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Autore: ilcielopiangequalchevolta    11/03/2016    2 recensioni
A volte, per ricominciare da capo e ammettere i propri sbagli, è necessario scappare per poi tornare indietro.
Sabrina Vacciello è una ragazza timida, abituata a contare esclusivamente sulle proprie forze e con un grande segreto sulle spalle. Ha una sublime conoscenza delle lingue e tanta voglia di viaggiare; comunque partire e abbandonare tutto è difficile, così si ritrova bloccata in Italia fino ai vent'anni. Un giorno una domanda la sprona ad allontanarsi dal suo paese per riscoprire sé stessa.
Proprio Sabrina si scontra con James Harrison, un ricco imprenditore dall'animo saccente. Quando l'amore si interpone prepotentemente sulla sua strada, egli deve solo farsi trasportare dalla magia di questo sentimento.
James vuole avvicinarsi a Sabrina, l’unica donna che riesce a fargli battere il cuore, però lei non è ancora pronta a lasciarsi il passato alle spalle e a gettarsi in quel turbine di emozioni quale è l’amore. O forse si?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-CAPITOLO 1   NEW LIFE ABROAD
SABRINA’S POV
Il trambusto rabbioso della sveglia mi destò dal mio stupendo sonno senza sogni e mi fece capitolare giù dal letto. Il mio fondoschiena cozzò brutalmente contro il pavimento. Mi alzai dolorante e mi diressi in cucina. Il mio mal di testa aumentò a causa dei rumori che provenivano dall’esterno. In fondo quella era una città grande, in continuo movimento, frenetica. La “Grande Mela”, meglio conosciuta come New York, era da sempre stata famosa per la sua febbrile follia. Mi ero quasi abituata del tutto a quel nuovo stile di vita, dopo due mesi trascorsi in quel caos.  

Nella mia mente avevo ricordi nitidi del mio arrivo all’aeroporto, come se di tanto in tanto rivivessi la scena da spettatrice, seduta su di una poltrona del cinema osservando uno schermo collegato a una videocamera che mi riprendeva. Dopo essermi scontrata con quella fatidica domanda, rimasi scombussolata con un turbine di emozioni che mi squassavano le viscere. Corsi letteralmente in camera e spalancai le ante dell’armadio. Racimolai un cambio veloce di abiti e scansai la catasta di vestiti che nascondevano la mia riserva di denaro. Presi tutti i soldi di cui disponevo, tuttavia non ero solita lasciare in casa i miei risparmi, infatti, il denaro poteva bastare solamente per pagare il biglietto aereo e qualche spesa extra. Non preparai neanche la valigia: agguantai un pantalone felpato, un maglione di lana e un cappello rosso di quelli che la gente usa per coprirsi dalle violente bufere di neve. Buffo dato che non avevo la più pallida idea di cosa stessi facendo, però inconsciamente sapevo che ne avrei avuto bisogno e che avrei fatto meglio a portarli con me. Appena giunsi a Fiumicino, mi fiondai allo schermo che mostrava le varie partenze. Adocchiai una hostess di terra e le chiesi cortesemente se potessi comprare un volo per l’America.

Quando misi piede negli USA, ebbi paura e credetti di aver commesso una sciocchezza: ero fuggita come una ladra e avevo lasciato alla mia famiglia un misero foglietto di scuse, invitandoli a non preoccuparsi per me, perché sarei stata bene. Domandai a un impiegato del posto se potesse essere così gentile da scortarmi ad un velivolo che mi avrebbe riportata in Italia, ma egli mi rispose che il primo sarebbe decollato soltanto due giorni dopo, per una brutta tempesta in arrivo. Ringraziai l’uomo e sospirai sconsolata, guardandomi intorno con un sorriso amaro sulle labbra. A causa della mia bravata avevo gettato parte dei miei risparmi e, anche se non ero sul lastrico, mi innervosiva sapere che i miei soldi erano stati spesi irragionevolmente.

Decisi di cercare un posto per passare la nottata e l’indomani di assumermi le mie responsabilità. Prenotai un taxi e esortai garbatamente l’autista a portarmi in un hotel. Egli fece come gli avevo chiesto e, appena arrivata, pagai la corsa. Disponevo ancora  di pochi spiccioli, che non erano abbastanza per pagare una stanza, anche la più piccola, di quell’albergo a cinque stelle. Mi sedetti su di un marciapiede lì vicino e piansi quasi per mezz’ora, affondando il viso tra le mani. Mi rimproverai per aver agito tanto d’impulso. Non ero pronta ad affrontare tale esperienza da sola, non avevo neanche un telefono. I clacson assordanti delle auto, le luci infinite di questa città, i monumenti imponenti mi spaventavano.

