Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Nakurami    24/02/2016    3 recensioni
Desiderosi di partecipare a una nuova e strabiliante storia ad OC? Una storia non ordinaria, fantasiosa, avventurosa e piena di colpi di scena?
Questo è il posto giusto per voi...
Shanako, una ragazza che si è sempre distinta sin dalla nascita, è stata scelta dalla Grande Dea Madre per affrontare un nemico potentissimo e che vuole risvegliare un mostro demoniaco e dall'aura malvagia: Akuma.
Avete la possibilità di poter aiutare questa giovane ragazza a scappare da un luogo sconosciuto e di mettervi alla ricerca della grande Maga Guerriera, così da impedire il risveglio di tale demonio.
Ci state?
Volete aiutare Shanako a vincere contro un nemico dalla portata tale da poter distruggere il mondo in pochi minuti?
Una Crossover di più anime/manga d'avventura e pieni di azione, i protagonisti sarete voi assieme alla mia pupilla e, fidatevi, ne vedremo delle belle! L'avventura comincia e sono pronta a esaudire ogni desiderio... e poi con me c'è la Grande Dea Madre, sperando che mi dia la forza per completare questo mio esperimento.
Spero verrete in tanti.
Ci vediamo dentro e...
IL TEMPO PER LE ISCRIZIONI SCADE IL 20/04/2015 Nel frattempo inizierò a pubblicare i primi capitoli...
Genere: Avventura, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NEI CAPITOLI PRECEDENTI:
 
Il Fantasma vuole risvegliare il demone distruttore Akuma dal suo sonno. Per fare ciò ha bisogno dei completi poteri della Maga Guerriera e della morte della Grande Dea Madre, ma non potrà avere nessuna delle due cose se non grazie a Shanako Miyazawa.
E’ per questo che, infatti, la ragazza viaggia insieme a Eros, Komor Ryuuzaruk, Camelia Birdkill e Akiko Satou... la meta? La Death City di Lore, dove ci sarà una riunione generale della Black Moon. Ma prima la Dea lascia un messaggio, dichiarando l’esistenza di una possibile sua reincarnazione.
Il rito inizia e Niamh O’Brian crede di morire per davvero, davanti agli occhi di Yukiko, Pyra e Caleb, il Cacciatore.
Invece, la piccola Hikari viaggia insieme a Makarai D Lea che le spiega di essere arrivata a Lore attraverso una pozza (il Lago del Destino) e di essere amica di un certo Cappello di Paglia, che spera di trovare in quel luogo sconosciuto.
 
 
Capitolo 07
 
Una grande e terribile sorpresa: intrusi a Lore oppure...?
 
 
Un vagito.
Poi la luce.
< Signora, è una bellissima bambina... > sussurrò una voce rotta dall’emozione.
La donna si lasciò andare in un sospiro e fece forza sui gomiti per poterla vedere, la sua bambina. Era cosa così emozionata!
L’ostetrica però l’anticipò e gliela posò tra le braccia, facendo cenno all’altro medico di metterle un cuscino dietro le spalle. La donna, gli occhi scuri ormai rossi per lo sforzo e per le lacrime di gioia che minacciavano di uscire, posò lo sguardo su quello candido e paffuto della piccola.
Occhi azzurrissimi, come non ne aveva mai visti.
Attorno a lei, altre tre donne, che l’accudivano e la guardavano tenerezza. All’improvviso però entrò una quarta. L’ostetrica si alzò e, scambiandosi uno sguardo con ola nuova arrivata, indicò l’uscita alle altre due, il medico e l’assistente, cosicché potessero rimanere da sole.
La bambina allungò le mano verso il viso della madre che rise di gusto, avvicinandosela ancora di più. La figura interamente vestita di bianco le si avvicinò e si accovacciò per sbirciare.
Fuori dalla capanna aspettava il neo papà, i fratelli e le sorelle, i nonni e tutti gli altri.
< Andrà tutto bene > fece lei sfiorando con una mano prima il viso della madre e poi quello della neonata < Lo sento >
La donna la guardò < Dici sul serio? Oh, come sono felice... >
L’altra sorrise ancora e solo allora la neo mamma si rese conto della somiglianza tra lei e la sua bambina: entrambe avevano gli occhi più azzurri del cielo limpido, la pelle chiara e, ne era sicura, avrebbe avuto anche lei i suoi stessi lunghi e setosi capelli biondissimi.
< Non morirà... vivrà una vita felice e serena... però... >
< Cosa? > chiese agitata, mentre la bimba le stringeva una ciocca di capelli marroni come il tronco di una quercia < Cosa succederà alla mia bambina? >
La bionda abbassò lo sguardo sulla bambina per poi chiedere di poterla prendere in braccio. Una volta avutala tra le braccia le sfiorò la fronte con le dita candide e calde. Le sorrise e la neonata sorrise a sua volta, priva di denti.
< Dovrà superare parecchie prove... prima di tutto dovrà imparare ad affrontare se stessa e il futuro non sarà poi così magico come ci si può aspettare... > disse gravemente.
La bruna iniziò ad avere seriamente paura per la propria figlia.
< Allora... cosa possiamo fare per proteggerla? >
< Io posso fare una cosa > continuò la bionda < Questo, ne sono certa, la proteggerà dalla morte >
Avvicinò le labbra alla fronte della piccola dandole un lieve bacio. In quell’istante sulla fronte si disegnò uno stano segno, simile a un cerchio con al centro una stella. Subito dopo scomparve.
< Che cos’è? >
< Un sigillo che solo io posso mettere. Sono sicura che questo la proteggerà dalla prima morte... >  disse, consegnando la bambina tra le braccia della madre.
Questa la guardò < Cosa intendi con “prima morte”? >
< Invece di morire quando sarà il momento, la tua piccola Niamh... diverrà una banshee e non morirà. Ma questo potrà accadere soltanto una volta, mi dispiace >
La madre allora cominciò a piangere a dirotto, scossa da mille singhiozzi e, tremante, strinse a sé la bambina che non faceva altro che sorriderle con una vita negli occhi invidiabile.
< Grazie > disse la madre alla donna che era già giunta alla porta e le dava le spalle < Grazie davvero Abihil... >
Si addormentò così, piangente e con la figlia tra le braccia. Per sempre.
In quello stesso istante però Abihil non poté trattenere le lacrime.
 
