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Autore: Fjorleif    17/02/2016    13 recensioni
STORIA INTERATTIVA// posti ancora disponibili //. I fatti sono ambientati durante la guerra dell'Anello e la trama investe talvolta le vicende di personaggi minori, pur mantenendo i punti salienti della storia.
Dal primo capitolo:
Che cosa rimaneva della pace che un tempo regnava in quelle terre verdeggianti e altere? Che cosa della superba magnificenza delle sconfinate praterie e delle immense distese d'erba?
Eppure Éomer ricordava un tempo non troppo remoto in cui qualsiasi Eorlingas poteva attraversare in sicurezza le terre del Mark, senza avvertire la minaccia degli Uruk proveniente da Ovest, o la presenza inquietante del Male che cresceva ad Est.
Dal quarto capitolo:
Ma ciò che più sarebbe mancato al suo cuore sarebbe stato il mare, instancabile moto delle sue passioni e infallibile rimedio per ogni male che affliggeva il suo animo. Dove avrebbe trovato la forza di prendere importanti decisioni e a chi avrebbe confidato ogni sua preoccupazione? Per tutta la vita si era rivolta ai profondi flutti blu ponendo loro i suoi interrogativi e ogni volta aveva ricevuto una risposta, sussurrata dal fragore delle onde, sagge consigliere e complici amiche.
-Namaarie.- Disse in un sussurro. -Il mio cuore dormirà finché non ti rivedrà ancora.-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Legolas, Lothirìel
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Questa fiction vuole essere un esperimento "interattivo" per coinvolgere più possibile tutti quegli ammiratori dell'Universo di Tolkien che vorrebbero vedere sè stessi o un proprio personaggio inserito nella Terra di Mezzo e che interagisce con i personaggi presenti. Da lettrice, mi è sempre capitato di volermi immergere nel mondo di cui stavo leggendo e che mi appassionava e penso che ciascuno di noi debba avere la possibilità di far parte di ciò che gli piace. 
Il progetto funziona così:
1) Chi fosse interessato a far parte della storia deve scrivermi un messaggino privato, dove mi specifica il nome e una piccola descrizione del personaggio che vorrebbe inserire nella storia (ad esempio: che ruolo ricopre, di quale razza fa parte, se ha famiglia, se vorrebbe essere accoppiato o imparentato con uno dei personaggi già esistenti, una piccola descrizione fisica, come vorrebbe interagire nella storia, ecc...)
2)Piccola regolina: prima di inviarmi un eventuale messaggio privato, lasciate una piccola recensione al capitolo, per farmi capire cosa ne pensate della storia e per farvi conoscere e riconoscere.
3)Purtroppo potrebbe capitare che un personaggio con cui desiderate interagire sia già stato "preso". In tal caso ci si può accordare e trovare un compromesso, ma ahime, vige la regola del "primo arrivato". In ogni caso io cercherò di fare il possibile per accontentarvi :)
4)Anche se la trama è ambientata durante la guerra dell'Anello, questo non vi impedisce di avere un personaggio che ha a che fare anche con altri periodi storici dell'Universo di Tolkien. Per nostra fortuna, il professore ha creato razze immortali e razze longeve, quindi se, ad esempio, siete particolarmente appassionati de Lo Hobbit potete inventarvi un personaggio che ci sia stato allora e che ci sia anche durante la trama corrente. Potremo poi rivedere scene delsuo passato tramite flashback, narrazioni, ecc...

Bene! Direi che mi sono dilungata anche troppo, quindi vi lascio al capitolo e spero vivamente che questo esperimento possa essere un successo. Spero di sentirvi numerosi! La mia penna è al vostro servizio ;)




Buonasera, miei cari lettori! Mi dispiace di averci messo un po' ad aggiornare, ma non avete idea di quanto questo capitolo mi abbia fatta dannare!! E' stato un continuo scrivi-cancella-scrivi-cancella-scrivi-bloccati-riprendi ecc... Ho reso l'idea?
Ad ogni modo, questo è il risultato e spero che vi piaccia. In fondo, come sempre, i nomi dei personaggi originali e dei loro creatori.





