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Autore: Lelusc    23/02/2016    1 recensioni
Gemma è la figlia di un famoso archeologo e i genitori sono divorziati, ma la cosa strana è che vede molto spesso degli occhi color Ambra, che le ricordano una persona conosciuta con il padre quando aveva sei anni. Perchè li vede? Scopritelo, ringrazio chiunque voglia farmi una mini recensione, Lelusc. ;D
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Noto subito che non è una passeggiata neanche per me con il fango e mi rendo conto che per loro che è la prima volta sarà arduo arrivare in cima senza scivolare o farsi male, ma spero comunque che vada tutto per il meglio.

Guardo i miei amici salire con cautela e lentezza, attenta a ogni loro gesto, così da dargli consigli, ma comunque stando attenta a dove metto i piedi e cercando di non distrarmi, fino a quando li noto trovare ritmo e sicurezza e mi sento più tranquilla.

Continuiamo così per un po', fortunatamente alcune parti sono meno ripide e fangose e altre sono addirittura pianeggianti, tanto da non creare problemi.

Muovo un altro passo e sento un rumore. Faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo che vedo Anna scivolare ed Emanuele che prontamente afferra la corda e la tira, così da rimetterla in piedi. Mi è preso un colpo, stiamo fin troppo in pendenza per lasciare che cada, ma fortunatamente è tutto ok; tranne le ginocchia e gli orli dei pantaloni sporchi di fango stanno tutti bene; Anna si è presa solo un brutto spavento.

 Faccio un respiro profondo e dopo esserci tutti assicurati che stia bene e che non si sia presa una storta o altro, afferro un ennesimo spuntone e constatato che è ancora ben saldo nel terreno, mi do una spinta in avanti.

"Quanto manca ancora?" Chiede improvvisamente Anna sovrastando con la voce i nostri respiri alterati per la fatica.

"Non molto, siete bravissimi"li rassicura Emanuele, ed io sono d'accordo.

Fortunatamente arriviamo in cima. La scalata è sembrata interminabile e difficile, ma di giorno avremmo sicuramente notato che il tragitto è pochissimo; magari se la prossima volta ci sarà una nuova scalata di gruppo, la faremo senza fango e soprattutto senza buste che c'impediscano i movimenti completi.

"Ok, qui è pianeggiante, possiamo fermarci a riposare,ma non avvicinatevi troppo alla discesa o scivolerete giù"dice Emanuele e  posa a terra le borse, che alla fine ha portato tutte lui.

 Anna tira fuori la bottiglia dell'acqua e gli altri fanno altrettanto, ed io li seguo a ruota con la bottiglia del the, peccato che mi lasci un retrogusto amaro in bocca.
Dopo due sorsi sono a posto, è stata veramente un'idea assurda quelle di scalare questa montagna, dovrebbero inventarsi una strada, peccato che Emanuele vive apposta lontano per nascondersi delle persone normali; ecco perché è così difficile andarci, non oso pensare come sarà scalare durante la pioggia.

"Allora, pronti per scendere?"Chiede Emanuele con il fiatone. Lo guardo turbata. Respira? Qualcosa non mi torna, tanto che mi avvicino a lui per poter un attimo parlargli in privato.

"Scusa, ma i vampiri non possono respirare, giusto? Quindi il tuo fiato alterato è fatto a posta?" Gli chiedo sussurrando.

Emanuele avvicina il viso al mio, mi guarda negli occhi e mi sorride. "Sì e ora muoviti"dice dandomi una pacca sul sedere.

"Ehi!"Esclamo e noto che il gesto non è sfuggito ai miei amici che mi guardano con un sorrisetto divertito e soddisfatto dipinto in faccia. Meglio muoversi va, penso indicando loro con un cenno della testa di andare avanti.

Scendere è la cosa più faticosa che ci possa essere, o almeno per me, salire, lo giuro, è più facile. Scivolo sul fango e mi faccio un pezzo in scivolata e per poco non finisco addosso a Steve, solo per miracolo mi sono fermata prima.

"Gemma, stai bene?"Mi chiede Emanuele preoccupato.

"sì, a parte la botta che ho preso al deretano, tutto ok"

Mi sorride."Ottimo, allora riprendiamo, dobbiamo solo scendere e dopo una collinetta molto più agevole, saremo arrivati"ci fa sapere.

"Ok"dico mentre il dolore al didietro non accenna a diminuire, spero non mi venga un livido.

Continuiamo a scendere e dopo una breve camminata in una vallata raggiungiamo quella collinetta di cui ha parlato Emanuele e saliamo senza alcuna particolare difficoltà anche quella.

"Ecco, vedete quella villa, siamo arrivati"

"Accidenti, di notte mette i brividi"commenta Anna e come darle torto.

"Già, ma visto quant'è grande?" Chiede Oscar incredulo, ma con il tono indifferenza, deve essere veramente stanco.

