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Autore: DezoPenguin    19/01/2016    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte quinta. Natsuki si avvicina alla verità sulla morte di sua madre, ma lo sguardo della Corte d'Ossidiana è caduto anche su di lei. Mentre Shizuru accetta di investigare sulla morte di un nobile straniero, ha il suo inizio un gioco di inganni con in palio il destino di entrambe.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Reito Kanzaki, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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4.

Una cameriera ci accompagnò alla stanza da disegno, che mostrava la stessa tendenza per l'arredamento barocco ed esagerato dello studio di Maupertuis, anche se qui l'oro e il bianco erano i colori dominanti. Qui ritrovammo la signorina Gartner, che sedeva accanto ad una donna sulla quarantina, minuta ma piacente. I suoi capelli erano neri come la giada nera, e la sua pelle era pallida, ma il dolore aveva soverchiato la vanità quindi era senza trucco o rossetto, che avrebbero potuto toglierle una decina d'anni. Era seduta come un uccellino impaurito, sul bordo di uno sgabello imbottito dall'aspetto fragile, e un uomo dai capelli biondo sabbia e una barbetta a punta le stava dicendo qualcosa mentre facevamo il nostro ingresso.

La signorina Gartner e l'uomo si alzarono entrambi quando entrammo.

"Mia signora," disse la governante, "posso presentarle la signorina Shizuru Viola e la signorina Natsuki Kuga, che hanno risposto alla vostra chiamata. Signorina Viola, signorina Kuga, questa signora è Genevieve, baronessa di Maupertuis, che ha molto bisogno dei vostri servigi."

"Non così tanto, ormai," le feci notare.

"Pardon?" disse la Baronessa, accentando la seconda sillaba come se parlasse francese.

"Quello che Natsuki sta dicendo, è che abbiamo parlato con il capo Ispettore Kanzaki e credo che siamo riuscite a persuaderlo che le prove sul luogo del delitto non sostengono la vostra colpevolezza."

"Ah! Avevo pensato che il signor Kanzaki sembrava più intelligente, e più comprensivo riguardo le disgrazie di una donna, rispetto a quell'altro bifolco ignorante."

Parlava con un lieve accento francese, che i più sensibili gentiluomini inglesi avrebbero di certo trovato affascinante.

"Perlomeno è più aperto ad accettare i fatti, anche quando non supportano le sue teorie. Come ho detto, i fatti erano dalla vostra parte, come l'esame dello studio del vostro defunto marito ha dato prova."

"Solo perché eravate lì a farglielo notare," mormorai sottovoce.

"Se lo sapete, allora…allora dovete sapere anche com'è stato ucciso il povero Theo," disse la Baronessa.

"In parte," confermò Shizuru. "Ho una domanda per voi. La signorina Gartner ci ha informate che vostro marito spesso lavorava nel suo studio fino a tardi. Era solito tenere una finestra aperta anche di notte?"

"Certo, se il tempo lo richiedeva."

"Ma la finestra era certamente chiusa, stamattina," l'uomo parlò per la prima volta.

"Il dottor Arbuthnot, presumo?" chiese Shizuru. Al suo assenso, lei continuò, "È senz'altro possibile abbassare l'imposta e perfino chiudere il gancio dall'esterno, abbiamo provato. A quanto pare un estraneo è stato responsabile dell'omicidio; il vero problema sarà scoprire chi è stato."

"Capisco. Comunque, ci avete tolto un gran peso dal cuore, signorina Viola."

Sembrava che il dottore condividesse l'opinione che la governante aveva della baronessa. Naturalmente, visto che il morto era il marito di lei, quell'opinione poteva avere un altro significato. Arbuthnot doptutto era un estraneo, e di certo avrebbe saputo dove pugnalare un uomo per colpirlo al cuore con una lama sottile. Dopotutto l'omicidio era stato preciso, eseguito con quella che poteva essere definita, non del tutto per scherzo, chirurgica precisione.

"Suppongo che abbiate delle domande per me, signorina Viola?" chiese la Baronessa Maupertuis.

"Sì. Preferirei non disturbare il vostro dolore, ma dev'essere fatto."

Lei scosse la testa.

