Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: riccardoIII    28/01/2016    12 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima, aveva creduto nelle prese di coscienza.

-… Segreta! Segreta, Potter! Siete stati ammessi soltanto ventiquattro ore fa e già rischiate di mandare la copertura a monte! Vigilanza costante! Non possiamo permetterci errori o ci scopriranno, e voi due cosa fate?! Ve ne andate in giro con una fenice stampata sul petto?!-
Sirius sbuffò. Moody stava urlando contro di loro da dieci minuti buoni e non sembrava intenzionato a smettere tanto presto. Lui e James avevano replicato per un po’, ma poi si erano arresi a lasciarlo sfogare senza ribattere. Moony se ne stava con le braccia allacciate davanti al petto e un ghigno soddisfatto sul viso, Peter era leggermente preoccupato  e Lily si sforzava evidentemente di non scoppiare a ridere.
Avevano tentato di spiegare, a turno, che indossare quella maglietta non sarebbe stato esattamente come gridare al mondo l’esistenza dell’Ordine, ma lui era parso abbastanza convinto della sua idea e aveva continuato ad esporla democraticamente.

Dopo un po’, comunque, l’uomo smise di strepitare.
-Vi ordinerei di bruciarle davanti ai miei occhi, ma non sono il vostro capo. Ne parlerò con Silente, statene certi. Ora cominciamo, abbiamo perso tempo a sufficienza. Minus, un passo avanti prego-
Peter lanciò uno sguardo terrorizzato ai suoi amici ma obbedì.
-Posizione di guardia. Alza di più quel braccio, ragazzo. Così. Ora Disarmami-
Peter sbarrò gli occhi, tesissimo. Moody stava di fronte a lui, la bacchetta tesa davanti a sé, lo sguardo fisso sul ragazzo duro come quello di una statua. Sirius vide l’amico deglutire, poi quello mosse la bacchetta e un raggio dorato ne scaturì.
Ma non sfiorò nemmeno l’uomo, perché non appena l’Incantesimo partì la bacchetta di Peter volò in aria e si schiantò contro il muro alle spalle dell’Auror prima di crollare a terra.
-Prevedibile. Eri incerto, spaurito. Ho visto nei tuoi occhi il momento in cui hai deciso di agire. L’Incantesimo non era affatto debole, ma non è servito a nulla perché hai lasciato intuire la tua strategia. Lupin, prendi il posto di Minus-
Peter tornò a schiacciarsi contro la parete senza nemmeno recuperare la bacchetta, terribilmente imbarazzato; Remus si fece avanti, decisamente più sicuro e con uno sguardo determinato.
-Posizione di guardia. Incantesimo di Disarmo-
Remus non gli lasciò nemmeno il tempo di finire di parlare; l’incantesimo era scaturito dalla sua bacchetta mentre continuava a guardare Moody negli occhi, senza cambiare espressione. Si era mosso soltanto il suo polso, indirizzando l’Incanto contro la sua spalla destra. L’Auror riuscì a parare il raggio luminoso con uno Scudo, ma stavolta non ebbe nulla da ridire.
-Evans, posizione di guardia-
Lily ammiccò a Remus mentre gli passava accanto, poi si posizionò di fronte all’uomo e mantenne l’espressione cortese e il mezzo sorriso gentile mentre sollevava il braccio della bacchetta. Continuò a sorridere mentre i secondi trascorrevano, Sirius notò il brillio nei suoi occhi puntati Moody, che non accennava a muovere un muscolo in attesa dell’attacco che sembrava non sarebbe arrivato mai...
E invece venne e fu così irruento che l'Auror sbarrò gli occhi per un attimo prima di parare il colpo, come se fosse sorpreso; Lily continuò a sorridere mentre veniva congedata e al suo posto veniva chiamato James.
-Potter. Toglimi la bacchetta, se ci riesci-
Sirius vide James ghignare mentre guardava Moody negli occhi con aria di sfida; in un lampo la sua bacchetta si mosse, ma non comparve nessun getto dorato. L’Auror rimase evidentemente sorpreso e dovette pensare che il gesto di James fosse un diversivo, così rimase per un secondo in attesa del colpo vero e proprio; ma fu solo un attimo, perchè poi l'uomo emise un flebile lamento mentre la sua bacchetta cadeva a terra e lui si afferrava il polso con la mano sinistra. James mosse di nuovo la propria bacchetta e ghignò, mentre quella dell’uomo volava veloce verso di lui e finiva tra le sue dita.
