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Autore: 365feelings    21/02/2016    1 recensioni
Storie di una pistolera e di un colletto bianco.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: kuma_cla
Titolo: Gambe mamma che fantasia
Personaggi: Rock/Revy, Eda
Rating: verde
Avvertimenti: ust
Prompt: Black Lagoon, Rock/Revy. Rock vorrebbe riuscire a smettere di fissare le gambe di Revy, ma è davvero impossibile.
Note: post Giappone con Revy che non riesce ancora a camminare. Se non ricordo male nell'appartamento di Revy il letto è sotto la finestra. Scritta per l'iniziativa di San Valentino
 del gruppo fb We are out for prompt.




Sotto l'ingombro di due cartoni di pizza, un sacchetto pieno di ramen precotto e una cassa di birra, Rock arranca fino alla porta e con non poca difficoltà riesce ad estrarre le chiavi dalla tasca e a far girare quella giusta nella toppa. La serratura alla fine scatta e lui è dentro.
L'aria è impregnata del fumo delle sigarette e le finestre sono chiuse probabilmente dall'ultima volta che è passato ad aprirle, cioè due giorni prima. Sospira e avanza nel monolocale in penombra cercando di non fare troppo rumore perché stesa sul letto c'è Revy e dato che non lo ha ancora insultato immagina stia dormendo.
Appoggia la spesa sul tavolo e già che c'è butta via i cartocci del take away tailandese, il tutto con la massima attenzione perché è così raro non sentire la donna bestemmiare o gridare e non ha certo intenzione di svegliarla. Raddrizza anche una bottiglia che l'altra ha lasciato sul pavimento e più si avvicina al letto più camminare senza pestare qualcosa diventa difficile. Ci sono carte ovunque, il cestino che le ha avvicinato è pieno e il posacenere sul comodino è da svuotare.
Sospira un'altra volta e lo sguardo cade sulla donna che riposa in mutande, una canottiera larga che è risalita sull'addome e la gamba sana abbandonata in una posa scomposta. La quantità di bende che fascia il polpaccio destro è diminuita e presto potrà tornare a muoversi liberamente – per la gioia di tutti, perché quando è convalescente Revy diventa intrattabile (più del solito si intende).
Invece di tornare alla finestra, l'attenzione di Rock rimane sulle gambe della pistolera. Non è la prima volta che se le ritrova davanti, l'altra va sempre in giro in pantaloncini corti e in più di un'occasione l'ha vista in mutande (non che la stesse spiando o altro, semplicemente a Revy è senza pudore). Non capisce quindi il motivo di tanto, improvviso interesse. Forse perché in Giappone le ha coperte con un paio di pesanti calze nere e non lo aveva mai fatto prima e ora che sono tornati a Roanapur invece le ha nuovamente scoperte. Forse perché, in qualche distorto modo, le gambe nude di Revy gli ricordano che Tokyo è un capitolo chiuso. Non lo sa, non capisce e il suo sguardo continua a scivolare sulla pelle scoperta (caviglie, polpacci, cosce e poi di nuovo, al contrario), ma quando arriva chiedersi come sia al tatto si spaventa – eppure non si muove.
Per fortuna la donna sta dormendo. Il pensiero però che si svegli e lo trovi a fissarle le gambe gli dà la forza per spostare l'attenzione su altro.
La finestra. Pensa alla finestra, si ripete.
Mentre si sporge per raggiungerla e aprirla si sente, però, improvvisamente trascinato verso il basso. In un primo momento non capisce, poi realizza che Revy ha afferrato la sua cravatta e ha tirato.
Il suo volto si trova ora ad un soffio dal seno della donna, che non indossa il reggiseno – ma cerca disperatamente di non pensarci. Deglutisce e solleva lo sguardo fino ad incontrare quello della pistolera. Non sta dormendo. È una constatazione ovvia che per fortuna non esterna.
Cerca di capire quale sia il suo umore, ma l'espressione di Revy è insondabile. È arrabbiata? Si è accorta che le stava guardando le gambe? Si è semplicemente appena svegliata? Con la luna storta magari? Non ne ha idea e con la coda dell'occhio nota che da sotto il cuscino spunta il calcio di una delle sue pistole. Cerca quindi di guardare il lato positivo della situazione: non ha la canna della Beretta puntata alla tempia. Non ancora almeno.
Apre la bocca per parlare (quel silenzio lo sta mettendo a disagio) ma non sa cosa dire, quindi la richiude sentendosi un po' un idiota, mentre lei continua a fissarlo.
Deglutisce un'altra volta, perché per quanto stia cercando di non pensarci è premuto sopra il corpo tonico della donna e sebbene non sia la prima volta che accade, questa è senza dubbio la prima volta che si sente così in imbarazzo, tanto che arriva a rivolgersi a chiunque li stia guardando dall'alto dei cieli (sempre che ci sia qualcuno) perché lo liberi da quella situazione. Se gli altri sapessero che è ricorso a Dio per una cosa del genere senza alcun dubbio lo prenderebbero in giro – Revy stessa lo sfotterebbe fino al giorno della sua morte. Al momento però non gli importa e quando la porta si spalanca non è mai stato così felice di vedere Eda. Eda che è andata con lui a trovare la pistolera, ma che è rimasta indietro a discutere con una prostituta. Eda che ora lo ha raggiunto e che ghigna nel vederli così vicini – letteralmente uno sopra l'altra. Rock si ripromette di andare ad accendere un cero alla Chiesa della Violenza.
«Interrompo qualcosa?» domanda la donna con sguardo malizioso e il ghigno che si allarga sempre di più.
Sì, no, forse? Non ne ha nemmeno lui idea.
La mano di Revy lascia la sua cravatta e mentre mostra il dito medio alla suora (accompagnato da un «Ma vaffanculo Eda, vai a farti fottere»), Rock ne approfitta per rialzarsi e lasciare l'appartamento.
Percorre velocemente le scale, più di quanto sarebbe prudente fare perché quei gradini sono proprio bastardi, e solo una volta in strada realizza non aver né arieggiato la stanza né gettato l'immondizia.
   
 
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