"No, no, capisco. E poi, mi sembra di capire che la signorina Gartner vi ha informata della situazione, e che quindi il mio dolore non è quello di un'amante che ha perso il compagno del suo cuore. Theo e io ci volevamo bene. Il nostro matrimonio è stato un affare vantaggioso per le nostre famiglie; ma avevamo vite separate che si incontravano solo in occasione di qualche raduno sociale. Vivevamo tranquillamente, per la maggior parte del tempo, e mi mancherà, ma non sono devastata dal dolore. Lo shock più grande è dovuto al fatto che questo è accaduto in casa mia, e l'orrore e la violenza che ha portato."

"È perfettamente ragionevole," le disse Shizuru. "Anche se passo la mia vita a indagare sui crimini come professione, continuo a sentirmi a disagio e turbata se qualcosa porta violenza nella mia vita."

Un attimo, stava parlando di me? Di quello che era accaduto la notte precedente? Poteva essere. La vicinanza era reciproca, giusto? Quindi, come Shizuru era divetata parte della mia vita e delle mie preoccupazioni, forse lei pensava lo stesso di me?

O forse non mi riguardava affatto. Quello era il problema con le persone sottili. Forse aveva parlato alla baronessa ma aveva mandato un messaggio a me, o forse si stava solo concentrando sul caso mentre io mi scrivevo il resto con le mie fantasticherie.

"Prego, signorina Viola, fatemi le vostre domande. Spero solo di essere d'aiuto a trovare la verità, ora che, a quanto pare, c'è qualcuno a cui importa di scoprirla."

"Suvvia, so che l'Ispettore Barrington è sempre interessato a trovare la giustizia e la verità."

"Il che non significa che sia bravo a farlo," sottolineai.

"Natsuki..." disse Shizuru in tono di rimprovero.

"Credo che la signorina Kuga abbia ragione," rispose la signorina Gartner, tirando su col naso.

"Ma in ogni caso," la Baronessa prese il comando della conversazione di nuovo, "dobbiamo lasciarci il passato alle spalle." Fece un cenno a Shizuru. "Fatemi le vostre domande."

"C'è un modo per accertarci che la finestra l'altra notte era aperta?"

"Ne dubito. Non gli ho fatto visita dopo che ci eravamo dati la buonanotte e lui raramente chimava un domestico nello studio."

"Capisco. Interrogheremo la servitù, naturalmente, ma dubito che l'abbiano notato, anche se uno di loro fosse stato chiamato. Almeno, avete confermato che c'è una ragionevole possibilità che la finestra fosse aperta. Ora, vi ricordate che spillo da cravatta vostro marito stava portando l'altra sera?"

La baronessa battè le palpebre, sorpresa.

"Il suo…spillo da cravatta?"

"Sì. Lo ricordate?"

"Certamente. Ne aveva solo uno che portava di frequente. Teneva gli altri per quelle occasioni mondane in cui i gioielli erano assolutamente necessari, per via della moda, ma nelle altre occasioni ne indossava solo uno. Era certamente quello che portava l'altra notte. Perché? Volete dire che è sparito—che l'assassino del mio Theo l'ha rubato?"

Sembrava sorpresa, quasi incredula, e non potei darle torto. Un assassino che ruba uno spillo da cravatta non era di certo un'idea ovvia, in particolare perché questo non era di valore. E i suoi anelli e l'orologio non erano stati portati via, quindi chiaramente non era un caso in cui un ladro aveva visto una finestra aperta e ne aveva approfittato.

"Crediamo sia così."

"Che cosa bizzarra. Non era nemmeno di ingente valore. Oh, naturalmente era d'oro, quindi di certo valeva qualcosa. Tuttavia non vedo perché qualcuno potesse volerlo."

"Potete descriverlo per me?"

"Bè, era un sigillo, forse alto un centimetro—mezzo pollice, nelle vostre misure?—a forma di triangolo, con una sfera di ossidiana, quindi non una pietra preziosa, incastonata nel vertice superiore. Credo fosse il simbolo di un club o di una qualche associazione a cui apparteneva, ma non ho mai conosciuto i dettagli."

