Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: ladyvonmark    20/03/2009    11 recensioni
"Siamo andati tutti a scuola -almeno, si spera-. Anche i personaggi
famosi. Anche loro hanno dei compagni di liceo ai quali si sono legati.
Compagni estranei al mondo di Hollywood.
Cecilia Ariani ha 31 anni, è per metà inglese e
per metà italiana. E vive in America -una ragazza
international, insomma-. Ha frequentato il liceo in Inghilterra e,
guarda caso, è finita nella stessa classe di un ragazzo di
nome Orlando Bloom. Chissà chi è questo tizio,
direte voi -notare vena ironica-. Sempre più per caso, i due
sono molto amici. E Cecilia inizia a conoscere qualche amico di
Orlando..."
Prima fanfiction che pubblico -dedicata alla mia androgina Dod XD-.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3° capitolo rivisto
Ipod, musical e raptus omicidi
Se Johnny vuole che gli si salti addosso, deve solo dirlo


8:10 AM
“No, rimetti indietro!”
“Ma lascia perdere!”
“Sei un ignorante!”
“E tu non capisci niente di musica!”
“Senti, genio, a me quella canzone piaceva!”
Wow. Mi girava la testa. Eravamo nel suv di Orlando-mr simpatia-Bloom, io schiacciata tra Dom e il finestrino, Mr Simpatia alla guida, il bronzo di Riace accanto a lui, io dietro al bronzo, Dom in mezzo e Keira-sveglia-alle-sette-Knightley dietro Orli.
Dom, forse l’unica persona che in quel momento non odiavo -anche se sapevo che non sarebbe durata molto- stava discutendo con l’imbecille alla guida sulla canzone che Orli aveva appena tolto.
“Come cavolo fa a piacerti?!” fece Orlando, gesticolando.
“Mi spiace interrompere la vostra discussione” mi intromisi io e stranamente tacquero, “ma vi chiedo di tacere. Parliamo. Ad un volume normale. Okay?”
E il bronzo si voltò verso di me, mi sorrise e sussurrò:
“Grazie”.
Cardiopalma. Infarto. Il cuore non regge. Elettrocardiogramma piatto. Ora del decesso, 8:12 AM. Oddeo, ma un ‘grazie’ poteva essere più sexy di quello? La buona educazione impone di rispondere. Quindi io sorrisi e dalla mia bocca uscì un mugugno meglio identificato come:
“You‘re welcome” (la mia metà italiana si fece sentire. Voleva dire prego. O voleva dire anche: sei il benvenuto, ovunque. Basta, contegno).
Quando mi voltai verso sinistra, osservando Keira, trovai la faccia di Dominic a due centimetri dalla mia.
“UHAAAAARRRRGH!” strillai spaventata, guardandolo. E lui fece la faccia divertente e coccolosa, per cui non riuscii neanche ad urlargli contro. Mi pressai una mano sul cuore.
“Io vi denuncio, è da quando siete arrivati che state cercando di farmi morire di crepacuore!” sbraitai, respirando profondamente, “prima con quello che prende il diploma di strombazzamento del clacson, poi questo scemo che mi fa prendere le paralisi, poi…”
… poi quello che mi sussurra ‘grazie’ in quel modo. Avrei voluto dire così, stavo per dire così. E per fortuna il mio neurone n° 2 bloccò il n° 1 e gli diede l’impulso di farmi chiudere la bocca. Perciò, figuraccia sventata. Per ora.
“Poi cosa?” chiese Dominic, bastardo, con la faccia furba e curiosa.
“Poi… p-poi… poi chissà che farete durante oggi!” esclamai, con la voce che diventava acuta come non so cosa. “E comunque mi spieghi perché mi stavi guardando?”
Dom sorrise nuovamente, inarcando un sopracciglio.
“Be’, stavo pensando che sembravi molto assorta nelle tue… constatazioni…” fece, allusivo. Avevo detto che non sarebbe durata, no? Strinsi forte i pugni, reprimendo l’istinto omicida nei suoi confronti; troppi testimoni, tra cui l’uomo della mia vita. Che figura ci facevo, poi?
“Stavo pensando a come uscire indenne da questa giornata”
Be’, era una mezza verità. Indenne in senso figurato e letterale. Indenne da figuracce e da morti premature.