9.Sulle Tracce della Principessa Scomparsa





-Non credo che questa sia la direzione giusta.-
-Vuoi cessare di opporti, Amrothos?-
-Se voi due mi aveste dato retta, anche soltanto per un istante, mi sarei zittito da un pezzo. Vi sembra possibile che una persona qualsiasi entri a palazzo, rapisca Lothíriel e la porti a Nord, verso l'Enedwaith, che è una terra per lo più disabitata?-
-Alcune truppe di Minas Tirith sono già state inviate a Mordor: è inutile che anche noi ci dirigiamo nella stessa direzione.-
Il diverbio sorto tra i due fu placato da un silenzioso gesto del fratello maggiore, il quale, poco più avanti di loro, sollevò il braccio ben protetto dall'armatura, facendo cenno di tacere. Erchirion ed Amrothos si lanciarono a vicenda uno sguardo di disappunto, ma non osarono ignorare l'avvertimento di Elphir.
Non appena Lothíriel era scomparsa da Dol Amroth e i signori di Gondor erano partiti per fare ritorno a Minas Tirith, il principe Imrahil aveva convocato i figli e aveva dato loro l'ordine di ritrovare la sorella e di ricondurla a casa.
A capo della spedizione, Elphir guidava i fratelli minori. Fiero e bello, egli era stato cresciuto per divenire ciò che era nato per essere: l'erede di Imrahil e futuro signore di Dol Amroth. Era stato istruito non soltanto nell'arte della guerra, ma anche nelle pratiche di  buon governo. Serio e saggio, Elphir aveva un'indole pacata e un cuore gentile e cavalleresco, sempre pronto ad intervenire in aiuto degli indifesi. Dei tre, era sicuramente il più amato dalle donne e poteva vantare un lungo seguito di ammiratrici, sebbene fosse da tempo promesso a una fanciulla di Gondor. Era alto e bruno, caratteristica che condivideva con i fratelli, e gli occhi grigi splendevano come due gemme preziose, incastonate in un gioiello di pari bellezza, quale era il suo volto. Nonostante fosse ormai trentenne, il suo viso era ancora incorrotto e non presentava segno alcuno dell'avanzare degli anni, e per questo doveva ringraziare in parte il sangue elfico della sua antenata Mithrellas, in parte la discendenza Dúnedain.
Altra cosa era Erchirion, secondogenito di Imrahil. Più alto e possente del fratello, egli era considerato il combattente più forte e valoroso di Dol Amroth. Non si poteva dire che possedesse spiccate abilità tattiche, né conoscenze adeguate delle strategie di battaglia; tuttavia, era pressoché imbattibile nel duello con la spada e nello scontro corpo a corpo. Era anche piuttosto abile a cavalcare: per questo motivo, il principe di Dol Amroth aveva fatto giungere uno splendido purosangue da Rohan appositamente per lui. Una lunga e folta chioma corvina ricadeva sulle spalle vigorose dell'uomo, simile alle onde del mare in tempesta. Sebbene i tratti del viso fossero meno delicati di quelli di Elphir, la durezza dei lineamenti gli donava un aspetto virile e altrettanto piacente. Gli occhi neri come la notte parevano due abissi profondi, dai quali, una volta entrati, era difficile riemergere, mentre il naso dritto e nobile lo rendeva simile a un antico principe Númenóreano. Per indole, era il più bellicoso e impulsivo dei tre: un fuoco ardeva nel suo petto e ciò lo rendeva agguerrito e sempre pronto alla battaglia.
Infine veniva Amrothos, di appena cinque anni maggiore rispetto a Lothíriel. Il suo carattere docile e giocoso lo distingueva dai fratelli maggiori e gli faceva prediligere la musica e le canzoni al duello. Non amava la vita a palazzo e sovente si recava nel cuore della foresta dove, sulle rive di un ruscello gorgogliante, suonava la lira o scriveva poesie. Anch'egli aveva una folta chioma bruna, intrecciata alla maniera degli elfi silvani, seppur toccasse a malapena le spalle; gli occhi celesti brillavano allegri e gioiosi, accompagnando il candido sorriso spesso dipinto sulle labbra carnose.
