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Autore: Fjorleif    28/01/2016    11 recensioni
STORIA INTERATTIVA// posti ancora disponibili //. I fatti sono ambientati durante la guerra dell'Anello e la trama investe talvolta le vicende di personaggi minori, pur mantenendo i punti salienti della storia.
Dal primo capitolo:
Che cosa rimaneva della pace che un tempo regnava in quelle terre verdeggianti e altere? Che cosa della superba magnificenza delle sconfinate praterie e delle immense distese d'erba?
Eppure Éomer ricordava un tempo non troppo remoto in cui qualsiasi Eorlingas poteva attraversare in sicurezza le terre del Mark, senza avvertire la minaccia degli Uruk proveniente da Ovest, o la presenza inquietante del Male che cresceva ad Est.
Dal quarto capitolo:
Ma ciò che più sarebbe mancato al suo cuore sarebbe stato il mare, instancabile moto delle sue passioni e infallibile rimedio per ogni male che affliggeva il suo animo. Dove avrebbe trovato la forza di prendere importanti decisioni e a chi avrebbe confidato ogni sua preoccupazione? Per tutta la vita si era rivolta ai profondi flutti blu ponendo loro i suoi interrogativi e ogni volta aveva ricevuto una risposta, sussurrata dal fragore delle onde, sagge consigliere e complici amiche.
-Namaarie.- Disse in un sussurro. -Il mio cuore dormirà finché non ti rivedrà ancora.-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Legolas, Lothirìel
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Questa fiction vuole essere un esperimento "interattivo" per coinvolgere più possibile tutti quegli ammiratori dell'Universo di Tolkien che vorrebbero vedere sè stessi o un proprio personaggio inserito nella Terra di Mezzo e che interagisce con i personaggi presenti. Da lettrice, mi è sempre capitato di volermi immergere nel mondo di cui stavo leggendo e che mi appassionava e penso che ciascuno di noi debba avere la possibilità di far parte di ciò che gli piace. 
Il progetto funziona così:
1) Chi fosse interessato a far parte della storia deve scrivermi un messaggino privato, dove mi specifica il nome e una piccola descrizione del personaggio che vorrebbe inserire nella storia (ad esempio: che ruolo ricopre, di quale razza fa parte, se ha famiglia, se vorrebbe essere accoppiato o imparentato con uno dei personaggi già esistenti, una piccola descrizione fisica, come vorrebbe interagire nella storia, ecc...)
2)Piccola regolina: prima di inviarmi un eventuale messaggio privato, lasciate una piccola recensione al capitolo, per farmi capire cosa ne pensate della storia e per farvi conoscere e riconoscere.
3)Purtroppo potrebbe capitare che un personaggio con cui desiderate interagire sia già stato "preso". In tal caso ci si può accordare e trovare un compromesso, ma ahime, vige la regola del "primo arrivato". In ogni caso io cercherò di fare il possibile per accontentarvi :)
4)Anche se la trama è ambientata durante la guerra dell'Anello, questo non vi impedisce di avere un personaggio che ha a che fare anche con altri periodi storici dell'Universo di Tolkien. Per nostra fortuna, il professore ha creato razze immortali e razze longeve, quindi se, ad esempio, siete particolarmente appassionati de Lo Hobbit potete inventarvi un personaggio che ci sia stato allora e che ci sia anche durante la trama corrente. Potremo poi rivedere scene delsuo passato tramite flashback, narrazioni, ecc...



Lo so, non ci crederete mai, ma sono tornata! Andiamo con ordine...
Vorrei scusarmi con voi, so che la mia lunga assenza è ingiustificabile, ma a mia discolpa posso dire che in Cina la connessione non funzionava quasi mai e io avvevo davvero pochissimo tempo e pochissima ispirazione.
Detto ciò, anche una volta tornata è stata dura mettere giù qualcosa di decente e per questo devo ringraziare infinitamente quell'anima buona del mio ragazzo che mi ha obbligata a fare una scaletta insieme a lui (giuro, mai fatta prima una scaletta!!!), così le idee hanno iniziato a fluire e sono riuscita a scrivere un capitolo addirittura più lungo degli altri!
