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Autore: Sajoko    13/02/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3: UK

 
Quando Lily tornò a casa ormai stanca morta, era già l’una di notte. Mentre i suoi genitori dormivano beatamente nella stanza a fianco, Lily entrò senza fare rumore e appena si sdraiò sul letto senza cambiarsi i vestiti, chiuse gli occhi e si addormentò.
Dopo qualche ora, Lily dormiva tranquillamente sul fianco destro, finché ad un certo punto non sentì il rumore di un treno che sembrava avvicinarsi sempre di più. All’iniziò le pareva strano: vicino a casa sua non c’erano binari, ne era sicura; ma continuò a non farci caso. Probabilmente era una macchina lontana in strada.
Si girò sull’altro fianco, ma appena si mise comoda, sentì qualcosa muoverle i capelli. Un po’ scocciata, aprì gli occhi e, incredibilmente, si ritrovò all’interno di un vagone di un treno che andava sulle rotaie. Non poteva credere ai suoi occhi. Notò che fuori dal treno non era notte, bensì giorno. C’era il sole alto e questo sorprese Lily ancora di più.
Si guardò attorno e notò che il vagone dove si trovava aveva i sedili di colore verde chiaro predisposti in lunghe file sui lati, mentre in fondo al vagone c’era qualcosa. Un albero colmo di foglie verdi di forma ovale, dell’erba verde attorno tanti bellissimi fiori di diversi colori quali coi petali rossi e bianchi, petali a punta viola, piccoli fiori bianchi formati in piccoli gruppi e tantissimi piccoli fiori sparsi per tutta l’erba di colore blu, fuxia e lillà.
Non aveva idea di quali fiori si trattassero, ma erano davvero incantevoli.
Sentì nuovamente qualcosa muoverle i capelli e, presa da un leggero brivido, guardò dietro di sé cosa fosse: era una piccola finestrella aperta che, con l’andare avanti del treno, faceva entrare aria all’interno del vagone.
Lily tornò a guardare il vagone e toccò il tessuto del sedile dov’era seduta. Con grande sorpresa, scoprì che era morbido e confortante. Profumava di erba appena tagliata.
Tornò a guardare l’albero: a causa del vento dentro il vagone, le foglie dei rami continuavano a volare qua e là come se fossero farfalle.
Lily si alzò e mentre guardava l’albero davanti a lei, si avvicinò per toccarlo. Si guardò attorno ma non vide nessuno. Era totalmente sola.
S’incamminò per qualche metro e appena fu a pochi centimetri dal tronco dell’albero, si fermò. Sentì lo stimolo di toccare quel bellissimo albero, ma non sapeva il perché. Era più forte di lei, non poteva farci nulla. Avvicinò la mano e appena lo sfiorò, sentì una sensazione di sicurezza e calma. Si accucciò alle radici dell’albero, si sedette e con la schiena si appoggiò al tronco. Improvvisamente sentì il bisogno di dormire. Stava per addormentarsi e mentre le palpebre diventavano sempre più pesanti, rimase ad ascoltare il rumore del vento, del treno sulle rotaie e la sensazione dei petali dei fiori che si muovevano leggiadri attorno a lei… Se quello era il paradiso, avrebbe voluto rimanerci per sempre.
Mentre riposava, aprì leggermente gli occhi e davanti a se vide qualcosa: una sagoma scura. Non capiva bene cosa fosse così focalizzò l’immagine e…
 
- Lily? Sveglia. Devi andare a scuola. –
 
Lily si svegliò e vide sua madre scuoterla delicatamente al bordo del letto. Li per lì, non capiva cosa fosse successo, ma quando si svegliò, capì che era solo un sogno. Un bellissimo sogno.
La madre di Lily la chiamò a bassa voce e le disse:
 
- Avanti tesoro. Alzati, che è tardi. –
 
Detto questo, la madre uscì dalla stanza e lasciò che si svegliasse con calma.
Dopo qualche minuto, Lily si alzò, si stropicciò gli occhi, si stiracchiò e scese dal letto. Era un po’ delusa perché avrebbe voluto continuare quel sogno meraviglioso. Sperava di sognarlo anche questa notte. Dopo essersi vestita, prese lo zaino e andò in cucina a fare colazione.
La madre le aveva preparato una ciotola di macedonia di frutta, un bicchiere d’acqua e qualche biscotto al cioccolato. Lily prese la ciotola e disse:
 
- Hai qualche impegno dopo il lavoro? -
 
- In effetti si: devo passare in alcuni posti e ti sarei grata se andassi tu a fare la spesa… -
 
