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Autore: Gnarly    29/01/2016    1 recensioni
[Nian]; [year!2022]
Sono passati cinque anni dall’ultima volta che Ian e Nina si sono visti, cinque anni da quando Ian e Nikki si sono sposati, cinque anni da quando Nina ha deciso di troncare i rapporti con tutti – o la maggior parte – i ragazzi che hanno condiviso con lei sei anni della sua vita, cinque anni da quando Nina ha nascosto un figlio al mondo intero (compreso il padre stesso).
È il 2022 e Julie Plec non potrebbe scegliere un momento peggior per decidere di riunire tutto il cast di The Vampire Diaries per una “notizia strepitosa!”. Nonostante sia passato tutto questo tempo, Nina non ha dimenticato tutti gli anni che l’hanno incatenata con un legame indissolubile ai suoi amici, i suoi migliori amici.
Lei nel frattempo è andata avanti, si è creata una nuova vita e la notizia di Julie non farà altro che spezzare quell’equilibrio momentaneo che in quel periodo contrassegna la sua esistenza, cambiando completamente – e per sempre – la sua vita.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La felicità delle piccole cose



~ 2 ~ Like old friends

 
 
Ninas POV
Normalmente le persone normali quando rivedono una persona con cui hanno perso i contatti per parecchio tempo hanno tre comuni reazioni: sorridono e iniziano a chiacchierare tranquillamente, si abbracciano e restano in questa posizione per qualche minuto o piangono per la gioia. Poi c’è Paul, che non ha reagito in nessuno dei modi sopraelencati. No, lui appena si è resto conto della mia presenza è letteralmente corso via dal bar, mettendo una distanza tra di noi ancora più grande di quella che ci ha allontanati per tutti questi anni. E le parole che mi ha detto, poi, quelle parole che ha sputato con tale rabbia che avrebbero fatto scoppiare a piangere se solo non avessi avuto un minimo di orgoglio, mi hanno ferita più di una coltellata in pieno petto.
«Cosa vuoi?»
Eccole, di nuovo. Per la seconda volta la sua furia, la sua delusione e la sua tristezza sono palpabili in queste due semplici paroline che se unite a un tono che lascia trapelare tutto il disprezzo che prova per me possono falciare la felicità di una ragazza in un secondo.
«Niente…» rispondo con la gola secca e gli occhi lucidi. «Niente. Volevo solo parlarti.»
Paul ride, ma non è quel tipo di risata capace di trasmettere allegria che lo caratterizza. No, è una risata sarcastica, intrisa di risentimento e sprezzo; una risata che vale più di mille parole, parole di rabbia.
«Stai scherzando, vero? Volevi solo parlarmi? Davvero vieni qui, dopo cinque fottutissimi anni di messaggi non letti e chiamate ignorate, e pretendi di volermi “solo parlare”?» la rabbia con cui sputa queste frasi sono una stilettata al cuore, una per ogni parola.
«Lo so, non ho scusanti per non essermi fatta sentire e so anche che farai fatica a perdonarmi perché sei fatto così ma… mi dispiace» per un attimo lo sguardo sul volto di Paul si addolcisce, ma si riprende subito e torna sulla via “facciamo piangere Nina guardandola male”.
«Ti dispiace? Wow, Nina, allora possiamo dimenticare tutto e tornare amici come prima» mentre urla queste parole alza entrambe le braccia al cielo, come per dire “sul serio?”, e un’altra risata sarcastica esce dalla sua bocca.
«Ti prego…» lo supplico con un tono di voce che lascia percepire il mio stato d’animo: ansia e terrore – terrore che non mi perdonerà mai – allo stato puro.
«“Ti prego” cosa?»
Okay, la tattica con cui sono partita non ha funzionato, quindi opto per lo svelargli tutta la verità. Tutta. Alla fine giocarsi la carta della pietà funziona sempre.
«Sai, durante questo periodo mi è successa una cosa bellissima… sì, insomma, ho un figlio.»
L’espressione che Paul sfodera è talmente buffa che se non fosse una situazione così disperata scoppierei a ridere: occhi sgranati, bocca spalancata e braccia che, dal che erano incrociate, lascia ricadere lungo il corpo a peso morto.
«Da… da quanto lo sai?» riesce a dire lui, balbettando come ho fatto io fino ad ora.