"Sì, ma ora non è il momento di rimanere ad ammirarla. Forza scendiamo, comincio ad essere stanca, voglio farmi un bel bagno caldo e ristoratore"ammetto.

"A chi lo dici"aggiunge Anna.

Emanuele comincia a scendere e Anna e gli altri lo seguono, io sono l'ultima. Mi aggrappo a una sporgenza ignorando il dolore onnipresente nel punto dove prima sono caduta, che credo sia più la parte lombosacrale che il sedere, comunque mi fa ancora male, quindi devo scendere piano e in maniera che non possa più cadere e farmi ancora male.

Stranamete l'ultimo tratto è stato abbastanza facile e finalmente tocchiamo il suolo regolare, pieno di erba bagnata.

"Arrivati!"Esclamo stiracchiandomi un po', ed eco che il dolore si fa sentire.

"Finalmente"commenta Anna.

"Oh no, mi si è spenta la lanterna"dice Oscar.

" Anche la mia fra poco ci lascerà"ci avverte Anna.

"Su, siamo arrivati, ora c'è una valle, siamo praticante a casa ormai"dice Emanuele per rassicurarli.

"Già, dovete andare sempre dritti, al massimo andrete a sbattere contro il cancello"dico tranquilla.

"Carino, perché non ci vai a sbattere tu per prima?" Mi chiede Anna.

"Ok"dico e mi metto a correre verso la villa.

"Aspetta! Io scherzavo, ma se non stai attenta ci vai a sbattere per davvero!"Esclama Anna, ma non la sento più, ormai ho cominciato a correre; sono un fenomeno, meglio di una scattista.

"Ehi! Finalmente siete arrivati, lumaconi"dico. 

"Sì, eccoci, comunque vedo che ti sei sistemata"dice Anna, notando che mi sono tranquillamente appoggiata al cancello.

"Sì, vi aspettavo"dico tranquilla, di certo non emetterò mai che se non fossi scivolata sull'erba e messo d'istinto le mani avanti, avrei veramente sbattuto contro il cancello.

Improvvisamente sento Emanuele sghignazzare e lo guardo con un sopracciglio alzato. Lui mi guarda in faccia e scuote lentamente il capo. Possibile abbia capito qualcosa?

"Ragazzi, ho aperto, entrate pure"

"perfetto, finalmente! Mi sento così stanca"commenta Anna.

"Emanuele perché ridevi prima?"Gli chiedo una volta che i miei amici ci hanno lasciato soli.

"Perché ti ho visto scivolare e ti ho letto nel pensiero, ho sentito tutto quello che pensavi"

" puoi...ma certo che sì, di cosa mi stupisco ancora... Ma non è carino farlo"gli faccio notare.

"Ok, scusa è che qualcosa non mi quadrava"

"va bene, ora sarà meglio andare, Anna non è un tipo che si ferma, è capace di andare al pianto di sopra e aprire tutte le porte che nemmeno io ho ancora aperto"

"anche se in verità quella dell'ufficio l'hai aperta"mi fa notare Emanuele.

Mi volto di scatto verso di lui. "E tu come lo sai?"

"C'è una telecamera, ma ora sarà meglio andare, se veramente Anna non è un tipo che sta buono ad aspettare, ma ficca il naso, credo sarà meglio andare a fermarla"dice Emanuele e così entriamo anche noi in casa.

Non posso crederci. "Ragazzi, siete entrati in casa con le scarpe?"Chiedo incredula.

"Oh, chiedo scusa, ero così felice di non dovessi più scalare le montagne e vedere fango che non ci ho pensato"afferma Oscar tornando all'entrata a togliersi le scarpe
infangate.

"Ok, anche voi altri"dico rivolto a Steve e Anna, che fortunatamente non ha ancora cominciato l'esplorazione.

Mi tolgo le scarpe e le metto vicino alla porta, poi entro.

"Certo che è enorme"

"Emanuele posso farmi un bagno, sono piena di fango"chiede Anna.

"certo, tu e Gemma fatelo insieme, noi ragazzi lo faremo dopo"

"sì, andiamo"dico prendendole la mano e portandola di sopra.

"Che bello!"Esclama Anna guardandosi intorno. "Già, e ancora non hai visto niente, vedrai che sorpresa"

"Dov'è la tua camera?"

"è questa"

"Oh mio Dio! È fantastica"dice Anna euforica girando su se stessa, mentre io predo dal comò un cambio d'abiti per entrambe.

"Sei praticamente una principessa"dice allegra Anna.

"ma, forse"

"ma che forse? Stai in una villa così grande e incredibile, hai Emanuele che è uno splendore, ed è ovvio da come si comporta che ti adora e una stanza da sogno, cos'altro vorresti di più? Sei così fortunata"dice sorridendomi.

"Sì, va bene, ma ora sarà meglio fare un bel bagno caldo"dico precedendola fuori dalla stanza.

