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Autore: SARUCCIOLA    24/03/2016    1 recensioni
Questa storia é l'alternanza delle pagine di diario e della storia in prima persona della protsgonista fatto per fatto.
Ho scelto izzy solo per il suo aspetto fisico, tanto il personaggio e' talmente OOC che avrei potuto scegliere chiunque
(Ma izzy darkettona e' troppo bello)
Izzy é costretta a trasferirsi in un college pieno di disagiati come lei, e lí si formeranno amicizie e amori
Pairing IZZY(che in realtá é una darkettona qualsiasi)X DUNCAN
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Izzy, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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STORIA, 21-3-16

Oh, dio, sono davvero entusiasta, sono arrivata a destinazione ieri sera tardi, e appena scesa dal treno c'era un ragazzo più gnocco di sto mondo con un cartello con scritto il mio nome e il cognome.

Purtroppo era solo il mio ''tassista'', che doveva semplicemente portarmi al collegio dove dovrò vivere per un po'.

Ad essere sincera, non so nemmeno in che tipo scuola sono capitata, e specialmente con chi avrò a che fare, spero tanto in persone come me, voglio essere capita da qualcuno, almeno una volta nella mia triste vita, voglio un amico o un'amica con cui passare il tempo, come fanno le persone normali, evidentemente è troppo, devo tenermi tutto dentro e scrivere ogni sera su un diario dove racconto le mie emozioni..

Comunque, adesso sono arrivata davanti al cancello della scuola.

È grigia, con le pareti sgretolate e pasticciate da innumerevoli graffiti sparsi, in alto alcune finestre hanno i vetri rotti e la scala per accedere all'ingresso è rovinata e graffitata con gli Uni Posca maxi.

Sarei già in ritardo di un ora, così mi siedo un attimo su una panchina di legno, anche essa rovinata da scritte risalenti al 2010 e mi accendo una paglia.

Non so proprio che cazzo fare, allora mi alzo faticosamente e mi metto a girare attorno alla scuola a caso.

Anche dietro è tutta piena di graffiti dai più svariati colori, ce ne sono a bizzeffe, e sono bellissimi, ma non è quello che mi interessa, vorrei possibilmente sbirciare dalle finestre e vedere cosa fanno tutti, ma le uniche mie visuali possibili sono le aule del seminterrato, alcune hanno le finestre rotte o sprangate e le altre sono vuote.

C'è una porta sul retro, probabilmente quella delle uscite di emergenza, e la apro e sgattaiolo dentro.

Sono finita nella palestra, merda, posso essere vista in ogni momento, e decido di nascondermi nello spogliatoio, da dovo posso comunque intravedere cosa succede in campo attraverso un buco nella porta rotta.

Questi ragazzi sono visibilmente più grandi di me, avranno tipo diciassette anni, e sono proprio come me li aspettavo.

Una ragazza è senza ombra di dubbio autolesionista, non potrebbe tenere il maglione altrimenti, ci sono un paio di ragazze punk molto carine, con i capelli corti da una parte rasati e l'altra parte tinta rosso fuoco. Per quanto riguarda i maschi invece ci sono un paio di emo e un rasta con dei capelli biondi lunghi fino alla schiena.

AHAHAHAHA amerò questo posto, me lo sento, anzi, quasi quasi scappo di qui ed entro a nella mia classe, la curiosità è troppa.

C'è una porta sul retro dello spogliatoio, ma prima sarà meglio che mi dia una ritoccata davanti allo specchio. Sono orribile, sembrerei un angioletto con la treccia che mi ritrovo se non fosse per le mie occhiaie mostruose. Tiro fuori la bustina dei trucchi dal mio zaino e prendo l'ombretto nero e me lo metto tutto intorno agli occhi, sembro un vampiro così, è davvero bellissimo.

Sciolgo la treccia a lisca di pesce che avevo fatto, ci avevo messo un'ora mannaggia a me, ma devo avere un look adatto all'ambiente in cui mi trovo, e fare la bella bambina con la treccia mi sembra inadatto assolutamente.

Mi faccio la riga di lato in modo che i miei ricci rossi mi cadano sull'occhio destro in modo da conferirmi un'aria minacciosa, e guardo i miei vestiti:

le mie gambe magre sono coperte da dei jeans neri strappati in più punti, le mie Globe sono tutte sporche di terra e la mia felpa sempre scura è larghissima e mi da un aria da stracciona.