Aveva ragione. Il simbolo era il marchio della Corte d'Ossidiana, anche se fino a quel momento avevo l'avevo visto con i colori scambiati, una sfera d'oro su un triangolo di ossidiana. Non potei fare a meno di chiedermi se questo avesse un qualche significato, per esempio se fosse prova del fatto che chi lo portava apparteneva ad un rango alto all'interno dell'associazione, come la sua posizione all'interno del Primo Distretto.

E, domanda ancor più pertinente, se l'assassino di Maupertuis gli aveva rubato l'emblema della Corte d'Ossidiana, questo significava che chi l'aveva ucciso aveva un conto in sospeso con l'ordine? Che c'era qualcuno come me che aveva sofferto un lutto per colpa loro e cercava vendetta? O, più semplicemente, che il barone avesse in qualche modo scontentato la società segreta e avesse pagato con la vita? Sapevo fin troppo bene che la Corte era disposta a usare l'omicidio per i suoi fini, e riprendersi lo spillo forse indicava che l'Ordine aveva revocato la propria protezione sul morto a causa dei suoi crimini.

Alleato o nemico? Mi chiesi. Quale dei due?

Comunque, certamente spiegava perché i superiori di Kanzaki fossero stati così ansiosi di affidargli il caso e di impressionarlo con i rivolgimenti politici ad esso legati. Gli interessi politici e finanziari della Corte d'Ossidiana erano strettamente intrecciati e seza dubbio coinvolgevano figure di spicco della polizia. Di certo avrebbero voluto che fossero i loro migliori investigatori a lavorare sul caso, nell'eventualità che la società avesse un nemico, e se l'assassinio fosse stato stato ordinato dalla società stessa avrebbero voluto la sottigliezza di Kanzaki per evitare che l'attenzione del pubblico non fosse attirata dalla faccenda, che cercassero di evitare un processo o di gettare un capro espiatorio davanti all'ispettore.

Qualunque fosse il motivo, c'erano delle informazioni, qui. Dovevo tenere gli occhi aperti.

"Sarebbe molto utile se ci diceste tutto quello che riuscite a ricordare di questo gruppo," disse Shizuru, ovviamente raggiungendo le mie stesse conclusioni senza sapere che riguardavano la Corte d'Ossidiana.

"L'assassino ha rubato lo spillo da cravatta del Barone, quindi evidentemente aveva un qualche significato per lui o per lei."

"Io…non lo so," balbettò la baronessa Maupertuis, impotente. "Vorrei davvero aiutarvi, ma non so nulla degli affari finanziari di Theo."

"I suoi affari finanziari?" Shizuru si lanciò su quelle parole, insolite in quel contesto.

"Bè, sì. In verità lui aveva sempre parlato e trattato questa società come se non fosse esattamente un'associazione o…suppongo che voi direste una setta spirituale? Come l'Alba d'Oro o i Teosofisti?"

"Credo di capire, Vostra Signoria."

"Ah, bene. Direi che Theo guardava a questo gruppo come ad una serie di contatti finanziari, con cui poteva lavorare. Credo che fosse sicuro della loro lealtà, perché penso che sia stato grazie al loro aiuto che lui ha avuto successo con la Compagnia di Olanda e Sumatra, a sentire certe cose a cui aveva accennato a suo tempo."

"Questo spiegherebbe parecchie cose su quella faccenda," riflettè Shizuru. "Ho letto i giornali di quel periodo e ho sempre avuto dubbi riguardo la tempistica del fallimento. Se qualcuno credeva che ci fosse qualcuno dall'interno che ha manipolato i mercati sfruttando le sue conoscenze, spiegherebbe certamente il motivo per considerare questa organizzazione, qualunque siano i suoi scopi, responsabile delle perdite. Se l'assassino ha perso del denaro in questo affare, o forse è parente di qualcuno che è stato rovinato, un tentativo di vendetta non è affatto inaspettato."

"Signorina Viola, mio marito era un uomo onorevole! Non vi permetterò di offendere la sua memoria!"

"Perdonatemi, Vostra Signoria," disse Shizuru, conciliante. "Sto solo notando che non è necessario che il Barone Maupertuis fosse effettivamente colpevole di un qualche crimine, solo che qualcuno potrebbe crederlo. Un uomo votato alla vendetta potrebbe facilmente scambiare una semplice associazione per una società dedita ai crimini finanziari."

