Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: NeroNoctis    11/01/2016    5 recensioni
All'apparenza Daniel è un normale ragazzo di 20 anni, amante delle più svariate cose e con uno spiccato sarcasmo. Ma nasconde semplicemente la sua vera identità, quella di un soldato dell'organizzazione Sephiroth.
Organizzazione che caccia "Loro", creature assetate di sangue che vagano per il mondo, che a prima vista non sembrano avere un obbiettivo, ma che tramano qualcosa da dietro le quinte, perseguendo un oscuro obbiettivo. E proprio "Loro" hanno sterminato la famiglia di Dan anni prima.
In un mondo dove "Loro" si nutrono di umani, Dan dovrà viaggiare per trovare la sua sorellina scomparsa e vendicarsi delle creature che han cambiato per sempre la sua vita.
Sullo sfondo paranormale popolato dai Wendigo, prenderanno vita numerosi personaggi il cui destino di andrà ad incrociarsi con quello di Daniel e della sua partner Lexi, per svelare un segreto rimasto sepolto per anni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sephiroth'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Daniel roteò l'arma bianca con la mano destra, soppesandola leggermente per colpire con la giusta forza quando la creatura avrebbe attaccato. Dietro di lui, Lexi era immobile.
Teneva salde le mani sulla sua pistola, puntando all'essere a bordo piscina. 
Aveva imparato a maneggiare le armi sin da piccolina, le sessioni di addestramento erano abbastanza dure e stressanti, sia a livello fisico che psicologico, e le cicatrici in entrambi i contesti a volte erano ancor visibili, come tagli ancora aperti da cui sgorgava, zampillando, del sangue rosso fuoco.
Non ricordava molto del suo primo addestramento, ricordava soltanto il dolore lancinante ai muscoli e l'impossibilità di montare a cavallo per almeno una settimana, e il montare a cavallo era una delle passioni di Lexi, che coltivava sin da quando aveva ricordi. 
Aveva una puledra bianca, con una macchia sul muso di color caffè, sua inseparabile compagna di cavalcate quando si sentiva giù di morale, o aveva bisogno di staccare la spina da quelle spedizioni o combattimenti contro i Wendigo. E a volte sentiva proprio il bisogno di star lontana da tutto e tutti, anche da Daniel.
Stava bene con Daniel, erano stati inseparabili fin da quando lui aveva messo piede al centro addestramento Sephiroth, mostrandosi insicuro ma al tempo stesso sfacciato e spavaldo, ma a volte era anche fastidioso, non volontariamente forse, ma c'erano alcune cose, in alcuni momenti, che a Lexi non andavano proprio a genio. 
Era strano, e antipatico... e a dire il vero lo era sempre stato. Non mostrava mai il minimo segno di interesse a nulla, soprattutto alle persone, ma quando il suo mentore Victor gli spiegava le nozioni base del combattimento, lui diventava tutt'altro che disinteressato. 
Victor era l'unica persona che sapeva rapportarsi a Dan, e tutti si chiedevano come facesse, soprattutto lei. Ma alla fine della storia, dopotutto, era stato Dan, una notte, a insegnarle come impugnare una pistola, e ora lei era là, con l'insegnamento di quello che era il suo fidato partner, e amico.
– Pronta, L? – chiese lui, osservando la creatura ancora intenta a squadrare i due. Quelli erano i momenti peggiori, i momenti di attesa, in cui si aspettava la mossa dell'essere. Non era saggio attaccare per primi, e Dan e Lexi lo sapevano bene. Ogni Wendigo era diverso dagli altri, diverso in aspetto quanto in comportamenti, ed era meglio capire il modus operandi prima d passare all'azione vera e propria.
Un sibilo, e il Wendigo sfrecciò sull'acqua, saltando sopra Daniel e facendogli perdere l'equilibrio. Lexi sparò un colpo a vuoto, alzando un getto d'acqua rossastra. Il ragazzò roteò su se stesso e tentò di colpire con un fendente laterale, ma fu inutile. La creatura era veloce, schivò e si scagliò sul ragazzo, facendolo finire in acqua.
Gli artigli del Wendigo costringevano Daniel sotto la superficie, che si dimenava tentando di trattenere il fiato, ma la morsa dell'essere fu talmente poderosa che fece urlare il ragazzo, che ingogliò quel liquido sporco del sangue delle vittime.
Il sapore acre del sangue e del cloro lo riempì, facendogli girare la testa. Non che ne fu pienamente sicuro, dopotutto era sott'acqua, con uno di Loro a che lo stringeva all'altezza del collo, strangolandolo.
Ma fortunatamente durò poco, dato che la creatura improvvisamente urlò, uscendo dall'acqua e voltandosi verso la ragazza che gli aveva sparato dritto alla schiena. Un altro urlo e stavolta saltò su di lei, ma Lexi schivò, quasi danzando, e colpì letalmente il Wendigo con il pugnale, che gli finì dritto sulla nuca. 
L'essere rovinò a terra, e non si mosse, mentre Daniel riemergeva da quel bagno di acqua e sangue.
– Avevo la situazione sotto controllo. – disse lui, passandosi la mano sugli occhi e tossendo.
– Io direi che avevi la situazione sott'acqua. – rispose lei, seriamente. Ripose le armi alla cintola, e osservò il cadavere del Wendigo, successivamente osservò l'amico con aria interrogativa.
– Oh no. – fece lui, camminando verso l'abitazione ormai vuota. – L'onore è tuo. L'hai finito tu, procedi tu all'estrazione. Io vado a darmi una ripulita.
Lexi sbuffò, odiava quella pratica, e sapeva che Dan ne era a conoscenza, ma quando si metteva qualcosa in testa, era impossibile fargli cambiare idea. Doveva ripulirsi... certo. 
Ma ormai era andato, e lei riprese il pugnale e lo avvicinò al Wendigo privo di vita... almeno per il momento.
Una particolarità di queste creature era la loro apparente immortalità: fin quando non si estraeva quello che sembrava essere un cuore, non morivano mai del tutto.
Incise con precisione chirurgica il torace, e, una volta indossati dei guanti, estrasse quell'organo ancora pulsante, pulsante e tremendamente freddo. Aveva un aspetto normalissimo, ma in alcuni punti erano presenti delle scaglie simili a ghiaccio, altra particolarità di quelle creature. Si diceva che i classe S avevano il cuore interamente ghiacciato, ma fondamentalmente, i classe S non esistevano, era solo un'esagerazione dell'organizzazione. Ripose il cuore in un contenitore, così da poterlo portare ai laboratori, e si sedette in una sdraio, aspettando Dan. 
Si chiese come potesse essere così tranquillo ad entrare in case dove si consumavano efferati omicidi, ma dopotutto era Dan, e non era facilmente impressionabile. Lei invece, si guardava circospetta intorno, conscia che, nonostante fosse abile, quell'atmosfera la inquietava tantissimo.