- Va bene. Nessun problema. –
 
Lily finì la macedonia, bevve il suo bicchiere d’acqua, prese dei biscotti, diede un bacio sulla guancia della madre e disse:
 
- Grazie per la colazione. Vado a prepararmi. –
 
- Aspetta tesoro! –
 
Lily si fermò di colpò, si voltò verso di lei e disse:
 
- Cosa c’è mamma? –
 
Sua madre si avvicinò a lei, le mise una mano nei capelli e tirò fuori qualcosa:
 
- Ecco: avevi questi tra i capelli. –
 
Lily guardò cosa fosse e, con sua grande sorpresa, scoprì che era un petalo di un fiore. Lily rimase senza parole. Non poteva essere vero. La madre lo guardò e disse:
 
- E’ per colpa di quei capelli arruffati che c’hai in testa. Non so come fai a tenerli! -
 
Adesso Lily era davvero confusa: è stato un sogno, oppure no?
 
***
 
Appena arrivò in stazione, Lily pensò al sogno dell’altra sera: un treno con un albero di Acacia circondato di fiori e una tranquillità indescrivibile… cosa poteva significare?
Ci pensò per tutto il tempo mentre era al binario. Mentre il treno stava per arrivare pensò:
 
Chissà cosa voleva dire quel sogno… Cavoli, sono così confusa! Insieme agli appunti, sono davvero… gli appunti!
 
Lily si ricordò di avere ancora in borsa il quaderno degli appunti di Ivo, il padre di Robert. C’erano delle informazioni su cui doveva assolutamente approfondire delle ricerche. Mentre pensava a tutto ciò, il treno arrivò e si fermò al binario. Fece un rumore assordante, ma Lily continuò a pensare al petalo e agli appunti:
 
Troppe domande e poche risposte… forse dovrei fermarmi per un momento e riflettere… devo cercare le risposte…
 
Intanto, i passeggeri in attesa al binario, salirono sul treno. Il capostazione lasciò le porte aperte per qualche minuto aspettando i ritardatari, poi salì pure lui, chiuse le porte con un forte tonfo e partì puntuale come un orologio…
Quando il treno uscì dalla stazione, Lily era ancora li ferma al suo posto. Non era salita.
Aveva in mente un idea.
Come una saetta, mise via il quaderno nella borsa, scese la rampa di scale e uscì di corsa dalla stazione. Attraversò il grande viale di fronte all’edificio, poi la strada, rischiando di farsi investire, e si diresse per andare in un posto dove avrebbe trovato sicuramente le risposte che cercava.
Dopo 20 minuti, si fermò davanti all’edificio a cui stava pensando: la biblioteca.
Appena si fermò, riprese fiato, entrò e di diresse alla reception. La biblioteca aveva una struttura imponente, con pareti in legno massiccio e un soffitto pieno di lampadari luminosi e brillanti. Assomigliava quasi alla biblioteca del Trinity college di Dublino (non così bella, ma simile e piena di libri).
Arrivò davanti alla reception e la donna dietro alla scrivania, riconoscendola, la salutò:
 
- Ciao Lily! Che bello rivederti! Come stai? –
 
Lily conosceva bene la segretaria della biblioteca: si chiama Doris, ha 50 anni circa, è leggermente paffutella con dei capelli biondi legati sempre da un fermaglio con un fiore rosso e una personalità fuori dal comune. Lily la considerava l’amica che non aveva mai avuto a scuola: intelligente e colta, piena di vivacità e con tante di quelle informazioni nella biblioteca che manco la CIA e l’FBI sapeva di conoscere bene.
Lily poggiò la borsa sul bancone, salutò Doris e rispose:
 
-  Ciao Doris! Sto bene grazie. Mi servirebbe un favore… -
 
- Dimmi tutto carissima. -
 
- Mi servono dei libri che parlano delle migrazioni dei cittadini italiani negli anni passati. Hai qualcosa al riguardo? –
 
Doris, appoggiandosi sullo schienale della sedia, ci pensò su, poi si voltò verso Lily e disse:
 
- Mmmm… Si dovrei avere qualcosa… Quale periodo cerchi esattamente? –
 
- Tra il 1950 in poi. -
 
- Penso proprio di sì. Ti faccio vedere, vieni. –
 
Doris accompagnò Lily al secondo piano al reparto “Storia” dove c’erano dei volumi a dir poco mastodontici e molto antichi grandi quanto un’enciclopedia. Dopo qualche ricerca, Doris indicò la sezione che cercava e disse:
 