"Oh…sì, sì, certo. Vi prego di perdonarmi. Avrei dovuto sforzarmi di capire."

"Non preoccupatevi. Viste le circostanze, è più che ragionevole che siate turbata."

"Vi ringrazio."

Riuscii a trattenermi dal manifestare apertamente il mio disgusto. Conoscendo la Corte d'Ossidiana come la conoscevo, sembrava estremamente probabile la teoria che fosse dedita ai crimini finanziari per manipolare prezzi, spargere voci, rallentare la diffusione di cattive notizie e sottrarre ogni centesimo ai loro investitori.

"Sapete se qualcuno ha minacciato o mosso delle accuse contro il barone?" continuò Shizuru.

"No, non lo so, ma...c'era una cosa..."

"Sì?"

Si morse in labbro con un atteggiamento quasi infantile che, sorprendentemente, non sembrava affatto fuori posto in lei, nonostate l'età.

"Sembra sciocco, ma..."

"Vi prego," la incoraggiò Shizuru, "ditemelo. Non si può mai essere sicuri di cosa sia veramente importante finchè non si è indagato su tutto."

"Va bene. Sembra stupido, tutto qui. Theo aveva un amico, un gentiluomo chiamato Robert Merridew, che era uno degli ospiti a questa piccola festa a cui abbiamo partecipato la settimana scorsa. Quando, seguendo le vostre assurde usanze inglesi, le signore hanno lasciato i signori al brandy e ai sigari, ho visto il signor Merridew prendere Theo da parte, e aveva una strana espressione."

"Minacciosa?" chiesi.

"No, tutto il contrario, credo. Sembrava quasi che il signor Merridew fosse spaventato."

"Capisco," disse Shizuru, meditabonda.

"Lo sto dicendo perché il signor Merridew è, credo, un membro della stessa società di Theo; hanno lo stesso spillo da cravatta d'oro e ossidiana—ah! Ossidiana, ecco il nome. La…cosa, di ossidiana…ah! Era come un indirizzo, credo. Il Forte d'Ossidiana? No…La Corte d'Ossidiana. È così che si chiamano. Può esservi d'aiuto?"

Non sapevo se fosse d'aiuto a Shizuru, ma senz'altro aiutò me. Non conoscevo il nome di Merridew prima, e se indossava lo stesso spillo del barone, allora probabilmente era un membro del circolo interno del Primo Distretto. Mi chiesi cosa l'avesse spaventato tanto e, se davvero lo era, la morte di Maupertuis lo avesse spaventato ancora di più, o se lo avesse tranquillizzato.

~X X X~

Ci incontrammo con Kanzaki poco più tardi; Shizuru non aveva molto altro da chiedere alla baronessa e, per delicatezza, aveva aspettato di prendere da parte il dottor Arbuthnot prima di verificare i dettagli medici del delitto, che Kanzaki ci aveva già riferito.

"Abbiamo trovato diversi punti in cui i cespugli sono spostati o hanno i rami spezzati in modo tale che qualcuno possa averli attraversati," disse Kanzaki. "Sfortunatamente, non c'erano impronte; sembra che l'assassino sia passato solo sui punti lastricati di pietra. E non abbiamo trovato stoffa strappata dagli abiti."

"La Baronessa ha detto che il Barone spesso lavorava con la finestra aperta quando il tempo era bello," rispose Shizuru. "Anche se è una dichiarazione che aiuta la sua pozione, non possiamo scartarla."

"Non dopo aver visto le altre prove, no," fu d'accordo Kanzaki. "Nessun punto è conclusivo, ma abbiamo molte circostanze diverse che indicano tutte la stessa cosa, e nulla che la contraddica. Sinceramente, anche se non piace ai giudici, preferisco chiudere i casi in questo modo, piuttosto che con una singola prova evidente."

"Sono d'accordo. Sono sempre incline a non fidarmi delle prove troppo ovvie". Mi sorrise.

"Natsuki direbbe che mi piace complicare le cose."

"È solo che voi due avete delle menti contorte e complicate, quindi pensate che le abbiano anche gli altri. Il criminale medio non è così astuto."

