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Autore: acchiappanuvole    29/01/2016    2 recensioni
Dalle gallerie asettiche percorse da gente a maree contrarie, il suono di una chitarra rimbalza sui muri scrostati, vortica nell'aria respirata mille e mille volte, si espande come un richiamo che Reira segue accompagnata sempre da quella infantile, folle, speranza che cancella le leggi divine, le riduce a incubi dai quali è possibile svegliarsi e ritrovare ciò che si credeva perduto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Reira Serizawa, Satsuki Ichinose, Shinichi Okazaki, Takumi Ichinose
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nelle mille luci di Shibuya la gente si riversa sulle strade a maree contrarie, colori sgargianti e chiacchierii allegri a fare da sottofondo al mite arrivo della primavera. Satsuki si aggrappa al braccio del padre, ride ed indica vetrine, parla velocemente e con entusiasmo lanciando di tanto in tanto occhiate alle sue spalle per scorgere le due figure che camminano vicine pochi passi indietro. Hachi ricambia il sorriso della figlia, osserva le spalle forti di Takumi e poi, quasi con timidezza, volge lo sguardo al giovane ragazzo che le cammina accanto. Non poteva credere a quanto fosse cresciuto in pochi mesi, quando l’aveva scorto all’uscita del terminal aveva quasi dovuto trattenere il respiro. Ren. Il suo bellissimo Ren.  Gli era letteralmente volata tra le braccia senza poter trattenere l’emozione.
“Sei la solita piagnona” aveva mormorato lui con gentilezza ricambiando in modo un po’ goffo quell’abbraccio.  E per Hachi quell’agognato momento avrebbe potuto durare anche in eterno. Ma poi i loro corpi si erano allontanati e le distanze si erano ristabilite. Tuttavia ora che gli cammina vicino non può fare a meno di sentirsi orgogliosa, sorridere dolcemente e seguitare a guardarlo.
-Cosa c’è?- domanda Ren avvertendo gli occhi della madre puntati addosso.
Hachi arrossisce – Nulla è che stavo pensando a quanto sei cresciuto, sei alto come me!-
-Non che ci volesse molto- sogghigna Ren suscitando un’espressione un po’ stizzita in Hachi.
-L’influenza di tuo padre si fa sentire un po’ troppo. Ad ogni modo sei sempre più bello-
-Lo dici perché sei mia madre-
-Assolutamente no! Lo dico perché è la pura verità- ed Hachi sembra una bambina mentre esterna decisa la sua affermazione.
-Buon sangue non mente- ribatté Takumi volgendo loro un’occhiata – Sono figli miei, dopotutto-
-Guarda che li ho fatti io!-
-Si ma è il seme quello che conta-
Hachi è paonazza, Satsuki fa una smorfia e strattona il padre – Basta vi prego è imbarazzante!-
-Tu non gli dici nulla, Ren?!- ma non c’è traccia di divertimento sulla faccia del ragazzo che seguita a guardare davanti a sé con uno sguardo indefinito.
-Ren?-
- Stai continuando a disegnare Yukata?- volutamente il discorso vuole virare su altro.
Hachi annuisce –Certo, sai che mi piace molto e rende bene-
-Già-
Ma pare non ci sia altro da dire. D’improvviso l’entusiasmo di Hachi, tutte le domande con le quali voleva inondare Ren sprofondano in un mare di amarezza.
-Che dite mangiamo qualcosa?- Satsuki continua a sorridere troppo felice di aver intorno la sua famiglia per poter badare alle ombre di quella fotografia opaca.