- Ecco qui. È tutto quello che ho sulle migrazioni e immigrazioni. Se hai bisogno, chiamami pure. –
 
- Grazie. Sei la migliore Doris. –
 
- Modestia a parte, ovviamente… -
 
Doris abbozzò un sorriso e si diresse alla rampa di scale per tornare al suo posto dietro la scrivania. Lily intanto, iniziò a cercare: trovò tre libri molto interessanti dal titolo “Industrializzazione e migrazioni interne (1950-1970)”, “L'Italia e le migrazioni” e un raccoglitore con dei ritagli di giornale datati 1950 e oltre.
Dopo aver impilato i libri, Lily tornò alla reception e Doris le chiese:
 
- Hai trovato quello che cercavi tesoro?
 
- Si, ma devo ancora prendere una cosa: posso affidarteli per un momento? -
 
Doris le strizzò l’occhiolino e Lily andò ancora a caccia di libri. Questa volta andò nel reparto “Botanica: piante & fiori di ogni tipo” e cercò un libro sui significati dei fiori/alberi. Rovistò tra gli scaffali e trovò un libro intitolato “Il grande libro del linguaggio dei fiori”. Lo sfogliò e trovò molte illustrazioni di alberi, piante e fiori con accanto ad ognuna di esse un piccolo riquadro con delle scritte. Lily pensò che andasse bene, tornò alla reception e disse:
 
- Prendo questi quattro libri Doris. Te li riporterò appena posso. –
 
Doris prese i libri uno ad uno, li catalogò sul computer e disse:
 
- Tranquilla tesoro. Tienili quanto vuoi. –
 
Lily le sorrise e prima di prendere i quattro volumi, Doris le domandò:
 
- Ma esattamente a cosa ti servono? Di solito prendi dei romanzi, non enciclopedie enormi. Stai facendo una ricerca? –
 
Lily mise i liberi in borsa, se la mise in spalla, fece spallucce e disse:
 
- … Più o meno. È per una ricerca, sì, ma di altro genere… -
 
Doris poggiò le braccia sul tavolo, le sorrise e disse:
 
- Allora buono studio! Ci vediamo presto. –
 
Lily prese i libri e disse:
 
- Certo… ci vediamo… -
 
***
 
Il bar “Coffee World” era poco affollato. Ci venivano, per la maggior parte, ragazzi e ragazze per studiare in pace e persone anziane a godersi un buon caffè durante la giornata. Lily arrivò verso le 11 e quando varcò la porta in vetro, Roger la vide e la salutò:
 
- Hey Lily! Piccola peste! Come mai sei qui? Non dovresti essere a scuola? –
 
Lily si sedette al bancone, poggiò la pesante borsa e rispose:
 
- Oggi no. Ho molte cose da studiare. Se non ti dispiace, vorrei rimanere qui a farlo… -
 
Roger prese una tazzina e mentre l’asciugava disse:
 
- Il bar è di tutti! Puoi rimanerci quanto vuoi. –
 
Lily lo ringraziò, prese i libri della biblioteca e aprì il grande volume sull’indice. Cercava il periodo quando Ivo partì col transatlantico verso l’Australia.
La ricerca ebbe inizio.
Ora Lily, non si sarebbe tirata indietro.
Trovò per lo più informazioni riguardanti resoconti fatti dai preti durante i missionari per verificare le condizioni di vita degli immigrati e quel che scoprì era sconcertante: le grandi aziende, che avevano promesso un terreno alle famiglie contadine, diedero loro dei terreni, ma del tutto inutilizzabili; essendo un’isola con climi differenti (quali temperati, tropicali, equatoriali ecc); l’agricoltura era fattibile solo in determinati posti. Alcuni abbandonarono subito quella terra tornando delusi in Italia, mentre altri decisero di rimboccarsi le maniche, vivere come uomini degni e rendere pan per focaccia le persone che li avevano truffati. Uno di questi uomini era Ivo: Si trasferì sulla costa Sud-Est nel Nuovo Galles del Sud a Wollongong, vicino Sydney, e per poter vivere in quell’ambiente arido e inospitale, diede inizio ad un’attività di allevamento di ovini producendo carne e lana per tutto il paese; non molto tempo dopo, diede inizio alla coltivazione di vigne per il pregiato vino australiano.
Riuscì ad accumulare un capitale molto alto e così a costruirsi una casa mettendo su famiglia.
Lily rimase ore a studiare quella storia e rimase affascinata da tutto ciò. Voleva saperne di più.
Dopo alcune ore di studio intenso, Lily trovò tutte le informazioni che cercava. Decise di prendersi una pausa e mentre si stropicciava gli occhi, Roger le porse un sacchetto di carta con dentro qualcosa. Lei lo guardò e disse:
 
