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Autore: corvina5    26/02/2016    3 recensioni
Secondo capitolo della storia 'Ricordi di un sogno già vissuto'
Un nuovo criminale infesta le strade di Jump City. SI fa chiamare il Compratore e sta stramando una vendetta con i fiocchi. I Teen Titans gli danno la caccia ma scopriranno che l'uomo è molto più pericoloso di quanto si possa pensare. BB nasconde un segreto che neanche i Titans sanno, così inizia a condurre una seconda vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Revival of vengeance'
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DUE CUORI E UN'ANIMA





L’allarme insistente della sveglia suonò alle cinque del mattino esatte, costringendo la ragazza ad alzarsi dal letto. Si sgranchì la schiena e le ossa del corpo, liberandosi dal dolore che quel letto duro le infliggeva tutte le notti.
Come ogni mattina, si fece una doccia fresca per risvegliarsi e restituire un po’ di mobilità ai muscoli indolenziti per gli allenamenti. Aprì l’acqua regolandola alla giusta temperatura mentre si sfilava il pigiama bianco. Entrò in un secondo, lasciando che l’acqua la bagnasse. Inspirò profondamente,  l’acqua che le scorreva sul corpo le faceva sempre un bell’effetto di prima mattina.
Uscì dalla doccia allagando il piccolo pavimento del bagno e si avvolse in un asciugamano bianco e profumato. Si esaminò allo specchio un po’ appannato del bagno, notando dei profondi cerchi blu sotto gli occhi verdi, segno del troppo poco sonno che ormai faceva da anni.
-Come ti sei ridotta Sarah- disse al riflesso di sé nello specchio.
Prese il phon e cominciò ad asciugarsi i lunghi capelli bruni.
Uscì dal bagno e spalancò le finestre della camera, facendo entrare un po’ di aria pulita. Si affacciò sentendo il calore sulla sua pelle delle prime luci dell’alba. Chiuse gli occhi godendosi quella magnifica sensazione, facendo profondi respiri. La sua stanza era al primo piano, il secondo ed ultimo piano era un appartamento a sé ed era riservato esclusivamente a  Nicholas. Non le era permesso andarci se non con l’autorizzazione del proprietario stesso. L’appartamento era grande ed era ricco di mobili e quadri, le pareti erano dipinte, nulla a che vedere in quella specie di gabbia in cui lei era rilegata. Nel brutto però, c’era il suo piccolo angolino di sole che si godeva ogni mattina anche se solo per pochi minuti.
La sensazione di essere osservata la costrinse ad aprire gli occhi. Vide che gli uomini che erano di guarda al cancello che circondava l’edificio, la stavano guardando come un cane guarda un osso.
Sarah alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Si allontanò dalla finestra e si tolse il piccolo asciugamano, lasciando il suo corpo nudo. A quel punto dei fischi cominciarono ad uscire dalle bocche degli uomini, entusiasti. Alcuni persino le urlavano in maniera provocante.
-Beh guardate pure!- li urlò lei -tanto non riceverete niente di più-
Il fatto che la osservassero, eccitassero addirittura non le dava nessun fastidio. Come se nemmeno le importasse.
Si vestì, indossando una tuta bianca pulita. Per mettersela impiegava una decina di minuti; l’indumento era comodo quanto difficoltoso da indossare. La tuta era collegata al sistema nervoso della ragazza in modo di potersi modificare a seconda delle condizioni della persona che la indossava. Poteva regolare la temperatura in base a quella corporea e poteva persino rilasciare scosse elettriche in caso di arresto cardiaco. Inoltre era ricca di tasche nascoste dove si potevano infilare le armi.
Dopo essersela infilata, Sarah aprì l’armadio dove, attaccate alle ante interne, c’erano armi di ogni tipo: i coltelli e le lame a sinistra e le pistole sulla destra. Al centro una decina di tute uguali, bianche.
Prese quattro piccoli pugnali e ne infilò due nelle tasche apposite negli avambracci e due nelle caviglie. Prese quattro stelle e le mise due in ogni polso. Fissò la parte delle pistole per qualche secondo, scegliendo l’arma da portarsi. Scelse una calibro 38, la caricò e la mise nella fondina sulla destra con gli appositi caricatori. Per ultimo, prese le sue due sai, infilandole nella cintura.
Come ultimo tocco, si allacciò una catenina con un ciondolo a forma di cuore intorno al collo, rigirandoselo tra le mani.
Chiuse le ante dell’armadio, vedendo il riflesso di se stessa nello specchio che era attaccato.
Osservò la sua figura slanciata e snella, contornata da quella tuta aderentissima. Rimase alcuni secondi a guardarsi negli occhi, immobile intravedendo in essi solo dolore.
 