Quando Niamh aprì gli occhi si ritrovò nello stesso identico posto di prima, a terra e con le guance umide. Si alzò e scoprì di essere viva.
Si sentiva le gambe, le braccia e la testa. Poi vide un debole raggio di sole illuminare la stanza e voltandosi verso le enormi finestre vide che tra poco sarebbe sorto il sole.
Scattò in piedi e andò a nascondersi altrove, fuori dalla portata di finestre o muri danneggiati.
Scoprì quindi che il cacciatore e le due donne erano a terra, privi di sensi e che questa era la sua unica possibilità di scappare. Rubò quindi uno dei loro mantelli e corse via.
Con quella debole luce riusciva a vedere meglio e quindi a raggiungere la porta d’ingresso molto più velocemente della sera precedente. Ma ora che ci ripensava... cos’era successo?
Non sentiva alcuna conseguenza del dolore provato... eppure si sentiva strana. I vestiti erano ormai sporchi e logori, si disse, doveva procurarsene degli altri.
Una volta fuori dal castello si sentì veramente bene. Fuori dal pericolo anche se sapeva di dover correre molto di più per potersi dire davvero al sicuro.
Ora non le rimaneva che cercare qualcuno in grado di aiutarla. Ma chi?
Non aveva idea di dove andare... ma forse, c’era un posto!
Quindi, senza indugiare oltre, si diresse verso est, sempre verso est, finché non avrebbe visto le prime rovine.
 