Infine, vorrei ringraziare immensamente chi di voi mi ha seguita, perchè è soprattutto grazie a voi e alle vostre recensioni che ho deciso di riprendere in mano questo progetto. Spero vivamente che continuerete a sostenermi e mi scuso in anticipo se dovessi sparire ancora per lunghi periodi. Non ho risposto a tutti i commenti che mi avete lasciati (per i problemi di connessione, appunto), ma le ho lette tutte più e più volte e sono strafelice di rileggere con entusiasmo le vostre parole.
Detto ciò, passiamo al capitolo...BUONA LETTURA!





7.Il Valore dei Rohirrim




Era ormai notte fonda quando la comitiva, composta dai tre membri della famiglia reale accompagnati da Brihtfyr e Lothíriel, giunse infine alle porte di Edoras. Il cielo era nero e coperto da una fitta coltre di nubi che impediva di scorgere le stelle, rendendo il paesaggio cupo e inquietante. La totale assenza di luce, fatta eccezione per le fiaccole che ardevano fioche nei paioli di bronzo all'ingresso della città, e l'assoluta mancanza di qualsivoglia rumore si traducevano in un'atmosfera tetra e lugubre; soltanto il rumore del vento, coi suoi fischi e sibili leggeri, rompeva il silenzio che aleggiava nell'aria gelida di un aprile ormai inoltrato.
Un brivido percorse la schiena di Lothíriel, la quale, ancora a cavallo, sussultò impercettibilmente stringendosi nelle spalle. Fissò gli occhi sul panorama circostante, constatando le precarie condizioni in cui verteva la città: il portone, memore di un passato glorioso, recava ancora i segni, mai sanati, di antichi assedi. Un tempo doveva essersi presentato solido e maestoso, ma ora le intemperie e scarse cure e manutenzione l'avevano logorato e storpiato sino a lasciare dei solchi larghi quanto l'elsa di una spada. L'interno non era certo migliore: molte abitazioni ai margini della cittadella erano state abbandonate e molte altre erano parzialmente crollate o dismesse. Non una guardia sorvegliava l'ingresso, né la strada che conduceva a palazzo; in questo modo, pensò la fanciulla, sarebbe stato semplice, per un nemico qualsiasi, entrare e mettere a ferro e fuoco la città dei cavalli.
Dopo aver percorso la via taciturna che portava a Meduseld, i cinque si imbatterono infine in due guardie che sorvegliavano l'accesso al Palazzo d'Oro ai piedi dell'imponente gradinata. Subito riconobbero i quattro Rohirrim, inchinandosi e scambiando un breve saluto coi nuovi arrivati. Uno dei due, un giovane cavaliere dalla lunga chioma bionda e penetranti occhi chiari, lanciò uno sguardo fugace alla dama di Dol Amroth, senza tuttavia avere l'ardire di domandare chi fosse. Éomer si rivolse a lui in tono confidenziale e accennando un breve sorriso.
-Stanotte è toccato a te il turno di guardia, Léod?- lo apostrofò scherzosamente.
Quello, di tutta risposta, sorrise a sua volta facendo un cenno d'assenso col capo.
I signori di Rohan smontarono dai propri cavalli e affidarono alle due guardie il compito di ricondurli nelle stalle reali.
Salirono la scalinata pietrosa fino alle porte dorate su cui erano incisi destrieri maestosi sormontati da nobili cavalieri. Sebbene la tenue luce delle torce non concedesse il privilegio di una buona visibilità, si poteva intravedere la sagoma del porticato ricco di colonne, anch'esse in oro, e il tetto spiovente sorretto da travi in legno di quercia, impreziosite da intarsi dorati e fregi di valore.
Théodred spinse con forza la porta pesante che dava accesso direttamente alla Sala del Trono. Lothíriel la trovò scura e statica, ma nel complesso accogliente. Era abituata ad ambienti ben diversi: il palazzo di Dol Amroth era ricco di spazi ampi e luminosi e le stanze erano chiare e arieggiate, molto diverse dall'atrio buio in cui si trovava ora. Tentò di fare un paragone anche col palazzo di Minas Tirith, ove si era recata molti anni addietro col padre. Ricordava un salone poco soleggiato, nel quale la luce entrava rarefatta, ma ben diverso dalla cupa e grave architettura di Meduseld. In particolare, della Sala del Re, a Gondor, l'aveva colpita la ricchezza dell'arredo e la presenza di statue marmoree disseminate in ogni angolo dell'ampio edificio, mentre qui, a Edoras, la reggia era piuttosto spoglia e la decorazione molto più pesante. Panche di legno invecchiato erano disposte in fila di fronte al trono del re, che svettava da una piattaforma in fondo alla sala.