 
 
 
 
 
-MORGAN! Morgan presto dobbiamo andare via!-
La ragazzina aveva il volto rigato di lacrime mentre scuoteva il fratello in preda al panico. Un lago di sangue ancora caldo, si distendeva sul limpido pavimento bianco. Il ragazzino dai corti capelli marroni ed occhi azzurri, restava inginocchiato accanto al cadavere di un uomo, guardandosi le mani colante del liquido rosso.
Le sirene della polizia si avvicinarono sempre di più, riecheggiando nella casa silenziosa.
-Morgan ascoltami, do-dobbiamo andarcene ok? Dobbiamo andar via di qui o ci prenderanno- disse lei con voce tremante, impaurita.
Il ragazzo scosse la testa, risvegliandosi dalla sua trans. Solo allora sembrò accorgersi delle sirene.
-Presto passiamo dal retro!- le disse.
Prese la sorellina per mano e scapparono verso la porta che dava sul giardino, lasciando impronte di sangue sul pavimento.
Un groppo in gola li bloccò il respiro vedendo il corpo della donna con ancora il coltello nel petto, giacere proprio davanti alla porta, bloccandoli il passaggio.
Altre lacrime sgorgarono dagli occhi arrossati della ragazza.
-Non guardare Sarah, chiudi gli occhi- disse prendendola in braccio scavalcando il corpo caldo  -tieni gli occhi chiusi-
 
 
 
 
 
 
 
La sveglia suonò nuovamente emettendo quell’antipatico rumore. Sarah scosse la testa ed andò a spegnere la sveglia che segnava le sei esatte. Mise la catenina dentro la tuta e chiuse la finestra  della camera. Uscì in fretta, chiudendo a chiave la porta dietro di sé.
 
 
 
 
 
 
 