“Be’, Cee, lascia che te lo dica. Stai facendo un melodramma”
Sguardo omicida verso Keira, che mi sorrise serenamente. “Andiamo! Sarà una bella giornata!”
Mi appoggiai al sedile, chiusi gli occhi e mi misi a pensare. Si, probabilmente sarebbe stata una bella giornata. Una giornata di tranquillità, di sole, di compagnia, niente solitudine, niente pensieri tristi. Era tanto tempo che non trascorrevo una giornata semplice con i miei amici. Probabilmente mi avrebbe fatto bene andarmene al mare.
“There by the seaaa…”
Mi rendo conto e mi tappo la bocca. Ecco qua. Dopo una serie di figure di cacchio sventate con una fortuna incredibile, come un’idiota, me ne uscivo cantando ‘By The Sea’. Come se Adone, o Apollo, o quello che vi pare, non la conoscesse. Però l’avevo fatta a bassa voce. Magari stava pensando ad altro. Non mi aveva sentita. Magari stava parlando con Orli. Probabilmente non mi aveva neanche…
“Hai visto quel film?”
… sentita.
Si era voltato di nuovo verso di me. Con quei Ray Ban che… Dei, da stupro. No! Cecilia Ariani, smettila! E rispondi! Rispondi. Oddio, che rispondo? Intanto sorrisi a 54 denti.
“Scherzi? Adoro i musical”
Be’, non era propriamente un musical, però… insomma, qualcosa lo era.
Con somma gioia mi accorsi che Orlando aveva fermato la macchina! Sìììììì, eravamo arrivati! Uscita! Sìì, da quella macchina così piccola! Ariaaa! Siii! Sono salvaaaaa! Sono salv-
“Cecilia ha una voce molto bella, Johnny, sai?”
E Keira Knightley voleva essere uccisa, quel giorno. E si, perché mi stava provocando. E doveva ringraziare che il Suv di Orli era in mezzo a noi, perché sennò l’avrei affogata, lì e subito.
“Davvero?” Adone, ci si metteva anche lui! ‘Giornata nazionale contro Cecilia, unisciti a noi e supporta la nostra causa!’
“Ma nooo!” feci io, sorridendo più finta di una barbie, “Keira esagera! Non sono brava!”
“Invece no, dovreste proprio cantare qualcosa insieme!”
Orlandoooooooo, benedetto ragazzo, voglio troppo bene a tua madre per… no, no, lo ammazzo e basta.
“Chissà, un giorno, magari…”
Lo sostengo da quando ti ho visto la prima volta in Chocolat che tu sei l’uomo della mia vita, no? Mr sorriso splendente!
Me la stavo scampando e tutto per merito di Johnny-amoredellamiavita-Depp. Sempre che quelle piattole non avessero insistito, però. Mentre sistemavo l’asciugamano sulla sabbia, però, continuavo a valutare la stranezza della situazione. Quei quattro erano a Miami a fare chissà cosa e venivano da me. Da me. Me medesima. Me, me! Io, insomma. Me ed il mio ego. E venivano senza preavviso. Dio quel giorno voleva farsi due risate.
Che simpaticone!
“Allora?”
L’Orlando innamorato mi guardava, interrogativo. Così come gli altri. Forse mi ero persa qualc- O per tutti i David di Michelangelo e di Donatello, Adone ed Eros compresi! Erano in costume. Tutti e tre. Il mio stupido compagno di liceo, il suo stupido amico e un deo sceso in terra a far morire d’infarto una mortale come me. Jack Depp, Johnny Sparrow o chiunque vi pare era in costume. E mi guardava. Occheccazzo, dovevo rispondere.
“Cosa?” bella voce stridula, uscita a 150 decibel!
“Ho detto se vieni a fare un bagno” ripetè Orli, come se fossi una bambina di due anni. Be’, in quel momento le facoltà intellettuali erano più o meno quelle.
“N-no. Grazie. Più tardi, magari” sussurrai, impietrita. Gli altri due alzarono le spalle e si diressero in acqua, mentre Orli mi guardava, curioso e interessato.
“Più tardi” ripetei, un po’ più forte. Mi presi la testa tra le mani e chiusi gli occhi. Avevo stampata nella mente quella immagine paradisiaca di lui, senza maglia. Si, Dio, un simpatico umorista! Io il giorno prima mi ero addormentata, con l’obiettivo di farmi una bella porzione di cavoletti miei. Invece, inaspettatamente, erano arrivati quelli. Da me.