«No, Paul. Non ho detto che aspetto un figlio. Ho detto che ho un figlio.»
Da qui la situazione degenera completamente: Paul ha iniziato ad aprire e chiudere la bocca ripetutamente come un pesce a cui manca l’ossigeno, io mi sono pentita di ciò che ho detto e mi copro la bocca con entrambe le mani. Poi arriva la meravigliosa Candice che, avendo assistito a tutta la scena, urla un “oh mio Dio” a bassa voce, ma che comunque io e Paul riusciamo a sentire.
«TU MI HAI NASCOSTO UN FOTTUTISSIMO BAMBINO?!» strilla a voce talmente alta che mi ritrovo a chiedermi se Robert l’abbia sentito da New York, dove l’ho lasciato con mio fratello.
«Shh, che cosa ti urli?» l’acume della mia voce è talmente alto che riesco a superare quella di Paul, che nel frattempo non aveva più aperto bocca.
«Quanti anni ha? Come si chiama? Chi è il padre? Perché non me l’hai detto? E perché Candice ci guarda come se stessimo girando una telenovela spagnola?»
«Oh, certo, adesso invece vuoi parlarmi, eh?»
Lo sguardo che mi indirizza è talmente fulminante che se non mi fossi girata a chiedere aiuto con gli occhi a Candice in questo momento avrei perso la vista.
«Okay, non sono nella posizione per poter giudicare ma… CANDICE, AIUTAMI!»
Lei alza le mani e scuote la testa: «Io me ne chiamo fuori. Quando avrete finito di parlare come due persone mature» sentenzia, enfatizzando le ultime tre parole come a volerci convincere che parlare come due persone mature sia proprio la cosa che dobbiamo fare e di cui abbiamo bisogno, «potrete tornare dentro e mettermi in mezzo. Ma preferisco restare viva per ancora qualche decennio, quindi scannatevi senza di me.» Detto questo, gira i tacchi – letteralmente – e rientra nel bar, dandoci un’ultima occhiata di sicurezza da dietro la porta principale.
Dopo essere rimasti in silenzio per più di qualche minuto entrambi abbiamo capito che la cosa più giusta da fare in questo momento è chiarire, come ci ha delicatamente suggerito di fare Candice, così Paul La Persona Matura Weasley incrocia le braccia al petto, facendo risaltare i muscoli delle braccia, e mi fissa dritta negli occhi, facendomi mancare un paio di battiti. Sia chiaro, non mi piace, è solo che… avere uno sguardo così intenso puntato addosso è una cosa po’ difficile da sostenere, ecco.
«Certo, quindi la persona matura dovrei farla solo io?» chiedo indispettita, pur sapendo che in effetti quella che deve spiegazioni, in realtà, sarei proprio io.
«Non mi pare di essere io quello che ha troncato i rapporti con te perché ero incinto» la mascella serrata, la tensione palpabile nella sua voce e gli occhi freddi come la pietra mi convincono a iniziare la spiegazione.
Non importa quanto male possa fare, quanti ricordi dolorosi possa portare a galla. In questo momento io ho bisogno di Paul e farei qualsiasi cosa pur di riaverlo.
«Cristo, mi sembra così surreale. Mi ero promessa di non parlare più con nessuno, eccezion fatta per Candice e Kat, poi piombi qui tu e mandi tutto all’aria-» Paul mi interrompe, impedendomi di continuare il discorso filosofico last minute che mi sono preparata: «Aspetta: Can e Kat sanno tutto?»
Lo folgoro con lo sguardo: pensa davvero che questo sia il momento migliore per chiedere una cosa del genere?
«Va bene» si convince lui alla fine senza il bisogno delle mie parole, come se mi avesse letto nel pensiero, «continua.»
«Grazie per la concessione» commento sarcastica, e un bagliore di gioia balena dei miei occhi perché lo vedo sorridere. Questa volta il sorriso è puro, senza veli, e mi era mancato. Mi rendo conto che mi era mancato davvero.
«L’aprile di cinque anni fa Ian e N-Nikki» quando pronuncio il nome di lei la mia voce trema, non tanto per odio quanto per gelosia e tristezza, perché lei ha avuto tutto quello che io ho sempre voluto e che rimpiangerò a vita, e credo che Paul se ne sia accorto ma ha preferito che io continuassi il mio discorso… sa come sono fatta e sa quanto sono brava a divagare su un argomento se mi fa comodo, «si sono sposati.»