-Avanti Sarah fai in fretta-
-Sto facendo il più veloce possibile-
-Hai scassinato serrature più difficili di queste-
-Lo so, lo so. Sei sicuro che sia uscito? Le luci sono accese-
-Si, è solo un trucco per tenere alla larga gente come noi-
-Fatto-
La porta in legno scuro si aprì lentamente mostrando al suo interno, una casa molto accogliente e raffinata.
-Mmm senti che bel calduccio che c’è in questa casa- disse il ragazzo.
Entrambi entrarono con passo felpato, accertandosi che nessuno ci fosse veramente.
-Sarebbe bello vivere qui. Chissà chi ci abita-
-Beh chiunque sia è molto fortunato. Guarda- disse lui indicando una mensola colma di statuine trasparenti.
I ragazzi ne presero una ciascuna.
 Sarah osservò la sua rigirandosela tra le mani; la statuina rappresentava una famiglia seduta a tavolino, felice.  Alla ragazza scappò un sorriso malinconico.
-Swarovski?- chiese lei.
-Non credo. Credo sia... diamante?-
-Chi può mai essere così ricco da avere tutte queste statuine di diamante?-
-Uno che se le può permettere- disse una voce dietro di loro.
Pietrificati si voltarono. L’uomo era alto e in forma con capelli bruni, quasi neri. Gli occhi marroni erano brillanti e penetranti.
-La prego non chiami la polizia- lo implorò Sarah.
-Perché non dovrei?- disse l’uomo estraendo il telefono.
La paura di finire in prigione, di essere separato da sua sorella si fece largo tra le sue emozioni, liberando una scarica di adrenalina nel suo sangue. Si avventò contro l’uomo con tutta la forza che aveva in corpo. Gli diede un calcio ben assestato nelle zone basse, facendogli cadere il telefono dalle mani e buttandosi a terra carponi. Morgan prese un vaso che si trovava su di una mensola vicino a lui e lo ruppe sulla testa dell’uomo, che cadde tramortito.
Morgan, con il fiatone, guardò il suo operato.
-Corri!- gli urlò la sorella -andiamo via di qui!-
I ragazzi corsero verso la porta principale ma il percorso era sbarrato da un uomo che gli puntava la pistola contro.
-Cosa ci fate qui?-
I ragazzi non risposero.
-Cosa state facendo eh? Siete dei ladri schifosi-
-N-noi...- balbettò Sarah.
-Blake- disse l’uomo dietro di loro, che si stava rialzando appoggiandosi alla mensola -abbassa la pistola-
-Che cosa?- chiese sbalordito lui.
-Abbassala ti dico!-
L’uomo abbassò l’arma continuando a guardare in cagnesco i ragazzi.
-Morgan e Sarah Willson, figli di James e Carrie Willson deceduti lo scorso ottobre nella loro abitazione-
I ragazzi si guardarono negli occhi ,spaventati.
-Ci hai riconosciuti?!-
-Certo Morgan, sono passati solo due mesi dalla loro morte e le vostre facce sono su tutti i notiziari-
-Non abbiamo ucciso noi la mamma!- urlò Sarah piangendo.
-Ma certo che no piccina- disse l’uomo inginocchiandosi -voi amavate vostra madre. Era vostro padre quello cattivo-
Morgan si piazzò davanti alla sorella, nascondendola dietro la schiena.
-Stalle lontano- gli disse.
-E’ quello che è successo, non è così?- disse alzandosi -Vostro padre stava minacciando la tua sorellina e tu hai provato a difenderla ma sei stato troppo debole-
Sul volto del ragazzo comparve una smorfia.
-Sei stato picchiato tante volte per difendere tua sorella e quella sera vostro padre era ubriaco più del solito. Stava toccando la piccola Sarah in posti in cui una bambina non dovrebbe mai essere toccata-
Sarah ricordò la scena ancora vivida ed impressa nella sua memoria, piangendo.
L’uomo continuò a parlare.
-Non era la prima volta che lui lo faceva e tu lo sapevi, hai provato a difenderla come le altre volte ma lui è sempre stato più forte e ti ha allontanato, continuando con il suo lavoro... Dopotutto, cosa mai potrebbe fare un ragazzo di diciassette anni contro un uomo forte e robusto? Vostra madre vide la scena e si parò davanti a te, proprio come tu stai facendo adesso con Sarah ma a tuo padre non piace, non piace per niente. Prende il coltello che era sul tavolo, minacciando la povera, povera Carrie. Lei prova a scappare ma è troppo lenta e... pugnala vostra madre. Uno... due... tre... quattro... sei... otto... dieci... dodici coltellate. L’età esatta di tua sorella-
-Smettila- mugolò il ragazzo con rabbia.
-A quel punto non ci hai visto più ed hai aggredito tuo padre. Gli hai fracassato il cranio contro il tavolo della cucina-
Un lampo nella mente del ragazzo, gli fece rivivere la serata. Il corpo pesante dell’uomo cadere a terra, privo di vita, le sirene, le luci blu della polizia.
-Come sai tutte queste cose i notiziari non lo sanno, nessuno lo sa- una lacrima gli rigò il mondo.
-Conoscevo tuo padre, lavorava per me. Ci sono telecamere ovunque in casa-
-Chiamerai la polizia?- chiese tremante la ragazza.
-Certo che no bambina-
-Allora che farai?- chiese lui.
L’uomo sorrise.
 