-Mi ha chiesto di toglierle la bacchetta, non ha specificato come- rispose sfrontato allo sguardo irritato del Capo degli Auror; James lanciò al legittimo proprietario la bacchetta mentre l’uomo abbaiava: -Black!-
Sirius si fece avanti con passo sicuro e mento alto, lo sguardo fiero ed elegante come sempre; s’inchinò leggermente a Moody e fu sicuro che lui avesse ghignato prima di imitarlo.
-Incantesimo di Disarmo, Black-
Sirius sorrise ammiccante, sistemando la gamba sinistra dietro di sé.
Un raggio dorato partì dalla sua bacchetta, diretto verso la mano dell’uomo; invece di creare uno Scudo, visto quanto la traiettoria dell’Incantesimo era decentrata rispetto al corpo, Moody si limitò ad avvicinare il braccio verso il tronco e fu proprio nell’esatto istante in cui il movimento stava per concludersi che Sirius sparò un nuovo Expelliarmus, puntando questa volta direttamente al baricentro del corpo dell’avversario. Come aveva previsto, quello non riuscì a creare uno Scudo perché il braccio era così addotto al corpo da non avere lo spazio minimo per compiere il movimento necessario; questa volta la bacchetta di Moody volò per aria e Sirius allungò un braccio per afferrarla al volo, mentre un sorriso soddisfatto si apriva sul suo volto. Camminò fino a portarsi di fronte all’Auror e gli porse la sua bacchetta, sempre sorridendo. L'uomo se la riprese con stizza, ma non riuscì del tutto a camuffare un lieve bagliore soddisfatto nei suoi occhi.
-Bene. Con i duelli abbiamo finito-
Sirius sbarrò gli occhi, stupito, e James tramutò in parole i suoi pensieri.
-Di già? Ma non abbiamo fatto nulla!-
Moody sorrise, per quanto un uomo come lui potesse sorridere.
-Non mi serve altro per capire come combattete e quali sono i vostri punti deboli, quelli su cui lavorare. Ora ci concentreremo sul testare le vostre conoscenze-
L’Auror agitò la bacchetta e cinque fantocci comparvero disposti lungo il muro opposto a quello lungo cui erano allineati i ragazzi.
-Chiamerò i nomi di alcuni Incantesimi e voi li scaglierete contro il manichino che vi sta di fronte. Partiremo da un livello base e ci fermeremo solo quando non sarete più in grado di stare al passo. Questo mi permetterà di correggere gli errori e affinare le vostre tecniche, oltre che valutare da dove bisogna cominciare ad addestrarvi. Ovviamente sto parlando di Incantesimi Non Verbali. In posizione di guardia; il primo è l’Incantesimo di Taglio-

Andarono avanti per più di un’ora e si ritrovarono a ripercorrere sei anni di scuola a velocità triplicata. Inizialmente nessuno di loro ebbe difficoltà, ma con il complicarsi delle fatture cominciò a venir fuori qualche problema di impostazione o qualche incertezza che Moody, con la sua proverbiale gentilezza, si affrettò a sistemare.
-Stringi saldamente quella bacchetta, Minus, o ti cadrà dalle mani al minimo spostamento d’aria! Potter, meno irruenza o darei fuoco a tutto il teatro. Lupin, continua a cambiare obiettivo, stai facendo saltare il braccio al manichino. Evans, cos’è quest’esitazione? È fatto per andare in pezzi, più decisa con quel Confrigo! Black, fai ballare il pupazzo, forza!-
Si fermarono solo quando Moody chiese loro un Incantesimo di cui non avevano mai sentito parlare e tutti e cinque lo guardarono attoniti. Lui parve soddisfatto.
-Bene, ora cambiamo argomento-
Mosse la bacchetta e i fantocci si dissolsero nel nulla.
-Avete compreso ieri, credo, quanto sia essenziale per chi fa parte dell’Ordine saper evocare un Patronus corporeo e riuscire a farlo parlare. Voi tre- e indicò Remus, James e Sirius col mento, -Siete già in grado di far apparire i vostri, ma vorrei capire a che punto siete voi, Evans e Minus-
-Non sono riuscita a farne comparire uno del tutto corporeo- rispose Lily all’implicita domanda, e Peter annuì alle sue parole.