D'un tratto, il solenne silenzio che pervadeva l'atrio notturno fu rotto da piccoli passi frettolosi che risuonarono per le aule di legno e oro, facendosi mano a mano più vicini. Dalla porticina di un angolo remoto alla destra del trono, una figura scura e ricurva fece il suo ingresso al cospetto dei presenti. L'uomo mosse ancora alcuni passi nervosi, facendosi innanzi fino a che non si trovò di fronte ai cinque. La luce tremola dei tizzoni accesi rivelò il volto ceruleo di un individuo dall'età imprecisabile. Il suo aspetto era sgradevole e inquietante e la pelle pallida e giallastra lo faceva somigliare a un cadavere, tenuto in vita da un qualche strano artificio. I suoi occhi erano spenti, ma al tempo stesso acutissimi e, attenti, scrutavano tutto ciò che lo circondava. La sua voce era sgradevole e sibilante mentre parlava lentamente, allungando fastidiosamente le parole in una irritante cantilena.
-Bentornati, miei signori- esordì rivolgendosi ai due reali cavalieri. Il suo sguardo li sfiorò appena, mentre indugiò più a lungo sul candido volto di Éowyn. Non poté soffermarsi troppo sulla bella dama, poiché quella indietreggiò piena di ribrezzo, riparandosi alle spalle del fratello.
-Tutti noi ci siamo chiesti quando avreste fatto ritorno- proseguì velenoso, incrociando le dita bianche e ossute, simili a quelle di uno scheletro. Le unghie ingiallite contribuivano a dare un aspetto disgustoso alle mani grinzose, nascoste parzialmente dalle ampie maniche delle pesanti vesti nere.
-Ebbene, ora siamo qui.- Rispose Théodred seccamente, gli occhi chiari fissati duramente su quelli pesanti del suo interlocutore.
-Ma certo, mio principe. E noto con piacere che ci siete tutti...- Ad uno ad uno, fece scorrere ciascuno dei presenti, fino a che non giunse di fronte a Lothíriel. Posò le iridi sbiadite su di lei con fare indagatorio e, solo dopo averla scrutata per qualche istante, apri nuovamente bocca per proferire parola.
-...e siete persino aumentati di numero. Non ricordo di avervi mai scorta a Edoras, mia signora.- puntualizzò accennando un falso e subdolo sorriso.
-Non è affar tuo, Vermilinguo.- Intervenne Éomer in tono bellicoso, avvicinandosi minacciosamente, con la sua vigorosa statura, all'attendente. Quest'ultimo, nel vedere la foga del Rohirrim, si ritrasse di qualche passo, intimorito dalla sua attitudine impulsiva.
Éomer lo fissò con disprezzo, già pronto a sguainare la spada al primo pretesto: non avrebbe desiderato altro, ma sapeva che la viscida serpe era cara a suo zio, il quale aveva a cuore la sorte di tutti i suoi sudditi. Come se non bastasse, Théodred pose una mano sull'avambraccio teso del cugino, facendogli segno di levare la mano dall'elsa, e prese a parlare in tono nobile e pacato, di chi tuttavia non accetta di essere contraddetto.
-La dama qui presente è nostra ospite, Grima. Il suo nome è Earfinde e l'abbiamo invitata a recarsi a corte in nostra compagnia.-
L'uomo, zittito dalle parole del suo principe, non poté fare a meno di annuire col capo, gettando un'ultima occhiata carica di rancore ad Éomer.
-Piuttosto, desidero vedere mio padre, poiché a lungo sono mancato da casa.- aggiunse il bel capitano.