 
Il sole bruciava la pelle, il caldo torrido non l’aveva mai sopportato anche perché dove c’è il caldo torrido c’era la sabbia e dove c’era la sabbia non era certo il luogo adatto per riparare i suoi robot.
Che schifo, se pensava alla sabbia che poteva interferire con i programmi, per colpa di quei piccoli granelli sarebbero potuti esplodere.
Il che era successo già un paio di volte. Tre. Quattro.
All’ennesima esplosione Greta gli lanciò un’occhiata orribile, che lo costrinse a smetterla di provare a riciclare quegli inutili (così diceva l’arciera) pezzi di latta rimettendoseli in tasca e ripescò il cellulare.
Dopo un po’ Kanta si chiese cosa avesse di così importante da fare con quel cellulare ma... beh, non era poi importante saperlo, no?
< Dove stiamo andando? > chiese all’improvviso il povero Sol, che poverino, era costretto a sorbirsi i loro deliri. Da un lato avrebbe preferito rimanere con il Chirurgo ma poi pensò che così facendo non avrebbe avuto un’altra occasione di arrivare a Lore.
Quindi era una situazione che doveva sopportare.
A rispondere fu Greta che si guardò attorno per bene e indicò di fronte a sé < Death City, la città del Sommo Shinigami... spero che gli altri siano già arrivati perché non ne posso più di questo caldo >
Kanta sghignazzò.
< Mi annoiooo! > si lamentò Greta mettendosi a giocherellare con la coda di cavallo. Tutti si erano quasi spogliati, il caldo era praticamente impossibile. Non avevano messo in conto di atterrare così vicini alla loro meta.
Eiji indossava infatti solo la maglietta a maniche corte che aveva sotto la felpa, che ora portava legata alla vita. L’arciera avrebbe voluto togliersi anche i jeans, oltre che la maglietta ma era già in reggiseno, non aveva intenzione di camminare anche in mutande.
Non che si vergognasse... Eiji era troppo occupato con i suoi dannati aggeggi e Sol, beh, era troppo piccolo per pensare a certe cose.
Invece Kanta era una questione a parte.
I pantaloncini che indossava erano un ricordo lontano e ormai girava senza alcun senso di pudore in mezzo al deserto con indosso solo le mutande e il top. In più non faceva che parlare con Shiro, che sembrava davvero stare morendo sotto tutta quella pelliccia.
Era incredibile come potessero avere un’intesa del genere.
Era incredibile.
< Attenzione! > esclamò all’improvviso il ragazzo dai capelli verdi facendo scattare immediatamente gli altri che con un balzo schivarono gli aghi.
Greta afferrò prontamente l’arco ed era pronta a scoccare le sue frecce intanto che Kanta si sistemava gli occhiali da sole. Nel mentre Sol aveva cacciato il pugnale che teneva nascosto nello stivale.
L’arciera si guardò attorno ma non vide nessuno < Da dove veniva l’attacco? >
< Da destra > disse Eiji non staccando gli occhi dal telefono < Penso sia uno di quei cosi di cui ci parlava Komor... >
< Intendi i koshin? >
Greta guardò Kanta di sbieco < Vuoi dire i kishin? >
La bianca annuì, come se non avesse colto il sarcasmo nella voce dell’amica < Sì, quelli >
L’ennesima scarica di aghi venne lanciata e questa volta Greta vide bene da dove provenivano, afferrò la freccia rossa e lanciò. In un attimo scoppiò un incendio che carbonizzò molti dei nemici che si tenevano nascosti dietro una delle tante dune del deserto.
I rimanenti, sette creature brutte come la peste che si portavano appresso un arsenale niente male, si lanciarono all’attacco come impazziti e Kanta ne approfittò per assestare a due di loro i suoi terribili colpi di karate, mettendoli KO in meno di cinque minuti.
Non tenne in conto che però erano molto resistenti, infatti si rialzarono, a fatica, ma si rialzarono e tornarono all’attacco.
Greta batté le mani tre volte e tramite una sfera bluastra che sembrava quasi essere fatta d’acqua stordì uno di loro per poi passare al prossimo. Sicuramente erano più facili da abbattere rispetto al Vice ammiraglio Jinko.
Intanto Eiji e Sol combattevano schiena contro schiena, il primo sfruttando le armi avversarie contro loro stessi e il secondo lanciando ogni tipo di coltello o spada gli capitasse tra le mani.
< Sei bravo, pivellino, ma ne devi fare di strada > disse a un certo punto l’haker sghignazzando.
Al che il ragazzino gli lanciò un’occhiata e, anche se non voleva darlo a vedere, si stava divertendo a combattere al loro fianco.
Shiro e Kanta attaccavano in concomitanza mentre Greta copriva le spalle ai due ragazzi. Sembrava di essere i protagonisti di un film. Il che rendeva tutto più divertente.
 Era evidente che quei tre fossero più forti di lui, eppure non si lasciava scoraggiare da quel fatto. Gli sembrava anzi incredibile che potesse essere così bello battersi.
Poi successe una cosa incredibile: un animale sbucò fuori dalla sabbia inghiottendo quattro kishin. Ma evidentemente non doveva essere un amico, perché a causa sua anche Greta stava per finire mangiata da quello scorpione gigante.
Kanta, essendo la più vicina, spiccò un salto facendosi spuntare delle orecchie da tigre bianche e nere, come i suoi capelli, così come la lunga coda. Scattò in avanti, verso un’urlante Greta che non riusciva a raggiungere le frecce per via del braccio probabilmente rotto dall’urto causato dallo scorpione.
< Kanta! Afferra! > gridò Eiji lanciandole una lunga catena appena fabbricata con i rottami dei suoi piccoli robot, poi si voltò verso Sol < Tu tieni questa e tira quando te lo diranno loro, io ti copro > e si lanciò anche lui nella mischia circondato da pochi, troppo pochi, robot bianchi verso i kishin rimanenti.
Greta, invece, sentiva un dolore atroce al braccio, il che le ricordò quando successe quella cosa tre anni fa. Strinse gli occhi e migliaia di voci e ricordi si sovrapposero senza che lei lo volesse.
I suoi vecchi compagni. Morti. Davanti a lei.
< GRETA!! > non si era nemmeno resa conto di stare per essere sotterrata da un’enorme quantità di sabbia quando Kanta la richiamò all’ordine < Afferra la mia mano! > urlò la bianca tendendole un arto che Greta afferrò subito dopo con la mano sana.
Sol seppe immediatamente cosa fare, non aspettò che tutta la sabbia sollevata dallo scorpione le sotterrasse, tirò con tutta la forza che possedeva dall’alto della duna.
Le due ragazze mangiarono un bel po’ di sabbia ma Sol riuscì a tirarle fuori in tempo. Ancora prima che lo scorpione potesse cadere su di loro, dopo che Eiji gli aveva tranciato le zampe.
Greta fu posta sul dorso di Shiro che corse lontano da lì mentre Kanta si risistemava i pantaloncini < Che strazio! Nemmeno un attimo di pace che compaiono ‘sti cosi a rompere! >
< Non distrarti, ne rimane ancora uno e sembra potente > fece Eiji posando gli occhi azzurri sull’unico kishin ancora in piedi.
Lo scorpione era ormai morto ma il kishin non aveva intenzione di mollare ed Eiji sapeva che aveva come scopo divorare le loro anime, quindi dovevano stare attenti. Se ci fosse stato Komor sarebbe stato molto più semplice.
Lui avrebbe saputo come comportarsi. Dannazione a lui, avrebbe dovuto prendere più informazioni sul suo universo!
< Eiji... guarda > Kanta indicò il kishin che si chinò a terra e cominciò a comportarsi in maniera strana e sospetta < Non starà... >
Sol sgranò gli occhi < Sta mangiando le anime dei suoi simili! >
Nemmeno il tempo di terminare la frase che il kishin esplose in una bolla di fumo che una volta diradatosi fece rabbrividire i tre ragazzi: un mostro alto il triplo di prima, grosso e muscoloso, dotato di lunghi pungiglioni e spade tra le grinfie, artigli e zanne acuminate.
Sembrava la bruttissima copia della Bestia.
< Cazzo >
< Avete bisogno di una mano? >
 
