Hai paura del buio?
Thomas
trovava che il buio avesse un che di confortante. Gli piaceva quando poteva
infine spegnere la luce e restare lì, in quell’oscurità che pareva quasi creare
un vuoto infinito, quell’oscurità che inghiottiva i confini della pareti della
sua camera facendogli quasi credere di trovarsi in un luogo in cui lo spazio
non esisteva. Quell’idea gli donava in qualche modo conforto. E pensava a come
sarebbe stato trovarsi effettivamente lì dove non c’era null’altro che il buio,
lì dove non esisteva niente e nessuno, dove nessuno ti scherniva e nulla poteva
ferirti. Come sarebbe stato trovarsi lì dove non esisteva altra presenza se non
la tua, e dove non c’era altro se non un’infinita oscurità attorno a te? Come
sarebbe stato essere l’unico padrone di quel mondo inabitato?
-Non
è poi così sensazionale, credimi-
Quella
voce lo fece sussultare. Sbarrò gli occhi strizzando poi le palpebre: la scarsa
luce della luna che filtrava dalla finestra non era sufficiente a illuminare
l’interno della stanza, tuttavia il ragazzino riuscì perfettamente a
distinguere una sagoma appoggiata alla scrivania di fronte al letto. Era nera,
più nera delle ombre della camera, nera come una notte senza luna. Che scherzo
era mai quello?
Il
tono di quell’affermazione Tom non avrebbe saputo decifrarlo. Era stato
ironico, sì, ma c’era stato qualcosa in più. Disprezzo, amarezza. Qualcosa come
una rabbia mai del tutto placata, un rancore antico che consumava un animo
ormai stracciato da tempo immemore.
Era
un sogno, quello? Come poteva qualcuno trovarsi nella sua stanza?
Quell’ombra
scivolò silenziosa in avanti.
-Dimmi,
ragazzo- allargò le braccia quasi a voler abbracciare il buio tutt’intorno
–trovi davvero che vivere nell’oscurità
possa definirsi divertente?-
-Io
non…-
Tom
si era sollevato sui gomiti, ora squadrava sorpreso la figura di fronte a sé.
Era un uomo, sì, ma non un uomo comune. Vestiva di una tunica nera che pareva
formata da filamenti di evanescente nebbia nera, era pallido, e l’unica nota
viva di colore sul suo viso era lo scintillare malevolo di due occhi d’oro
puro.
Le
labbra sottili dello spirito si piegarono in un ghigno sbieco. Inspirò a fondo
come se sentisse un profumo a lui particolarmente gradito.
-Paura…-
-Non
ho paura-
La
sua voce risuonò ridicola alle sue stesse orecchie. Non aveva mentito, tuttavia:
era vero: non aveva paura. Era più che altro incuriosito da quello strano
essere comparso dal nulla proprio nella sua camera.
-Sognavi
l’oscurità- gli disse l’uomo. Lo guardava dall’alto in basso, in viso dipinto
un vivo disprezzo –perché?-
Era
strano che non lo capisse, si ritrovò a pensare Thomas. Per lui era evidente:
trovava nel buio una scappatoia, un luogo in cui nessun’altro avrebbe potuto
raggiungerlo. Tutti avevano paura del buio, tutti lo evitavano. Il buio
prendeva le forme di ciò che più terrorizzava la gente, per cui tutti lo aborrivano;
per Tom era diverso: lui aveva paura del mondo esterno, e si rifugiava lì dove
tutti temevano. Solo lì trovava conforto.
-Il
buio- rispose senza guardare l’uomo in viso –mi dà conforto-
Per
un attimo non successe nulla, tanto che il ragazzino sollevò lo sguardo
credendo che la figura d’ombra fosse semplicemente sparita. Invece se la
ritrovò ancora accanto, troneggiante su di lui. Lo guardava come per capire se
stesse scherzando o meno. Infine le spalle gli sussultarono con violenza
crescente fino a quando una risata sfottente non risuonò per le pareti della
camera.
-Il
buio ti dà conforto!- ripeté lo spirito con aria di scherno –Mai sentita
un’idiozia simile! Tu non sai com’è vivere nell’ombra. Credimi, ragazzo:
impazziresti dopo un solo giorno-
-Perché?-
chiese di rimando lui –Tu lo sai, forse?-
Qualcosa
gli diceva che non avrebbe dovuto fare quella domanda, e l’occhiata infastidita
che ricevette in risposta confermò quel suo timore.
-Sì,
io lo so- l’uomo si spostò verso la finestra, annuendo malinconico. Per un
attimo parve rivolgere una smorfia ai raggi della luna –io lo so. Io ho sempre
vissuto nell’oscurità. Ma tu-
Si
era voltato con uno scatto fulmineo. Negli occhi gli balenava inquieta una luce
di sdegno, quasi trovasse impossibile che qualcuno avesse detto di voler
condurre un’intera esistenza nell’ombra. Quel ragazzino non sapeva ciò che
diceva – era questo il messaggio in quelle pozze d’oro tanto inquiete.
