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Autore: Flos Ignis    13/03/2016    4 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dichiarazioni al femminile

 

 

Era una strana sensazione quella di percepire il proprio corpo immobile, le palpebre serrate, senza poter far nulla per cambiare la sua situazione di incoscienza.

Non riusciva a svegliarsi, eppure sapeva di essere addormentata. La qual cosa iniziava ad infastidirla, perché intorno a lei vedeva e sentiva frammenti di ricordi, sogni, fantasie, racconti che aveva letto, magie cui aveva assistito… le girava la testa. Voleva svegliarsi.

Sentiva di doversi svegliare assolutamente, doveva fare qualcosa, parlare con una persona, assicurarsi che stesse bene. Ma chi stava male?

Chi aveva bisogno di lei?

Lo sapeva, se lo sentiva: quella persona aveva bisogno di lei, e perciò non si sarebbe rassegnata ad attendere che venisse da lei.

Si sarebbe data una mossa, avrebbe scavalcato ogni singolo ostacolo che la sua mente le metteva sulla sua strada per giungere fino a…

Chi sei? Chi sei, tu che mi richiami, tu che mi strappi a forza dalle profondità del mio inconscio?’

 

Levy ci mise diverse ore a svegliarsi.

Quando finalmente ci riuscì, l’infermeria era ormai illuminata dalla luce sanguigna del tramonto imminente. Quando provò ad alzarsi sentì delle fitte acute sui fianchi e la schiena, così ricadde, il corpo che cedeva alle lusinghe della morbidezza delle lenzuola.

-Era ora che ti svegliassi, Gamberetto.-

Gajeel era coperto dalla testa ai piedi di bende e cerotti, ma sfoggiava il solito ghigno di sempre, quindi la situazione non doveva essere tanto tragica. Intontita com’era, le sfuggì la nota di sollievo nella voce del Drago d’Acciaio, cosa che mai sarebbe accaduta in una situazione normale.

-Ciao Kurogane…. Che è successo?-

Lui parve sorvolare sul soprannome di Acciaio Nero, guadagnato nel periodo in cui aveva fatto parte del Concilio; non aveva mai fatto mistero di adorare quel nomignolo, ma nemmeno del fatto che odiava che a pronunciarlo fosse qualcun altro se non lei e Lily…. Una delle guardie ricordava ancora lo spavento che si era preso quando si era ritrovato, appena sveglio, gli occhi rossi del soldato Redfox a due centimetri dal naso, mentre gli ringhiava di non osare mai più pronunciare quel nome.

Come fosse riuscito a penetrare nella sua stanza, dato che era un ufficiale di alto grado e di conseguenza godeva di un certo numero di protezioni, era ancora un mistero.

E Levy, per quanto contrariata dai metodi intimidatori del suo amico, aveva deciso di tenersene fuori: finchè non minacciava usando le maniere forti, non aveva intenzione di intervenire. E poi l’ufficiale Imari stava antipatico a tutti, con il suo modo altezzoso di rapportarsi agli altri.

-Quindi Mard Gear è morto?-

-Non è possibile che sia sopravvissuto a quell’ultima maledizione che ha lanciato: è esploso come un petardo. Quello che non ho capito, è perché non siamo crepati anche noi.-

-Non ne sei felice?-

-Tsk, non fare domande stupide, Gamberetto. So che tu sai.-

-Perché lo pensi?-

-Sei tu la cervellona.-

Levy si chiese, non per la prima volta, come facesse Gajeel a farla lusingare ed infuriare con la stessa frase. Solo lui ci riusciva… Come rispondere? Doveva dirgli di aver fatto correre un grave rischio alla città, perché era l’unico modo per salvarlo? Non si sentiva pronta ad una confessione del genere… però, se non gli avesse parlato sinceramente, lui se ne sarebbe accorto: sapeva sempre se mentiva, come sapeva sempre se aveva qualcosa che la tormentava.

Valeva la pensa di correre il rischio? Voleva davvero rivelargli così tanto dei suoi sentimenti, dato che lo riguardavano in prima persona?

Lo guardò, e decise che nulla sarebbe mai stato troppo, se in cambio aveva la possibilità di conquistarlo. Perché lui era Gajeel, e lei lo amava da troppo tempo. Conosceva i rischi, ma decise che per una volta il suo essere ‘cervellona’ poteva anche andarsene a quel paese. Non si sarebbe mai più sentita all’altezza del suo nakama, all’altezza del suo Drago, se si fosse comportata come una vigliacca.