Anna sembra essersi calmata di colpo, magari ha ricordato la stanchezza del viaggio e della scalata e quando esce dalla camera, gli faccio strada verso le term... il bagno.

"Sorpresa!"Esclamo aprendo la porta e facendomi da parte per lasciarla entrare.

"Santo cielo! È enorme"dice portandosi le mani al viso, mentre io chiudo la porta a chiave, poso gli indumenti su uno sgabello vicino alla vasca candida a forma di goccia e apro l'acqua calda.

"C'è di tutto qui"

"già, la prima volta che ho visto questo bagno ho pensato che Emanuele fosse megalomane"ammetto mentre cerco fra le numerose boccette di forma e colore diversi, appoggiate sul carrello vicino alla vasca, il bagnoschiuma, ma alla fine scelgo dei sali per il bagno e ne lancio una mangiata in acqua.

"Beh, chi non lo penserebbe"commenta Anna sedendosi sul water.

"Allora, fin dove ti sei spinta con lui?"

Mi volto di scatto verso di lei. Che razza di domanda.

Resto in silenzio e mi rendo conto che effettivamente non è successo niente fra di noi, tranne alcuni adorabili e bellissimi abbracci e il suo casto bacio mentre stavo per addormentarmi non è successo niente.

"Non mi dire che non avete ancora fatto niente"

"già"dico triste "c'è stato solo un casto bacio a stampo prima che mi addormentassi e molto abbracci"

"A"dice Anna. "Perché non fai tu la prima mossa se lui non la fa?"

"Io?"

"certo, non siamo più nell'800, ora le donne possono"

"ma io non..." e per giunta non so in che anno è nato lui, forse non è proprio una buona idea,penso.

"non sai che fare, vero?"

Annuisco.

"mh"dice Anna.

"onestamente, credo sia meglio aspettare"dico alla fine cominciando a togliermi le ballerine. Ormai la vasca è mezza piena.

"Se preferisci fare così, d'accordo"mi dice Anna togliendosi la giacca e la maglietta.

"sì, ma non aspettare tanto, se vedi che non fa alcuna mossa pensaci tu"

"D'accordo"dico mi tolgo il vestito e mi sciolgo i capelli.

"Che strano, credevo che Emanuele fosse un tipo diretto, o almeno così mi è sembrato"continua a dire Anna togliendosi scarpe e calzini.

"Oh, sa esserlo quando vuole, è così lunatico"dico chiudendo il rubinetto.

"E ti piace da morire apposta per questo" afferma Anna oramai completamente nuda.

"Sì, è vero, ma ora muoviamoci, i ragazzi saranno sporchi, stanchi e infreddoliti, hanno anche loro diritto di lavarsi"

"sì, ma conoscendoli useranno la doccia, sono molto più pratici".

Già, ma non il mio bel vampiro, penso imbarazzata dal mio stesso pensiero, che per giunta faccio mentre mi tolgo l'intimo, che mi dice la testa? Penso immergendomi gradualmente nell'acqua che ho volutamente messo bella calda.

Anna si siede vicino a me, ed è una meraviglia, la vasca è talmente grande da poterci nuotare dentro.

"Ok, ora rilassiamoci un attimo, ma dopo devi mettere qualcosa su quel brutto livido che hai appena sopra il sedere, perché non mi piace affatto e sono certa ti faccia male"

"in effetti"ammetto e scivolo fino a che l'acqua calda non mi arriva al collo e chiudo gli occhi. Meraviglioso.

Rimango in silenzio per un po' decisa a rilassarmi e Anna fa lo stesso. Intorno a noi c'è un silenzio fenomenale, come se ci fossimo solo noi in casa e la cosa non mi
piace, quando decido che è il momento di cominciare a lavarci.

Dopo poco, Anna si sta togliendo di dosso la schiuma, mentre io mi sciacquo i capelli che raccolgo sul capo con un turbante fatto con un asciugamano e decido di rimanere ancora un po' a mollo e non sprecare questa deliziosa acqua calda.

Anna mi prende ad esempio e chiude gli occhi.

Idea!Penso sorridendo e la schizzo.

L'acqua le arriva dritta in viso, tanto che spalanca di colpo gli occhi e la bocca, sorpresa.

"cosa fai?"

"Gioco"dico sorridendo.

"Ah sì? Bene"dice lei schizzandomi a sua volta.

"Ok ok, scusa, ma sarà meglio non continuare, altrimenti faremo il lago di Garda a terra; oggi sono già caduta una volta, non vorrei farmi male una seconda"dico alzando le mani in segno di resa.

"Va bene, facciamo una tregua, ma solo per ora. Non finirà così, questa sera la battaglia continuerà a forza si cuscinate"dice seria.

"Vincerò io, battaglia e guerra"

"Sì, come no, non penso proprio"dico giocosa.