-Tu,
che motivo hai di voler vivere nel buio? Mai desiderio è stato tanto fuori
luogo-
Tom
non rispose subito. Era indeciso se confidare a quella creatura il suo segreto.
D’altra parte non aveva nessun’altro a cui poterlo svelare, nessun’altro con
cui poter parlare. Infine si sistemò a sedere e rispose fissandosi le
ginocchia.
-Nel
buio nessuno può ferirti. Sei al sicuro da tutto e da tutti. Nessuno si
arrischia a cercarti nel buio, e le parole di scherno non ti raggiungono. È
come un mondo tutto tuo, dove nulla può scalfirti, dove puoi essere invisibile
per tutto il tempo che vuoi. Nessuno mi ha mai dato fastidio nel buio. Nessuno
è mai venuto a rinfacciarmi il mio essere un debole, o a chiedermi cosa mai
avessi fatto di tanto orribile a mio padre per farlo andare via di casa. Nessuno
è mai venuto a cercarmi per parlare di quale lavoro fa mia madre per tirare avanti.
Anche a scuola ci sono posti bui, e lì non mi segue mai nessuno. Lì posso
nascondermi da tutti, quella è la mia difesa. E tu? Tu ci vivi, nel buio. Non è
la tua protezione?-
-Ci
ho vissuto a lungo- fu la risposta dell’uomo. Si ritrasse di scatto dal vetro
come a rifuggire dalla luce argentea della luna –ci ho vissuto a lungo… no, non
è una protezione, ragazzo, men che mai una via di scampo. Può sembrarlo all’inizio, può sembrare il nascondiglio
perfetto. Ma a lungo andare t’incatena, ti rende un tutt’uno con esso. Il buio
non è nulla: è vuoto, è mancanza di tutto. E’ niente, e niente diventerai anche
tu-
-Il
buio è comunque più innocuo di ciò che c’è al suo esterno- rifletté il ragazzo
–il buio non ti ferisce. Le persone sì. Il buio non ti maltratta, non ti
giudica. La gente sì. Nel buio puoi riposare, nasconderti ai loro occhi fin
quando non sarai pronto per una nuova battaglia. Il buio ti distrugge solo se
gli permetti di farlo-
Uno
verso di disprezzo fu l’unica risposta a quelle parole. L’uomo aveva distolto
lo sguardo con un gesto brusco, ora si fissava le mani, le lunghe dita del
colore della cenere quasi volesse leggere tra le linee della mano una risposta
alle affermazioni del ragazzino. Non aveva mai considerato quel punto di vista.
Per lui il buio era l’assenza, l’infinito baratro della dimenticanza dalla
quale nessuno poteva sfuggire una volta al suo interno. Per lui il buio
significava essere invisibile, dimenticato per sempre. Eppure, per quanto gli
fosse duro ammetterlo, quello stesso buio che gli causava tanto sconforto era
sempre stato il suo regno. Era di quello che si nutriva: le angosce, la
continua paura di ciò che si celava dietro quell’oscurità, le paura più
recondite dell’animo umano che prendono vita solo in quel buio erano sempre
state le sue sole compagne di vita. Loro gli avevano raccontato svariate storie
d’orrore, gli avevano rivelato i punti deboli delle persone più disparate, e
con esse il suo potere si era rafforzato. Per quanto gli costasse ammetterlo,
per quanto quella realtà fosse dura da accettare, lui e quel buio, lui e quelle
paure erano un’unica realtà indivisibile: non potevano esistere separati l’uno
dalle altre.
Qualcosa
gli incurvò le labbra, qualcosa di diverso dalla smorfia sbieca di poco prima:
questa volta sembrava quasi simile a un sorriso, quello apparso sul suo volto
affilato.
-Il
buio può ferirti più di quanto credi-
Quelle
parole non erano altro se non un sussurro impercettibile. La luce della luna e
l’oscurità d’inchiostro della notte sembravano contendersi la sua figura
facendo del suo viso un gioco di luci e ombre in perenne mutamento.
-Lo
imparerai, ragazzo, sarò io ad insegnartelo. E ora rispondimi: hai paura del
buio?-
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Ehehe… buh! Per la serie “a volte ritornano”,
sono passata di nuovo a tormentare un po’ Pitch. Casomai pensasse che lo avevo
dimenticato xD
Chiedo venia, quando
mi vengono queste idee non posso resistere, tra l’altro mi viene abbastanza
facile immaginare gli incontri più disparati tra l’Uomo Nero e il ragazzino/la
ragazzina sfigato/a di turno, per cui… abbiate pietà.
Grazie a chiunque
vorrà leggere e lasciare un parere, adesso credo sia meglio dileguarmi: vedo in
lontananza Pitch aggirarsi minaccioso con la sua falce <_< in caso: voi
non mi avete vista!
Alla prossima, gente
;)
Kisses,
Rory_Chan