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Autore: Vago    07/02/2016    3 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
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Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 - Chi sei.-  chiese subito Trado sulla difensiva. L'arco in mano.
Il cavaliere nero si limitò a piegare la testa e sorridere in modo ironico. La maggior parte della faccia era coperta da un elmo.
Le labbra bianche e gli occhi, comunque coperti dall’ombra, erano tra le poche cose riconoscibili di quel volto.
- Chi sei?-  ripeté Trado.
Il cavaliere continuò a tacere.
- Parla o ti pianto una freccia dello stomaco.-  
L'altro aprì le braccia, sfidando apertamente l’arciere.
Trado scoccò una freccia, ma questa passò attraverso il Cavaliere nero senza né toccarlo, né ferirlo. Come se questi fosse un fantasma. L'elfo rimase inebetito.
Lo straniero soffiò e Trado cadde a terra privo di coscienza.
- Cosa hai fatto?-  chiese Diana con le lacrime agli occhi.
- Stai tranquilla, sta solo dormendo. Non gli potrei mai fare del male. Dopotutto è protetto e custodito dalla dea Aria, o mi sbaglio?-
La lama color pece emerse dal fodero e vibrò in direzione di Ardof.
Pyra si frappose appena in tempo per evitare una ferita assicurata.
Bastarono pochi colpi per far capire al Cavaliere cremisi la netta superiorità del suo rivale. Lo riusciva a leggere, riusciva a prevedere ogni sua mossa e senza la benché minima fatica la parava.
La spada degli abissi scese come un falco in picchiata, ma venne deviata senza difficoltà da quella piccola spada dalla lama nera, che non smise per un secondo di abbattersi su Pyra.
Il tallone di Ardof incontrò una radice sporgente e il Cavaliere, prima di potersene accorgere, era a terra, con la schiena premuta contro il terreno e la lama nera a pochi centimetri dalla gola.
- Cosa dobbiamo fare per farti togliere quell'elmo?-  chiese Ardof spostando di continuo il suo sguardo dal Cavaliere a Trado a Frida che tentava disperatamente di liberarsi dalla presenza del drago nero per potersi avvicinare al suo Cavaliere.
- Offrirmi una cena?-  
- Cosa?-
- Hai capito bene. Ho fame. Voglio una cena.- Il Cavaliere sorrise beffardo.
“ Erdost, aiutami…”
La coscienza di Erdost si fece più forte, fino a travolgere Ardof nella memoria del drago.

I primi giorni del loro viaggio, i muscoli contratti per volare, l'aria frizzante dei Monti Muraglia... - Tre… due… uno… Terre dell'est arriviamo!-  Erdost girò un poco la testa, abbastanza da inquadrare il volto di Vago.
Intorno a lui il ricordo si dissolse. Si ritrovò sotto terra, nella capitale dei folletti. Quelli erano i suoi ricordi.
- Tranquillo. Quando ci rincontreremo mi restituirai il favore.-
- D’accordo.-  
Solo in quel momento Ardof si accorse della scintilla dentro i suoi occhi.
Vide anche quando li fece resuscitare tra i monti.
Il suo sorriso, gli occhi ancora arzilli sulla faccia smunta...

“ Erdost, sei sicuro che sia lui?”
“ I nostri ricordi ne sono sicuri.”
Ardof riaprì gli occhi. Era ancora sdraiato per terra, nel suo campo visivo c'era sola faccia di Frida, i suoi capelli chiari creavano tutt'intorno una specie di tendaggio che li divideva dal resto del mondo. Sperò che quel momento non finisse mai.
Guardò Frida dritta negli occhi, le orecchie a punta dell’elfa si arrossarono. Lei si rialzò velocemente.
La luce sole gli ferì gli occhi.
Si mise in piedi e guardò il cavaliere nero, che si era allontanato di qualche passo e aveva rinfoderato la spada.
- Togliti quell’elmo.-
Da sotto la protezione di ferro comparve un volto smunto incorniciato dai capelli corvini. Due occhi policromi lo osservavano  da sopra quel sorriso beffardo.
Rimase un attimo stordito, poi gli gettò le braccia al collo con gli occhi lucidi.
- Ardof, che fai?!-  chiese Diana.
- Lui... io...-  non riusciva a parlare.

Appena impari di nuovo a parlare chiamami. Non ho tutta la giornata da perdere con i tuoi borbottii.
Comunque sono stupito, lo ammetto.