“Tu non me la conti giusta!” esclamò Keira, accanto a me. A parte l’ennesimo infarto della giornata, ormai ci avevo fatto l’abitudine, mi voltai verso di lei.
“Perché?”
Ma sì, neghiamo.
“Mmm, qualcosa mi dice che un qualcuno di nome Cecilia è attratto da un qualcuno di nome Johnny” fece lei, ghignando. Lo stregatto si sarebbe spaventato, a vederla.
Negare. Negare sempre. Negare fino alla morte.
“Kiki, lasciatelo dire: passare tanto tempo con Orlando non ti fa bene, per niente…” commentai tranquillamente. Ero preparata a qualche altra domanda, ma lei rimase in silenzio, alzò le spalle e si distese sull’asciugamano. Fiuuu, scampata, almeno per il momento. Comunque la imitai anch’io e mi stesi, chiudendo gli occhi.
Partì una canzone e dopo poco, Morfeo mi colse impreparata.
 
Non so dopo quanto mi risvegliai. So solo che, per la seconda volta in quella mattina, non mi svegliai di mia spontanea volontà.
… be my friend, hold me…
Avevo l’ipod ancora acceso. Però c’era una voce che strillava e predicava contro qualcuno, non sapevo dire chi. E poi faceva caldo, molto caldo. Aprii gli occhi. Di nuovo, rischiai l’accecamento. Il sole era davvero troppo brillante. Riuscii, però, ad aprire gli occhi e a vedere Keira Knightley che urlava, dimenandosi, mentre Orli la portava in braccio verso il mare.
Scoppiai a ridere. Due braccia mi afferrarono, sotto le gambe e sotto la schiena.
Cacciai un urlo peggio di miss Elizabeth. Qualcuno mi aveva caricata in spalla e neurone n.1 e neurone n.2 furono d’accordo nel giudicare che forse avrei fatto la stessa fine dell’altra tizia.
Occazzo.
“No! Fermati! Fermatii! Per favore!”
Qualcuno aveva la voce di Dominic, mentre rideva. Maledettoo!
“Dominic! Mettimi giù! SUBITOOO! NO! FERMATI! PER FAVORE! PER FAVOREEE! NO, NO, DAI, TI PREG-”
Come posso descrivere il resto? Ah, già.
Splash.
Buttata a peso morto, in mare, con l’acqua gelida e una forza non indifferente. Vendetta. Tremenda vendetta. Avevo i brividi per il freddo, il costume in non so quali condizioni –non buono-. Ancora sott’acqua, controllai possibili nudismi –scongiurati, per fortuna.
Riemersi e mi trovai davanti la cosa più sexy mai esistita sulla faccia della terra. Jack Sparrow, come non l’avete mai visto, in costume, baciato dal sole, con l’acqua che gli scorreva su quella tartaruga che aveva sulla pancia. Ops, quella era la sua pancia.
Chiudi la bocca, cretina!
Mi tese la mano e mi aiutò a rimettermi in piedi. Probabilmente in quel momento avevo gli occhi a cuore. E forse tremavo anche.
“Grazie” per la prova di coraggio mi meritavo un oscar.
“Di niente” sorrise lui. E che cavolo, e allora dillo che ti devo stuprare! “Tutto bene?”
In quel momento mi ricordai della punizione divina che dovevo attuare, così ghignai, diabolica.
“Aspetta un secondo e te lo faccio sapere… DOMINIC!”
E via all’inseguimento. Non so per quanto tempo lo rincorsi, gli tirai la sabbia, pugni, cazzotti, calci ovunque. Non avrei risparmiato niente e nessuno. So solo che Dominic chiedeva pietà, gemendo, e lui era ancora lì, sorridendo, forse divertito da noi. E così, con molta nonchalance, tornai da lui, sfregandomi le mani, innocentemente.
“Tutto bene, grazie” e gli feci l’occhiolino.
“EHI PICCIONCINI!”
Qui giace Orlando Bloom, lingua impertinente, osò sfidare una dea, meglio conosciuta come Cecilia Ariani, provocando la sua Ate.
Ero diventata sicuramente bordeaux, ma mi consolò che Johnny fosse imbarazzato quanto me. Perciò mi girai verso il mio delizioso compagno di liceo e mi ripresi.