Sebbene non amasse gli scontri, era piuttosto abile nel tiro con l'arco; la sua mira e la sua precisione, infatti, erano tali da fargli colpire un bersaglio anche a diversi metri di distanza.
-Ho udito un rumore di passi.- Disse infine Elphir rompendo il silenzio che era calato nella fitta vegetazione.
I tre tirarono con forza le redini, interrompendo il suono ritmico prodotto dal lento moto dei cavalli. Erchirion aggrottò lo sguardo, gettando rapide occhiate qua e là, la mano possente sull'elsa, pronta a sfoderare la temibile lama.
Ancora una volta calò il silenzio. Ora si poteva distinguere soltanto il rumore di leggere gocce d'acqua che picchiettavano sulle felci rigogliose, scivolando a terra con grazia: aveva iniziato a piovere.
Immersi e circondati dal verde, i principi di Dol Amroth si scrutarono l'un l'altro, premurandosi di non emettere suono alcuno.
Il canto di un tordo risuonò nell'aria; non si fece attendere a lungo la risposta, proveniente dall'angolo opposto della boscaglia. Amrothos sorrise, guardandosi intorno meravigliato, ma la sua attenzione fu ben presto richiamata dalla voce del fratello maggiore.
-Eppure ero certo di aver udito qualcosa.- Sussurrò guardandosi intorno, ancora con fare circospetto. Cautamente scese da cavallo e mosse alcuni passi in direzione del punto in cui la foresta si faceva più fitta.
-Potrebbe trattarsi di Belthil, la fanciulla Maia alla ricerca del suo perduto amore.- Suggerì Amrothos entusiasta al solo pensiero.
-Quella è solo una leggenda.- Intervenne scettico Erchirion.
-Si dice che si aggiri tra le foreste, in silenzio, e che raramente si mostri nel suo peregrinare senza fine.- Proseguì il minore, per nulla scoraggiato dalle parole del fratello.
-Non esiste, Amrothos. Non è reale.- Asserì l'altro, premurandosi di scandire bene le parole.
-Come puoi esserne certo? Tutte le leggende hanno un fondo di verità...-
-Volete smetterla voi due?- La voce di Elphir riecheggiò poco più avanti. -Qui ci sono delle tracce.-
I due, ancora a cavallo, smontarono in fretta e lo raggiunsero. Notarono alcune felci schiacciate, come se qualcuno vi si fosse coricato poco prima, e alcuni rami spezzati.
-Se non è la donna Maia di cui parlava Amrothos, non può essere lontana.- Osservò Erchirion con sarcasmo, ricevendo, di tutta risposta, un'occhiataccia dal fratello.
Seguirono le tracce sino a giungere presso  le sponde di un quieto laghetto. Una piccola cascata spumeggiante si tuffava nelle acque limpide producendo un rilassante fragore e alcune splendide ninfee ricoprivano, qua e là, la superficie piatta. 
Furono necessari pochi istanti prima che i giovani principi di Dol Amroth notassero un'aggraziata figura femminile, intenta a bagnarsi le candide membra sulle rive, colme di fiori, dello stagno.
I tre spalancarono gli occhi simultaneamente, non appena constatarono di trovarsi di fronte a una fanciulla di razza elfica e, pieni di sorpresa, si avvicinarono alla mirabile visione.
Il viso niveo e sottile era solcato da una visibile preoccupazione, che aumentò nel notare che tre sconosciuti si facevano innanzi. Ciononostante, non interruppe ciò che stava facendo: strinse i denti e seguitò a pulire una lunga ferita che le attraversava il braccio.
-Avete bisogno d'aiuto, mia signora?- Domandò con gentilezza Amrothos, avvicinandosi.  L'elfa strisciò lungo il margine del lago, indietreggiando di qualche metro.
-Come vi siete procurata quel taglio?- Proseguì pacatamente il giovane.
-Strane creature si aggirano per queste terre.- Rispose lei, una volta compreso che chi le stava di fronte non pareva a vere cattive intenzioni. -Uomini, a prima vista, ma dall'aspetto sgradevole e grottesco.-
