[Capitolo
revisionato e corretto da beta reader
Digihuman in data 25/04/2020]
Capitolo
2
La
partita
Sora
Sono le otto di sera e Taichi, da quando me ne sono andata dal bar, non
si è
fatto sentire. Sono talmente abituata a stare con lui, che quando non
ci
vediamo mi sento così vuota. Decido di mandargli la buona
notte.
Dopo pochissimo arriva la sua solita risposta: “Buonanotte
principessa” con il
suo solito smile con il bacio. Adoro quando mi chiama così.
Lo ha sempre fatto,
ma ogni volta che lo fa è un sussulto nel mio cuore.
Mi addormento col sorriso sulle labbra.
***
La sveglia suona come sempre. Oggi è venerdì.
Eccolo arrivare come ogni mattina
col suo solito sorriso.
Nel tragitto mi ricorda della partita del pomeriggio contro la Misato
Senior
high school. Adoro guardare Taichi giocare, ma vedere anche quella
ragazza
accanto a lui mi rende irritabile.
Fortuna
che all’arrivo a scuola, questa volta lei non è
presente. Entriamo in classe, la professoressa inizia a spiegarci
un’equazione
algebrica. Ripensando alla partita e a quello che dovrò
sorbirmi da Jinny,
tutte quelle lettere e numeri mi fanno girare la testa.
Divento quasi paonazza dal nervoso, Taichi se ne accorge e mi chiede se
sto
bene. Mi sento così ridicola ad essere gelosa di lui, del
resto sono solo la
sua migliore amica, niente di più. Rispondo che ho solo un
po’ di mal di testa,
poi chiedo alla professoressa se posso andare in bagno. Ho bisogno di
prendere
un po’ d’aria e di stare da sola.
Non appena mi tranquillizzo un po’ torno in classe. Le
lezioni finiscono e ci
raduniamo con gli altri per andare al campo. La partita comincia e solo
dopo
dieci minuti la Okinawa è già in vantaggio di un
goal. Ad un certo punto Kenzo,
uno dei centrocampisti della squadra, con un colpo di testa passa la
palla a
Taichi che sferra velocemente un calcio e la mette dentro regalando un
altro
prezioso goal alla squadra.
Lo stadio esulta, compreso il mio gruppo. Lo fanno anche le cheerleader
ed
iniziano a fare una coreografica delle loro.
E poi eccola, proprio lei, Jinny, che si divincola dal gruppo per
andare a
complimentarsi con un bacio con il capitano che guarda caso
è Taichi, come fa
sempre ad ogni suo goal. Questa volta il bacio non è sulla
guancia, però.
Le labbra di Jinny toccano quelle di Taichi. Parte un applauso
generale. Non
riesco, o forse non voglio, nemmeno vedere la reazione di Taichi
perciò corro
lontana da quei festeggiamenti per cercare di prendere un po’
d’aria. Sento le
voci dei miei amici chiamarmi, ma non me ne importa, continuo a correre
fino a
quando mi ritrovo fuori dagli spalti e inizio a piangere come non ho
mai fatto
prima. Mi maledico per la reazione che ho avuto, ma ormai è
troppo tardi, non
posso tornare più indietro. Mando un messaggio a Mimi
dicendo che non mi sento
bene e che sono tornata a casa. Bevo una tazza di tè caldo
per calmarmi e mi
metto a letto, ma ormai quel bacio è impresso nella mia
mente. Continuo a
chiedermi come abbia reagito Taichi.
Parlo a me stessa:
“Cosa ti aspettavi, Sora? Taichi non è di tua
proprietà. Prima o poi arriverà
il momento, prima o poi Taichi troverà una ragazza e tu
starai lì a guardare da
buona amica!” Il monologo dura quasi un’ora. Non ho
voglia di mandargli la
buonanotte, mi addormento tra le lacrime ed i pensieri in subbuglio.
TAICHI
Abbiamo vinto tre a zero, se continuiamo di questo passo arriveremo in
finale
senza nessun intralcio. Corro negli spogliatoi a fare la doccia con il
resto
della squadra, mentre l’acqua scorre sopra di me, ripenso al
gesto di Jinny.
“Ma che diavolo ha quella ragazza che non va? Adesso ha
proprio esagerato! Non
so come farle capire che non ho nessun interesse per lei,
sarà pure la ragazza
più bella e popolare della scuola, ma a me non piace quel
genere di ragazza.”
Finisco
di prepararmi e raggiungo gli altri, ma c’è
qualcosa che non va.
“Dov’è finita Sora? “
Non
è mai capitato che dopo una mia partita lei non fosse
presente ad esultare con me.
Oh no, ricominciano le paranoie. “E se fosse con Ginta?
Perché l’ha fatto?”
Chiedo di lei a Mimi e lei risponde che non stava bene ed è
tornata a casa.
Vado con gli altri al bar, ma brindare una partita vinta senza di lei
al mio
fianco non è lo stesso. Controllo in continuazione il mio
telefono, ma della
sua buonanotte nessuna traccia. La serata finisce e torniamo a casa.
Appena mi
metto a letto mi viene voglia di chiamarla, ma penso che potrebbe
dormire e
lascio perdere. La vedrò domani a scuola, provo ad
addormentarmi.
Come immaginavo non chiudo occhio, infatti, quando suona la sveglia
sono già
con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto. Devo vederla, sicuramente
c’è una
spiegazione. Mi preparo in fretta e corro da lei.
Ma lei non c’è, non è come ogni mattina
davanti casa sua ad aspettarmi.
Citofono a casa sua e sua madre mi dice che Sora non verrà a
scuola perché non
si sente bene.
Proseguo il tragitto da solo pensando a lei. È tutto molto
strano, Sora viene a
scuola anche con la febbre, non è da lei. Il tempo in classe
non scorre questa
mattina, continuo a guardare il suo banco vuoto accanto al mio e mi
sento
anch’io vuoto come quel posto. Basta! Decido di mandarle un
messaggio e senza
rendermene conto sto già scrivendo:
"Ehi
principessa... come stai? Ieri sei tornata a
casa prima che la partita finisse. Li abbiamo stracciati! Allora quando
torni a
scuola? Mi manchi! Taichi “
"Mi
manchi?"
Mi soffermo a guardare quella frase. Sto per cancellarla ma poi premo
invio. È
così, è la verità, mi manca un sacco.
Non riesco a spiegarmelo, ma
senza
Sora mi sento
totalmente vuoto.