All’improvviso, avvertii una voce femminile e una mano sfiorarmi la spalla. Alzai di scatto il capo e mi ritrovai di fronte a due occhi marroni sorridenti, incastonati in una carnagione chiarissima, con un naso piccolino al centro del viso, incorniciato da una catasta di boccoli neri. La ragazza di fronte a me indossava un cappotto color topo ed un paio di tacchi da capogiro.
-Hello, my name is Alexis…What’s your name? Do you need help?-.
-I’m Sabrina Vacciello…nice to meet you-. replicai, cercando di fermare le lacrime che ancora mi bagnavano le guance.

Le raccontai parte della mia storia e scoprii che lei cercava una coinquilina per il suo appartamento.

Da quel giorno, vivevo in una casa situata a Times Square  con Alexis, che aveva imparato a conoscermi meglio di qualsiasi altra persona. Sapeva quando dare aria alla bocca per lasciar svolazzare qualche battuta, o quando, invece, era meglio che stesse zitta per non farmi innervosire. Da lì a poco, trovai anche un lavoro al “Ryan’s New York”, un locale caratteristico situato a Manhattan. Era sia un bar  che un ristorante. Lo adoravo! All’interno, sulle pareti, vi erano disegnati vari grattacieli e quadri con foto delle opere newyorkesi più importanti come Central Park o la Statua della Libertà.  Ero una normale cameriera come Lexy e di sera mi esibivo in qualche spettacolo per intrattenere i nostri clienti. Il proprietario, Ryan, era diventato un mio grande amico. Aveva 22 anni, era un uomo molto alto e muscoloso, con tratti asiatici. La sua fidanzata storica, Allyson, aveva 20 anni, ed era minuta con occhi marroni screziati di verde.

Circa dopo una settimana dal mio arrivo, passai affianco ad un salone di bellezza. Arrestai la mia camminata spedita e mi voltai nella sua direzione. Scrollai le spalle ed entrai con la mia chioma castana. Ne uscii dopo due ore, accompagnata dalla mia nuova criniera di setosi cappelli biondi con punte fucsia.
 
Dalla mia partenza non avevo seminato ancora nulla e non avevo raccolto fiori. Non c’era stato nessun miglioramento materiale: avevo abbandonato la mia patria, i miei genitori, mia sorella, i miei studi per i quali avevo sudato sette camice, mi prendevo cura di me stessa esclusivamente con le mie forze; ciò nonostante sorridevo di più ed ero felice, finalmente soddisfatta e allegra.  
 
Alexis si accomodò sul divano vicino a me, indossando ancora il suo pigiama raffigurante un tenerissimo pinguino e sbadigliando sonoramente. Mi fissò insonnolita, poggiando una tempia sulla mia spalla.
-Good morning, darling!- esclamai con la mia perfetta pronuncia inglese, stampandole un bacio sulla guancia.
-‘Morning…- borbottò a mezza voce.
Le preparai la colazione, conscia del fatto che sarebbe stata capace di rimanere sul sofà e saltare il lavoro.

Ci preparammo in fretta e furia con un abbigliamento comodo.  Varcai la soglia del bagno con il cofanetto dei miei fidati cosmetici.
 -Brina, non userai troppo trucco?- mi riprese la mia migliore amica. Ruotai gli occhi, sbuffando, e le mostrai dallo specchio una linguaccia infantile, seguita da un dito medio in contrasto con essa.
-Lexy, lo sai come la penso: se non mi trucco sembrerò un mostro e farò scappare tutti i clienti, così Ryan si arrabbierà per poi licenziarmi.- dichiarai in modo melodrammatico, sbattendo i piedi per terra.
-Uffa, che noia, ma ti senti quando parli? Comunque muoviti principessa sul pisello, altrimenti arriviamo tardi!-

Ci lanciammo nella metro, scalpitando come due matte. Infilai le mie cuffiette e ne offrì una ad Alexis. Ero pronta per iniziare la mia nuova vita all’estero.


NOTE DELL'AUTRICE
Eccomi... spero di non avervi fatto aspettare troppo, comunque mi auguro che il capitolo vi piaccia. 
per chiarirvi le idee volevo darvi i nomi degli attori che ho immaginato per la mia storia! Spero che i personaggi vi piacciano perchè ci ho messo un vita per trovarli....
 Sabrina è Lily Collins
Alice è Victoria Justice
Alexis è Selena Gomez
Ryan è Taylor Lautner 
Allyson è Lucy Hale
So che ognuno immagina i personaggi in un modo differente, ma questi volti  sono quelli che creo io nella mia mente. Man a mano che incontreremo nuovi personaggi aggiungerò il suo "attore".  Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate, per capire se sto andando per la giusta strada! 

Alla prossima spero!

Ciao SS.
   
 
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