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Autore: Baetris    09/02/2016    1 recensioni
Irene ha perso l'anno scolastico e i genitori decidono di iscriverla in un collegio femminile lontano dalla sua città. A rendere questa partenza ancora più drammatica è la presenza di un ragazzo di cui Irene è perdutamente innamorata, Liam, un ragazzo italo americano.
E proprio quando sembra che Irene riesca a vivere bene questa sua nuova vita all'interno del collegio stringendo amicizia anche con un'altra ragazza, Isabella, un evento tragico cambierà ogni cosa e costringerà Irene ad una scelta.
(Questa storia è il seguito di "Tempesta di Pace", di cui consiglio la lettura per capire meglio la trama. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2805164 )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Hi, italian girl” quanto mi era mancata la sua voce.

“Ciao, Liam”

“Come stai?”

“Potrei stare meglio, tu?”

“Bene. I miss you.” La voce profonda di Liam mi fa sciogliere ogni volta.

“Mi manchi tanto anche tu.” Ed è vero, sento come un bisogno viscerale di stargli vicino, soprattutto dopo quello che è successo quella sera. A ripensarci mi vengono i brividi.

Sentiamo dei passi avvicinarsi e Isabella lancia a terra la sigaretta senza aver il tempo di finirla e io spengo immediatamente il telefono e lo rimetto in tasca in una frazione di secondo

“Cosa ci fate voi due qui?” chiede un custode con fare interrogatorio.

“Niente, una passeggiata.” risponde in modo molto naturale Isabella, ci avrei creduto anche io se non fossi stata lì con lei.

“Tornate subito dentro.” ci intima il vecchio custode.

Il collegio è davvero enorme, sembra la versione cattolica di Hogwarts.

Io e Isabella torniamo nella nostra stanza che devo ammettere, ha un odore terribile.

“Apriamo le finestre?” le chiedo.

“Certo, c’è un odore terribile.”

Isabella è davvero minuscola, credo che riuscirei a sollevarla con un solo braccio. Vorrei chiederle qualcosa riguardo la sua condizione, ma risulterei indelicata.

Sono le 11.45, tra poco dobbiamo andare a pranzare. 

“Chissà cosa ci sarà per pranzo.” mi dice lei, come se mi leggesse nella mente.

“Non ne ho idea, non prevedo niente di positivo però.”

Fa molto caldo, ci saranno almeno 30 gradi ma Isabella sente freddo, infatti indossa una felpona blu che le arriva fino alle ginocchia e trema comunque.

“Hai freddo? Vuoi qualcosa?”

“Un pochino, ma fa nulla. Sono abituata.” nei suoi occhi si vede la tristezza e la fatica che deve aver fatto a causa della malattia.

Scendiamo nel refettorio e troviamo posto vicino a tre ragazze: Martina, Alessandra e Silvia.

“Nuove?” ci chiede Silvia, una ragazza bionda davvero molto bella.

“Sì, io sono arrivata oggi.” rispondo con cortesia “Voi?”

“Io sono qui dall’inizio dell’anno.” mi risponde lei. Sembra la classica ragazza proveniente da una famiglia benestante della Milano bene. Non la conosco ma già la invidio.

“Io sono qui da quando sono nata.” ci informa Alessandra. Vorrei davvero sapere perché, però mi sembra poco opportuno. Lei è meno bella di Silvia e credo che sia nigeriana, o di un paese limitrofo.

“Io da tre mesi.” Martina invece è molto in carne, forse ai limiti dell’obesità, mi chiedo se il motivo della sua permanenza qui sia dovuto a quello.

Isabella sembra troppo occupata a capire cosa ci porteranno da mangiare, non riesco ad immaginare il rapporto che abbia con il cibo.

Dopo qualche minuto di conversazioni un po’ scialbe, una inserviente ci porta il primo: pasta al sugo, un classico.

Viene servita a tutti tranne che a Isabella, a lei portano degli integratori alimentari e un frullato che emana un odore disgustoso ma a cui lei sembra abituata e che beve tutto d’un sorso.

“Sono stanca di tutto ciò.” mi sussurra mentre ingerisce anche gli integratori.

Ha lo sguardo assente, probabilmente sta pensando al altro.

Finiamo tutte di mangiare e le altre ragazze informano me e Isabella che ci sarà una riunione alle 15 per i nuovi arrivati in aula magna ma che per ora possiamo stare nelle aree comuni con tutte le altre ragazze.

 “Volete unirvi a noi?” ci chiede Silvia mentre Martina ed Alessandra le stanno alle spalle.

Io ed Isabella e all’unisono rispondiamo: “Volentieri”.

Ci sediamo tutte su un divanetto mentre altre ragazze stanno chiacchierando tra loro.

“Cosa ne pensate di questo posto?” chiede Alessandra.

“Preferirei stare da un’altra parte, diciamo.” rispondo io senza pensare che il mio tono suona alterato.

“Preferiresti stare con quello con cui parlavi al telefono?” mi chiede ridendo Isabella.

“Hai un ragazzo?” mi chiede Silvia.

“Non lo definisco il mio ragazzo, ma più o meno.” 

In effetti non abbiamo avuto il tempo di parlare della nostra relazione io e Liam.

Vorrei sapere se lui ora stia uscendo con altre ragazze o si definisce il mio ragazzo.

Gli ho anche attaccato il telefono in faccia, spero non se la sia presa troppo. Controllo il telefono ma non ho ancora campo. Che palle.

“Mi accompagni fuori?” mi chiede Isabella che sventola due Camel blu e un accendino fin troppo rosa shocking.

Usciamo e accendiamo le sigarette; nella sua mano sembra enorme, le dita di Isabella sono davvero scheletriche.

“Hai un’aria strana, Irene.”

“Cosa intendi?”

“Sembra che tu non sia qui mentalmente, seppur il tuo corpo è qui.”

Ha ragione, finché non rivedrò Liam continuerò a pensare a lui.

  
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