"Vuoi scommettere? Se vinco io, corri a baciare Emanuele e se vinci tu, esaudirò una tua richiesta, qualunque essa sia"

"d'accordo"dico, anche se l'idea di dover baciare Emanuele nel caso perdessi, cosa impossibile, m'imbarazza non poco.

"Ho deciso,gara di apnea"dico

"1-2-3"e dopo un bel respiro infilo la testa in acqua.

"Ehi!Non è giusto"Esclama Anna immergendo il viso e ci troviamo entrambe a guardarci da sotto l'acqua.

Ahimè, io sono la prima a riprendere aria, così Anna vince, spero solo che non sia di cattivo auspicio per la lotta dei cuscini, penso guadando il sorriso vittorioso di Anna
mentre esce dalla vasca.

Esco anch'io e mi avvolgo il corpo con un grande asciugamano candido e morbidissimo e comincio ad asciugarmi.

Poco dopo sono pronta e indosso un abito color melanzana che normalmente uso per casa. È a maniche lunghe e corto fino alle cosce, sotto ci metto dei vecchi fuso scoloriti verde acido e calzo le pantofoline.

"Ti ringrazio molto per aver preso un cambio per me ma, vorrei indossare qualcosa di mio"dice e so perfettamente che non è nulla di personale. Io e Anna siamo molto unite, ci prestiamo gli stessi fermagli per capelli, dormiamo insieme e mangiamo con la stessa forchetta dallo stesso piatto, proprio come se fossimo delle vere sorelle, è solo che lei preferisce indossare indumenti propri.

"Ah, è vero, scusami non ci avevo pensato. Allora vado a prenderteli, aspettami qui"dico e apro la porta trovandomi davanti una valigia viola.

"Anna, la tua valigia è viola?"

"sì, perché?"

"Sta qui, qualcuno l'ha messa davanti alla porta"dico portandola dentro e appoggiandola su uno sgabello.

"Ah, perfetto"dice aprendo la zip e frugandoci dentro, un attimo dopo siamo entrambe vestite e mentre lei si fa una maschera al cioccolato, io mi asciugo i capelli con il phon guardandomi allo  specchio posto sopra il lavandino.

"Ancora usi quegli intrugli, ma sei sicura che facciano bene alla pelle?" Le chiedo nel momento in cui ho spento il fon e sto spazzolando i capelli ancora umidicci prima
di asciugarli del tutto.

"Sì, sono sicura, e sto aspettando con ansia il giorno in cui la metterai una anche tu e mi darai ragione nel dire che è una cosa fantastica"

"aspetta e spera"dico riprendendo a usare il phon e facendo un bel po' fracasso. Dopo alcuni minuti, Anna con uno strato nero e secco in faccia, mi si avvicina e con un colpo di fianco mi sposta da davanti allo specchio e armata da dischetti di cotone, comincia togliersi la maschera dal viso.

Alzo gli occhi al cielo e stacco il phon.

"Ho finito, vado si sotto, tu ti prego sbrigati, niente creme idratanti per il corpo, smalto o cose del genere, i ragazzi hanno atteso già tanto per i nostri capricci"

"ok"mi dice, ed esco e so che passeranno altre due ore prima di rivederla.

Scendo di sotto e in soggiorno sento la televisione cianciare qualcosa, fino a che vedo i ragazzi seduti uno vicino all'altro, come ipotizzati e mi accorgo che stanno guardando il canale sportivo.

Allora è normale, penso quando Emanuele mi nota e si volta verso di me facendomi un dolce sorriso, l'unico che non si fa vincere da un pezzo di ferraglia elettronica inanimata come la televisione è lui, magari i vampiri hanno un altro neurone in più al contrario degli esseri umani, chissà...

"Ma, vi siete già cambiati?"Noto solo ora.

"Già da tempo. Abbiamo fatto la doccia nell'altro bagno e abbiamo anche sistemato le valigie nelle stanze degli ospiti"dice Oscar non distogliendo lo sguardo dalla partita di calcio.

"Già, se aspettavamo voi saremo già morti di freddo"dice Steve.

M'infastidisco all'istante, ma per questa volta gliela faccio passare liscia, infondo a ragione.

"Capisco"dico solo raggiungendoli e infilandomi in uno stretto buco fra Oscar ed Emanuele.

"Tieni"mi dice Oscar passandomi una tazza fumante.

"è the. Lo abbiamo fatto da poco, ma attenta, brucia ancora"mi avverte.

"Già, per evitare che si raffreddasse subito abbiamo fatto bollire l'acqua, non ustionarti tesoro"aggiunge Steve.

"Grazie"dico portandomi la tazza alle labbra e prendo un sorso con attenzione.

"mh,the verde, il mio preferito"dico subito.

"Lo so"dice Emanuele guardandomi con la cosa dell'occhio e ricevendo da me un caloroso sorriso, dopo mi metto a guardare la partita.

"Ma sei scemo!"Esclamo all'improvviso contro un giocatore, in simbiosi con Oscar, me ne pento subito, non voglio che Emanuele pensi che io sia volgare.