 
Konoha era un luogo dal clima prevalentemente mite, nascosto a occhi indiscreti da un’immensa foresta e protetta da mura imperforabili a meno che non sia un demone con la coda a cercare di annientarlo, ma dopo la guerra la pace sembrava essere tornata.
Finalmente.
Non c’era più quel via vai di ninja un po’ ovunque e un po’ a caso, non c’era più il fracasso della vecchia a are ordini a destra e a manca perché “Kabuto sta letteralmente rompendo con quei suoi cadaveri-morionetta che girano per il mondo a far casini”,  e al suo posto c’era il rispettabilissimo Kakashi Hatake, ninja di prim’ordine (così credono ancora i più) e maestro dei salvatori del mondo.
Il fatto che ora si vivesse in pace però non scalfiva la diligenza di alcuni ninja che, attenti quali erano, avevano notato un muoversi non tanto normale e pacifico di alcuni villaggi a nord-est.
Fatto sta che Shikamaru quella mattina fu chiamato all’ufficio dell’attuale Sesto Hokage < La situazione si fa ancora più complicata a questo punto > fece il più anziano dei due < Se dovesse attaccare il villaggio non so se riusciremo a reggere... Naruto e gli altri sono momentaneamente in missione e Sasuke non torna certo in cinque minuti dal suo viaggio di redenzione >
Shikamaru sapeva quello che Kakashi stava per dirgli. Più o meno.
Il nocciolo della questione, però, era un altro <  Shikamaru, chiama la squadra ANBU e fai in modo che abbiano tutte le informazioni disponibili e poi mettiti in viaggio anche tu, raggiungi Gaara e insieme cercheremo una soluzione >
< Non può contattarlo attraverso una video chiamata? >
Kakashi annuì < Sì ma ho bisogno di te laggiù, qui ci penseremo io e il Clan Hyuuga. Ho ragione di credere che sia diretto proprio lì >
Il ninja più giovane strinse i pugni, preoccupato < Se dovesse attaccare Suna... noi cosa- >
< Se dovesse attaccare Suna c’è il rischio che scoppi un’altra guerra e non è certamente il caso. Chiunque l’abbia risvegliato dall’aldilà deve essere trovato ed eliminato, siamo sopravvissuti a stento alla Quarta Guerra non oso immaginare cosa potrebbe succedere se ne scoppiasse una Quinta >
Detto ciò Shikamaru abbandonò l’ufficio e s’incamminò verso il quartier generale ANBU.
Una volta aggiornati sulla situazione fece come gli aveva detto l’hokage e cominciò a fare i bagagli, venendo interrotto da più e più persone < Parti per una missione? > era sua madre.
Il Nara annuì lentamente inserendo nella sua sacca più kunai e shuriken che poté, sotto lo sguardo di sua madre < Allora buona fortuna. Vengono anche Ino e Choji con te? >
< No, è una missione in solitaria. Devo raggiungere Suna e il più presto possibile >
Sua madre annuì e fece un sorrisetto sghembo < Salutami la sorella del Kazekage e dille che pretendo di averla a cena da noi una queste sere... > e sparì nell’altra stanza.
Al che Shikamaru deglutì praticamente aria per poi alzare gli occhi al cielo.
Uscì di casa pronto per la partenza quando incontrò per strada i suoi compagni di team, la bionda gli si lanciò addosso in un abbraccio < Allora, Shika? Dov’è che vai? >
< Suna. Una missione importante. >
Choji gli sorrise continuando a mangiare le sue amate patatine < Peccato che Kakashi ci abbia assegnato un’altra missione, comunque... >
< Quale missione? >
< Di pattuglia > fece Ino, in effetti soltanto adesso notava che anche loro due sembravano in procinto di compiere un lungo viaggio < Ci affiancheremo alla squadra 8 e cercheremo di scoprire chi diavolo è che sta opponendosi al progresso della pace >
Shikamaru rifletté. Mandare due squadre era pericoloso, senza contare che se si fosse trattato veramente di lui ci avrebbero rimesso la vita < Sarete soltanto voi? >
< Mi sembra che anche Sai venga e poi non mi ricordo... il fatto è che Rock Lee è andato in missione con Naruto e Sakura, mentre Tenten è ancora in ospedale dopo quella brutta botta alla gamba sinistra > e Shikamaru annuì.
Ino e Choji non conoscevano tutta la situazione ma si impose che, una volta tornato da Suna, avrebbe raccontato loro tutto. C’era qualcosa che lo impensieriva e aveva paura di non sbagliarsi.
Si avviò verso il villaggio della sabbia con la consapevolezza di dover accelerare il passo nonostante non ne avesse minimamente voglia. Temari l’avrebbe ammazzato se si fosse presentato anche solo di pochi minuti in ritardo.
Diavolo che grande, insopportabile seccatura...
 