 
 
 
 
 
Sarah bussò violentemente alla porta col pugno.
-Terra! Terra muoviti dobbiamo allenarci e sei in ritardo! Di nuovo!-
-Arrivo, arrivo- le rispose lei dall’altra parte della porta.
-Giuro che le faccio il culo a strisce nel combattimento- borbottò tra sé e sé.
La porta scorse di lato, aprendosi.
-Buongiorno- le disse Terra.
-Si, si buongiorno. E’ tardi e dobbiamo allenarci-
-Ma se sono solo le sei e cinque-
-Devo forse ricordarti cosa ci ha fatto il nostro capo appena la settimana scorsa?-
-Ok, hai ragione-
Le ragazze si avviarono a passo svelto nel corridoio.
-Niente di nuovo in superficie?- chiese Terra.
-No. I Titans non si sono mossi dalla torre se non per sconfiggere quella mezza sega del Dr. Luce-
-E che mi dici dei piani alti?-
-Nicholas non è ancora uscito dalla scorsa settimana. Nessuno lo ha visto-
-Hai sentito le cameriere?-
-Si. Nemmeno loro lo hanno visto-
-Come è possibile?-
-Le ha buttate tutte fuori a calci, ha detto non vuole vedere nessuno-
-Wow- disse sbalordita.
-Già. Wow-
-Dici che starà tramando qualcosa?-
-Certo che sta tramando qualcosa! La domanda è chi sono gli sfortunati-
-Dici che potremmo essere anche noi?-
-No non credo, siamo già state punite. E’ come un fulmine: doloroso, veloce e non colpisce mai nello stesso punto-
 
 
 
 
 
 
-Usa la forza nelle gambe Sarah! Morgan rialzati immediatamente!- li urlò Nicholas.
-Con tutto il rispetto ma siamo esausti. Ci alleniamo e combattiamo ormai da più di sei ore. Abbiamo bisogno di mangiare, Sarah ha bisogno di mangiare- disse indicando la sorella, che ansimante, era appoggiata alle ginocchia.
Nicholas si alzò dalla sedia su cui era comodamente seduto mentre osservava gli allenamenti dei ragazzi e se ne andò.
Sarah e Morgan si guardarono confusi.
Dopo un paio di minuti tornò con un vassoio di pasticcini di ogni tipo tra le mani.
-Così avete bisogno di mangiare eh? Sarah ha bisogno di mangiare, giusto?-
Nicholas cominciò a tirarle addosso i pasticcini avvicinandosi sempre di più. Sarah cercò di riparasi ma l’uomo l’attirò a sé per un braccio e cominciò a infilarle nella gola i pasticcini uno ad uno, strozzandola. La ragazza si divincolò inutilmente emettendo gemiti.
-LASCIALA STARE!- gli urlò Morgan.
-Altrimenti cosa mi farai? Mi spaccerai la testa contro un tavolo?-
Nicholas riprese ad ingozzare la ragazza.
Morgan sentì il corpo formicolare ed andare in fiamme. Gli occhi si riempirono di rabbia e si avventò verso l’uomo. Provò a colpirlo con il pugno ma Nicholas fu più veloce, evitandolo. L’uomo si staccò dalla ragazza che ,appena liberata dalla sua stretta, vomitò tutto quello che le aveva ingerito.
Nicholas si avvicinò al ragazzo con fare minaccioso. Morgan si alzò in aria con un salto, pronto a tirargli un calcio ma, nuovamente, Nicholas lo evitò. Inutilmente, Morgan provò di nuovo a colpirlo.
Nicholas lo prese per la gola prima che lui potesse attaccarlo e lo lanciò verso il muro, dal quale caddero dei pezzi di intonaco. Morgan si rialzò dolorante, tenendosi il gomito. Nicholas scattò verso il ragazzo, imprigionandolo tra lui ed il muro.
-Se vuoi proteggere tua sorella devi imparare a combattere meglio di così! Non risolverai nulla arrendendoti. Ora ripeti l’allenamento da capo-
Si guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi Morgan abbassò gli occhi.
-D’accordo-
Nicholas si allontanò dal ragazzo, che riprese ad allenarsi.
-Sarah tu vai a cambiarti e a riposare-
Morgan guardò l’uomo e gli fece un cenno, come per ringraziarlo. Sarah corse fuori dalla palestra, asciugandosi le lacrime che le solcavano il viso.
 