-Mostratemi a che punto siete, avanti-
Lily e Peter sollevarono ancora una volta le bacchette e mormorarono la formula; da quella di Peter sbucò fuori una nebbiolina argentea piuttosto rada, mentre dalla bacchetta di Lily sgorgo una densa massa semisolida che si addensò ancor di più in una forma amorfa.
-Minus, devi decisamente lavorarci su. Evans, ci siamo quasi. Dovresti impegnarti di più sul ricordo che usi, probabilmente il problema è tutto lì perché l’incantesimo c’è. Compiti per casa: esercitatevi-
I tentativi dei due ragazzi svanirono e il viso di Lily si storse in un’espressione di disappunto.
-Signore, io vivo in un appartamento babbano, con coinquiline babbane. Non posso esercitarmi lì, né in giro per Londra-
-Potremmo esercitarci tutti a casa mia. Si, insomma, dovremo anche imparare a farli parlare, quindi… Toccherà a tutti fare un po’ di ripasso. E in giardino c’è tutto lo spazio di cui abbiamo bisogno-
James aveva parlato senza riflettere più di tanto, come spesso accadeva, ma stavolta aveva ragione; quella era decisamente la soluzione migliore.
-Perfetto, ora che abbiamo risolto anche il problema logistico… Dopo aver evocato il Patronus in maniera classica pensate al messaggio che volete inviare e la persona che desiderate lo riceva; per registrarlo e farlo partire vi basterà utilizzare la formula “Nuntius”. Allenatevi, per stasera abbiamo finito. Per la prossima sessione riceverete un messaggio da chi vi allenerà. Fate attenzione quando uscite e ricordate: vigilanza costante-

Rimasero tutti piuttosto interdetti dal brusco congedo, così Moody dovette fargli un cenno del capo per indicargli la porta. Senza dire una sola parola, i cinque ragazzi infilarono l’uscita e continuarono a non parlare fino a che furono nel vicolo sporco e deserto. James estrasse dalla tasca una stoffa argentea piuttosto familiare e la gettò addosso a sé e Peter, mentre Sirius invitava tutti a casa propria per fare due chiacchiere dopo un’occhiata d’intesa.
-Hai comprato una casa?! Era questo quello che intendeva Dorea ieri sera, quando ha detto che presto saresti andato via da Casa Potter?-
Il ragazzo ghignò.
-Esatto, Rossa. L’ho comprata ieri, a dirla tutta, quindi la vedrai in anteprima-
Lei mise su una finta espressione di gioia.
-Ne sono onorata, Messere. Come l’hanno presa i genitori di James?-
-Non troppo bene, all’inizio, ma poi hanno capito le mie ragioni. Io e James avevamo comunque intenzione di prenderci un appartamento l’anno prossimo, quindi ho solo accelerato di poco i tempi. Dì un po’, tu invece dov’è che vivi?-
-Mi sono trovata una stanza a Camden. È a una quindicina di minuti in metro da qui, bisogna cambiare due linee, ma va bene. Preferisco non lasciare tracce magiche, per quanto possibile, così è più difficile che mi scovino. Per questo non mi Materializzo-
-Se avessi saputo che cercavi una stanza ti avrei offerto quella libera in casa mia. Certo, non c’è ancora il letto, però saresti più vicina e non dovresti tornare a casa da sola-
Remus sorrise e continuò a camminare un passo avanti a loro, come per dargli la libertà di chiacchierare in privato.
-Dovresti smetterla di tentare di proteggermi, so cavarmela da sola sai?-
-Non la smetterà mai Lils, rassegnati. È nell’indole del pulcioso, sai?-
Evidentemente non bastava camminare a distanza di un metro perché Remus non si impicciasse nelle conversazioni altrui.
-Taci, coniglio rabbioso. Non dico che tu non sappia cavartela, Lily, ma non mi piace molto l’idea che tu debba fare tanta strada. Soprattutto di sera-
Lei sbuffò.
-Tale e quale a Remus! Ho la bacchetta, per Godric, e un mucchio di Babbani lo fanno ogni giorno della propria vita!-
-Un mucchio di Babbani che non hanno già rischiato di morire per mano dei Mangiamorte!-
Lei scoppiò a ridere.