 
< Davvero c’è un posto del genere in mezzo al deserto? > chiese un po’ disorientata la piccola Hikari stringendosi il mantello tra le mani esili.
Non mangiavano da un bel po’ anche perché avevano passato circa un paio di giorni in mezzo al deserto e Lea si era dimostrata una vera amica. Avevano parlato del più e del meno tutto il tempo, almeno così non avrebbero pensato al terribile caldo che stava facendo!
Lea, che era riparata sotto al cappello di paglia bianca, alzò lo sguardo verso gli edifici dalla forma alquanto strana e fantasiosa, leggermente sferica e fatte di un materiale che a prima vista sembrava sabbia indurita < Io ho fame, andiamo a mangiare? > sorrise in una maniera tale da sembrare una dolce bambina.
La piccola Hikari annuì, anche lei stava morendo di fame!
Entrare lì era stato un po’ complicato, c’erano guardie ovunque e vestite tutte allo stesso modo che parlottavano tra loro riguardo a come l’avrebbe presa un certo tizio, magari qualcuno di importante, magari il capo, ma alla fine le avevano fatte passare comunque dopo aver visto in che condizioni erano.
Non dovevano sembrare molto femminili tutte sudate e piene di sabbia.
Alla fine avevano trovato un buon chiosco dove sedersi e mangiare qual cosina < Lea > fece la riccia < Parlami ancora di questi pirati di Cappello di Paglia, ti va? >
La ragazza annuì sorridendo a trentadue denti < Sono i pirati più forti del Grande Blu ed è da un po’ di tempo che hanno iniziato a navigare anche nel Nuovo Mondo... se li conoscessi te ne innamoreresti subito! >
< Tu sei innamorata? > le chiese a bruciapelo agguantando alcuni onigiri che le erano stati gentilmente offerti dal cuoco, per poi assottigliando gli occhi in un visino che di dolce e innocente aveva ben poco < Ti piace qualcuno, Lea? >
L’altra quasi si strozzò con il curry e prese a darsi dei colpetti sul petto sperando che il cibo scendesse giù una volta per tutte. Al che la bambina batté le mani < Avevo ragione! Ti piace qualcuno! Ti piace qualcuno! >
Lea arrossì leggermente, cose che non era davvero da lei, ma quando c’era di mezzo lui non riusciva a fare a meno di diventare una di quelle ragazze insicure e si metteva ad arrossire senza ritegno < Ma no... è che... Uffa!!! > esclamò esausta < E va bene, mi piace Rufy, lo ammetto! >
Hikari rise < Oh, ma io non avevo intenzione di chiederti chi fosse! Comunque perché non mi racconti un po’ di te? Abbiamo parlato sempre di loro e mai di te... che ne dici? >
< Sono Makarai D Lea, cos’altro vuoi sapere? >
< Da dove vieni, cosa fai nella vita... cose così! > spiegò Hikari.
Continuarono a mangiare quei deliziosi manicaretti uno dopo l’altro mentre Lea le raccontava a gradi linee che proveniva da un’isola del Mare Orientale e che il suo sogno era quello di trovare il One Piece, il prezioso tesoro che era appartenuto al leggendario Re dei Pirati, Gol D Roger.
Le raccontò anche qualche avvenimento accaduto in casa, quando sua sorella la prendeva in giro perché convinta che una tappa come lei non avrebbe mai messo piede neppure su di una nave pirata!
E invece eccola lì, a parlare con una bambina della sua vita dopo essere scampata alla morte innumerevoli volte e di esserne sempre uscita grazie alla sua ciurma.
Ormai li considerava come una seconda famiglia, ed era diventata una temuta pirata. Intanto che si avvicinava sempre più al suo sogno, si era anche innamorata.
In realtà non era stato semplice capire perché ogni volta che il capitano le stava vicino, si sentiva come andare a fuoco e diventava improvvisamente timida e impacciata. Credeva di essere terribilmente malata e aveva chiesto aiuto a Chopper che, poverino, aveva subito pensato a una malattia mortale e quasi gli era venuto un infarto.
Hikari scoppiò a ridere nel sentire che quando accadde, con loro c’era il cuoco di bordo, Sanji, un tipo che distribuiva avance e cuori a chiunque donna incrociasse per strada, che era caduto in depressione in tempo zero mormorando cose insensate.
Poco dopo uscirono dal piccolo chiosco e fecero una passeggiata per digerire, fu a quel punto che la piccola Hikari sentì chiaramente il suono di una voce.
Una voce calda e femminile.
Si girò ovunque cercando la fonte di quella voce ma non trovò nulla e Lea, a quel punto, si preoccupò un tantino girandosi verso di lei con le mani incrociate dietro la testa < Qualcosa non va, Hika-chan? >
La bambina la guardò e per un po’ Lea si chiese cosa stesse cercando di dirle con gli occhi inquieti < Lea, sento una presenza >
Al che, la ragazza lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e si girò prima a destra, poi a sinistra, dietro e guardò il cielo. Nulla di nulla < Ma sei sicura? >
< Sicurissima, la sento ancora > poi abbassò la testa < Sembra provenire da... >
Lea la fissò mentre prendeva il suo zainetto e iniziava a cercare freneticamente qualcosa al suo interno, finché non afferrò una piccola pietra azzurra che aveva incominciato a illuminarsi in maniera strana < Che cos’è? >
< Questa l’ho trovata al villaggio... il fratellone Karuo mi aveva detto di tenerla al sicuro e io l’ho fatto. Ma non so perché sento che mi chiama, è una strana sensazione ma non riesco a capire quello che dice >
All’interno della pietra, notò la giovane pirata, c’era qualcosa di liquido ma che non riuscì a identificare < Vorrà dire che chiederemo a qualcuno >
< Non posso! > esclamò Hikari all’improvviso nascondendo la pietra nello zaino < Non posso farla vedere a nessuno >
< Allora perché l’hai fatta vedere a me? > chiese ovviamente la ragazza.
Hikari la guardò sorridendo, un sorriso dolce e sincero < Perché tu sei mia amica >
 