"Per questo Barrington può essere un poliziotto di successo, perché la statistica funziona a suo favore." Non ero sicura se Kanzaki lo avesse inteso come una presa in giro nei miei confronti oppure no. "Ad ogni modo, Shizuru, ora sembra quasi certo che l'omicidio è stato commesso da un estraneo, quindi avete avuto successo nel salvare il collo della vostra cliente dal cappio."

Lei ricambiò i complimenti di lui con un gesto noncurante.

"Non è mai stato un pericolo serio. Un bravo avvocato avrebbe smontato il caso con facilità, e una volta che avete sostituito l'Ispettore Barrington, Reito, è diventato estremamente improbabile per lei affrontare l'arresto. Più che altro, ho affrettato il processo."

"Sospetto che la vostra cliente non sarebbe così disinvolta a riguardo."

"Questo perché è preoccupata delle conseguenze, non dal fatto che in realtà il problema è elementare. Il difficile comincia ora."

"Per Scotland Yard, almeno."

"Perchè, Reito, cosa volete dire?"

"L'avete detto voi. Siete qui per rappresentare gli interessi della baronessa. Non potevate restare indifferente mentre la vostra cliente rischiava di finire in prigione. Bè, ora è salva. Ve ne siete assicurata. Avete fatto il vostro lavoro e potete ritirarvi con la coscienza tranquilla."

"Ara, i vostri superiori devono essere stati molto persuasivi per avervi messo in una tale agitazione," disse lei, posandosi un dito sul labbro inferiore.

"Diciamo che sicuramente verrò rimproverato se scopriranno che un'agente privata è stata coinvolta in faccende che non dovrebbero essere stuzzicate."

Lei si mise una mano sul cuore. "Sarò la discrezione in persona, ve lo garantisco."

"Shizuru—"

"No, Reito; non abbandonerò questo caso solo perché la Corte d'Ossidiana pensa che sia nel suo interesse."

"La Corte d'Ossidiana?" disse lui, irrigidendosi. "Dove avete sentito quel nome?"

"Da sua Signoria. La Baronessa Maupertuis ha detto che lo spillo da cravatta mancante era il sigillo di un'associazione o di una società a cui suo marito apparteneva, chiamata Corte d'Ossidiana. Le implicazioni sono interessanti, non credete?"

Lui scosse la testa.

"Interessanti, no. Pericolose, più che altro."

"Oh? C'è qualcosa di speciale in questo gruppo, che ha attirato l'attenzione di Scotland Yard?"

"Ci sono voci che dicono," mormorò in tono cupo, "che tra i suoi membri ci sono diversi uomini di grande ricchezza e potere."

Il sorriso di Shizuru si allargò.

"Reito, Londra è piena di associazioni, club, società segrete e via dicendo. Alcuni sono club sociali, altri sono di natura mistica, come l'Alba d'Oro, altri sono organizzati per poter indulgere nel vizio, altri sono di fatto partiti politici, e così via. Quello che è universalmente vero è che le voci sulla loro influenza e sulla loro corruzione sono drasticamente esagerate. La Chiesa Cattolica, ad esempio, scomunica chi diventa massone, più che altro a causa di cattiva pubblicità. In verità, mi ricorda il modo in cui i bambini giocano ai pirati o ai fuorilegge. Sembra che ci sia qualcosa nell'animo umano che richiede nomi, rituali e cerimonie quando ci riuniamo assieme."

Reito non potè fare a meno di sorridere, ma solo per un momento.

"Questo è vero, ma non potete negare che alcuni di questi gruppi sono realmente pericolosi, dal vecchio Club Infernale alla Mafia siciliana. E poi, quando uomini ricchi e potenti uniscono le forze, non è necessaria una cospirazione perché diventino pericolosi. Il fatto di essere pronti ad aiutarsi a vicenda per avere più influenza sarebbe sufficiente."

"Siete eccezionalmente insistente a riguardo."

"Visto il peso dell'influenza che ho su di me, credo di averne motivo."

"E io ho una cliente. Buona giornata, Reito."