-Temo che questo non sia possibile- sussurrò melenso Grima rendendo le sue parole una fastidiosa nenia. -Il re è molto spossato di recente e, complice la tarda ora della notte, sta dormendo già da diverse ore.-
-Come osi opporti al volere del tuo principe?- sbottò furioso Éomer, facendosi ancora innanzi. Tuttavia, anche stavolta fu fermato dal più morigerato cugino, che, posandogli una mano sulla spalla ancora protetta dall'armatura, quietò gli animi.
-Vorrà dire che lo vedrò domani. È molto tardi e mio padre ha bisogno di riposare.- asserì. - Éowyn, accompagna la nostra ospite nella sua stanza: è giunta l'ora anche per noi di coricarci.- 
E detto ciò, la compagnia si sciolse e ciascuno si diresse al proprio giaciglio, grato di poter finalmente ristorare le membra stanche.




L'indomani non tardò a giungere, e con esso anche un limpido sole dai tiepidi raggi. L'aria del mattino era ancora tagliente, ma finalmente si scorgeva quella che poteva essere definita una giornata di primavera. Il cima di Rohan era da sempre famoso per essere più rigido rispetto a quello dei regni confinanti, ma quell'anno lo era stato particolarmente. Nei piccoli villaggi adiacenti ai Monti Bianchi, la neve aveva dipinto il paesaggio di bianco fino a quel momento e, se le temperature si fossero leggermente abbassate, avrebbe continuato a farlo persino nel mese di maggio.
Lothíriel fu svegliata dalla luce del sole che, penetrando attraverso le tende di broccato vermiglio, ne baciò la pelle candida, simile a porcellana. La giovane aprì gli occhi, sbattendo le palpebre assonnate, emerse dalle pesanti coperte di lana grezza e infilò la vestaglia che le era stata gentilmente prestata da Éowyn. La bionda dama di Edoras le aveva fatto dono di alcune vesti di tipico gusto Rohirric, ben più consone al clima freddo del Mark. Lothíriel le fissò per qualche istante, toccando le stoffe preziose di tessuto spesso, dall'aria scomoda e fasciante. Non aveva alternativa: nella fretta di fuggire da Dol Amroth, non si era premurata di portare con sé i suoi abiti migliori e, comunque, non sarebbero stati in grado di proteggerla dal gelo che ivi regnava sovrano.
Scelse un ampio vestito di velluto verde, colore distintivo della gente di Rohan, dalle lunghe maniche di seta blu pavone, e tentò a fatica di infilarlo.
Dopo vari tentativi, riuscì nel suo intento e si avvicinò all'ampio specchio di legno laccato per rimirare la sua figura riflessa. Subito le tornò alla mente il volto della fidata ancella, nonché cara amica, Adraorien e non poté fare a meno di domandarsi cosa stesse facendo in quel preciso istante e se non fosse troppo in pena per lei. A malincuore era partita senza salutarla e senza renderle manifesto il suo piano, poiché temeva che potesse essere persuasa a rivelare la verità al principe Imrahil. Solitamente era proprio Adraorien a vestirla e acconciarle i capelli, motivo per cui ora non aveva la benché minima idea di come fare. Scosse la testa, destandosi dai suoi pensieri nostalgici, ben decisa a trovare una soluzione; da quel momento innanzi, o meglio, dal momento in cui aveva abbandonato la sua dimora, avrebbe dovuto sbrigarsela da sola, in tutto e per tutto, e avrebbe dovuto abituarsi in fretta all'idea.
Trascorsi alcuni minuti, Lothíriel lasciò le sue stanze, dirigendosi verso la ben più vasta Sala del Trono. Superando i lunghi corridoi silenziosi, poté notare arazzi di indicibile bellezza di cui, complici il buio e la stanchezza, non si era accorta la notte precedente. Essi rappresentavano le più svariate scene tratte dalla storia di Rohan, dalla sua fondazione ai tempi recenti; ma più di tutti, la colpì un enorme ritratto su stoffa di Eorl il Giovane, fondatore della dinastia dei Rohirrim. Di lui si diceva che avesse mantenuto l'aspetto di un uomo nel fiore degli anni anche in età avanzata e per questo gli era stato attribuito l'epiteto con cui era passato alla storia.