-Ma per favore, e tu vuoi davvero farmi credere che riuscirebbero a capire come funziona il tornello della metro per seguirmi?!-
-Non stiamo affatto scherzando, Lils. È una cosa seria-
-Lo so da me, grazie. Ma non ho intenzione di smettere di vivere per colpa loro-
-Nessuno ha detto questo, ma se solo accettassi che io ti riaccompagni a cas…-
-Non mi farai da scorta, Remus Lupin!-
-Allora vieni a vivere a casa mia!-
Lily guardò Sirius, interdetta.
-Non scherzavo, prima. James non si trasferirà prima del prossimo anno, e se ogni tanto si fermerà a dormire potrà dividere la stanza con me. Io ho una camera vuota, tu hai bisogno di un posto più vicino. È perfetto!-
-E dov’è che sarebbe casa tua, a proposito?- fece lei, guardandolo negli occhi.
-Oh, manca poco ormai. È qui dietro, in una delle prossime traverse sulla destra…-
-Tu hai comprato una casa in Oxford Street?!-
Remus ghignò ancora e Sirius si sentì leggermente confuso dallo sguardo allucinato di Lily.
-Non è proprio Oxford Street, te l’ho detto. È una traver…-
-Una traversa! Merlino, avrai speso una fortuna!-
Lui si passò una mano tra i capelli.
-Be’, non esattamente. Era in pessime condizioni e la proprietaria mi ha fatto uno sconto per i contanti… Mi sono rimasti talmente tanti Galeoni dell’eredità che potrei vivere senza lavorare per una ventina d’anni-
Sirius vide Lily annaspare, aprendo e chiudendo la bocca in cerca d’aria.
-Questo è quello che si prova, Lils, ad avere per amici due tra i rampolli delle famiglie magiche più ricche d’Inghilterra-
-Dovresti smetterla, sul serio, Moony. Una persona più sensibile di me potrebbe offendersi- fece Sirius ghignando e battendo una pacca sulla spalla dell’amico, -Allora, Rossa, accetti la proposta?-
Lily parve riprendere il controllo delle proprie funzionalità cerebrali.
-Non posso permettermi un affitto in questa zona, Sirius- rispose, per niente in imbarazzo.
Lui invece si erse in tutta la sua altezza mettendo su la migliore espressione indignata.
-Non ho intenzione di farti pagare l’affitto!-
-E credi che così possa andare?! Non accetterò mai di occuparti la stanza senza pagare!-
-Sarebbe stata vuota, Evans, non ci avrei ricavato nulla comunque!-
-Ma non è la stessa cosa!-
-Oh porco Salazar, hai la testa più dura che io abbia mai conosciuto!- esclamò Sirius alzando gli occhi al cielo e Remus cominciò a ridere come un pazzo. I due litiganti lo guardarono in cagnesco, poi Sirius svoltò bruscamente a destra e i due lo seguirono lungo Rathbone Street per qualche minuto di cammino fino a ritrovarsi davanti a un palazzo vecchio di un secolo con l’intonaco leggermente scrostato a cui Sirius si avvicinò, aprendo il cancelletto di ferro battuto e invitandoli a salire i tre gradini che conducevano al portone verde muschio. Estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni e armeggiò un po’ con una delle più piccole, riuscendo infine a far scattare la serratura.

Qualche rampa di scale e un po’ di fiato corto più tardi, i tre avevano raggiunto l’ultimo piano e Sirius li aveva invitati ad entrare “nella sua nuova cuccia”, come l’aveva definita lui.
-Di certo ha del potenziale- fece in tempo ad esclamare Lily, osservando il panorama che si poteva osservare dalle finestre ripulite, prima che il campanello suonasse e James e Peter facessero il loro ingresso nella stanza. Si sistemarono per terra, in cerchio, e James prese immediatamente la parola.
-Allora, cosa ne pensate?-
-Be’, direi che non mi sarei mai aspettata di affrontare Moody, ma dopotutto poteva andare peggio- rispose Lily, sorridente; Peter non sembrava altrettanto sereno, però.
-Parlate per voi. Io ho fatto una pessima figura, come al solito-
-Non dire stupidaggini, Pete. Non vi eravate mai scontrati con adulti combattenti, prima di oggi, e Moody è il migliore. È normale avere delle incertezze, vedrai che le prossime volte andrà meglio-
Le parole di James parvero tirare su di morale Peter, che fece un piccolo sorriso.