-Sai che la mia magia, Solid Script, può creare ogni elemento, no? Beh, come ogni tipo di magia, anch’essa ha il suo lato pericoloso e proibito. Io l’ho usata per creare un buco nero, piccolissimo, ma sufficiente ad assorbire l’impatto e gran parte delle macerie derivate dall’esplosione. Purtroppo non sono riuscita a crearne uno più grande, quindi siamo rimasti feriti lo stesso… mi dispiace! Ma avrei inghiottito l’intera città ed i suoi abitanti se avessi fatto altrimenti, e poi… ti avrei messo in pericolo e quella era l’ultima cosa che avrei mai voluto fare. Perché, vedi, io, cioè tu, insomma credo di doverti dire che tu, no, cioè, io…-

Ma perché era così difficile? Andiamo, proprio lei si inceppava sulle parole? Lei, che dalle parole traeva la sua magia, lei, la cui anima era praticamente forgiata da tutte le parole che le avevano trasmesso i suoi amati libri? Non era possibile. Doveva essere ancora addormentata e quelle era un terribile incubo.

Si sentiva il rossore sul viso e le lacrime intrappolate tra le ciglia. Accidenti, lei voleva davvero dirglielo, ne era davvero, davvero, davvero convinta, ma perché era così maledettamente complicato?

E Gajeel non aiutava di certo, immobile a fissarla con un’espressione confusa che la diceva lunga sulla chiarezza del suo discorso…

Oh, al diavolo, se non glielo dico posso sempre farglielo capire.’

Era talmente nervosa che per alzarsi si aggrappò alla vestaglia che lui indossava sopra le bende, tirandola con una forza che non le era mai appartenuta. Forse era l’adrenalina.

Lui cercò di farla stare distesa, ma per farlo si abbassò per tenerle le spalle con insospettata gentilezza. Un tocco delicato che dedicava solo a lei…

Quel pensiero le diede la spinta necessaria.

Scattò verso l’alto con la testa e incollò le labbra a quelle di Gajeel.

Non fu un bacio delicato. Esattamente come la loro storia, ebbe un inizio burrascoso, le loro labbra si aggredirono quasi con rabbia. Pochi secondi, e Levy si ritrovò senza fiato ad ansimare sulle labbra del SUO Drago.

Sanno di ferro come ricordavo…’

Ma, proprio come loro due che si erano ritrovati a conoscersi ed apprezzarsi, a dispetto del modo violento con cui si erano conosciuti, così anche le loro labbra rallentarono i movimenti, rendendo quel loro bacio, il loro primo vero bacio, più caldo e dolce, sempre passionale ma molto più delicato.

La sintesi perfetta del percorso che li aveva portati dall’odiarsi all’essere dipendenti dall’amore dell’altro.

 

 

-Dovremmo dirglielo, secondo te?-

-Che abbiamo assistito? Non pensarci nemmeno Natsu! Levy-chan scoppierebbe di imbarazzo. Lasciamo loro l’intimità che meritano.-

-Ma Gajeel sa che sarà ovvio, almeno per me, che si è dichiarato a Levy. Forse anche Wendy lo capirà, ma non so quanto sappia di queste cose. In fondo, è la più piccola…-

-Di che parli, scusa? E ti ricordo che, anche se non sembra, Sting e Rogue hanno la stessa età di Wendy. Solo che loro non sono rimasti bloccati nel tempo per sette anni come noi.-

-Ah già, hai ragione… me ne dimentico sempre. Sai che Sting mi ha trattenuto ad allenarmi per ore? È proprio migliorato dall’ultima volta, mi sono sentito tutto un fuoco a combattere di nuovo con lui!-

-Ne sono contenta. Rogue invece ha fatto compagnia a Iris; mi sembrava strano quando se ne sono andati… comunque mi hanno fatto promettere di dargli al più presto notizie di tutti noi. E non cambiare discorso, perché dici che Gajeel sa che tu saprai di lui e Levy-chan?-

-Non te ne ho mai parlato? Quando un Drago trova la sua compagna, capisce all’istante che amerà solo lei per tutta la vita e le sarà sempre fedele. Da quel momento il profumo della ragazza si mischierà a quello del Drago, lo si fa per avvertire gli altri esemplari maschi che sono già corteggiate… infatti è da molto tempo che sento su Levy l’odore di quella Testa di Bullone. Ma ora che si sono dichiarati e lui l’ha baciata, l’odore sarà molto più intenso.-

-Non lo sapevo… aspetta, quindi Levy… praticamente è sempre stata la sua promessa sposa o qualcosa del genere, e non lo sapeva?-

-Beh, no, non proprio… lei non è una drago femmina, poteva tranquillamente rifiutarlo una volta che lui si fosse dichiarato. Ma come hai visto, è stata lei per prima a parlargli. Lo prenderò in giro fino alla morte per questo!-

-Perché scusa, non va bene che una ragazza si dichiari per prima?-

-Non è per questo. L’altra sera, quando abbiamo bevuto, quella Testa di Bullone continuava a dire che aveva intenzione di rendere Levy “la sua donna”, e che stavolta non l’avrebbe lasciata scappare. Alla fine invece lei l’ha preceduto!-

-Ma allora ti ricordi dell’altra sera!-

-In effetti, qualche spezzone lo ricordo… il resto però l’ho rimosso! A proposito, Luce, tu sai dirmi cosa ho fatto?-

Lucy non ci poteva credere. Natsu si era ricordato di una conversazione con Gajeel, ma non di averla baciata? Quando era troppo era troppo. In quei giorni era stata così in ansia per le gemelle che aveva accantonato quel pensiero, avendo problemi molto più urgenti. Ma ora che sapeva le sue bambine al sicuro, ora che lui aveva tirato fuori l’argomento con una tale leggerezza da dare sui nervi, ma propria di lui…

Non ce la faceva più. Camminando erano arrivati finalmente a casa, per cui poteva urlare quanto voleva. Sbattè la porta con forza, facendo voltare Natsu verso di lei confuso da tanta furia improvvisa.