“ORLANDO, VEDI UN PO’ TU SE TI CONVIENE FARMI PARLARE. DOMINIC IN CONFRONTO è MARCELLINO PANE E VINO”. Mentalmente già mi stavo ripassando ogni cosa potesse essere vagamente imbarazzante riguardo lui. Se non stava zitto, altro che una buona parola... lo sputt... 
Orlando rise, facendomi innervosire, ma tacque. Aveva capito l’entità del danno che io potevo provocare, così evitò di dire altre scemenze. Scemenze meravigliose, oserei dire, ma più false di una banconota da 15 dollari.
“Sono convinto che Freud avrebbe da lavorare parecchio, su di lui” Johnny mi risvegliò dai miei pensieri. Mi voltai verso di lui, tralasciando il fatto che forse non l’avevo mai visto così bello. Avevo voglia di usare una videocamera, in mondo visione, e fare: TIè! Per fortuna non potevo.
“Oh, sì. Sì, direi proprio che una decina d’anni in terapia non servirebbero a molto”
“Già…”
“Già. Sindrome di Peter Pan, traumi da bambino che l’hanno portato ad essere cretino in età adulta”
“E manie di protagonismo”
“Quelle sempre e comunque”
Risi. Mi sembrò la cosa migliore da fare, per quanto scema. Lui mi imitò, questo mi consola.
“Quanti anni hai?”
Bevvi, tossendo rumorosamente. Mi aveva colta alla sprovvista. Per di più, mi aveva spaventata.
“Prego?”
Fu una scena buffa, davvero. Io che sputacchiavo acqua salata, con le lacrime agli occhi.
“Non so come mi sia uscito, scusami” fece, imbarazzato. Si teneva una mano sulla nuca e non mi guardava. Sorrisi.
“Non preoccuparti. Solo, mi hai colta alla sprovvista” Il premio per la risposta più insulsa, va a Ceciliaaaa! “E comunque, ne ho 32. Purtroppo”
Lui mi guardò, finalmente. Sorrise.
“E perché purtroppo? Fossi sopra ai 40, capirei, ma 32…”
“Dai, 32 non sono pochi”.
“Non li dimostri neanche”
“Sì, sì, menti, bravo!” rimbeccai scherzosa, sorridendo. Lui rise e a parte i due neuroni che entravano in coma, tutto bene.
“Seriamente, perché dovrei mentirti?” chiese, ancora sorridendo anche lui.
“Perché la buona educazione vuole così!”
“E chi ti dice che io sia beneducato?”
Non seppi cosa rispondere e quell’attimo di esitazione mi costò un nuovo tuffo in acqua. Qualcuno mi aveva arpionato il piede e mi aveva trascinata giù. Quel qualcuno sarebbe seriamente morto. Cioè, parlo con l’amore della mia vita e tu mi interrompi? Quando risalii vidi Orlando sghignazzare.
“Sai, amore della mia vita, potrei ucciderti. Qui e adesso”
Si avvicinò, abbracciandomi.
“Perché ho interrotto il vostro flirt?”
Emisi un verso strozzato.
“Che- quale… Orlando, se non la smetti giuro che ti faccio diventare l’Orlando massacrato”
Rise, quello stronzo.
“Un po’ nervosetta, non trovi?”
E si allontanò, lasciandomi… Sospirai pesantemente, pensando a quanti metodi di tortura conoscessi.
Poi mi guardai intorno. Il mare era splendido, il sole caldo e accecante...
 DOVE DIAVOLO ERA IL BRONZO?!
~E mettiamoci anche il terzo capitolo, va. -sospirone-. Lascio gli infiniti ringraziamenti per dopo. Allora, è un orario un po' tardo, mi sto riprendendo ancora dalle ultime pagine del meraviglioso libro del signor Coelho, Undici Minuti. Inutile dire che ho pianto -e quando mai-. Proprio così. Ho avuto la geniale idea di dare un'occhiata a EFP e ho trovato qualche sorpresa, tra l'altro piacevolissima. Dovrei ripassare fisica, per il compito di domani. Ma si sa, al classico le materie scientifiche non sono propriamente considerate importanti, così do la precedenza ai miei sfoghi scrittoriali -io li chiamo herpes-. Con tutto questo straparlamento etcetera etcetera... 