Daniel era ancora bagnato, e le gocce d'acqua colavano dai suoi capelli e dai suoi vestiti, finendo su quel tappeto che a prima vista, sembrava davvero costoso. Era rosso, con rifiniture oro, non sapeva bene da dove venisse, non che la cosa gli importasse molto, ma il suo aspetto così costoso lo infastidiva, e il colare dei suoi vestiti su quel tappeto, beh, quello lo trovava gradevole, almeno era una piccola rivincita personale contro quello sfarzo a suo dire inutile.
Odiava i tappeti, li definiva "oggetti inadeguati e senza senso."
Ogni qualvolta che andava a casa di qualcuno, e ne trovava uno, lo fissava esattamente come si fissa il proprio vomito dopo una sbronza, e sei l'unico che deve pulirlo.
Andò in cerca della camera da letto, sicuro che avrebbe trovato dei vestiti asciutti. La casa era a due piani, quasi tutta al buio, eccetto la cucina, in cui era presente un giornale sul pavimento, posate e provviste nei posti più improbabili. 
Era quasi sicuro di aver visto una bottiglia di cola sopra il ventilatore sul tetto, ma non era abbastanza convinto di voler immaginare il come fosse arrivata fin lì. Certo, uno di Loro affamato era abbastanza forte e casinaro, ma quella era davvero complicata da mettere in atto.
Scrollò le spalle, e dopo qualche tentativo a vuoto, trovò la camera da letto. Accese la luce.
Il letto era disfatto, segno che ci stavano dormendo poco prima del disatro, ma oltre quello, la camera era in ordine. Si diresse verso l'armadio, ma fu attratto da alcune foto su una credenza. Ne prese una, che mostrava l'intera famiglia sorridente, sullo sfondo quello che sembrava un lago... Garda forse. Non sapeva dirlo con certezza, la geografia non era il suo forte.
Sospirò, e ne prese un'altra.
Stavolta venivano raffigurati solo i due gemelli, maschio e femmina, intenti ad arrampicarsi su un albero. Sorridevano, e gli occhi azzurri illuminavano quella foto così bella e spensierata.
La foto si bagnò, colpa di una lacrima del ragazzo che si infranse sulla sottile lastra tra la cornice e la raffigurazione vera e propria. Gettò la foto, e si asciugò la lacrima, ma si ritrovò a singhiozzare. Ripensò a sua sorella, alla sua famiglia trucidata da un Wendigo mai trovato... e si odiò. 
Si odiò perchè era piccolo e debole, incapace di reagire e proteggere i suoi cari.
Si odiò perchè rimase immobile.
E si odiò perchè non era morto. Non ricordava il morso che ricevette al fianco, ne portava solo una cicatrice e ricordi confusi... ma non era morto, e portava il fardello di quella notte. 
Si tolse i vestiti, osservandosi allo specchio. Sul fianco sinistro aveva una grossa cicatrice rossa, e se si guardava attentamente, potevano vedersi dei piccoli fori, dove si diceva che i denti avevano lacerato la carne del piccolo.
Quello era il lascito di quella sera... quella sfigurazione al fianco era la colpa di Daniel.
La colpa di essere stato debole, e la colpa di essere ancora in vita.
Ma sapeva che la sua missione era solo una, ovvero trovare sua sorella, che era scampata a quella tragica fine. Il Wendigo fuggì, e non si sa perchè, portò con sè Karen. Era questo il motivo del suo essere un Sephiroth. Era questo il motivo per cui combatteva Loro
Era questo il motivo per cui era in vita.
Si rivestì con i vestiti trovati nell'armadio, ma iniziò a sentire tremendamente freddo. Si sentì toccare una spalla, e vide una mano completamente pallida, gelata.
– Sei debole. – si sentì dire.
Si voltò, ma dietro non c'era nessuno. Ma la maglia nuova, all'altezza di quel tocco, presentava alcuni fiocchi di neve, che poco dopo, si sciolsero.




- Angolo dell'autore - 

Lo so, lo so. Sono passati un paio di settimane dall'ultimo aggiornamento, ma è stata vacanza anche per me! Spero che questo secondo capitolo comunque sia abbastanza da perdonare la mia assenza, e volete, lasciate anche un pensierino qua sotto!
Adesso che le feste son finite, credo che aggiornerò a cadenza regolare. Ogni domenica o lunedì per essere precisi.
So... stay tuned!
Marco / NeroNoctis
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: NeroNoctis