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Autore: zing1611    14/03/2016    1 recensioni
Sono ormai passati cinque anni dalla sconfitta di profondo Blu, ma chimeri e creature spaventose continuano ad infestare il nostro pianeta. Un nuovo nemico è alle porte, e l'intera squadra Mew Mew è costretta a riunirsi di nuovo sotto la guida del giovane Ryan. Strawberry è cambiata moltissimo dalla fine della prima guerra, e dopo anni passati tra le braccia di Mark, ora dovrà tornare a confrontarsi col suo passato che inevitabilmente si scontrerà col presente.
E' la mia prima fan fiction, ispirata ad uno dei cartoni preferiti della mia infanzia.
Spero vi piaccia e vi appassioni capitolo per capitolo. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È facile entrare nelle tenebre. È facile quando ormai non hai più nulla da perdere, quando ormai già hai perso ogni cosa. La parte più dura, è uscirne, è ritrovare la luce.

5 mesi prima

I lunghi capelli rossi si attorcigliavano attorno alle braccia longilinee e pallide. I cinque anni trascorsi a Londra non avevano di certo contribuito all’abbronzatura.
Strawberry si trovava sul tetto della casa che da ormai un anno condivideva con Mark.
La decisione di andare a convivere era stata a lungo discussa e raggiunta di comune accordo. C’era un esorbitante lista di pro, a favore di quella convivenza, come il fatto di trovarsi la cena pronta cinque giorni su sette,  l’affitto e le spese di mantenimento dell’appartamento inevitabilmente dimezzate e ovviamente la presenza sempre costante di Mark. Il ragazzo che, pur essendo passati ormai cinque anni dalla grande guerra, tutt’ora possedeva i poteri del cavaliere blu, e di tanto in tanto, dopo aver ricevuto una chiamata di Kyle, o di Ryan, usciva di nascosto, quasi scomparendo, per andare a scacciare quei Chimeri ancora rimasti a zonzo per la terra.


La squadra Mew era ormai sfalsata.
Pam viaggiava di continuo, da un paese all’altro per portare avanti la sua carriera di modella, attrice e indossatrice.
Mina aveva trascorso gran parte del suo tempo, negli ultimi anni, tra la Germania e l’Italia, seguendo suo fratello, con la personale missione di difenderlo da quel mondo che pur essendosi allontanato da lei, da loro, talvolta le perseguitava. Lory era rimasta a Tokyo assieme a Puddy che aveva riallacciato i rapporti col padre ed era cresciuta moltissimo, diventando una splendida ragazza dai capelli dorati e dalla figura snella e atletica. Tutti loro erano cresciuti, compresa Strawberry, che al momento era tanto immersa nei suoi pensieri da non rendersi conto delle persone che gridavano e discutevano appena davanti la sua porta d’ingresso.

Anche lei come le altre continuava a lottare contro quei chimeri che cinque anni addietro non erano riuscite a scacciare. Crescendo aveva deciso di continuare i propri studi. Per qualche strana ragione le origini di quello stesso progetto Mew, che avevano congelato la sua adolescenza, l’avevano ispirata così profondamente, che soli  quattro mesi dopo essere arrivata nella grande capitale britannica, aveva preso la decisione di volerne sapere di più, e così esattamente come il padre di Ryan, si trovò ,sommersa sempre di più, giorno dopo giorno da terra e rocce da ripulire, immagini da interpretare e analisi chimiche da effettuare. Era riuscita a mantenere i rapporti con tutti i suoi vecchi amici. Eccetto Ryan con il quale aveva discusso aspramente l’anno precedente, ormai stufa del suo comportamento cinico e insensibile, costantemente critico riguardo qualsiasi azione avesse avuto intenzione di fare o qualsiasi parola avesse avuto intenzione di pronunciare, e con il quale aveva deciso di mantenere un rapporto strettamente "professionale".

 Dal terribile incidente della madre, Strawberry era cambiata. Ogni cosa in lei era ormai diverso e lontano da ciò che c’era prima. Eccetto forse quei capelli rossi, ora più lunghi, ma dello stesso colore di sempre. Anche il rapporto con Mark era mutato irrimediabilmente. Sapeva di amarlo, e la sua vicinanza la faceva sentire in un certo senso meno sola, meno lontana da casa, ma nulla era più come prima. In quegli occhi scuri, così dolci e profondi che aveva sempre tanto amato continuava a ritrovare se stessa, la vecchia se. Quella da cui insistentemente tentava di scappare ogni giorno sempre più lontana.

La morte della madre era stato un tremendo fulmine a ciel sereno. La notte in cui il padre la chiamò per avvisarla di tornare in Giappone, non si prese neanche la briga di svegliare Mark dal sonno profondo in cui era piombato. Semplicemente sotto shock si era alzata dal letto, si era rivestita e aveva preso il primo volo diretto per Tokyo. Arrivata lì era stata inevitabilmente costretta a confrontarsi con i profondi occhi blu che ormai da tempo non vedeva. Ryan le si era avvicinato, guardandola con la circospezione di chi sa bene cosa stai passando, e lasciandosi alle spalle ogni stupida discussione, l’aveva abbracciata, in silenzio, facendola sentire per un secondo più leggera.

Il giorno del funerale non riuscì a versare una sola lacrima. Le persone la circondavano affettuosi con le braccia e lei fissava ognuno di loro in viso senza davvero riconoscerli.  Subito dopo la funzione era tornata a casa sua.
Appena oltrepassò la soglia inspirò ed espirò profondamente assaporando quella serie di vari odori famigliari che le ricordavano tanto sua madre. Il giorno successivo uscì di casa di prima mattina , e camminando si perse tra le strade della città. Percorse le vie solitarie a lungo, passando l’intera giornata così, fino a quando voltando l’angolo non si trovò di fronte qualcosa che non avrebbe mai voluto dover vedere…  sobbalzando, colta di sorpresa dalla suoneria del cellulare, prese in telefono in mano e rispose portandoselo all’orecchio. La voce che la raggiunse dall’altra parte della cornetta era gelida e tremendamente famigliare. – Avevi ragione- disse Ryan, -abbiamo bisogno di te, qui-.

 

   
 
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