Mi schiarisco la voce e mi ammutolisco di colpo mentre bevo l'ultimo sorso di the della quinta tazza.

A, cavolo, penso scivolando giù dal divano. Urgenza bagno e intanto che ci sono, vado a vedere se Anna è morta affogata nel water e un fantasma ha accidentalmente tirato la catena.

Busso alla porta che spero abbia nuovamente chiuso a chiave e mi viene aperto.

"Sì"

"Hai finito? Che stai facendo?"

"Ah, sto asciugando il pavimento"dice mostrandomi lo scopettone.

"Vuoi una mano?"

"No, ho finito proprio ora, adiamo"dice uscendo dal bagno.

"I ragazzi si sono già lavati e cambiati, ora stanno vedendo la partita, se aspetti un attimo, faccio pipì e ti accompagno in camera mia, così potrai sistemarti, immagino che non vorrai restare da sola questa notte in una casa così grande"

"beh, sì"

Faccio quello che devo e dopo porto Anna in camera mia.

"Ecco, metti le cose dove vuoi e andiamo di sotto"

Anna lascia la valigia sulla poltroncina e scende con me.

"Ah, la Roma e il Napoli"dice Anna.

"Già"risponde Oscar.

"Ben tornata principessa"dice Stive, mentre Emanuele rimane in silenzio seduto al suo posto e mi guarda.

Non so perché ma sento caldo al solo sapere che mi sta guardando, così arrossisco e distolgo lo sguardo da lui.

"Ahm. Gemma, ho fame"mi dice Anna all'orecchio.

"Sentitevi liberi di usare la cucina"dice Emanuele calmo.

"Ma come..?"

"Ha un perfetto udito"dico calma dirigendomi in cucina.

 Lascio i ragazzi guardare la partita senza interpellarli e spalanco il frigo prendendo un paio d'ingredienti, mentre Anna si siede su uno sgabello della penisola e mi
guarda cucinare.

"Adoro guardarti cucinare"mi fa sapere seguendo con lo sguardo ogni mio movimento.

"Mi fa piacere"dico mettendo sul fornello una pentola d'acqua per la pasta e a riscaldare dell'olio in una padella, dopo lavo alcune zucchine e pomodori che trasferisco
sul tagliere e comincio a tagliare le zucchine alla julienne e i pomodori a rondelle.

"Scusami Anna prenderesti l'insalata dal frigorifero"

"certo" Fa il giro della penisola venendo dalla mia parte e apre il frigo alle mie spalle.

"Però, è ben fornito"

"già"dico piena di gratitudine, sapendo perfettamente che Emanuele l'ha fatto solo ed esclusivamente per me.

Anna prende un cespo di lattuga e lo appoggia sul piano cucina vicino a me. "Lavala per favore, dopo tagliala e mettila in una ciotola"

"sì signora"dice aprendo tutti i pensili alla ricerca degli attrezzi per fare quello che gli ho chiesto.

Un attimo dopo, è pronta una splendida insalata che abbiamo messo sul tavolo della cucina che Anna si è gentilmente offerta di apparecchiare .

"Metti da bere a tavola" dico non distogliendo lo sguardo dalla salsa al formaggio per evitare che si bruci.

"Anna devo controllare la cottura del polpettone e la pasta verresti a girare energicamente questa salsa?"Le chiedo poco dopo.

"Arrivo chef"dice giocosa.

Sorrido e m'inchino di fronte al forno. La cottura sembra andare bene, non credo che la carne diventerà secca e manca ancora mezz'ora di cottura, noto poi mi sposto alla pasta che devo scolare immediatamente perché sta diventando scotta e sicuramente lo diventerà, questo mi farà diventare scura in volto per un po', presagisco.

Butto la pasta scolata nella grande padella con il ragù e comincio a preparare i piatti.

Anna ora ci penso io lì, metti i piatti a tavola e chiama i ragazzi, poi accomodati dove vuoi.

"Ottimo, con tutti questi profumi stavo agonizzando"

Metto da parte la salsetta al formaggio ormai pronta e lancio uno sguardo al forno, tutto ok, tranne la pasta, penso irritata.

"Accipicchia che profumino"dice Oscar entrando in cucina.

"Chi ha cucinato?"Chiede Steve entrando.

"Io"dico seccata "un altro commento e non mangiate, ok?"Aggiungo.

"Ok, che succede?"Chiede Oscar.

"Mi è venuta male la pasta"dico arrabbiata con me stessa.

"Dai può..."

"no, Steve non lo dire o esploderà una bomba nucleare"lo ferma Oscar prima che lo impicchi al lampadario e me ne vada fuori dalla cucina.

"Sarà lo stesso buonissima"dice Anna sincera.

"Sì, anche perché quando si ha fame sembra tutto più buono"

"Steve‼"esclama Oscar.