«Lo so, c’ero anche io, sai? Oh, no che non lo sai, perché TU NON C’ERI!»
«Okay, questa cosa che fai… questo sarcasmo che usi con me adesso non ti sarà per niente utile, perché mi sento abbastanza da schifo senza il tuo aiuto, d’accordo?»
Lui annuisce, intuendo che magari – e sottolineo magari – ha fatto una grandissima cazzata rinfacciandomi anche la mia assenza al matrimonio dei due sposini.
«Il mese prima del matrimonio Ian mi ha chiesto di andare a casa sua perché doveva dirmi una cosa importante. Io sono andata, e ti giuro che in quel momento dire che fossi la donna più felice della Terra sarebbe stato un eufemismo, perché ero convinta che mi avesse chiamato per dirmi che aveva sbagliato, che mi amava ancora e che Nikki era stato solo un errore. Voglio dire, fino a quel momento i nostri contatti si erano sempre limitati a semplici “ciao” e sorrisi finti dietro alle telecamere, quindi scusami Dio se ho pensato anche per un minuto di poter tornare con lui.» Questo fiume di parole esce così velocemente dalla mia bocca che mi rendo conto di dover riprendere aria.
«Ehy, mostro, vacci piano» scherza Paul, e questo basta per darmi la forza di andare avanti: se fa battute significa che il muro che aveva creato in questi anni si sta sgretolando. Non m’interessa quanto tempo ci metterò, l’unica cosa che importa è riuscire a distruggerlo completamente.
«Sono andata da lui e mi ha detto che si sarebbe sposato da lì a qualche settimana. Io sono rimasta ferma, non sapevo cosa dire. Ti giuro, quelle cose del tipo “avevo la morte nel petto” e “una bottigliata in testa avrebbe fatto meno male” potevano descrivere egregiamente il mio stato d’animo in quel momento. Lui mi si è avvicinato e io l’ho abbracciato di slancio, senza parlare, avevo solo bisogno di sentirlo vicino a me. Lui inizialmente si era irrigidito, poi si è sciolto e mi ha circondata con le sue braccia. Sono rimasta lì da lui tutta la serata e, alla fine, abbiamo cenato insieme. A sua insaputa mi stava consolando, facendomi vivere un momento di vita così quotidiana. Abbiamo passato tutta la notte a parlare e a scherzare come ai vecchi tempi e, ti giuro, è stato bellissimo. Poi era arrivato il momento di andare, al che lui mi ha accompagnato alla porta. Poi l’ho baciato. E lui c’è stato, capisci? Mi ha portato in camera da letto e… sì, beh, hai capito.»
Silenzio.
Un minuto.
Silenzio.
Due minuti.
Silenzio.
Tre minuti.
«Il figlio è di Paul?» domanda lui infine, anche se la voce non è così shockata come avrei immaginato sarebbe stata.
«Ottimo, Watson.»
«E lui lo sa?»
All’improvviso le mie scarpe diventano davvero molto interessanti. Le ballerine nere che indossavo ogni volta che dovevo uscire con Candice mi fissano come se si stiano prendendo anche loro gioco di me: “l’hai fatto tu il casino, bellino, non noi”.
«Non lo sa? Cristo, Nina… e io che mi sono arrabbiato per me! Gli hai nascosto un figlio, suo figlio!»
«Credo che non lo sappia? Tu non hai idea di quanto sia stato difficile guardare la sua faccia sorridente accompagnata dal volto di Nikki su tutti i giornali; tu non hai idea di quanto sia stato difficile tenergli nascosta un segreto tanto grande. Mi sembrava di sostenere il peso del mondo sulle mie spalle, ma non ho neanche lontanamente sfiorato l’idea di raccontargli tutto. Voglio dire, perché dirgli di un figlio che nemmeno voleva? Mi ha lasciata, umiliata e fatta soffrire. Un figlio non avrebbe risolto nulla. Si sa che i bambini non salvano le relazioni destinate a finire.»
«Nina…» gli occhi di Paul si addolciscono e riesco a capire lo stato d’animo di Paul in questo momento: è felice, per me, per lui, per noi. «Voi due non eravate destinati a finire.»
Le lacrime scendono dai miei occhi senza che io me ne accorga e all’improvviso mi ritrovo tra le braccia forti di Paul che mi cingono la vita.
Dio, nemmeno ricordo quand’è l’ultima volta che ho pianto così tanto, ma sinceramente neanche mi interessa.
Ho aspettato ben cinque anni per questo momento e non voglio perdere un altro istante per godermelo a fondo.