- Che cos’è? –
 
Senza che lei se ne accorgesse, Roger era uscito un momento dal bar lasciandola studiare con calma. Mentre Lily lo guardava, si tolse il cappello che aveva in testa, lo appese sull’attaccapanni in legno e rispose:
 
- Il tuo pranzo. Sei qui da quasi 5 ore e non ti sei nemmeno mossa. Devi mettere qualcosa sotto i denti, quindi mangia! –
 
Lily guardò l’orologio: le 16. Era arrivata al bar verso la mattina; com’era possibile che fosse passato così tanto tempo? Lily cercò di non pensarci, prese il sacchetto, lo aprì e dentro ci trovò due tramezzini col l’uovo e il tonno. Lily ne addentò un morso e lo mangiò con gusto. Aveva decisamente troppa fame e mangiò il primo tramezzino in pochi secondi, dopodiché, iniziò subito col secondo.
Roger la guardava contento: finalmente mangiava qualcosa.
Lily finì il suo “pranzo” tutta felice e lo ringraziò:
 
- Fiu! Grazie Roger. Se non ci fossi tu, sarei morta di fame ancora prima di arrivare a casa. –
 
Roger le sorrise e disse:
 
- Non c’è di che! Ti va un caffè? –
 
- Più che volentieri! –
 
Roger si diresse verso la macchina del caffè, mentre Lily si lasciò cadere sul bancone coi gomiti aspettando pazientemente. Mentre aspettava, pensò a quello che aveva studiato durante quelle ore e non poteva credere a quello che aveva passato Ivo in Australia. Sistemò i libri delle migrazioni, quando vide il libro di botanica nascosto sotto di essi. Se ne era dimenticata: doveva cercare una definizione del sogno che aveva fatto.
Lo prese in mano, lo guardò e pensò:
 
Ero talmente presa a conoscere la verità su suo padre che mi sono dimenticata del sogno… sarà meglio dare un’occhiata a questi fiori…
 
Lily cercò i fiori che aveva visto in sogno. Non era sicura di ciò che aveva visto, ma la forma e il colore se li ricordava bene quindi non poteva sbagliarsi. Con l’aiuto delle immagini, cercò i fiori che più si avvicinavano a quello che aveva visto e quando riconobbe l’albero, lesse il piccolo paragrafo accanto:
 
Acacia Robinia (Robinia pseudoacacia)
Il legno di Acacia è noto per la sua resistenza e durezza. Vengono da sempre associati significati quali la forza, il vigore, la perennità e la vittoria della vita sulla morte.
Considerata nell'antichità come il simbolo del legame tra i mondo del visibile e quello dell'invisibile, l'Acacia era spesso simbolo di saggezza e rinascita.
Nella tradizione degli antichi egizi si narra della nascita di alcuni Dei sotto i rami di un'Acacia e l'albero simboleggiava il passaggio dall'ignoranza a uno stato di conoscenza.
Nella più moderna tradizione massonica, l'Acacia è vista come portatrice di positività e cambiamento. “
 
Lily finì di leggere, poi cercò gli altri fiori che aveva visto. Trovò il fiore rosso e bianco e lesse il paragrafo:
 
Garofano (rosso) – (Dianthus caryophyllus)
 Amore ardente e passionale. Simboleggia passione, ma anche l’inferno.”
 
Lily sfogliò ancora e cercò ancora. Più cercava, più notava che i fiori significavano qualcosa che lei sapeva da sempre. Doveva sapere.
Cercò ancora e trovò il fiore viola:
 
Mandragora (Mandragora autumnalis)
Furore, delirio, rarità.”
 
Lily non poteva credere a quello che leggeva. Cercò ancora, assetata più che mai dalla voglia di conoscere e capire. Non riusciva a fermarsi. Ormai era vicina alla soluzione.
Poche pagine più avanti, trovò i fiori bianchi in piccoli gruppetti:
 
Viburno (Viburnum)
Attestato dei propri sentimenti o della propria stima.”
 
L’ultimo. L’ultimo fiore poi tutto avrebbe avuto senso. Trovò i fiori piccoli di colore blu, fuxia e lilla:
 
 
Centonchio dei campi (Anagallis arvensis)
Cambiamento della vita. Può essere in senso negativo o positivo.”
 