 
La città di Death City era come se l’avevano immaginata. Più o meno.
Sembrava una città come le altre se non fosse per quella strana, stranissima sensazione che provavano non appena messo piede lì dentro.
< Shiro > fece la ragazza attirando l’attenzione del felino < Se svengo prendimi >
Al che la tigre si espresse con un sonoro sbadiglio continuando a camminare, morta di caldo, accanto alla padrona e ai suoi amici che di aiuto non lo erano neanche un po’. Greta doveva già essere arrivata alla Shibusen per farsi medicare il braccio, Eiji aveva avuto la brillante idea di fregare la moto a quelli che avevano abbattuto lo scorpione gigante con un solo colpo di falce.
Ora l’albino che li aveva aiutati era piuttosto nervoso e la sua partner (Kanta non faceva che squadrarle il seno piattissimo perché non sapeva cos’altro guardare) gli tirava ogni tanto qualche libro sulla testa così tanto per fare esercizio.
Si ricordava di quando Komor le aveva parlato così tanto della Shibusen, degli amici fuori dall’ordinario che si era andato a trovare, i professori, le missioni e più o meno come funzionavano le cose lì.
L’ultima riunione annuale era stata organizzata sull’Isola degli Uomini Pesce, dove più che un riunione era stato uno sfacelo data la situazione che regnava in quel mondo e Kanta, così come Greta, avrebbero preferito di gran lunga la calma e placida Konoha.
Peccato che il grande capo non voleva vederli e poi sarebbe stato stancante lo stesso, quelli erano nel bel mezzo di una guerra, andare a disturbarli non faceva parte dei loro compiti. Così Kanta aveva visitato l’Isola degli Uomini Pesce e dopo un paio di giorni era tornata dalla sua ciurma un po’ rincoglionita ma intera.
Non si interferisce con gli altri mondi a meno che non si tratti di quel bastardo di un Fantasma, era una regola che si erano imposti tre anni prima.
Quando Miyou era morta.
< Ehi, ma quel tatuaggio che hai sulla schiena è Shiro? > chiese Maka.
La diciannovenne annuì sorridendo < Sì, è una tigre bianca! > poi si aggiustò gli occhiali da sole sul naso < Il mio potere infatti è assai legato a questi animali >
Maka e Soul, maestra della falce e una falce.
Così come Komor e Camelia.
Sol invece, ancora stava cercando di capire perché quel povero ragazzo doveva trasformarsi proprio in una falce.
< Ah sì? > fece meravigliata < Adesso che ci penso, appena ti ho vista ho notato una coda a strisce bianca e nera... ma allora non sei una zebra! >
Kanta quasi inciampò e lanciò una lunga occhiata alla ragazzina che però continuava a sorriderle per poi rivolgersi all’amico < Soul, oggi tocca a te fare la spesa, te lo ricordi vero? >
< Che? Guarda che toccava a te >
Fu così che i due cominciarono a battibeccare lasciando completamente perdere il discorso sui poteri misteriosi di Kanta mentre Sol si guardava attorno stupito, infine indicò il cielo < Ma quello è un sole? >
Tutti presero a guardare proprio in quel punto e annuirono tranquillamente. Poi Kanta ebbe un sussulto e ricordò.
 