Mentre lasciavamo la casa dei Maupertuis, non sapevo se imprecare o essere esilarata. I miei sentimenti stavano di nuovo lottando dentro di me, il peso delle informazioni che avevo scoperto contro il pericolo che Shizuru stava correndo e la possibilità che potesse venire a sapere del mio passato. Se avesse insistito, avrei potuto scoprire che dovevo dirle tutto perché potesse proteggersi.

Il problema mi assillava così tanto che lasciai vagare la mia attenzione. Shizuru stava già alzando una mano per chimare una carrozza che era parcheggiata dall'altra parte della piazza, quando mi accorsi che cosa c'era che non andava.

"Shizuru, ho…voglia di camminare per un po'. Spero che non vi disturbi?"

Maledizione, imprecai mentalmente, sembro un'idiota.

"Vi piacerebbe camminare?" ripetè lei, confusa.

"Sì, solo un po'. Intendo, non vengo chiamata a Mayfair tutti i giorni, dopotutto," blaterai. "Almeno per un paio di isolati. Non dovrebbe farci ritardare di molto, vero?"

Shizuru battè le palpebre, poi apparentemente decise di accontentarmi, e mi sorrise.

"Ara, Natsuki pensa di stare diventando pigra? Non mi ero accorta di stare interrompendo il suo programma di esercizi."

"...Idiota," borbottai, sentendomi arrossire nonostante tutto. Speravo – o forse 'pregavo' sarebbe stato più adatto – che mi stesse prendendo in giro e che non pensasse che quello fosse davvero il motivo per cui volevo camminare. Mi avviai di buon passo come se fossi irritata con lei, e lei fu costretta ad affrettarsi per raggiungermi, visto che indossavo i pantaloni, camminavo più facilmente di lei, con quelle sue lunghe gonne.

"Natsuki!"

Rallentai subito, e mi voltai a guardarla – il che mi diede l'opportunità di guardare la carrozza.

"Scusatemi, Shizuru," dissi, ma in realtà mi sentivo benissimo. Il mio piano per avere una scusa per guardarmi alle spalle aveva funzionato, e l'espressione irata del vetturino al di sopra del collo alzato del suo cappotto mi diceva che avevo fatto bene a preoccuparmi.

Mi ero accorta, facendoci quasi finire in trappola, che non c'era motivo che una carrozza aspettasse in quella zona sperando in un passeggero. I residenti di Claremont Court erano persone facoltose che avevano le loro carrozze personali. Se per un qualche motivo avessero avuto bisogno di un veicolo pubblico, avrebbero mandato un domestico a chiamarne uno dalla stazione, ma non c'era alcun motivo che una carrozza vuota se ne stesse in quella piazza.

Noi, d'altra parte, avevamo bisogno di un mezzo per tornare a casa, e quello era lì pronto.

Avrei dovuto stare più in guardia del solito; probabilmente l'avrei fatto se non fosse stato per il fatto che Shizuru aveva un'abilità quasi magica quando si trattava di trovare una carrozza libera. L'avevo vista farle materializzare dal nulla proprio quando ne avevamo bisogno, quindi avevo avuto un valido motivo per abbassare la guardia, nonostante i miei timori personali. Questo sarebbe stato di ben poco conforto se ci avessi guidate allegramente tra le mani degli assassini.

"Allora," mi affrettai a trovare un argomento di conversazione, uno qualsiasi, per distrarre Shizuru dall'incidente prima che si accorgesse che qualcosa non andava, e cominciasse a chiedersi perché qualcuno fosse lì ad aspettarci, soprattutto considerando il fatto che il caso era appena all'inizio.

"Ho notato che non avete detto a Kanzaki di Robert Merridew."

"Non l'ho fatto, vero?" rispose, sorridendo.

"So che vi piace tenere per voi le vostre deduzioni finchè il caso non è chiuso, ma di solito riferite i fatti di cui siete a conoscenza alla polizia; in particolare i dettagli evidenti come questo."

"Di solito lo faccio," confermò, "Ma comunque, di solito lavoro per la polizia, o come minimo ne condivido le responsabilità. In questo caso, ho una cliente privata a cui va la mia lealtà prima di tutto. E in ogni caso, Reito lo scoprirà da solo molto presto, se farà alla baronessa le mie stesse domande, o se le chiederà semplicemente di riferirgli quello che ha detto a me. Voglio solo una possibilità di investigare questo signor Merridew prima che la polizia si metta in mezzo."

