quella vocetta così irritante lo rendeva nervoso.
Tuttavia non disse nulla e finì in frettala colazione. Dopo essersi preparato insieme a Liu, entrambi uscirono di casa, diretti alla fermata dell'autobus.
Si sedettero aspettando il mezzo di trasporto. Erano soli, tranne che per un gruppetto di tre ragazzi, due dei quali stavano correndo sullo skateboard. Il terzo, invece, era appoggiato al muro e stava messaggiando al cellulare tranquillamente.
Improvvisamente, però, uno di quei due skateboard volò sopra di loro, a un pelo dalle loro teste. Sia Jeff che Liu fecero un salto per la sorpresa, adocchiando nervosamente i tre ragazzi.
'Hey, ma che diavolo...?' disse Liu.
Uno dei due ragazzi che andava sullo skateboard atterrò agilmente e si girò verso di loro. Diede un colpetto allo skate col piede per fermarlo e tenerlo in mano. Sembrava avere 15 anni, la stessa età di Jeff, e sembrava essere il leader dei tre. Indossava una maglietta mimetica e dei jeans strappati.
'Bene, bene, bene. Ma guarda che abbiamo qua.'
Jeff spostò l'attenzione sugli altri due ragazzi: uno era magrissimo, con occhi e capelli scuri, l'altro - quello che prima messaggiava al telefono - era enorme.
'Bene: visto che siete nuovi, vorrei presentarvi agli altri: lì c'è Keith.'
Jeff e Liu guardarono il ragazzo magro. Aveva una faccia inebetita, la stessa che ci si aspetta da una spalla: i suoi occhi scuri riflettevano solo insicurezza. Quel ragazzo era nato per essere sottomesso.
'E lui è Troy.'
Guardarono il ragazzo grasso, simile a una vasca di lardo. Sembrava che non facesse esercizio fisico da quando aveva imparato a gattonare. Doveva essere il classico elemento del gruppo che faceva tutto quello che diceva il leader: il ghigno crudele sul suo volto era lo stesso che aveva Randy.
'Ed io,' continuò, 'sono Randy. Ora, per tutti i ragazzini del vicinato c'è una piccola tassa per il bus, non so se mi spiego.'
Liu si alzò, trattenendo l'istinto di prendere a pugni il ragazzo ma preparandosi lo stesso a fronteggiarlo. Alla sua mossa Keith e Troy lo circondarono, guardandolo minacciosammente.
'Dare a voi i nostri soldi? Ve lo potete scordare! Piuttosto toglietevi di mezzo e lasciate stare me e mio fratello in pace.' sibilò Liu, stringendo i pugni.
'Beh, allora credo che tu non abbia ancora capito chi comanda qui. Speravo che sareste stati più cooperativi, ma sembra che dovremo provare con le maniere forti.' disse Randy, e, dando all'improvviso una forte spinta a Liu e facendolo cadere a terra, gli prese il portafogli dalla tasca.
Nel vedere suo fratello sbattere la testa, seppur non essendosi fatto quest'ultimo realmente male, Jeff sentì di nuovo tornare quella sgradevole sensazione. Era la stessa che aveva provato con sua madre! Solo che stavolta... non era solo fastidio, non era nervosismo. Era rabbia. Una rabbia violenta.
Si alzò, pronto a difendere Liu, ma quello (che intanto si era rialzato massaggiandosi i gomiti) gli fece cenno di sedersi. Jeff lo ignorò e si mise davanti a lui.
'Ascoltami bene, teppistello: ridai immediatamente il portafogli a mio fratello, altrimenti...'
Senza minimamente badare a lui, Randy prese tutti i soldi che c'erano dal portafogli, per poi metterseli in tasca.
'Eccotelo, il tuo maledetto portafogli. Contento?' gli ridacchiò in faccia Randy, porgendo a Jeff il portafogli vuoto.
'Bene: ora ridai anche tutti i soldi che hai preso, stronzo.' gli soffiò in faccia Jeff.
Una vampata di rabbia andò a scaldare il viso di Randy, mentre Jeff si preparava mentalmente alla lotta. Ah, era sicuro che quei tre non si sarebbero fermati, e d'altro canto nemmeno lui era tanto sicuro di volerlo fare.
'Altrimenti?' disse Randy, scrocchiandosi le nocche delle mani.
Face un cenno con gli occhi a Keith, che era dietro a Liu, e gli diede un pugno sul lato sinistro della faccia, facendolo gemere di dolore.
Fu a quel punto che Jeff non riflettè più, e, avendo fatto boxe in passato, colpì Randy sul naso con un potente destro, guardandolo con soddisfazione cadere a terra.
Keith si scagliò verso di lui per difendere il suo amico, ma Jeff riuscì a schivarlo, sebbene a stento. Anche Troy cercò di caricarlo, ma, essendo più lento di Keith, fu per Jeff più facile schivarlo e colpirlo dritto allo stomaco, facendogli sbattere le ginocchia a terra. Vederlo strabuzzare gli occhi per il dolore faceva sorridere Jeff, che ne approfittò per balzargli addosso e colpirgli la faccia due, tre, quattro volte con tutta la forza che possedeva.
'Basta, Jeff, è abbastanza!'
La voce di Liu sembrò riportarlo alla realtà, tuttavia Jeff non lo stava ascoltando: si limitava a osservare trionfante i suoi tre nemici, che ansimavano per le botte ricevute. Troy addirittura stava cercando di tamponarsi del sangue che gli stava uscendo copioso dal naso.
Ma ad un tratto, in lontananza entrambi i fratelli sentirono un rumore: era l'autobus che si stava avvicinando. Un guizzo di paura passò negli occhi di entrambi: nessun testimone, a parte loro, aveva visto ciò che era successo realmente, quindi in nessun modo avrebbero potuto difendersi dall'accusa di aver iniziato loro la rissa. D'altra parte non potevano neanche contare su Randy e i suoi, quei vigliacchi, quei maledetti vigliacchi...
E, riprendendosi i soldi dalla tasca di Randy, entrambi i fratelli si allontanarono il più in fretta possibile.




Ho deciso di dividere la storia in più parti, per meglio lavorare su ugnuna di esse e affinchè voi possiate dirmi cosa non va o cosa vorreste aggiungere o togliere, ecc...
Questa è la prima parte. Ho corretto gli errori e ho aggiunto qualche dialogo in più, ma come vedete la trama è rimasta uguale. Per qualsiasi cosa che non vada, contattatemi immediatamente.
P.S. Qualcuno di voi potrebbe contattare gli amministratori del sito e chiedere se andrebbe bene pubblicare questa terza versione, una volta finita? Io e una mia amica non ci siamo riuscite (a contattarli, s'intende.).
Alla prossima parte!
P.P.S. Tutte le parti verranno pubblicate in breve tempo affinché i fan possano scegliere quale storia scegliere come definita.

Made of Snow and Dreams.

  
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