< Esattamente cos’è quell’affare che ride? Un mostro? Dobbiamo farlo fuori? >
Komor sospirò e le bloccò le mani ancor prima che partisse in quarta < Quello è il sole >
< Che cosa?! Il sole, quello sgorbio?! >
< E’ un sole... > confermò Eiji non staccando gli occhi dal laptop < ... un sole così lo vedi solo in questo mondo, è per questo che ti sembra strano >
 
< Impossibile >
I tre presero a guardarla e nonostante non potessero vedere gli occhi della ragazza sgranati dalla sorpresa, capirono subito che qualcosa non andava nel verso giusto.
Doveva essere così.
Anche Shiro che stava camminando mentre dormiva si era fermato e guardava il cielo con gli occhioni puntati su quella faccia che rideva in maniera davvero lugubre.
< Ma noi siamo a Lore, giusto? Cioè la Death City di Lore...? > la domanda di Kanta però non ottenne risposta. O almeno non quella che si aspettava di sentire.
Infatti il sopracciglio alzato della maestra della falce Albarn fu una chiarissima se non terribile risposta < No guarda che questa è la vera Death City, non una copia... >
< Merda >
Sol non ci stava capendo nulla < Che succede? >
La bianca digrignò i denti e Shiro mosse velocemente la coda < Secondo Eiji c’è sempre qualcosa che contraddistingue un determinato mondo dalla suo copia a Lore... ebbene per quanto riguarda Death City è proprio il sole, o la luna, ed è impossibile che qui ci sia perché... perché... non ricordo precisamente perché ma è così! Non posso sbagliarmi! >
Soul mise le mani nelle tasche dei pantaloni e volse lo sguardo alla sua maestra d’armi che sembrava concentrata su chissà quale pensiero < Ohi Maka, tu che dici? Anche Komor diceva la stessa cose se non sbaglio... >
La biondina sospirò, non era pratica di tutti quegli universi. L’unico magari che avrebbe potuto rispondere alle loro domande era... < Andiamo alla Shibusen > esclamò decisa < Il Sommo Shinigami ci saprà dire cosa sta succedendo, ne sono sicura >
Kanta annuì.
Ad ogni modo il suo istinto le diceva che c’era qualcosa che non andava, glielo stava ripetendo più e più volte. Si avvicinò alla tigre che era divenuta la sua compagna di viaggio e ricominciarono a camminare spediti verso quell’alta scuola in cima a quelle altissime scalinate.
Pensò con un po’ di frustrazione che non sarebbe riuscita a salire tutte quelle scale senza collassare una volta in cima ma doveva sforzarsi, doveva farlo perché mancava un giorno alla riunione e doveva essere in ottima forma.
Di fianco a lei Sol si guardava intorno mentre gli altri due ogni tanto si perdevano nel salutare qualche conoscente. Aveva capito che tra armi e maestro d’armi c’era quel legame che nessuno avrebbe potuto spezzare, neanche con sonore litigate.
Un legame forte e indissolubile, così come aveva potuto constatare con i suoi compagni, Komor e Camelia. Quei due erano così terribilmente simili nelle loro differenze e così meravigliosamente coordinati che non sembravano necessarie le parole.
Pensò che più o meno era la stessa cosa che accadeva con Shiro, che le si avvicinava bagnandole il viso con il musetto umido ogni volta che la vedeva triste o giù di corda.
La cosa non accadeva spesso ma accadeva, soprattutto quando non aveva qualcuno al suo fianco. Quando e i ricordi del passato iniziavano a fare capolino dal subbuglio di pensieri e strategie che era solita elaborare quando non aveva nulla da fare.
Si sfiorò il neo che spiccava sulla pelle nivea, esattamente sotto l’occhio destro. Ce l’aveva anche lei, dopotutto erano praticamente uguali. Si ritrovò a sorridere nonostante la situazione non permettesse di sviare in pensieri in quel momento inutili.
Mostrò la lingua a Shiro che la guardava preoccupata.
Nonostante i fantasmi del passato fossero ancora presenti non poteva permettersi di non fare niente. Prima avrebbero risolto il problema e prima sarebbero potuti tornare a casa, lei da Bartolomeo a ridere cercando di non pensarci.
< Siamo arrivati > disse Maka indicando la rampa di scale in cima alla quale stavano sedute due figure. Sol si disse che non poteva conoscerli, ma riconobbe la chioma verte di Eiji e quella che sembrava una ragazza dai lunghi capelli chiarissimi.
Kanta alzò la mano e cominciò a salire, improvvisamente animata da una nuova energia < Ciao Akiko!! Siete già arrivati?! >
Sol capì immediatamente che quella ragazza fosse un membro della Black Moon, Akiko Satou, la maga del vento. Il ragazzino seguì gli altri verso la scuola che, più si avvicinava, più sembrava aumentare di volume.
Si aspettava che Kanta l’abbracciasse di slancio, che Eiji rimanesse con il viso incollato al display del cellulare un po’ spaccato, invece nulla di tutto ciò accadde.
Perché il verde aveva spento il cellulare e se l’era messo in tasca, si era alzato e i suoi occhi azzurrini lasciavano trasparire evidente confusione mista e preoccupazione e smarrimento più totale < Abbiamo un problema >
Kanta annuì < Centra lo sgorbio, vero? > e indicò il sole.
O quello che doveva essere per forza il sole.
< Il Sommo Shinigami è presente, è qui a Lore e questa è la vera Death City > disse a quel punto Akiko assottigliando gli occhi nerissimi come la pece.
Maka e Soul rimasero in silenzio dopo aver battibeccato su qualcosa durante tutta la rampa di scale, mentre il ragazzino, il quattordicenne, Sol rimase impietrito.
Qualcosa stava iniziando a capirla anche lui.
Sapeva persino dove sarebbe andata a parare quella discussione.
< Quindi mi stai dicendo che... in qualche maniera... > Kanta deglutì, impossibile che stesse succedendo davvero, i mondi non dovrebbero... < La vera Death City si è trasferita al posto di quella falsa?, della copia? Come diavolo è potuto accadere??!! >
Eiji temeva che sarebbe successo.
Quando Kanta aveva quegli scatti d’ira non era facile farla riuscire a ragionare < Ne parleremo meglio durante la riunione, ma non è finita qui >
Il tono grave le fece perdere un battito.
Akiko rimase zitta, lasciando che parlasse l’hacker < Il Fantasma ci ha lasciato un messaggio > poi sospirò, gli occhi bassi e contratti in un’espressione di pura rabbia < Hanno ammazzato Karuo >
Kanta strinse i pugni e sgranò letteralmente gli occhi e fu soltanto grazie agli occhiali da sole che nessuno li vide. Non amava farsi vedere negli occhi.
Soprattutto in quei momenti, quando rispecchiavano perfettamente ciò che provava < Chi cazzo è stato? >
< Jacob il Cacciatore > questa volta fu Akiko che parlò, anch’ella scura in volto.
Soul, da perfetto scemo privo di tatto qual’era, si grattò la nuca e sospirò guardando il sole a cui era tanto abituato < La situazione sta diventando sempre meno figa... >
Maka-chop.
 