La fanciulla lo fissò a lungo e lo trovò sorprendentemente somigliante ad Éomer, somiglianza che le provocò non poco disappunto, dal momento che le fece constatare l'indiscutibile fascino dei due. Distolse lo sguardo, riprendendo a camminare, e ben presto si ritrovò nella Sala del Trono, dove scorse i volti noti dei compagni conosciuti la sera precedente. 
Questi, ad esclusione di Brihtfyr, stavano inginocchiati di fronte al trono, fatta eccezione per Théodred, il quale teneva la mano pallida di quello che doveva essere re Théoden, seduto mollemente sul seggio dorato.
-Earfinde!- esclamò Eowyn accorgendosi subito della presenza della nuova arrivata.
Ci volle qualche istante perché Lothíriel, già dimentica del nuovo nome acquisito, comprendesse che la dama si stava riferendo proprio a lei. Rapida scosse la testa e accennò un impercettibile sorriso, chinando il capo in segno di saluto.
-Earfinde- ripeté Théodred, voltandosi verso di lei. -Avvicinati, vorrei introdurti a mio padre, re Théoden di Rohan.-
La giovane ubbidì, muovendo alcuni timidi passi in direzione del vegliardo.
Ciò che videro i suoi occhi fu l'immagine di un anziano stanco e spossato dall'età e dagli affanni. I capelli ingrigiti incorniciavano un volto rugoso e provato, segnato dalle tipiche macchie scure della vecchiaia. Eppure la sua età non poteva essere tanto avanzata: secondo ciò che aveva appreso dal suo precettore, avrebbe dovuto avere non più di settant'anni.
Il sire sollevò a fatica il braccio, facendo cenno a Lothíriel di avvicinarsi. La fissò con lo sguardo annebbiato e, a un fil di voce, pronunciò alcune fiacche parole.
-Benvenuta, giovane Earfinde. Devi perdonare questo povero vecchio: gli anni passano per tutti, ma  quest'ultimo periodo è stato per me assai più gravoso dei precedenti. Ora la mattina, quando mi desto, sono esausto, ancor più della sera precedente, prima di coricarmi, e le giornate mi paiono sempre più lunghe e interminabili.-
-Non vi affaticate, mio signore.- La voce ingannatrice di Grima intervenì prontamente e l'infido servitore afferrò la debole mano del suo sovrano.
Lothíriel gli lanciò un'occhiata infastidita, carica di disprezzo, ma non osò dire nulla, per cortesia nei confronti di chi la ospitava. Tuttavia egli se ne accorse e ricambiò con una smorfia di stizza, prima che il re riprendesse a parlare.
-Finché sarai a Rohan, la mia casa è la tua casa. Nulla è per me meno desiderabile di un ospite che non riceve la dovuta accoglienza fra le mura della mia reggia.-
-Ve ne sono molto grata, mio sire.- Rispose lei piegandosi in un inchino garbato. -E farò di tutto per ricambiare la vostra cortesia, se mai ne avrò l'occasione.-
Aveva appena pronunciato queste parole quando una guardia, che in seguito scoprì avere il nome di Háma, fece il suo ingresso nell'ampio salone e si avvicinò a Théoden, avvisandolo dell'arrivo di un ambasciatore da Gondor.
Udendo queste parole, Lothíriel spalancò gli occhi colmi di stupore e paura. Sperò intensamente che suo zio Denethor non avesse scoperto dove si celava e indietreggiò di qualche passo, fino a ritrovarsi al fianco di Eowyn.
Subito un uomo alto e fiero, dai capelli corvini e dagli occhi luminosi come due stelle nella notte, varcò il portone d'ingresso e si diresse a passo deciso verso il fondo della sala, dove il sovrano di Rohan svettava dal suo trono. Si fermò a poca distanza da quest'ultimo e fece un profondo inchino in segno di rispetto.
-Mio signore Théoden, - prese a dire. -Sono Eärnil, figlio di Torold, e sono stato inviato da sire Denethor, Sovrintendente di Gondor e protettore delle genti libere dell'Ovest.-
Il cuore della fanciulla di Dol Amroth ebbe un sussulto e prese a stringere convulsamente le stoffe preziose delle vesti.
-E per quale motivo il signore di Gondor si premura di mandare un ambasciatore nella città dei cavalli?- Domandò insidioso Grima con la sua lingua tagliente.