-Dunlandiani.- Asserì Elphir, facendosi innanzi a sua volta. -Come vi chiamate?-
-Il mio nome è Aredhel e provengo dal reame incantato di Lórien.- La fanciulla scrutò con attenzione i suoi interlocutori: erano giovani e di bell'aspetto. Notò che indossavano vesti da viaggio e lunghi mantelli blu, sui quali era cucito un cigno in fili d'argento, simbolo che riconobbe all'istante. Portavano armi con sé e ciò poteva significare soltanto una cosa: erano cavalieri in missione.
-Cosa ci fa un'elfa di Lórien in questa terra desolata?- Domandò Erchirion, che fino a quel momento aveva taciuto osservando in disparte.
-Potrei porgere la stessa domanda a tre cavalieri di Dol Amroth.- 
I fratelli si guardarono a vicenda, sorpresi dalla prontezza con cui era giunta la risposta. Era palese che non si trovassero di fronte a una sprovveduta.
Aredhel si alzò finalmente in piedi, scuotendo le vesti argentate che scivolavano leggere sul corpo snello e sinuoso, dalla figura slanciata. Portò le mani al capo, ravvivando la cascata di boccoli ebano, che ricadde sulle spalle diritte, e fissò intensamente i tre sconosciuti.
Elphir, dopo aver fatto un piccolo inchino, prese la parola.
-Siamo i principi di Dol Amroth, figli di Imrahil, che regna sulla Cittadella Azzurra. Il mio nome è Elphir e loro sono Erchirion e Amrothos.- Fece una breve pausa per riprendere fiato. 
-Siamo alla ricerca di nostra sorella Lothíriel, che è scomparsa ormai da settimane. Non sappiamo dove si trovi al momento, né come sia sparita, ma è grande desiderio nostro e del nostro saggio padre che torni a casa al più presto.-
Le toccanti parole del cavaliere colpirono la fanciulla elfica per la loro sincerità e per il trasporto con cui erano state pronunciate. Non era necessario leggere le menti dei giovani per capire quanto fossero in pena per la sorella scomparsa, era sufficiente guardarli in volto per carpire il turbamento dei loro cuori e l'intensità del loro proposito.
-Riconosco degli uomini di valore, quando li vedo e, sebbene di recente sia sempre più raro incontrarne, posso affermare con certezza di trovarmi di  fronte a tre di loro.- Esordì.
-Non conosco vostra sorella, né vostro padre e ho appena conosciuto voi. Tuttavia ho scrutato nei vostri cuori e li ho trovati colmi di virtù. Vi aiuterò, per quanto mi sarà concesso, a ritrovare Lothíriel.-
I tre si guardarono l'un l'altro meravigliati, in attesa che Aredhel riprendesse a parlare.
-Il mio viaggio mi conduce nel regno di Rohan, ma ciò non mi impedirà di supportarvi nella vostra ricerca. Inoltre, è pur sempre vero che maggiore è il numero di luoghi esaminati, maggiore è la possibilità di ritrovarla.- Concluse il suo discorso con un soave sorriso.
Questa volta, fu Amrothos a farsi avanti per proferire parola. Prese le mani dell'elfa tra le sue e, stringendole, rispose al suo sorriso.
-A nome mio e dei miei fratelli vi ringrazio, Aredhel e spero che un giorno, presto o tardi, le nostre strade si possano rincontrare.-
La fanciulla annuì e chinò elegantemente il capo in segno di saluto.
-Namárië1. Abbiate cura di voi, e che i Valar vi assistano.- 






1 “Addio” in lingua elfica. Devo dire che sono certa del Quenya, ma non altrettanto sicura che si dica allo stesso modo in Sindarin (nda).




Per chi è arrivato in fondo, Belthil, la fanciulla Maia citata da Amrothos, è un personaggio di sorridopernullawow , mentre Aredhel è un personaggio di janineryan . Entrambe sono bravissime scrittrici, quindi vi consiglio di dare un occhio alle loro storie. Come sempre, se volete lasciare un parere fra le recensioni, siete i benvenuti e mi rendete felicissima. A presto! ^O^
   
 
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