Il giorno seguente, ricordo che mi svegliai trovandomi solo nel mio letto, eppure ero certo del fatto che con me ci fosse Tom.
Non ero ancora del tutto in forze eppure mi alzai dal letto per recarmi in cucina e controllare la situazione.
Erano circa le 9:35 quando andando nell’altra stanza, vidi Tom seduto nel divano attaccato alle labbra della sua dolce metà. Mi prese un colpo all’anima. D’improvviso mi irrigidì del tutto, era come se un’onda gelida di odio e di tensione mi stesse travolgendo completamente. Non era certo l’eccellenza vedere mio fratello e la sua ragazza praticamente appiccicati l’uno all’altra. Si creò subito un’aria di incredibile tensione fra noi. Tom si accorse subito della mia presenza  e si staccò immediatamente da lei. Tutti erano ben consapevoli del fatto che la sua ragazza non venisse vista con buon occhio da me. C’era qualcosa in lei che non mi piaceva affatto. Tuttavia, lui corse verso di me mentre io,  girando le spalle, mi recai ai fornelli della cucina.
- Ei Bill!- urlò lui – come ti senti stamattina?-
- bene.- risposi io molto freddamente
- non si direbbe, hai un’aria angustiata.
- sto bene, non ti preoccupare.-  risposi io, intento a versarmi il the nella tazza senza degnarlo di uno sguardo.
- senti Bill! So cos’hai e mi dispiace. Di certo non è stato proprio un bel risveglio il tuo, ma lei è pur sempre la mia ragazza e se mi vuoi bene come dici, devi accettarla. Devi farlo per me. Non vorrei trovarmi nella scomoda posizione di dover scegliere fra te e lei. Non sarebbe corretto–
Alzai lo sguardo e mi girai verso di lui. Ero tremendamente gelido.
- fidati, non sarai costretto a scegliere.- aggiunsi io con un filo di voce
Presi la tazza di the tra le mani e me ne andai in camera mia.
Ero in piena crisi isterica. Non sopportavo il fatto di vedere quella li nella mia cucina e per di più con mio fratello.  Non ricordo nemmeno il suo nome. In realtà, non so come lui ci potesse stare. Siamo praticamente uguali e quello che non piace a me, non piace nemmeno a lui. La trovo molto strana questa storia, quasi ridicola. Per non parlare poi della sua voce. Gracchiava come una cornacchia. Non sopportavo quel tono quando stavo bene, figuriamoci quando sto male.
 Finito il mio the, mi vestii e me ne andai.
Tom, vedendomi infuriato, mi corse dietro.
- Bill, dove diamine vai? Sei pallido come un vampiro! Stai ancora male!- disse urlando. – non puoi ancora uscire!-
Non gli risposi nemmeno. Presi la mia auto, inserì la chiave e partì lasciando Tom in erme sul marciapiede.
Non sapevo dove stessi andando ma sapevo per certo che li non volevo rimanere un secondo di più.
Andavo molto veloce in strada, il vento che entrava dal finestrino, mi rigenerava. Stavo ancora molto male ed ero debole e quell’aria mi tirava su di morale.
D’improvviso, il mondo mi crollò addosso.
Una macchina, non fermatasi allo stop, investì la mia. Rotolai insieme alla mia auto ormai disintegrata, giù per qualche metro. Mi sentivo K.O. ero in fin di vita. Persi completamente i sensi ed entrai immediatamente in coma silenziosamente.