Fu l’ultima goccia. Scoppiò.

-Ti ricordi di Gajeel che vuole dichiararsi a Levy-chan, ma non ti ricordi di AVERMI BACIATA? Sei uno stupido, stupidissimo deficiente! Uno stupido che non sa nemmeno cosa prova, e quindi io che dovrei fare? Aspettare che uno stupido come te si dia una svegliata e capisca finalmente quanto ti amo? Perché non…-

Né Natsu né Lucy seppero mai come sarebbe continuata la frase della bionda.

Presa com’era dal suo sfogo, Lucy non si era nemmeno accorta di quanto Natsu le si fosse avvicinato. Lucy conosceva Salamander abbastanza da sapere che il suo modo di muoversi, parlare e pensare era perfettamente in linea con la sua magia: dirompente, incontenibile, irruente, sostanzialmente guidato dall’istinto.

Eppure in quel momento, lui si era chinato appena per raggiungere il suo volto,e l’aveva preso delicatamente tra le mani. Il tocco delle sue labbra bollenti le parve leggero come una piuma, ma bastò a toglierle il fiato e farla tremare.

Sentì un calore familiare scaldare la pelle nuda delle braccia, ed i brividi si aggiunsero alla miriade di emozioni sconvolgenti che il ragazzo davanti a lei le faceva provare da quando si erano conosciuti. Il suo abbraccio sprigionava calore, le mani che le avevano carezzato il volto, le spalle e le braccia si erano serrate impadronite della schiena e della nuca.

Lucy era dolorosamente consapevole di ogni centimetro del suo corpo a contatto con l’altro, in primis le loro labbra ancora incollate: quelle di lui avevano accarezzato le sue con un tocco morbido che non forzava minimamente, era solo una carezza molto dolce. E non era mai stata così felice.

Dopo qualche secondo lui interruppe il contatto, ma rimase stretto a lei, gli occhi fissi nei suoi. Lucy giudicò semplicemente insopportabile il freddo che sentì dopo che Natsu ebbe allontanato il volto dal suo.

Poteva perdonarlo però, visto che le dedicò il migliore dei suoi sorrisi.

-Adesso mi ricordo. Perdonami per averci messo tanto, lo sai che sono un po’ lento. Almeno adesso so perché eri tanto arrabbiata… Vorrei farmi perdonare.-

-Sì… hai ragione.- non si sentiva nel pieno delle sue facoltà mentali, era destabilizzante avere tutte le sue curve abbondanti schiacciate gentilmente dal corpo muscoloso e sodo di Natsu. Insomma, sentirlo di notte era un conto, in fondo dormiva e non era un contatto del tutto volontario… ma adesso, quella vicinanza rendeva molto complicato concentrarsi. Aveva capito si e no metà di quello che le aveva detto…

-Luce, ti amo anch’io. Fino a poco tempo fa non sapevo cosa volesse dire quello che provavo per te, sapevo solo di volerti proteggere da ogni cosa e starti sempre vicino, perchè sentire il tuo profumo e vedere il tuo sorriso mi riempiva di un fuoco diverso da quello di Igneel, è un fuoco che non brucia, ma scalda e illumina. Adesso però lo so, so che voglio amarti per tutta la vita come mia Compagna. Me lo permetterai? –

-Sono… la tua Compagna?- davvero Natsu le aveva fatto la dichiarazione più romantica e appassionata che potesse mai desiderare? Non era solo l’ennesimo sogno, vero? Non l’avrebbe sopportato.

-Sì. E se lo vuoi, lo sarai per davvero. Vorrei… renderlo ufficiale, se e quando ti sentirai pronta.-

Se era pronta a diventare la Compagna del suo Drago? Non desiderava altro. Lo desiderava così tanto che impiegò i successivi minuti a fargli sentire esattamente quanto desiderasse amarlo ed essere ricambiata da lui. Possibilmente a tempo indeterminato. Dopo aver ripreso un minimo di respiro dopo quel bacio assai più profondo del precedente, gli sorride di tutto cuore, ricambiata pienamente.

-Cosa dobbiamo fare per renderlo ufficiale?-

Lui non rispose, si limitò a prenderla in braccio iniziando a correre verso la camera da letto.

 

 

  
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