 
 
 
 
 
 
 
...
Non so davvero come scusarmi.
Faccio schifo!
Io vorrei aggiornare con maggiore regolarità, sempre più spesso e non farvi aspettare giorni, mesi, ANNI ma non posso farci niente. Tra la scuola, lo studio, problemi di salute (mal di testa a non finire, Dio, aiutami!) la scuola, la famiglia, lo studio non so dove sbattere la testa.
Mi rendo conto che non servono le scuse e che mi meriterei di essere crocifissa a testa in giù ma ve lo chiedo lo stesso: SCUSATEMI!!!!!! Giuro che non lo faccio a posta!
 
Ma adesso passiamo alla storia, va bene?
In questo capitolo, l’ennesimo senza scontri avvincenti mannaggia!, ci sono state parecchie rivelazioni... Innanzitutto abbiamo scoperto qual è la situazione a Konoha, Shikamaru sempre più pigro che deve partire per Suna e il nostro Kakashi preoccupato per il ritorno di... qualcuno!
Qualcuno che, in realtà, abbiamo già incontrato una volta ma non vi svelerò chi sia!
È chiaro quindi che è ambientato dopo la Quarta Guerra dei ninja, quando Kakashi è diventato Hokage, Sasuke è in viaggio e Naruto&Co svolgono la normale routine di missioni.
Hikari e Lea stanno amorevolmente chiacchierando e sono arrivate in un villaggio in mezzo al deserto... chissà quale villaggio, eh? Mentre Niamh scappa una volta che, dopo il rito, si è risvegliata ancor più strana di prima. È diventata una banshee, gente!
Ora come già sapete o avrete capito è impossibile che Lore si unisca agli altri universi, c’è sempre qualcosa che contraddistingue una particolare città/villaggio/isola/ecc... dalla copia che si è creata a Lore... ebbene ecco spiegata la presenza di quel sole-mostro!
Death City di Lore si è UNITA a quella reale per non si sa bene quale motivo che si spera venga fuori nel prossimo capitolo... oppure no! ^-^
Per riassumere:
1_ Shanako, Komor, Camelia, Eros e Akiko sono arrivati a Death City;
2_ Greta ed Eiji sono arrivati subito dopo di loro con la moto di Soul perché lei è ferita al braccio destro;
3_ Kanta, Sol, Maka e Soul (Sol e Soul, vabbé lo so che è scomodo ma presto si risolverà tutto) sono arrivati adesso.
Chi manca alla riunione? Soltanto il capo (o vice-capo, non si è ancora chiarito) e poi possono cominciare! Intanto i cattivoni stanno organizzando una bella rissa... esatto: mi sono stufata anche io delle rivelazioni, voglio morti e scontri anche io!
Ah, piccolo spoiler, perché mi sento buona: Niamh non sarà sola per sempre, eh! Sta per incontrare gente... STRANA.
A presto (spero) e al capitolo 08!
^-^
  
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