Bene, sono a dir poco perfetta, ma ci manca un piccolo dettaglio.

Tiro fuori il rossetto rosso scurissimo e me lo applico calcando sulle labbra morbide, adesso sì che sembro davvero un vampiro.

Ghigno davanti allo specchio e esco dalla porta sul retro, e di corsa mi avvio davanti alla scala per entrare a scuola.

Prendo un respiro ed entro, anche all'interno la scuola non ha quel bell'aspetto, è bianca stavolta, ma i muri sono sgretolati, saranno anni che qualcuno non pittura questo posto..

-Ehi ti sei incantata?? Ahahah non è così affascinante questo posto fidati-

È stata una bidella a parlare, con aria gioviale, sembra simpatica, dai, penso quasi di sorriderle, non voglio fare l'antipatica con la prima persona che non mi sta urlando contro.

Il sorrisino che le ho porto viene ricambiato e dice -Sei nuova giusto, non mi pare di averti mai vista..-

-Esatto, ma non so in che classe dovrei andare-

-Vediamo subito!- mi porge un sorrisone e prende una specie di registro

-come ti chiami, bella?-

-Isabelle Trevors

La bidella girò un paio di pagine e scorse con il dito la linea dove stavano scritti i nomi.

Erano un paio di minuti che cercava, mi stavo preoccupando seriamente.

-Eccoti qui!- Sorrise calorosa -Che sbadata, mi scordo sempre di rispettare l'ordine alfabetico..-

Anche se io in teoria sono una dura, non potei fare a meno di sorridere a quella grassoccia signora di mezza età.

-Okay, vai pure in prima F, in alto sulle scale a destra, e poi alle due, dopo avere pranzato vieni ancora qui che ti indico la camera dove ti sistemeremo-

Caspita, è vero che da oggi ho un posto fisso dove dormire, e, oddio, ci sarà anche da socializzare con le compagne di stanza, spero che non siano delle bimbette frù frù che si smaltano le unghie dalla mattina alla sera, che ascoltano musica d'amore e che collezionano orsetti di peluche. No, non riuscirei a tollerarlo.

Dopo aver ringraziato la bidella salgo al piano di sopra e cerco la scritta I'F, e nel mentre mi chiedo come reagirebbero i miei compagni sapendo che ho sedici anni anziché quattordici, ma me ne posso fottere, in una scuola come quella chissà quanti sono stati bocciati..

Caspita, in quei corridoi c'è proprio un odore di muffa..

Sono indecisa se bussare o no, ma non lo faccio, semplicemente spalanco la porta della classe ed entro cogliendo tutti di sorpresa.

-Buongiorno, lo so sono in ritardo- dico io con una voce indifferente passandomi una mano sui capelli rossi che mi cascano davanti agli occhi pieni di ombretto rendendo tutto dark style in un modo pazzesco.

-Ragazzi, salutate la vostra nuova compagna di classe, o devo insegnarvi come si fa?- squittisce seccato un insegnante alto e magro che ricorda vagamente ad un insetto stecco.

Sento alcuni che mi salutano non troppo entusiasti, e un paio di ragazzi mormorare tra loro -E' questa la nostra nuova compagna? Can che figa- e -Madò hai visto che gnocca?-

Cerco di fregarmene dei commenti ed adocchiare un posto dove sedermi.

La maggior parte dei ragazzi ha già il proprio o la propria compagna di banco, a parte due ragazzi, uno è un nerd sfigato coi capelli rossi e un hamburger disegnato sulla maglia, mentre l'altro è un punk con una maglia col teschio e i capelli di lato rasati con una cresta verde al centro. Ha diversi piercing in faccia, uno sul naso, uno al sopracciglio destro e tre nelle orecchie.

Mi metto vicina al punk senza pensarci due volte, e appoggio lo zaino sul banco accanto al suo.

-Sei convinta della tua scelta?- dice saccente il prof -Harold secondo me è un compagno migliore di quell'avanzo di galera-

Mi volto a guardare il nerd negli occhi e vedo che sta scavando nel suo naso e con un espressione disgustata gli rispondo -Guardi, anche no, sono convintissima che il mio vicino di banco sia più igienico-

Tutta la classe scoppia a ridere e sorrido anche io, solo Harold e il professore sono seri.