 
 
 
 
 
 
-Dovrai fare meglio di così se vuoi battermi!- le gridò la bruna.
Terra le lanciò addosso delle pietre che Sarah schivò agilmente avvicinandosi sempre di più all’avversaria. Saltando, le tirò un calcio nello stomaco facendo indietreggiare Terra. Quest’ultima la colpì con un pugno in volto e prima che potesse reagire le diede un calcio facendola cadere. La bionda sollevò i massi per aria sopra la testa di Sarah, pronti a cadere. Terra abbassò le mani e i massi seguirono il loro movimento. Prima che toccassero il pavimento, l’avversaria fece una capriola all’indietro, alzandosi in piedi.
-Devo ammettere però che sei migliorata-
Terra la ignorò e continuò a combattere, lanciandole contro una zolla fatta dai massi riuniti.
-Ma io sono più forte!- continuò lei.
Salì sulla zolla con un saltò e si buttò da essa contro Terra che cadde sotto la sua presa, tramortita.
Sarah fece rialzare la compagna, togliendosi la polvere dalla tuta.
-Bel combattimento comunque-
-Grazie- le rispose Terra.
Il comunicatore nel polso di Sarah squillò.
-Oh-oh-
-Che c’è?-
-Problemi ai piani alti. Andiamo!-
 
 
 
 
 
 
-Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla mia sorellina, tanti auguri a te! Forza, esprimi un desiderio!-
Sarah chiuse gli occhi e soffiò sulle due candeline che indicavano il numero quattordici.
-So che la torta è piccola ma Nicholas ha voluto così-
-Va bene così- disse lei -almeno è alla vaniglia-
-Il tuo gusto preferito-
Morgan divise il dolce a metà con la sorella.
-Ti ho fatto un regalo- disse porgendole una scatolina.
Sarah la aprì, col sorriso sul volto. All’interno c’era una collanina con un ciondolo a forma di cuore sul quale c’era incisa la frase “Per sempre”.
-Questa la devi indossare e quando sarò via per una missione e ti sentirai sola- disse legandogliela al collo -guarda il ciondolo. Non importa quanto io sia lontano, io sarò per sempre qui- disse toccandole il petto.
-Grazie, mi piace molto-
-A proposito di missioni...-
-Non dirmi che devi partire di nuovo-
-E invece si. Nicholas ha scoperto una nuova traccia su Garfield. Questa volta potrebbe essere la volta buona! Ha appena lasciato i Doom Patrol ed ora è solo, senza casa e debole-
-Quando potrò venire anche io? Sono ormai due anni che mi alleno, sono pronta-
-Non si è mai troppo pronti per questo, credimi. Arriverà il momento anche per te. Per adesso, guarda la collana. Ok?-
-Ok- disse lei abbracciandolo -Ti voglio bene-
-Ti voglio bene anche io-
 
 
 
 
 
 
-Hai detto che un fulmine non colpisce mai nello stesso punto!-
-Ho mentito, i fulmini possono colpire nello stesso punto ma non credo che questo riguardi noi-
-E che riguarda allora?-
Le ragazze si fermarono davanti al portone dal quale si accedeva l’abitazione di Nicholas.
-Sei pronta?- le chiese Sarah.
Terra fece cenno di si e la mora bussò. Dalla parte opposta della porta Nicholas si fece sentire.
-Entrate mie care, entrate-
Le ragazze entrarono intimorite.
 