 
 
***

Risolini che sanno tanto di presa per il culo sfuggono dalle mie labbra e da quelle di Candice. «Sul serio non andate a letto da due settimane perché non ammetti di aver distrutto una tazzina di ceramica – orrenda, se mi permetti – ?» domando divertita a Paul, che ci sta raccontando qualche aneddoto divertente sulla sua vita. Sulla vita che mi sono persa.
Credo di non essermi mai sentita così felice in vita mia; niente è paragonabile alla gioia di parlare di nuovo con Paul come se tutti questi anni trascorsi tra di noi, tutti questi anni che ci hanno allontanati, non siano mai esistiti.
«Sai com’è fatta Phoebe… può fare qualsiasi cosa finché non ammetti che tu hai torto e che lei ha ragione» si giustifica lui, anche se questo non fa altro che aumentare le risa.
«Scusa, ma… voglio dire, come fa? A resisterti, dico. Cristo, io ti toglierei i vestiti di dosso ogni sera!» ammette Candice per nulla imbarazzata, alzando forse un po’ troppo la voce, cosa che attira l’attenzione di tutte le persone del locale.
Pessima mossa: adesso le uniche frasi che sento intorno a me sono “Ma non sono gli attori di The Vampire Diaries?”, “Candice ha ragione… Paul Weasley rimane pur sempre Paul Weasley” o “Adesso vado a farmi fare un autografo”. Sono troppo occupata a ridere, però, per preoccuparmene più di tanto: tanto, prima o poi, perdono il coraggio racimolato nel giro di un minuto e rinunciano a chiederci le foto.
«Lo so, Candice, lo so» afferma Paul tra una risata e l’altra. «Lo hai dimostrato durante le riprese della seconda stagione.»[1]
«Uff, ancora con questa storia? Non mi piacevi all’epoca!» sbuffa infastidita lei assumendo un’espressione imbronciata, anche se – non lo ammetterebbe mai – in fondo si sta divertendo.
«Ma vuoi deciderti ad ammetterlo?» m’intrometto nella discussione. Ho sempre avuto un debole per Candice e Paul, nonostante io adori Phoebe e trovo che loro due formino una bellissima coppia, ma… voglio dire, la tua migliore amica e il tuo migliore amico insieme? Un sogno che si avvera! Non per me, purtroppo, ma immaginare non fa mai male, no? «Lo sappiamo che durante la notte non facevi altro che sognarlo.»
Lei spalanca la bocca e mostra quella sua smorfia da “come ti permetti?”: «Avevi promesso che non l’avresti detto a nessuno, bugiarda!»
«Sul serio mi sognavi? Qui le cose si fanno più serie del previsto…»
«Oh, sta’ zitto tu, prima che ti tagli un braccio» dice la bionda tirando un debole schiaffo sul petto di Paul.
«Tocchi anche, adesso?» fa Paul, con il sorriso stampato sulle labbra che non aveva proprio intenzione di accennare a scomparire.
«Ma la fai finita?»
Paul scoppia a ridere, seguito a ruota da Candice, e io non posso fare a meno di osservare questa scena con il cuore colmo di beatitudine. Sono anni che non passo un momento di gioia pura con i miei amici, amici veri, così mi prendo un momento per apprezzare ciò che da tanto tempo bramo: un po’ di tempo passato come vecchi amici insieme a due delle persone più importanti della mia vita.
 
 
 
 
 
[1] Durante la seconda stagione Candice aveva una cotta per Paul… lo so, è meraviglioso lol
