"Accidenti, eppure non sono una principiante, faccio pasta da sempre"

"tesoro, dovevi controllare anche altre cose. Tu hai un tim in cucina, non sei mai sola come oggi e con un aiuto poco capace come lo sono io."

"Sì sì, ma ora mangiamo"dice Steve con la bocca piena.

"Ehi! Buon appetito eh!"Esclama Anna infastidita.

"Altrettanto"dice continuando a mangiare seduto comodamente al suo posto.

Oscar si accomoda e prende esempio da lui e anche Anna.

"Ragazzi,ma Emanuele?"

"Strano, era con noi un attimo fa, ci stava seguendo in cucina"dice Oscar confuso.

"Sarà andato in bagno"aggiunge Steve sempre con la bocca piena.

Impossibile, penso.

"Eccomi"dice entrando in cucina e sembra che la stanza si sia illuminata.  Mi appare sul viso un sorriso ebete e quando riprendo la mia compostezza, mi rendo conto di
quanto sono strana, mi sono lasciata totalmente andare.

"Certo tesoro che senza di me non ci sai stare eh?"Dice Emanuele giocoso, con le sue meravigliose labbra curvate in un sorriso.

Mi avvicino a lui lentamente e i miei amici temendo il peggio, visto il mio stato d'animo di poco fa, trattengono il respiro e rimangono con le forchette a mezz'aria
guardando la distruzione imminente di Emanuele, ma hanno fatto male i loro conti.

 Lui è... lui è importantissimo per me, non potrei mai fargli o dirgli qualcosa di cattivo. Lo amo e ho paura che dicendogli qualcosa  possa scomparire da un momento all'altro.

"Ehi, dov'eri andato?"Chiede Steve improvvisamente, rubandomi la domanda che stavo per fargli e così salvandolo, o almeno secondo loro.

"Non importa, vieni a mangiare"dice Anna.

"Ah, mi dispiace, ma per quanto vorrei mangiare i manicaretti di Gemma, ho una dieta particolare che devo seguire".

Che sia andato a mangiare? Mi chiedo.

"Spero solo per il tuo bene che tu non abbia morso una donna"dico a bassa voce, con finta dolcezza e un sorriso per niente gentile e vado a sedermi a tavola, ignorando volutamente il sorriso di Emanuele.

"Cavolo!"Esclamo quando mangio un boccone di pasta"

"ti giuro che è deliziosa"dice Anna.

"sì, sarà, ma sapete ho una voglia pazzesca di prendere il tegame e buttare tutto nella pattumiera, mi sto trattenendo"

"Si vede"dice Steve guardando la mia mano che stringe a morte la forchetta; se fosse stata di plastica o di ferro scadente, ora sarebbe polverizzata.

"Sei sempre così drastica"commenta Oscar e so che ha ragione.

Sorrido e non rispondo, non mi sarei dovuta permettere di sbagliare, se lo sapesse il mio datore di lavoro, mi licenzierebbe in tronco non reputandomi adeguata al suo
raffinato ristorante e lo capirei.

Mangio quella rivoltante pasta scotta e fredda e dopo mi purifico con l'insalata che è perfetta, almeno quella.
Improvvisamente mi alzo di scatto dal tavolo.

"Che c'è?"Chiedi subito Steve.

"il forno"dice Anna, spezzando con la mano un pezzetto di pane.

Tiro fuori dal forno il polpettone e comincio a tagliarlo a fette.

"Anna, mi porteresti i piatti?"

"tieni"dice Emanuele porgendomeli.

"Grazie"dico con un sorriso sulle labbra.

Preparo i piatti di carne a cui metto sopra un po' di salsa al formaggio e finiamo di mangiare, mentre Emanuele in piedi vicino alla penisola non fa altro che guardarci mangiare, anche se in realtà è interessato solo a me.

"Bene, ci sarebbe anche il dolce, ma deve stare in frigo tre ore e adesso è piuttosto tardi, lo mangeremo domani mattina per colazione"dico portando via la colonna di piatti da lavare.

"Aspetta, visto che ci hai cucinato delle cose favolose, ora facciamo una catena per lavare i piatti"dice Oscar.

"Io asciugo"dice Steve.

" io lavo"dice Oscar.

"e io li metto a posto"dice Anna. "Tu invece, ti riposi"

Sorrido. "Grazie ragazzi"

"di che, vai su"dice Anna cercando il sapone per i piatti.

Li lascio da soli e vado in soggiorno, seguita da Emanuele. Mi lascio cadere sul divano e mi stiracchio.

"Stanca?"

"più o meno"dico chiudendo gli occhi.

"Sai, ho parlato di te con Oscar e Steve"mi fa sapere Emanuele sedendosi accanto a me.