"Allora lo chiameremo?"

"No, prima scopriremo chi è, che genere di uomo è. Le deduzioni fatte di persona sono preziose e impressionano i clienti, ma è improbabile che mi dicano se, per esempio, Merridew fosse collegato in qualche modo alla compagnia di Olanda e Sumatra."

"E l'avvertimento di Kanzaki?" mi sentii costretta a chiedere. L'incidente con la carrozza gravava sulla mia mente, facendomi sentire più propensa a desiderare di vedere Shizuru al sicuro, fuori da questa faccenda.

"Cos'ha di speciale?"

"Bè, ovviamente non avevo intenzione di dargli una soddisfazione dicendolo chiaramente, ma non pensate che abbia ragione? Questa 'Corte d'Ossidiana' non sembra il genere di gruppo che tolleri interferenze nei loro affari e dovrete disturbare parecchie persone solo per accertare se la morte del barone Maupertuis abbia procurato loro vantaggio oppure no."

"Natsuki è preoccupata per me?" mi prese in giro lei, e io le rivolsi un'occhiataccia. Ero seria!

"Kanzaki almeno ha l'autorità della legge alle spalle. Questo può fare molto per proteggerlo. Voi siete una privata cittadina, che non ha propria disposizione l'intero apparato della giustizia, pronto a mettersi in mezzo e rimpiazzarvi con un altro per mettervi al sicuro."

Mi fissò per un lungo istante.

"Siete seria, vero, Natsuki?"

"La signorina Gartner è venuta da voi disperata perché l'ispettore Barrington ha subito accusato la baronessa di omicidio. Voi avete sistemato le cose. Barrington è fuori dal caso, e ormai è assodato che la baronessa è innocente, a meno che non pensiate che abbia calato una corda dalla sua finestra, abbia ucciso il marito e si sia arrampicata di nuovo."

"No, credo che questo possiamo escluderlo. La parte superiore del suo corpo non è abbastanza muscolosa da permetterle simili acrobazie. Anche se non possiamo essere completamente certe che l'omicidio non sia stato commesso da un complice esterno, per esempio il dottor Arbuthnot."

"Di certo sembrava apprezzare la parte superiore del corpo della vedova," dissi in tono asciutto. La carrozza non ci stava seguendo, il suo cocchiere, se davvero era coinvolto, aveva probabilmente ricevuto l'ordine di prenderci con l'inganno invece che con la forza. In ogni caso sarebbe stato solo contro noi due e sia io che Shizuru sapevamo badare a noi stesse.

"Battuta pungente, ma sono d'accordo," disse Shizuru, ridendo. "Ma comunque, anche se è possibile che la baronessa abbia avuto un complice—o abbia pagato un assassino—per togliere di mezzo il marito, allora possiamo davvero dire che ormai l'ha scampata?"

"Voi non ci credete."

"No, in effetti, ma le indagini su un crimine non riguardano le ipotesi, ma le prove. Diverse volte le mie supposizioni iniziali si sono rivelate sbagliate—ricordate il caso Norbury dell'anno scorso? Solo seguendo le prove scopriremo se un'ipotesi è corretta."

"Allora non abbandonerete il caso."

"Non posso." Dopo un attimo, come se avesse pensato che era necessario aggiungere qualcos'altro, disse, "Prenderò a cuore le vostre parole e sarò prudente, Natsuki."

Potevo solo sperare che questo fosse sufficiente.

"E ora, se la vostra passione per le passeggiate è stata soddisfatta a sufficienza, vedo una carrozza laggiù. Dobbiamo tornare a Baker Street così possiamo cominciare sul serio. Avanti, Natsuki, la partita è cominciata!"

~X X X~

Note dell'autore: il riferimento di Shizuru al "caso Norbury" è un'allusione all'avventura di Sherlock Holmes intitolata "La Faccia Gialla". Come sempre, i veri casi risolti da Sherlock Holmes sono quelli su cui Shizuru indaga "dietro le quinte".

  
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