- Ardof!-  lo richiamò Trado.
- Mi aspettavo un benvenuto migliore.-  disse solo il Cavaliere nero.
- Lui è... è...-  non riusciva a dire il suo nome. Qualcosa nella sua gola gli impediva di continuare la sua frase.
Si era convinto che Vago non sarebbe tornato che ora faticava a parlare di lui. La sua testa gli diceva che era impossibile.
- Vago?-  concluse il Cavaliere nero.
Un silenzio assordante scese sui Cavalieri.
- Tu, come mai... non dovresti essere qui... Questo non ha senso! Dovresti essere morto! Almeno un po’!-  balbettò Frida.

D’accordissimo con Frida. In gergo medico si direbbe: con leggeri sintomi di decesso. O qualcosa di simile. Mica sono un dottore, io.
Comunque voi dovreste essere gli ultimi a parlare, vi vorrei ricordare

- Si. Dovrei essere morto. Ma come vedete non lo sono. Gli dei hanno fatto anche a me un regalo. Grazie a loro sono di nuovo vivo. Di certo il mio… risveglio non è stato dei migliori, mi sono… ci siamo ritrovati sul carro di un simpatico mercante di reliquie che ci stava per vendere come un qualunque oggetto al mercato nero. È stata una ripresa un po’ traumatica della vita… Ma di sicuro quello più traumatizzato era il mio amico mercante quando ci ha visti alzarci. Grazie al Fato ho portato i miei poteri a un livello incredibile. Non volevo arrivare così di sorpresa. Pensavo a un' entrata in scena più ad effetto, spettacolare. Purtroppo sono arrivati quei demoni e senza i vostri draghi non sareste riusciti a scamparla. Sono dovuto intervenire per forza.-  
- Wow.-  riuscì solo a dire Trado.
- Allora, mi avevate promesso una cena...-  
- Certamente!-
Entrarono nel Palazzo del Mezzogiorno.
- Ragazzi, non c'è più Denia. E con lui le nostre provviste. – Diana era appena risalita dalla cantina – di sotto non c'è più niente. Scusaci, Vago. Non potremmo fare molto per questa sera...-

Ah… Oh… Vabbè, dimenticate il mio commento di prima. Se ospiti un senzatetto, lui ti toglierà il cibo da sotto il naso.
Almeno anch’io ho imparato qualcosa di nuovo.

- Non è un problema.-  Vago chiuse gli occhi, mise le mani con le palme aperte davanti a sé e tirò un sospiro.
Non servivano le parole, quella che stava per fare non era una magia. Stava modificando il fato del mondo intorno a lui.

Mica male come potere speciale.
Cos’altro aveva imparato a fare? Muovere gli oggetti con la forza del pensiero? Sputare salami?
Quello si che sarebbe un potere utile. Sai a quante feste sarebbe invitato?

Davanti ai suoi occhi si misero a vorticare parole nere. Un lampo scuro lacerò l’aria.
Davanti a lui comparve Denia con due sacchi in mano.
- Dannazione, cosa diavolo...-  in quel momento si accorse di Trado e Ardof spalla a spalla davanti a lui.
Denia si voltò e cominciò a scappare verso la porta. Frida gli si parò davanti.
- Se non è cambiata dall'ultima volta che l'ho vista non ti conviene metterti contro di lei.-  gli urlò dietro Vago.
Denia non lo ascoltò e caricò Frida a testa bassa in un disperato tentativo di fuga.
Frida si spostò appena di lato, mettendo una gamba per far inciampare il ladro. Lui cadde come un sacco. Frida gli appoggiò un piede sulla schiena per tenerlo fermo.
- Nava. “Dormi.”-  sibilò.
Denia si accasciò sotto il peso di Frida.
- Dove lo mettiamo?-  chiese Trado.
- Io ho un'idea.-  gli rispose Ardof.
- Spara.-  

Denia si trovò disteso su un pagliericcio, tutt'intorno solo piante. Si appoggiò a una staccionata lì vicina.
Ci fu un ringhio dal folto degli alberi. Il ragazzo cominciò a correre in una direzione a caso.

E io che pensavo di essere vendicativo!
Povero ragazzo… non credo che risentiremo il suo nome molto presto.


- Ik. “Su.”-  La cupola dorata del Palazzo della Mezzanotte si sollevò di qualche spanna dal terreno su cui l’avevano posata. Ardof la fece passare attraverso il portale aperto dagli stregoni di Farionim.
Era l'ultimo pezzo. Il resto del palazzo era già montato sulla piana in cima al Flentu Gar.
Saldò la cupola al resto della struttura.
Il Cavaliere rosso si sedette sulla terra battuta. I lavori erano finalmente finiti.
Si godette il momento con la schiena appoggiata alle pareti di quel maestoso palazzo, godendosi gli ultimi raggi del sole di quella giornata.