Alter ego: Did you miss me, bitches?
Okay, troppo PLL, lo ammetto... comunque, sul serio, vi sono mancata? Sono finalmente riuscita a scrivere questo secondo capitolo... ODDIO CHE PARTO! Sul serio, voi non ne avete idea: volevo postarlo per il compleanno di Nina - aka venti giorni fa - ma la mia immaginazione in quel periodo e in questo scarseggiava, quindi ho preferito aspettare per pubblicarlo in modo che i """pezzi""" all'interno di esso fossero ben strutturati e ben scritti... okay, magari per il "ben scritti" ho esagerato, però il "ben strutturati" ci sta tutto, dai...
Anyway, che ne pensate?
Ora passiamo al capitolo: Nina ha finalmente ripreso i rapporti con Paul, e qui ho qualcosa da dire per chi pensa che sia stato tutto un po' frettoloso: in effetti ci hanno messo poco per perdonarsi a vicenda ma sono convinta che un'amicizia come la loro non può essere distrutta e, soprattutto, entrambi si sono resi conto che l'amore (inteso in chiave amichevole, OVVIAMENTE!! ! !!!!! !!! !!!!!!!!!!) che li lega è più forte del loro orgoglio. I mean, li avete visti? Suvvia, chi non è d'accordo con me alzi una mano, so che siete in pochi
😏😏😏😏😏😏😏
E niente, Candice ce la vedo come la tipica aiutante dei film, quella che fa sempre andare d'amore e d'accordo tutti con tutti e che risolve anche le situazioni più disperate. Sapete di cosa parlo, no? Il famosissimo mentore presente in ogni film barra serie tv barra libro... okay, magari lo so solo io perché ho fatto un corso di scenografia recentemente quindi me ne vanto ogni volta che me ne capita l'occasione ma spero che abbiato capito lo stesso il senso di tutto ciò lol.
Volevo a tutti i costi scrivere un momento-amicizia divertente tra questi tre e sono sicura che ne seguiranno molti altri, così come arriveranno momenti-amicizia tra Paul, Ian e Nina che, Gesù santissimo, sono la mia BROTP per eccellenza.
So che questa storia in teoria è una Nian e che di interazioni tra Ian e Nina ce ne sono state ben poche solo una in effetti ma, keep calm, in quanti libri i due protagonisti si fidanzano subito? NESSUNO, ve lo dico io. Comunque nel prossimo capitolo parleranno e dal prossimo capitolo entrerà in scena anche Robert... aiuto, mi viene da piangere solo al pensiero di cosa gli farò fare t.t (no, non vi anticiperò nulla, ve l'ho detto che so essere abbastanza crudele quando voglio)
Ah, sapete che ho intenzione di scrivere un'altra long? Già, questa volta però incentrata sui Delena - una delle mie più grandi OTP al cui pensiero scoppio a piangere, oks. Qui sotto vi riporterò l'introduzione della long che non ha ancora un nome... non so scegliere tra "Take Me Home" e "Finché casa non ci separi". Il "Take Me Home" in teoria avrebbe più senso perché 1)tutti i capitoli avranno il nome di una canzone, famosa o meno, e 2) Take Me Home sarà, appunto, il nome del capitolo finale. Helpatemi t.t
Avete letto di Candice? Aw, sono troppo felice per lei, Joe e quei piedini di fata che si ritrova loro figlia (che ha un nome con un po' di Italia dentro: Florence)!

Io davvero non vedo l'ora di vedere un po' di foto con Can e la piccolina, o di Flor (già, le ho dato un soprannome dopo solo due settimane di vita lol) con il cast! Ahw, ce la vedete Nina - per me fa ancora parte del cast, yep - con una piccola Candice tra le braccia? Io sì e sTO SCLERANDO AL SOLO PENSIERO!
Beneee, adesso vi lascio e corro a mettermi in pari con 108401974040 serie tv, altrimenti mi scoppia il cuore...
Alla prossima,

Gnarly




 
Take Me Home/Finché casa non ci separi
«La vita di Elena Gilbert sta procedendo a gonfie vele: ha finalmente terminato il liceo, il che significa che si dovrà trasferire da Mystic Falls, la sua città natale, per poter frequentare l’università in cui fin da bambina sarebbe voluta andare, ovvero il Whitmore College, insieme alle sue due migliori amiche, Bonnie e Caroline. Andranno a vivere insieme in un appartamento che hanno affittato vicino al college ma, considerato il prezzo piuttosto caro dell’affitto mensile, hanno deciso di affidarsi al caso per trovare un nuovo inquilino: più di cinquanta volantini sono stati attaccati nei pressi del college e nella cittadina di Mystic Falls, nella speranza che qualcuno decidesse di chiamarle per ottenere qualche informazione in più sull’appartamento. Tutte e tre sono in estasi, perché finalmente sarebbero potute andare a vivere insieme come fantasticavano quando giocavano ancora con le bambole, ma il loro entusiasmo inizia a scemare – o ad accrescere, dipende su quale personaggio ci si va a focalizzare – nel momento in cui un certo Damon Salvatore si presenta alla porta di casa, dicendo di essere interessato alla loro proposta.»
 

 
Se vi va, passate a leggere la mia altra long Nian.
È una text!fic, quindi basata unicamente su scambi di messaggi, ma al contrario di questa è ambientata ai giorni nostri.
Il titolo è "Un amore tra le righe" e potete trovarla qui
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