La ragazza indica la cima di un grattacielo –Lassù c’è un ristorante panoramico. Me ne ha parlato Shin-
-Shin?- e il tono di Takumi nasconde una nota di disapprovazione alla quale Satsuki cerca subito di rimediare
-Si, ti ricordi mamma?- chiamando in aiuto i soccorsi Satsuki lascia la palla a sua madre che abituata alla complicità con la figlia annuisce senza titubanza.
-Ce ne ha parlato quest’estate ma non abbiamo mai avuto il tempo di andarci-
-Non sembra affatto male- prosegue Satsuki lasciando la presa sul braccio di Takumi per affiancare Ren.
-Somiglia a quello dove abbiamo festeggiato il tuo settimo compleanno, ricordi Ren!?-
Ren osserva la sorella e annuisce -  Eri una pulce all’epoca. Una pulce coi codini-
-Ripeti un po’!-
-Vediamo chi arriva prima all’ascensore, voglio vedere se quelle gambette sanno correre-
Tra una risata di Ren e i rimproveri di Satsuki, Hachi osserva i suoi figli allontanarsi di corsa verso l’entrata del grattacielo.
-Come i bambini- sospira sconsolato Takumi
-Voleva un pretesto per allontanarsi da me- mormora Hachi, ora sola accanto a quello che sulla carta è ancora suo marito.
-Stanno solo giocando-
- Non mi ha richiamato una sola volta nonostante tutti i messaggi che gli ho lasciato-
-E’ molto occupato con la band, la scuola-
-Ma immagino che con Reira parli…- ed è la prima volta che Hachi riesce a guardare diritto gli occhi dell’uomo che ha sposato. Sono l’uno accanto all’altra e tuttavia lei lo avverte sempre più lontano.
- Nana perché non cerchiamo di passare una serata tranquilla senza dover per forza discutere-
-Sono più di quattro mesi che non lo vedo non ti pare naturale che io voglia sapere!-
Takumi  si sfiora la fronte con le dita in un gesto esasperato -  Appunto ed ora lui è qui e hai tempo di chiedergli tutto quello che vuoi-
Ma Hachi sa che non sarà così, che superare le mura oltre le quali Ren si rifugia è, da troppi anni, un’impresa sempre più difficile.
-Almeno con te si confida? Ha una strana malinconia negli occhi-
Takumi ora è serio –L’ha sempre avuta- una lunga pausa –ma ultimamente c’è qualcosa che lo turba profondamente e voglio scoprire di che si tratta. Ren non è solito tenermi nascoste le cose, per questo sono preoccupato-
Ed Hachi avverte un brivido mentre con sorpresa rivolge nuovamente lo sguardo verso Takumi. Ricorda bene il giorno di tanti anni prima quando le aveva consigliato di dire a Nana di rimanere vicina a Ren, poco prima del terribile incidente.
-Vorrei che tu mi dicessi tutto- rimuove a stento l’istinto di stringere il braccio dell’uomo.
-E’ questo il punto, non ne so più di te.  Ma ora siamo qui insieme e credo che sia un’ottima occasione per aiutare i nostri figli, non credi? Siamo noi gli adulti ora- ed è un sorriso rassicurante quello che compare sulle labbra di Takumi ed Hachi sa che quel sorriso significa determinazione, significa soluzione. In questo Takumi non ha mai mancato le sue aspettative.
-Allora vi muovete!- Satsuki si sbraccia dall’interno dell’ascensore mentre un Ren scocciato impedisce alla porta di chiudersi. Hachi si sente più fiduciosa, al di là di tutti i loro problemi, lei e Takumi sono genitori, conoscono i loro figli e possono trovare insieme il sistema per aiutarli da qualunque cosa li angosci. Almeno questa è la sua speranza.