Ardof entrò nell'edificio di marmo bianco che i nani e gli elfi di entrambe le carnagioni avevano costruito di fronte ai due palazzi.
Nella sala principale, seduti alla tavolata, c'erano Drake, Farionim e Nestra, Fasto, Vroyer, il rappresentante degli elfi della Grande Vivente, Foglietta I, l’altro rappresentante dei folletti, degli gnomi e dei Bereng e il Governatore.
Dopo poco arrivarono anche gli altri Cavalieri.
Era la prima riunione delle Cinque Terre. Dovevano essere presenti tutti i capi di stato e, per forza, anche i cinque cavalieri.
- Benvenuti, - esordì Farionim. - Apriamo ora il primo consiglio delle cinque terre.-  una signora in un angolo buio scrisse quel che Farionim aveva detto con una velocità impressionante. - Queste le decisioni prese: Re Vroyer e Foglietta I con il popolo dei nani, dei folletti, degli gnomi e dei Bereng si stabiliranno nella zona sud delle terre occidentali, da ora Terra della Pietra; Il Governatore, sotto suo suggerimento, con gli abitanti di Chiritai fonderà una propria colonia nella Terra del Vento, la zona superiore delle terre occidentali; Fasto, Tearo, - il rappresentante degli elfi - e Drake andranno a occupare la Terra del Vento, comprendente la parte superiore della Piana Umana e la Grande Vivente, dove vivranno elfi chiari, elfi scuri e umani; Fariuna andrà con il popolo dei draghi, come promesso, nella zona sud delle terre orientali, delimitata dal corso del Serat a nord, dalla catena dei Muraglia ad ovest e dal mare a sud ed est, inoltre l'isola rimarrà a loro; Io e Nestra andremo invece con i Coloni nella Terra dell'Acqua, la regione che si spartirà con la Terra del Fuoco i territori orientali.- Farionim prese fiato. Poi si rivolse ai cavalieri. - Vi abbiamo convocati per concedervi il comando della Terra degli Eroi.-  
I cavalieri si guardarono.
“ Ragazzi. Se per voi va bene mi offro io.” disse Vago.
“ Perché?” chiese Frida.
“ Ardof, Frida, voi volete portare avanti il Palazzo della Mezzanotte. Trado, Diana, mi avete detto che voi dirigerete il Palazzo del Mezzogiorno. Così anch'io ho la possibilità di fare qualcosa di buono per le Terre.”
“ Non impazzirai come Reis?” Gli chiese Ardof per alleggerire un po' l'aria.
“ Tranquilli.”
- Bene.- disse ad alta voce Vago. - Abbiamo discusso. Se vi sembro adatto, prenderei io il posto di comando qui.-  
- Bene!-  si lasciò scappare Fariuna. Ma riprese subito il suo contegno.
- Molto bene. - Riprese Farionim. - siamo felici che sia stato tu a prendere questo incarico. La seduta è sciolta.-  
- Ancora una cosa...- disse Frida - Fariuna, per i nuovi Cavalieri come ci possiamo organizzare?-  
- Pensavo di darvi almeno venti uova nel prossimo mese e... sette, massimo dieci uova ogni mese... a meno che non ci siano pestilenze o catastrofi. Nel caso in cui la popolazione dei draghi sia messa a rischio ogni nostro accordo verrà fermato finché l’emergenza non sarà terminata.-  
- Sono d'accordo.-
- Io avrei ancora un'idea, se per lei va bene. Quando venimmo addestrati noi, ci separarono dai nostri draghi per un periodo. Possiamo chiedervi di allenare le nuove generazioni di draghi per i loro primi due, tre anni?-  
- Certamente.-
- Cavalieri...-  s'intromise Vroyer dopo un attimo di silenzio in cui sembrava che la riunione stesse davvero per concludersi.
- Si?-  rispose Ardof.
- Posso chiedervi di estendere i cavalieri anche alla nostra razza?-  
- Penso che non ci siano problemi. Fariuna?-  
- Non ci sono problemi. Basterà modificare l'incantesimo sulle uova. Non sono però la più indicata a rispondere di questo, coloro che crearono il primo incantesimo sapranno sicuramente come far ciò.-
- Non sarà un problema per noi, prima di partire, modificare l’incantesimo che creammo durante la nostra prima visita.-  rispose Drake.
- Grazie!-  il re nano era commosso.

Sono quasi commosso anch’io… Ora, la volete sciogliere questa seduta che avremmo tutti di meglio da fare?
Anche io ho una vita sociale.

- Molto bene. Ognuno di noi avrà quattro mesi per creare un sistema di gestione funzionante. Poi ci trasferiremo tutti in questa sede. Intesi?-  concluse Farionim.
- Intesi.-  fu la risposta collettiva.
La sala si svuotò in un baleno.

Per fortuna, aggiungerei. Se c’è una cosa che detesto di più di chi mi ruba le battute, sono i politicanti. 

   
 
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