Sto aggiornando -almeno mi pare- abbastanza velocemente. Ma questo è solo perchè questi capitoli erano già scritti, u.u . 
No, dai, seriamente. Spero che riuscirò a postare con la stessa regolarità, anche se non credo, visti i miei frequentissimi blocchi dello stradigitatore di tasti sul pc -perchè scrittore è un offesa a tutti coloro che si forgiano di questo nome. Si forgiano, ma come parlo?!-. Comunque se rallenterò, penso di avvisare. 
Passo a ringraziare:
In primis i lettori "silenziosii" -spesso anch'io sono così, anche se non per pigrizia-.
Coloro che mi hanno messa tra i preferiti, gentilissimi. Non sanno quanto mi hanno fatta felice.
Alice Brendon Cullen
Clitty
Dod
Dogma
Thiliol
E le recensionatrici. Tuttora ballo al ritmo di Dancing Queen degli Abba, per quanto sono felice delle vostre recensioni.
Sara: ad avercelo, uno zio così! Non preoccuparti, non sei l'unica a sbavare senza contenersi. E mi limito nelle descrizioni del caro Mr Depp, che sennò non finisco più. Ti ringrazio infinitamente, cara, per i complimenti che mi fai. E' indescrivibile quanto mi rendano gasatissima [XD] e fiera. Seriamente.
Comunque, organizziamo, party al mare, per pochi eletti. Ti riservo un pass. Ovviamente ci saranno lo Zio, l'Omo e il Paciocco^^. Un bacio grandissimo.
Thiliol: sono molto contenta che ti piacciano queste prime tracce di storia -oggi parlo strano, non farci caso-. Devo dirti che mi sembri un po' me. Giro molto su questo sito e leggo con occhio critico. Diciamo che sono una rompiscatole, che per me un congiuntivo sbagliato è irritante. Se sei almeno l'1% come me, allora sono contentissima della tua recensione. Spero che continui a piacerti.
Daiana: io sono come il coniglio nel cappello, cara. Salto fuori quando meno te l'aspetti. Sì, sono ignorante. E mi scordo pure a farti le recensioni -che demente-. Ho dato una doppia razione al cricetino, comunque, così seguo il tuo consiglio, o mia sponsor. Grazie, tesoro. Veramente. Senza di te non lo so come farei. Appena lo vedo, ti saluto Socrate, e pure Kant, che ultimamente mi ci faccio certi discorsi... -cosa che potrebbe sembrare anormale, ma in confronto ai miei discorsi con i miei alter ego...-
Un bacione one one, ti voglio bene.
Prettyprincess90: A Nandooo! Mi recensisci, che onore! Me commossa. Sono contenta che ti piaccia. E sì, c'è un po' delle nostre conversazioni mattutine. Lo sai che io la mattina sto come il gargoyle del Gobbo di Notre Dame. Sclerata e musona. Solo che a me non c'è lo Zio Joh, come dicono Sara e Cecilia, a rasserenarmi la giornata. Che ingiustizia.
Un bacio.
Cecilia: parto già in confidenza. Perchè in effetti, mi sento un po' così. Okay, già mi credi pazza, malata di mente. Non ti sto a spiegare tutte le mie elucubrazioni mentali, via ringraziamento-per-recensione. Magari ti contatto personalmente, perchè penso possa far piacere sentirsi dire certe cose di persona -i segreti di stato, sto facendo-.
Adoro il tuo nome, comunque, mi piace molto. E ti ringrazio sinceramente dei complimenti che mi hai fatto. Come ho detto a Sara, detto da voi è una cosa per me incredibile -positivamente; rimando sempre a quel famoso messaggio privato che ti scriverò-. Sì, sono convinta che ti spaventerai, quando leggerai queste cose. Ma fa nulla.
Il Boss... certo che hanno dei soprannomi, i nostri cari amici Orli, Joh e Kiki. L'Omo. Il Paciocco... basta, mi sto riprendendo.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Hai visto che aggiornamento flash? E soprattutto, questi miei flussi di coscienza ti spaventano?
Un bacio.
Miss Rainbow: Ruoooos! Grande, domani altro placcaggio? Sono solo contenta, lo sai, se mi blocchi in stile rugby. E sono contenta anche che la storia ti piaccia. Spero continui a piacerti. Ci sentiamo presto -anzi, ci vediamo-. Un bacio.
Federica
  
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