-Quando ci ha fatto ripetere tutti gli Incantesimi possibili, però… Giuro che alla fine non ce la facevo più! Più di un’ora di lavoro senza pause. Pensavo di non riuscire a far comparire nemmeno una piuma, altro che Patronus!-
Tutti risero alla battuta di Sirius, ma poi Remus li riportò coi piedi per terra.
-Allora, sicuro che non sia un problema se ci esercitiamo da te, James?-
Quello fece un gesto noncurante con la mano.
-Figurati! I miei lavorano tutto il giorno, e comunque sarebbero solo felici di vedervi. E Milly sarà estasiato, ci preparerà degli ottimi spuntini… Che ne dite di cominciare domani?-
-Mi sembra perfetto. Facciamo per le dieci?-
Tutti furono d’accordo alle parole di Sirius, ma poi Lily parlò.
-Ehm… Io non so dove vivi, James-
Lui la guardò stralunato per un secondo, ma poi ricompose la sue espressione in un sorriso.
-Ma certo! Qualcuno può venire a prenderti, oppure se vuoi arrivare da sola ti do l’indirizzo…-
-Andrà benissimo l’indirizzo, sul serio-
-Perfetto, Casa Potter è nella campagna circostante a Godric’s Hollow, nel Glouchestershire. Ti Materializzerai davanti al cancello all’ingresso del viale, toccalo con la bacchetta e sapremo che sei arrivata-
Lily sorrise e guardò Remus, furba.
-Devo aspettarmi un Buckingham Palace in miniatura?-
Lui scoppiò a ridere mentre James e Sirius si lanciavano occhiate stranite.
-Togli la “miniatura”, Lils-
Lei rise, poi guardò l’orologio.
-Se mi sbrigo sarò a casa entro le dieci, sarà meglio che vada-
James strabuzzò gli occhi.
-Ti ci vuole quasi un’ora per raggiungere casa?!-
Lei roteò gli occhi.
-Ci risiamo. Dovevo aspettarmelo-
-Cosa diamine sta dicendo?- chiese James a Sirius, piuttosto interdetto.
-Io e Remus le abbiamo già fatto la paternale sul fatto che casa sua sia lontana da qui e non è prudente che si muova da sola per Londra, soprattutto di sera. Ma lei si ostina a voler usare mezzi Babbani e non vuole che la si accompagni-
-Cosa?! E perché non ti Materializzi e basta?!-
-Meno tracce magiche lascio, più sarà difficile scoprire dove sono-
-E pensi che non potrebbero trovarti comunque?! Gli basterebbe essere in giro per caso! Merlino, Lily, almeno lascia che ti accompagniamo!-
Lei incrociò le braccia e sbuffò, sul viso il solito cipiglio furioso di quando si dubitava delle sue capacità.
-So cavarmela da sola, non ho bisogno della scorta! Non mi ucciderà mica farmi un po’ di strada in metro!-
James stava per ribattere ancora, ma Sirius lo interruppe.
-Le ho proposto una sistemazione più comoda di Camden, che sta dall’altra parte di Londra. Una sistemazione perfetta, direi, almeno per quest’estate-
-Santissimo Godric, Sirius, non verrò a vivere qui!-
-Perché diamine devi essere così testarda, Evans! Io ho una camera libera, tu hai bisogno di un posto dove stare! È logica la mia!-
-La tua logica ti fa dimenticare che io un posto dove vivere ce l’ho già, Black, e che quando si vive in una stanza bisogna pagare l’affitto al proprietario!-
-Io e te siamo amici, Lily! Non ho bisogno che tu mi paghi l’affitto per una stanza che sarebbe rimasta inutilizzata fino al prossimo anno! Tra amici funziona così, vero?! Com’è che dice lo Statuto, Moony?!-
Lei lo guardò, confusa.
-Quale Statuto?-
-Quello dei Malandrini, ovviamente-
Lily passò il suo sguardo tra i quattro con un cipiglio metà curioso e metà divertito.