Eärnil voltò lo sguardo su di lui, come se lo avesse notato in quell'istante per la prima volta, e inarcando un sopracciglio gli rivolse la parola.
-E chi siete voi, che proferite favella prima del vostro re?- Chiese con disprezzo. -A Minas Tirith, un tale comportamento non resterebbe impunito.-
Vermilinguo tacque all'istante, ritraendosi al fianco del suo sire, come un cane che si rannicchia ai piedi del padrone.
-Egli è Grima, il mio fidato consigliere.- Esordì Théoden. -E dimmi, sire Eärnil, perché Denethor desidera avere un ambasciatore a Rohan?-
-Di recente, alcuni fatti gravosi hanno sconvolto il mondo civile.- cominciò l'uomo di Gondor. -Orde di Orchi si aggirano presso i confini delle nostre città e si vocifera che l'Unico Anello sia magicamente riapparso per fare ritorno al suo Signore Oscuro.- Fece una breve pausa guardandosi intorno e muovendo alcuni passi nella Sala del Trono.
-Inoltre, recentemente la nipote del mio signore, nonché promessa sposa di Boromir, suo erede, è scomparsa. Lothíriel è il suo nome, principessa di Dol Amroth e figlia del principe Imrahil.
La bella fanciulla strozzò un verso di terrore, facendolo morire silenziosamente in gola. Le candide mani presero a sudare, mentre sentiva le guance avvampare di paura.
-Non conosco alcuna Lothíriel.- asserì a fatica il re. -E dubito fortemente che Denethor invii un ambasciatore nel mio regno per scovare una fanciulla.-
-Infatti, avete ragione.- Fu la risposta. Lothíriel tirò un sospiro di sollievo.
-Il mio sire è molto preoccupato per le sorti della sua gente e teme che i signori dei cavalli abbiano dimenticato la promessa che li vincola al regno di Gondor.- proruppe in modo diretto.
A questo punto uno dei cavalieri presenti si fece avanti e prese a parlare duramente. Era giovane e possente e i lunghi capelli biondi, tipici della sua stirpe, ricadevano sulle spalle ampie e dritte, coperte dal verde manto che indossavano i migliori guerrieri di Edoras.
La dama di Dol Amroth riconobbe in lui la guardia incontrata la notte precedente, che Éomer aveva chiamato “Léod”.
-Ciascuno dei nostri Rohirrim ha ben più valore di cento dei vostri uomini.- Replicò fiero. -E per noi la parola data è sacra. Come potete pensare che, per vigliaccheria, verremmo meno al nostro giuramento nel momento del bisogno?- Gli occhi chiari saettavano madidi sui tratti nobili di Eärnil.
Quest'ultimo realizzò ben presto l'errore e, inchinandosi nuovamente, rivolse parole di scuse ai presenti.
-Sono desolato se le mie parole sono suonate scortesi e mai dubiterei del valore della gente di Rohan. Chiedo solo di poter restare a corte, come il mio signore desidera, per essere il ponte che unisce i nostri due regni.-
Nonostante gli svariati tentativi di Grima di dissuadere il suo re a rifiutare la richiesta, Théoden decise di accettare l'ambasciatore a palazzo. Eärnil, da canto suo, avrebbe avuto modo, nei mesi successivi, di constatare di persona la virtù dei Rohirrim, indomiti guerrieri pronti a tutto pur di mantenere integra la lealtà verso il proprio signore e la propria terra.



AAA (Angolo Autrice Allucinata): Salve Salvino! Se siete arrivati in fondo, significa che non vi siete fatti scoraggiare dall'eccessiva lunghezza del capitolo e di ciò me ne compiaccio.
In questo scorcio di vita Rohirric, incontriamo quello schifosaccio di Grima, il buon re Theoden e due personaggi originali, entrambi di xing_chan : Earnil e Leod. Personalmente, a me piacciono molto. Voi cosa ne pensate? Scrivetemelo in un commentino e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Ovviamente per chi di voi fosse "nuovo", c'è sempre la possibilità di inserire personaggi originali, quindi fatevi vivi!
A presto prestissimo.
Fjorleif




 
   
 
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