 
 
 
 
 
 
Morgan cadde a terra, tramortito dai colpi che la ragazza col mantello le aveva inflitto. Prima di potersi rialzare e combattere, la ragazza si precipitò verso Garfield, sparendo tra l'asfalto.
-NO! Cazzo no!- urlò lui: erano scappati.
-Li hai lasciati andare, lo hai lasciato andare- disse Nicholas, comparendo da dietro il ragazzo.
-Che ci fai qui?-
-È ormai troppo che mi deludi Morgan-
-Lo so è scappato ma io n-non ero preparato per una come lei-
-Ho passato due anni della mia vita ad allenati e non è ancora abbastanza, non sei forte. Tua sorella è quella forte,quella agile. In poco tempo è riuscita ad apprendere vari stili di combattimento mentre tu sei solo agli inizi. Tuttavia le manca un certo istinto di aggressività, quella voglia di uccidere che hai tu e che può essere acquisita solo da un enorme trauma-
-Per favore non la portare in questo mondo, è troppo pericoloso. Non potrei sopportare che qualcuno le facesse del male-
-Non posso di certo portarla adesso! È troppo buona. Ha bisogno di essere motivata-
Nicholas estrasse un pistola e la puntò contro Morgan.
-Cosa stai facendo Nicholas?-
-Do un motivo a tua sorella. Addio Morgan-
Il colpo riecheggiò nelle strade, seguito dal corpo del ragazzo che cadde a terra, privo di vita.
 
 
 
Il rumore della porta della camera che si apriva, svegliò Sarah nel pieno della notte. Guardò verso di essa ma non riuscì a distinguere la figura che aveva davanti.
-Morgan? Sei, sei tu?-
L'uomo avanzo verso di lei rivelandosi.
-No bambina, non sono Morgan-
La ragazza si alzò a sedere.
-Nicholas, signore. Dov'è Morgan?-
-È morto Sarah-
-M-morto?- Sarah sentì le lacrime scendere sul viso, calde e copiose.
-Come è successo?-
-Non credo che tu voglia saperlo adesso Sarah-
-COSA È SUCCESSO!- gridò con rabbia.
-Avevamo trovato Garfield ed era solo e vulnerabile-
-Se era solo e vulnerabile come ha fatto ad uccidere mio fratello!-
-Ce l'aveva quasi fatta, era quasi morto ma qualcuno è arrivato per salvarlo-
-Chi?-
-Una ragazza con poteri molto forti, magici e indossava un mantello blu con un ampio cappuccio-
-Cosa m'importa di come era vestita?-
-Usa quel cervello Sarah! Una persona vestita cosi e con quei poteri è sicuramente un eroe, un eroina-
-Chi è?-
-Non siamo sicuri della sua identità ma Morgan ha scattato una foto-
Nicholas le mostro la foto. Non era molto definita ma di poteva vedere il volto della ragazza: aveva più o meno la sua età, forse un anno in meno, aveva i capelli violacei e gli occhi ametista. In mezzo ad essi aveva una gemma.
-Gli eroi non uccidono. Perché lo ha ucciso?-
-I suoi poteri sono troppo forti persino per lei, non li sa gestire e sinceramente, non credo neanche che sappia che sia morto. Lo ha colpito con i suoi poteri e se n'è andata con il ragazzo-
Sarah rimase immobile, come in una trans.
-Allora io vado- disse l'uomo incamminandosi verso la porta -nessuno uccide un nostro uomo senza rimanere impunito, la troveremo e la uccideremo- Nicholas chiude la porta, lasciando la ragazza nel buio della stanza.
Sarah rimase in silenzio, ascoltando il suo respiro. Non piangeva neanche più ormai. Il mondo le era crollato addosso, non aveva più nessuno adesso, le avevano portato via tutto ciò che amava. Era sola.
In silenzio rimase, per tutta la notte.
 
 
 
 
 
 
 
-Mi volevo scusare per il mio comportamento della settimana scorsa. Ho esagerato- Nicholas smise di parlare aspettando una risposta dalle ragazze.
-Oh si, si è tutto ok- disse Terra.
-Davvero? Perché non voglio avere nessuna divergenza con voi, mai più- disse guardando Sarah aspettandosi una sua risposta.
-Si, certo- disse lei con voce piatta.
-Bene ora che abbiamo risolto tutto vorrei comunicarvi il mio piano. Ci ho pensato a lungo e mi servirà il vostro aiuto per attuarlo e perfezionarlo. Posso contare sul vostro sincero aiuto?-
-Si- risposero in coro.
 