-Non c'è niente di male nel mettersi le dita nel naso- alza le spalle il nerd -Invece sì che è pericoloso il tuo compagno di banco-

-OH IO ADESSO NE HO ABBASTANZA- il punk si alza di scatto facendomi sobbalzare e giunge minaccioso verso il compagno mingherlino, sta per alzare una mano verso di lui, finchè il prof non urla -fuori! FUORI!-

Ciò evidentemente basta per farlo fermare, perchè esce subito dopo sbattendo la porta.

-Isabelle, sei così sicura di non volere cambiare banco?- chiede il professore

-Sicura, prof- dico convinta. Voglio capire se quel metallaro ha avuto una storia come la mia, o cosa, per ridursi così non deve essere molto diverso da me.

 

Cristo, la lezione di scienze è noiosissima, ma cosa potrebbe mai fottere a me della rana sezionata? Che schifo..

ho preso un foglio da scarabocchiare, eh no scordatevelo pure che mi metto a prendere appunti sulle rane morte, non sia mai.

Ero tutta concentrata nei miei pensieri sul disegno dell'occhio che stavo facendo, quando il prof mi chiama. -scusi può ripetere prof?-

-Ho chiesto se andavi a recuperare Duncan, gentilmente-

Ah allora si chiama Duncan quel ragazzo.

Esco dalla porta, ma nel corridoio non lo trovo. Mi reco davanti al bagno nei maschi -Duncan, sei lì dentro??- solo che non mi risponde lui ma un altro ragazzo -No, io sono Scott-

Senza dire altro scendo e chiedo alla bidella simpatica che mi ha dato le indicazioni prima -Scusi ha visto un ragazzo con la cresta verde? È per caso uscito?-

-No, carissima, non l'ho visto, ma prima è sceso qualcuno nel seminterrato, ma non sono certa che sia lui, magari è un docente o qualcun altro..-

-Beh, tanto vale controllare lo stesso- saluto la donna e scendo ancora.

Per fortuna, eccolo, è seduto sul pavimento e sta ascoltando musica dal suo cellulare, cioè, non si può definire musica, è troppo elettronica.

-Ciao, il prof rompi palle ti vuole su-

-Che due maroni, non mi va di salire-

-Ma che succede?-

-Che mi sono sotto il cazzo, è pieno di gente di merda pronta ad accusarti, parlo dei professori, e in più quello sfigato rinsecchito, Harold, mi accusa di tutto e di più, come se non avessi già abbastanza problemi di mio, merda-

-Manco io mi passo la bella vita, tranquillo, mi sono trasferita apposta-

-Come se fossi l'unica, veh che qua è pieno di questa gente, tutti hanno problemi e non possono più stare con i genitori-

-Tu hai i genitori?- chiedo curiosa

-No, orfano, e te?

Alzo le spalle -Circa, ora però torniamo su, se vuoi te lo racconto dopo-

Siamo restati muti fino al ritorno in classe, e ci siamo seduti ai nostri banchi

-No io sta merda mi rifiuto di ascoltarla- sussurra Duncan e si infila gli auricolari

Io ridacchio, non posso farne a meno

-Vuoi?- dice porgendomi un auricolare. Io indecisa lo prendo tra le dita, e poi me lo sistemo nell'orecchio.

Il volume è davvero alto e mi ci vuole un attimo per adattarmi, ma è una bella sensazione in fondo, sempre meglio di dover ascoltare le cagate sulla rana tagliata in quattro.

Grazie a dio le due ore sono alleggerite dalla musica del telefonino di Duncan e passano alla svelta, e senza accorgermene è già ora di pranzo.

Non so di preciso dove andare, ma seguo la folla che si dirige al piano di sotto, vicinissimo a dove prima avevo ritrovato Duncan.

La mensa non è di certo un ristorante a cinque stelle ovviamente, ci sono tavoli e panchine di legno, con scritte e incisioni, e in fondo ci sono le cibarie. Ci sono cinque bidelli che servono il pranzo, ei o naturalmente mi preoccupo di andare nella fila della signora simpatica, che mi dice gentilmente il menù del giorno, e anche se le cose non mi sfiziano parecchio mi prendo comunque dei maccheroni e uno sformatino di patate e carote.