-Sul serio avete uno Statuto?-
Remus sembrò offeso dall'insinuazione della ragazza e le rifilò un'occhiata bieca, ma poi si schiarì la gola e declamò:
- “Ciò che appartiene ad un Malandrino è fruibile da tutti gli altri Malandrini”, articolo tre-
Sirius ghignò soddisfatto, Lily spalancò la bocca.
-Io… Io non sono un Malandrino!-
-No- intervenne James, -Ma noi lo siamo, e in quanto tali possiamo usufruire della casa di Sirius come se fosse nostra, quindi la metteremo ai voti. Chi come me pensa che la stanza libera vada occupata da Lily?-
Tre mani scattorono in aria all'istante; quella tozza di Peter le raggiunse dopo un'occhiata di scuse alla ragazza.
-Non potete decidere dove io debba abitare!- ribattè prontamente lei; doveva essersi ricordata di essere arrabbiata con loro.
James, che non aveva ai smesso di fissare Lily nemmeno per un secondo durante tutta la discussione, parve un po' meno deciso e un po' più dolce quando aprì bocca di nuovo.
-Non possiamo, no, ma Sirius ha ragione: sei nostra amica. E gli amici si danno una mano a vicenda. Lascia che ci prendiamo cura di te-
Lei lo guardò negli occhi per qualche istante e lui resse la sua occhiata furibonda come se nulla fosse; ancora una volta Sirius si sentì a disagio al cospetto di tutta l'intensità che sembrava tendersi tra i due, ma poi l'espressione di Lily cambiò: un po’ del suo sconcerto e della sua indignazione parvero dissolversi mentre era immersa in quegli occhi nocciola così caldi.
-Io ho… Ehm… Non ho ancora firmato il contratto, ma ho dato la mia parola…-
-Suppongo che il proprietario di casa capirà. O faremo in modo che capisca, se rendo l’idea. Dopotutto si affitta a settimana, vero?-
Sirius ammiccò e Lily quasi rise alle sue parole. Non aveva ancora distolto lo sguardo da quello di James.
-Allora, è un si?-
Lei parve riscuotersi davvero solo in quel momento; spostò la sua attenzione su Sirius e lo osservò per qualche secondo prima di parlare.
-Diciamo che ci rifletterò, ok?-
-Be’, non credo potessi aspettarti di più, amico- fece Remus, battendo sulla spalla di Sirius.

Qualche istante dopo James e Sirius erano in strada, davanti ad una meravigliosa moto cromata nera parcheggiata di fronte al portone del palazzo. Sirius stava per allacciarsi il casco nero e argento, regalo di Natale dei Malandrini, e James, accanto a lui, giocherellava col laccetto del suo, blu notte.
-Sir-
Quello si voltò.
-Si, amico?-
-Io volevo… Solo… Be’, grazie. Per quello che hai fatto per Lily, ecco-
Con tutto il suo tatto proverbiale, Sirius batté una pacca sulla spalla dell’amico.
-E meno male che ti era passata, Prongs-

 
Note:
non dovrei essere qui, lo so benissimo, ma sono egoista e come tale vi lascio un regalino infrasettimanale, perchè mi piace pensare che vi faccia piacere tanto quanto rende felice me vedervi seguire questa storia.
Per venire alle questioni rilevanti, passiamo al capitolo: James e Srius riescono a Disarmare Moody non perchè sono più fighi, più forti o più belli degli altri; semplicemente, avendo passato un'estate intera a combattere contro Charlus e Dorea si sono già confrontati con gente di livello superiore. Questo dimostra proprio il fatto che, per quanto possano essere bravi, non sono riusciti ad insegnare ai loro tre amici quelle mosse d'astuzia e quelle finezze che hanno appreso dai Potter. 
Tutta la manfrina, insomma, per chiarire che non sono supereroi o altro, ecco.
Non viene mai chiarito nella serie come sia possibile inviare messaggi con i Patronus, quindi ho lavorato di fantasia; "Nuntius", ovviamente dal latino, sta per "Messaggero" e mi pareva adatto.
Rathbone Street, come già detto, esiste davvero; i ragazzi sono così restii a lasciar tornare Lily da sola a Camden anche perchè è un quartiere storicamente malfamato. Solo dalla fine degli anni '70, quindi proprio negli anni trattati, comincia a diventare una zona alla moda e frequentata da studenti che aspiravano a una vita abbastanza bohémienne.
Ci vediamo domenica!

 
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: riccardoIII