 
 
 
 
 
 
Sarah entrò bruscamente nell'appartamento di Nicholas, spalancando le porte.
-Sarah! Che cazzo stai facendo?! Sai che non puoi entrare qui senza permesso!- sbraitò lui.
Sarah lo ignoro e accese la televisione sul notiziario. Il telegiornale stava trasmettendo un servizio su cinque nuovi eroi a Jump City. Tra questi una ragazza col mantello blu con occhi ametista e capelli violacei.
-Guarda!- disse lei -è lei. Si chiama Corvina. Ha creato un nuovo team e guarda chi ne fa parte?-
Nicholas strizzò gli occhi, avvicinandosi al televisore.
"-Questi cinque ragazzi adolescenti ieri hanno salvato la città da un attacco alieno. Avete sentito bene, alieno! Loro non sono solo ragazzi, sono eroi!-" diceva la signorina bionda che intervistava i ragazzi.
"-Avete intenzione di rimanere qui a proteggere la nostra città?-
I ragazzi si guardarono tra loro sorridendo.
-Finché questa città avrà bisogno di noi, noi resteremo per proteggerla. Io sono Robin e noi siamo i Teen Titans-
-Avete sentito? I criminali ora dovranno pensarci due volte prima di agire. Grazie a questi super eroi potremmo dormire sonni più tranquilli-"
La signorina indicò i ragazzi elencando i loro nomi.
"-Da Robin, Stella, Cyborg, Beast Boy e Corvina qui è tutto Tom. A te la linea-"
Sarah spense il televisore guardando Nicholas.
-Quindi adesso ti fai chiamare Beast Boy eh?-
-Sono insieme, nello stesso team-
-Due piccioni con una fava-
-Quando attacchiamo?-
-Calma Sarah... Queste cose richiedono tempo. Ora sono insieme e sembrano essere forti. Dobbiamo prepararci al meglio e alla fine...-
-Noi uccideremo entrambi-
 
 
 
 
 
 
 
Un paio di ore dopo, le ragazze uscirono sconvolte dall'appartamento di Nicholas.
-Secondo te può funzionare?- chiese Terra.
-Non lo so, è rischioso-
-Certo che è rischioso! Ma non possiamo arrenderci-
-Ma ci deve essere un'altra modo... Noi...-
Sarah fermò Terra nel corridoio, bloccandole le spalle con le mani.
-Questo non è un gioco Terra! O con noi o contro di noi! E ricorda bene cosa c'è in ballo- Sarah la liberò dalla presa e proseguì per la sua strada.
-Lo farò- accettò lei, abbassando gli occhi al pavimento.
Sarah entrò nella sua stanza, chiudendo immediatamente la porta dietro di lei.
Si appoggiò con la schiena sulla porta, scivolando a terra. Respirò profondamente e tirò fuori la collana dalla tuta.
"Per sempre" lesse.
Prese una vecchia foto dal cassetto e si buttò sul letto a faccia in su, guardandola.
La foto rappresentava lei e Morgan abbracciati. Una lacrima le bagnò il volto.
-Insieme, per sempre-
Si portò la foto sul cuore.
-Per sempre- ripeté piangendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELLA SCRITTRICE
CAPITLO INCENTRATO SU SARAH E SUL SUO PASSATO. PENSAVO CHE SAREBBE STATO CARINO FARVI SAPERE UN PO PIU SU DI LEI DATO CHE È UN PERSONAGGIO INVENTATO DA ME.
VI RICORDATE IL CAPITOLO “CASA DOLCE CASA” NELLA PRIMA STORIA? IN QUELLO HO DESCRITTO IL PRIMO VERO INCONTRO TRA BB E CORVINA DOVE LEI LO SALVA DA UN KILLER ASSOLDATO DAL PATRIGNO. QUELLO ERA IN REALTA’ MORGAN. HO CREATO UN BELL’INTRECCIO EH?
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E FATEMI SAPERE CHE COSA NE PENSATE CON UNA RECENSIONE.
VOSTRA, CORVINA.
   
 
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