"A davvero? Allora ti avranno detto che quando mi arrabbio sembro un demone"

"sì, ma anche che sei gentile, cerchi sempre di essere forte e coraggiosa in ogni situazione, sei romantica e non lasceresti mai le persone a cui vuoi bene, oltre al fatto
che sei severissima con te stessa, direi più dura"

"capisco"

"però queste cose le sapevo già"

"perché mi hai spiato per tutto questo tempo"dico facendo un mezzo sorriso.

"sì, ma lo si capisce anche stando un po' con te"

"Questo è preoccupante"ammetto.

Improvvisamente sento un forte rumore metallico provenire dalla cucina e spalanco gli occhi.

"Non voglio sapere niente"dico subito facendo una smorfia, spero solo che non abbiano rotto qualcosa.

Emanuele si mette a ridere. "Hai dei buoni amici"

"lo so, il mio primo amico è stato Steve. Sai lui fa lo stupido, ma in realtà non lo è, è gentile e mi è stato accanto quando cercavo le attenzioni di mia madre e dopo che i miei genitori hanno divorziato, dopo ho incontrato Anna e poco dopo Oscar.

Siamo diventati subito buoni amici, siamo legatissimi.

Sospiro. Io ancora non capisco come fa una madre a far finta di non avere una figlia, a ignorarla completamente e decidere di vivere per il lavoro, mi è del tutto incomprensibile"

"Su questo non so proprio che dirti, io non ho mai conosciuto i miei genitori"

Lo guardo, incuriosita e a dir poco confusa.

"Sai, anche noi vampiri siamo esseri umani prima di essere morsi. Una volta vampiri per diventiamo sterili, pertanto non potendo aver figli, se si vuole avere un erede e continuare la famiglia si cerca un ragazzo che abbia certe qualità e lo si adotta, lo si cresce e poi giunta ad un età adeguata lo si trasforma.

 "è quello che è accaduto a me. Io ero un bambino di un orfanotrofio, un giorno mi adottarono e mi portarono in Romania. Ero così felice, avrei avuto un padre, una madre, una vera casa e una camera tutta mia, non mi sarei più sentito solo o non voluto o comunque un orfano.

Mi portarono in un castello, un vero castello, non questa villa. Un giorno ti ci porterò"dice guardandomi con un mesto sorriso.

"Per me tutto quello era una cosa fantastica, altro che castello. Scoprii da mio padre che non avevo una mamma, ma che ero ricco, avevo una stanza tutta mia e avrei potuto studiare come si deve e praticare qualsiasi sport volessi imparando da professori privati.

 Mi sentivo molto fortunato, a volte un po' solo perchè vedevo raramente mio padre, ma stavo bene e così fu fino a quando compii ventuno anni e mio padre mi trasformò in un dannato morto vivente che succhia sangue e non sta attento uccide persone innocenti. Un dannato mostro"Dice con astio.

"Ehi!" Gli prendo il viso fra le mani.

Emanuele mi guarda e l'oro dei suoi occhi sembra ancora più brillante intriso di rabbia.

"Non sei un mostro, o almeno non lo sei per me"gli dico seria, in tono calmo e rassicurante.

Mi fa un sorriso non proprio convinto e gira il viso verso la mia mano per baciarmi il palmo.

"Quindi hai ventuno anni?"

"Per l'età umana sì"

"e per quella dei vampiri?"

Fa un sorriso misterioso. "Chissà"dice solo.

"Dimmelo"

"no, non voglio"

"perché?"

"perché non voglio e poi prima dovrei spiegarti chi è mio padre e credo che lo farò in un altro momento"

"se non me lo dici ora me ne vado"

"A sì, provaci"dice cingendomi la vita e stringendomi a se.

Tento di liberarmi, ma non riesco a muovermi neanche di un millimetro.

"Così non vale"

"o sì che vale"dice affondando il viso nei miei capelli, mentre il suo forte torace è contro la mia schiena.

Improvvisamente odo un rumore di vetri rotti provenire dalla cucina.

"Credo abbiano rotto un piatto"

"lo credo anch'io"dice Emanuele "spero si sia frantumato per bene"

"perché?"

"perché è il servizio preferito di mio padre"dice sorridendo divertito.

"Ah, ora capisco"dico ridendo.

Improvvisamente dall'arco che porta alla cucina sbuca Anna.

"noi abbiamo finito di pulire i piatti e ne abbiamo rotto uno per sbaglio"dice dispiaciuta.

"Uno dei piatti in cui abbiamo mangiato, giusto?"

"s-sì"

 "e si è rotto in mille pezzi?"

" sì, credo fosse... quel tipo di materiale molto fragile"

"bene"

"bene?"

"sì, bene. Avete raccolto i frammenti?"

Anna annuisce un po' confusa.

"Allora tutto a posto. Se volete potete andare a dormire, sono le undici immagino sarete stanchi"

"ok"dice Anna e ritorna in cucina.

"era del servizio di tuo padre, vero?"

"sì"dice felice.

Sorrido scuotendo lentamente il capo e mi stingo di più a lui.

  Il mio dolce vampiro.