Lily chiuse il libro con un tonfo. Tutti quei significati… tutti quei fiori… avevano un significato rivelatorio per Lily. Non poteva essere una coincidenza. Non poteva esserlo.
Si accorse che stava tremando. Non riusciva a fermarsi. Quel sogno… non poteva essere una coincidenza…
 
- Ecco il caffè! -
 
Il suo pensiero venne interrotto proprio quando Roger le portò il caffè. Lily si riprese con uno spavento e disse:
 
- Eh? Oh sì… grazie Roger… -
 
Mentre prendeva la tazzina, Lily tremava come una foglia e anche Roger lo notò:
 
- Hey Lily. Tutto bene? stai tremando… -
 
Lily bevve un sorso e rispose:
 
- … Tranquillo Roger. Va… va tutto bene… -
 
***
 
Mentre tornava verso casa, Lily pensò ancora al sogno. Pensò al treno, all’albero e ai fiori che aveva sognato. Tutte queste cose avevano qualcosa in comune che aveva a che fare col modo di vedere la vita Lily. Quando arrivò alla stazione, sentì dentro di sé il senso di angoscia che la distruggeva lentamente.  Non riusciva a tenersi tutto. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno e sapeva con chi. Prese la sua decisione e si avviò.
Guardò sul tabellone il primo treno che fosse diretto verso la piccola cittadina dove abitava l’unica persona di cui potesse fidarsi: Robert. C’era un treno fra 5 minuti al binario 3. Perfetto e in orario.
Lily si diresse al binario 3 e aspettò che arrivasse e nel mentre pensò:
 
E’ sera tardi… spero di non disturbarlo mentre mangia…
 
Mentre aspettava, in lontananza vide i fari luminescenti del treno.
Il tragitto fu molto tranquillo per fortuna e durò quasi un’ora. Quando Lily arrivò in stazione, c’era un silenzio di tomba, così guardò che ore fossero: le 8 passate. Lily si guardò intorno e pensò:
 
Probabilmente avrà già finito di cenare… spero!
 
Mentre percorreva la strada principale del quartiere, Lily passò davanti a molte case graziose e ben curate: non ci aveva mai fatto caso, ma erano davvero eleganti. Dopo 10 minuti a piedi, arrivò davanti alla casa di Robert, si diresse nel viale principale, ma in quel momento si rese conto di una cosa: lui non era solo in casa.
Dalla finestra, Lily notò che c’era un’altra persona, ma la tenda bianca copriva la visuale e non permetteva a Lily di capire chi fosse. Non poteva vedere i volti, ma aveva intuito che uno dei due era una donna. Vide le due sagome parlarsi vicini, seduti sul divano, poi uno dei due abbracciò l’altro e… diede un bacio all’altro. Lily rimase immobile. Non fece nulla. Non sapeva perché ma provò un senso di rabbia e gelosia dentro di sé; ma perché provava tutto ciò?
Lily fece una cosa che non aveva mai fatto prima: tornò indietro verso la stazione ingelosita dalla scena.
Mentre s’incamminava a passo veloce, Lily pensò:
 
Ma che cazzo vado a pensare? Non è che per forza, visto che è l’unica persona di cui io mi fidi, non debba avere qualcuno di cui è innamorato! Andiamo… è solo un amico!
 
Attraversò il viale principale e quando arrivò alla fermata del bus, si sistemò la borsa in spalla e pensò:
 
*Sigh*… adesso faccio pure la gelosa? Sono ridicola…  Beh, peggio di così non poteva andare…
 
Mentre aspettava sotto il cartello della fermata, Lily sentì delle gocce caderle sulla testa. Guardò in alto e iniziò a piovere leggermente. In quell’esatto momento, quando abbassò lo sguardo pensò:
 
… Grandioso…ma che cazzo, perché succedono tutte a me?
 
Lily ormai si rassegnò: non era la giornata giusta per lei. Si mise il cappuccio sulla testa e aspettò il bus per tornare alla stazione.
Rimase ad aspettare sotto la pioggia per quasi 20 minuti e quando finalmente arrivò alla stazione, notò sui tabelloni di aver perso la coincidenza di soli 7 minuti. Il prossimo era tra mezz’ora. Lily andò nella sala d’attesa al caldo, ma ormai era troppo tardi: il raffreddore era assicurato.
Lily si coprì più che poté e mentre aspettava pensò:


Oggi non è stata proprio la mia giornata. Troppe sorprese indesiderate…
   
 
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