Vorrei sedermi con Duncan, non mi sono innamorata di lui, ma è l'unica persona con cui ho fatto amicizia fin ora, a parte la bidella, e in oltre lui è con dei suoi amici, uno con i capelli rossi e una canottiera bianca e un ragazzo figo biondo con il cappello da texano.

Sono ancora indecisa se andare a sedermi lì, o almeno ci passo solo per salutare il punk, e magari sarà lui a chiedermi di sedermi con loro.

Mi avvio intanto, ed è il ragazzo biondo a richiamare la mia attezione

-è questa la ragazza rossa dark che si è messa accanto a te?-

io mi volto verso loro tre -esatto, problemi?-

Lo so che sono simpatica come un dito il culo, ma devo essere dura con Duncan e i suoi amici

-Non è male, sai?- continua il ragazzo biondo con il cappello

-Mh, già- risponde Duncan mettendosi dopo a ridere

-Ahahah dai io vado a sedermi e a mangiare-

-E dove andresti scusa? Non conosci nessuno, resta con noi!- ghigna il punk

-ti faccio conoscere la mia fidanzata quando torna da allenamento, guarda, non dovrebbe mancare molto-

Spero di farmela simpatica questa ragazza, sarebbe una giornata bellissima, fin ora non è andata male, ho fatto amicizia con la bidella, con Duncan e con i suoi amici, nel senso che per ora va tutto bene tra di noi, e se magari oggi faccio amicizia anche con una ragazza, giuro che faccio combo.

-Non è poi così male lo sformato oggi- È il rosso a parlare, prima era sempre stato zitto.

-Comunque piacere, Scott

-Izzy, piacere

-Nemmeno io mi sono presentato, sono Geoff

Non gli dico niente ma gli batto il pungo, e riprendiamo a mangiare.

Ad un certo punto arriva una ragazza non particolarmente alta, con una lunga coda di capelli biondi, che saluta e si siede sulle gambe di Geoff.

-Izzy, lei è Bridgette, la fidanzata di geoff, come puoi notare- dice Duncan con una punta di sarcasmo.

-Ciaooo, sei nuova giusto? Chiamami pure Bri!

-Piacere, Izzy

-Ma che ci fai in un posto simile?- chiede curiosa la biondina mangiando un pezzo di crosta dal piatto del suo ragazzo

-Mh, mi hanno trasferita, dove stavo prima era una merda, davvero, e tu piuttosto? Sei così carina e ''normale'' cosa ci fai qui?-

-Ahahah, nah, io vengo solo agli allenamenti di pallavolo, comunque grazie, sei bellissima anche tu-

è molto carina e simpatica

-Sìsì guarda, sono bella come Mortisia- le dico e scoppio a ridere seguita da Bri mentre Scott imita i gesti delle ochette che parlano in continuazione con le mani, guadagnandosi un coppino dalla ragazza

-Hai già fatto amicizie qui?- chiede Bri poggiando il mento sulla mano come fosse stanca

-Beh.. voi- sorrido

-io in particolare- ecco Duncan che salta su

Uffa, che palle, proprio mentre stavamo ridendo e scherzando suona la campanella, e oh dio, è vero, devo andare dalla bidella per la mia collocazione nei dormitori

-Ragazzi io devo scappare, a dopo- e corro su per le scale.

Arrivo dalla bidella col fiatone, -sono fornata *respiro* perchè lei *respiro* doveva assegnarmi la camera, uff la mia milza..- basta, mai più correrò nella vita, giuro.

-Ah già, è vero, dunque, hai delle richieste in particolare? Cioè, se vuoi posso metterti in stanza con chi vuoi, ma non bisogna essere più di tre in tutto, okay?

-Bridgette dorme qui di notte?

-ce ne sono parecchie di Bridgette qua, ma se intendi la pallavolista, dorme qui quattro giorni a settimana, e poi c'è la sua compagna, si chiama Down, e ti avverto che è stranuccia-

dice le ultime parole sottovoce e picchiettando l'indice della mano sinistra sulla tempia in modo buffo.

-Posso stare lì?- chiedo speranzosa, sarebbe bellissimo stare con una persona conosciuta, anche se da così poco.

-Forse prima ci sarebbe da chiedere il consenso alle due ragazze, sai, per democrazia..

-sìsì certo-

 

 

Per mia fortuna tutte e due hanno acconsentito, Bri era contenta e sorridente, e l'altra ragazza, bassa e pallida come una mozzarellina non era contraria, anche se era appena un po' seccata perchè avevamo interrotto la sua ora di meditazione.