Giusto altri due minuti stretta a lui che Anna ritorna e mi chiede di andare a dormire insieme e mio malgrado sono costretta ad allontanarmi da Emanuele.

"Cos'è quella faccia? Volevi rimanere ancora un po' abbracciata a lui vero? Scusami ma io sono letteralmente distrutta"

"lo so, tranquilla"

"bene, mettiti il pigiama e andiamo a dormire"dice Anna che non vede l'ora di dormire, credo che la nostra battaglia a cuscinate dovrà essere rimandata a domani
mattina.

"Ok"dico togliendomi l'abito e i fusò per indossare la camicia lunga fino alle caviglie e tanto delicata, quella con le spalline così leggere da non esserci quasi; ovvero la camicia che avevo addosso la quando mi sono svegliata per la prima volta in questa casa.

"Carina, ti sta benissimo. Non credevo che mettessi certe cose"

"l'avevo addosso quando mi sono svegliata qui, qualche giorno fa"

"svegliata?"

"sì, avevo scoperto il piano losco dei colleghi di papà e mi hanno scoperta, così sono scappata, mi hanno rincorso e sparato contro. Alla fine mi sono addentrata nei
Carpazi per riuscire a scappare e sono caduta da un precipizio, mi ha salvato Emanuele e mi ha portato a casa sua, quando mi sono svegliata stavo in questa stanza, a letto e indossavo questa.

Anna mi guarda senza dire una parola e improvvisamente mi arriva in faccia un cuscino.

"E quando avevi intensione di dirmi tutto questo? Sei stata in pericolo, stupida!"

"lo so, mi dispiace, ma ora sono salva"

"per fortuna. Ma non ti perdono, stai in guardia!"Esclama e mi arriva una cuscinata.

"Ah sì?"Dico contrattaccando, ma dopo poco mi rendo conto che sono una frana a questo gioco e proprio quando mi trovo accucciata sul letto mentre Anna mi
bombarda di cuscinate  qualcuno bussa alla porta salvandomi.

"Ehi! Non riusciamo a dormire con tutto questo chiasso"dice Steve entrando in camera, seguito da Oscar e anche Emanuele, cosa insensata.

"Cosa fai idiota, sono in mutande!"Esclama Anna tirandogli in faccia il cuscino e nascondendosi dietro di me.

"centro"dico ridendo.

"Ma che combinate?"Chiede Oscar.

"giochiamo a cuscinate"dico ridendo.

"Un'altra domanda, da quando tu ti vesti così per andare a dormire?"Mi chiede Steve e solo ora mi rendo conto che mi trovo scalza, inginocchiata sul letto con la camicia leggera che mi copre solo fino a metà coscia, una bretellina scivolata lungo il braccio e i capelli scompigliati che sciolti mi ricadono sulle spalle.

Divento rossa all'istante, ma faccio finta di niente.

"Ok, la smettiamo di fare chiasso, tanto ho vinto io; quindi ora uscite dalla camera"dice Anna.

"D'accordo"dicono Oscar e Steve, mentre io guardo Emanuele arricciando le labbra. Vorrei tanto sapere cosa ci fa lui qui se nemmeno dorme la notte.
Improvvisamente sento un bip e mi volto verso il comò, dove ho appoggiato il cellulare.

Cala un silenzio in tutta la stanza, tutti sanno che cosa è successo, quindi chi mai mi ha mandato un messaggio?

Faccio per andare a prendere il cellulare ma Anna mi posa le mani sulle spalle e mi stringe forte.

"Non osare muoverti"mi avverte e solo ora mi ricordo che ha solo il pezzo di sopra, ed è in mutande e davanti a noi ci sono tre ragazzi.

"Ok. Oscar mi prenderesti il cellulare sul comò e dopo te ne andresti via con gli altri?"
Oscar annuisce, mi da il cellulare ed esce dalla camera portandosi via tutti.

Anna sbuca da dietro di me, sospira, s'infila l'ultimo pezzo del pigiama e si avvicina a me.

"Tutto bene? È Georg? La Tim?"

"Mia madre"

"ora che vuole quella stronza?"

" A quanto pare vuole parlarmi di papà"

"ah, avrà sentito quella notizia al telegiornale. Ma non capisco tu che centri?"

"Non lo so, so solo che non farà altro che parlare male di mio padre e non voglio ascoltarla"

"certo"dice Anna abbracciandomi stratta, mentre dentro di me vorrei solo mandare al diavolo mia madre e rimanere con Emanuele.

"Onestamente non immaginavo avesse il tuo numero"

"nemmeno io, ma ora lasciamo stare e andiamo a dormire"dico allungandomi fino al comodino dove poso il cellulare.

Accendo l'abat jour e vado a spengere la luce, mentre Anna s'infila sotto la coperta, dopo mi sdraio accanto a lei, spengo la lampada e mi tiro la coperta fino alla testa con l'umore sotto ai piedi.

 
  
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