L’appartamento al terzo piano di una graziosa palazzina. C’è profumo d’incenso, l’interno è luminoso ed un grande acquario fa bella mostra di sé proprio al centro del salotto. Miu è soddisfatta di quella sistemazione, le piace poter definire quel luogo accogliente “la sua casa”, un rifugio sicuro da amare e curare. Sposta una scatola di stoffe su di un grande tavolo, sopra c’è una macchina da cucire vintage, cartamodelli, nastri colorati… ogni cosa in un ordine prestabilito e mai casuale. Miu adora l’ordine, è il contrasto con il disordine che è stata la sua vita prima del cambiamento, prima di Yasu. Yasu che sfoglia il giornale seduto sul grande divano bianco, l’unica cosa minimal di tutta la casa. Miu ogni tanto lo osserva di sottecchi, quando il suo viso è concentrato, la fronte lievemente corrugata, le dita lunghe trattengono la carta sottile con una curiosa gentilezza. Ama tutto di Yasu. Da sempre. Non avrebbe mai creduto in tutta la sua vita di poter essere così certa di qualcosa. Il giorno del matrimonio, quando aveva pronunciato il suo sì, l’aveva sentito prima pronunciare dal cuore con una fermezza tale da toglierle il respiro.
-Sono tanto interessante?- Yasu non alza lo sguardo ma sorride immaginando la faccia sorpresa della moglie per essere stata scoperta il quel suo studio fintamente casuale.
-Mi piace guardarti- ribatte lei iniziando ad armeggiare con una stoffa cremisi.
-Perché sono bello- Yasu ripone il giornale, lascia il divano e le cinge le spalle –Altrimenti perché mi avresti sposato?-
-Eh ormai sono dieci anni che me lo chiedo. Accidenti quanto sono vecchia!- e nel dirlo Miu si fa improvvisamente triste. La consapevolezza della propria età la divora, sebbene ancora avvenente, il tempo le sfugge dalle dita trascinandola in una strana spirale di malinconia. Yasu è più giovane, non sembra cambiato di una virgola dal loro primo incontro. Spesso, con vergogna, le capita di cercare di immaginare che aspetto avrà Nana. La sua bellezza sarà rimasta inalterata? E Yasu si sarà mai fatto la stessa domanda? Nonostante tutto quel tempo Miu si riscopre ancora gelosa di un fantasma. Ha pregato tanto che Nana tornasse tanto quanto ha sempre sperato di non rivederla mai più.
-Sono meschina- mormora mentre Yasu le bacia una tempia coperta appena dai corti capelli
- Se tu sei meschina allora io sono pieno di capelli- ribatte stringendola più forte.
-Tu mi hai sempre reso più nobile di quel che sono realmente, Yasu. Ho un sacco di difetti e pensieri dei quali talvolta mi vergogno-
-Sei umana, Miu. Come tutti. Non ho mai pensato a te come un essere di perfezione, grazie al cielo. Tuttavia non sono molti quelli che ammetterebbero “pensieri malevoli”-
-Nemmeno tu?-
-Io non ne faccio, sono troppo pigro in questo-
Miu sorride scrollando le spalle – Voglio preparare un obi per Sachiko, ti piace questa tinta?-
-E’ da signorina-
-Appunto-
- E’ incredibile che sia così cresciuta- e la voce di Yasu tradisce una nota di tristezza. Miu talvolta si domanda se il marito soffra del fatto di non avere figli propri e se ne sente in colpa. Miu non ha mai sentito in se il desiderio di maternità e, seppur non esprimendolo, è certo che Yasu abbia compreso e appoggiato in silenzio questa sua decisione. Si era sempre detta che ci sarebbe stato tempo, ma il tempo era passato troppo in fretta per riuscire anche solo a rendersene conto.
-Comunque sono felice che la famiglia si sia riunita-
Miu annuisce – Sachiko non stava più nella pelle al pensiero di rivedere Ren e Takumi. Nonostante la lontananza è sempre stata legata tantissimo ad entrambi-
Yasu accende una sigaretta cercando di ignorare la smorfia contrariata di Miu – Su Takumi si  possono dire molte cose ma non che non ami profondamente i suoi figli. Ho finito sempre per rispettarlo quel pazzoide-
Miu sfila la sigaretta dalle dita di Yasu – Basta così, ti fanno male-
-Lo sai che poi finirò col fumarle di nascosto, vero?-
-Almeno comprane di più leggere-
Yasu distoglie lo sguardo per un istante, un istante che non sfugge a Miu – Ho sempre fumato queste e continuerò. Purtroppo sono abitudinario-
-Pare lo sia anche Shin, mi domando perché- e Miu restituisce la sigaretta. E’ in collera e Yasu lo sa.
-Miu, questo  non significa quel che pensi-
- E cosa penso?- lo sfida, il tono di voce è calmo ma gli occhi dicono altro.
-Non è solo per Nana, ho iniziato a fumarle da prima di conoscerla. Ren una volta me ne rubò una e…ricordo tossì per un bel po’ dicendomi che facevano schifo. E’ il ricordo più vivo che ho di queste stupide sigarette, capisci?-
E Miu è amareggiata, si sente ancora una volta stupida per quella maledetta gelosia. –Perdonami, non lo sapevo. Non me ne avevi mai parlato-
Yasu torna a sorridere –E’ tutto okay, e comunque dopo tutto questo tempo mi piace sapere che sei ancora gelosa del tuo attempato maritino-
-Il fatto è che… mi viene facile sentirmi in collera con Nana…ed anche con voi. Una volta l’ho detto ad Hachiko ma la sua reazione è stata talmente  dolorosa che non mi sono più azzardata ad aggiungere altro. E’ solo che la sparizione di Nana ha segnato così profondamente tutte le vostre vite. L’ho sempre trovata profondamente egoista-
Yasu le sfiora le labbra con le sue, dopodiché la fissa, con quella solita aria da padre che tenta di far ragionare un bambino impulsivo –Siamo stati tutti egoisti, nessuno escluso-
-Già- Miu si dichiara sconfitta – è vero, come al solito hai ragione-  torna al suo obi ed un istante dopo lo mette da parte –azzurro- esclama – preferisco sia azzurro, come un cielo senza nuvole-

 

 

La questione delle età è un po’ complessa ma, se Miu alla sua prima apparizione aveva 27 anni, ho calcolato che nel presente creato dalla Yaza dovessero essere passati almeno 6 anni ( credo sia questa l’età di Ren…ma potrebbe essere anche 8… a giustificare il fatto che gironzola per Londra da solo ^^”) dunque Miu ne avrebbe 33 e se da quel presente arriviamo a quello della fic con un balzo di 10 anni, beh, va da sé che l’età è di 43!! Miu la vita comincia a 40 anni ricordalo!!!

 

 

  
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