Forse è vero che quella ragazza era un po' strana, ma che c'è di male? Nessuno è normale, io al primo posto, e molti altri elementi che sono in questa scuola non sono da meno.

Sistemo le mie cose in camera, non che abbia molta roba, ho solo pochi vestiti con me, ho quattro jeans lunghi, un paio di corti da portare con delle calze nere lunghissime, un paio di felponi e delle magliette a maniche corte di Bershka.

Ho anche poco materiale scolastico, solo un paio di quaderni, l'astuccio con matite e colori in abbondanza per disegnare quando mi annoio e il diario di Hydrogen con il teschio.

Mi sdraio sul letto, non è così male, è comodo e i cuscini sono morbidi.

-Ma dobbiamo restare sempre qui dentro? Non possiamo uscire dalla scuola?- eh già, devo ancora capire come funziona qui dentro

-No, possiamo uscire di pomeriggio o di sera, ma bisogna rientrare in orari consapevoli, solo il venerdì e il sabato sera possiamo stare fuori quanto vogliamo e andare a ballare, ed è gratis per noi della scuola!- spiega Bri

-Esatto, si può fare tutto, si può fare shopping fuori, si può andare a ristorante o al MC Donald, quando fa caldo c'è la piscina non tanto lontano e si possono fare i gavettoni in cortile, aw non vedo l'ora che torni l'estate- la vocina di Down è davvero sognante

-Ahahah, io lo immaginavo tanto orribile, sembra figo!-

-Già, poi si può uscire sempre nei pomeriggi, niente mamma o papà che rompe!- a Bri il posto non dispiaceva evidentemente

-Ahahah, dai, io adesso vado a girare la scuola a vedere com'è fatta!

-Oddio, scusa, ma non posso venire con te, mi sono data per malata per saltare allenamento, ci farebbero fare duecento addominali! In poche parole non mi devo far vedere-

-Ahahahahah ma tranquille lo faccio da sola-

Scelgo prima di andare a curiosare nelle porte del seminterrato, ma nelle scale incrocio Duncan

-Dov'eri scappata?

-Dovevano assegnarmi la stanza per dormire..-

-Ti avrei fatta volentieri dormire con me- subito dopo scoppia a ridere

-Scemo.. dove vai?

-Voglio farmi uno spinello in pace, se vuoi venire..-

-Okay ma fammi fare un tiro- eheh non l'avrebbe scampata

-Solo che non me la sporchi con quel coso che hai sulle labbra- allude senza dubbio al mio rossetto molto dark

-Ma vai tra- dico così anche se so che probabilmente dopo lo sporcherò.

Ci sediamo sulla panchina dove mi ero seduta all'inizio stamattina e Duncan si accende uno spinello, e dopo aver fatto un lungo tiro mi dice -Allora, parlami un po' di te-

-non c'è tanto da dire- ribatto io, beh da una parte è vero e da un altra no, posso abbreviare tutto dicendo che è una vita di merda, ma ci sarebbero tante cose da dire, su mia zia, la psicologa, la mia famiglia inesistente e tutte quelle cose lì.

-Dimmi quel poco che c'è da dire allora-

-Allora, mio padre appena messa incinta mia mamma è scappato e..- sento che mi stanno venendo gli occhi lucidi.

Non mi è mai successo, ci sono abituata a parlare della mia situazione familiare con altre persone..

-..e..e mia mamma è sempre stata un'alcolizzata e non ha mai badato a me-

Ora non ho gli occhi lucidi, ora sto piangendo, una lacrima è caduta sul terriccio ed è stata assorbita, una lacrima così amara, è da secoli che non piango, e ora ne sento il bisogno, davvero.

Duncan è qua che mi sta osservando piangere , non vedo cosa fa e non sento quello che dice, ma mi pare di sentire un ''mi dispiace tantissimo, davvero'' o qualcosa di simile, e sento che le sue braccia mi stringono a lui.

Non sto ricambiando l'abbraccio, semplicemente sono accasciata senza forze e lui mi tiene stretta, sto continuando a piangere silenziosamente, non oso immaginare il mio ombretto che fine ha fatto.

Inspiro con il naso il profumo del punk; è molto buono, sa di fumo misto ad una qualche acqua di colonia molto maschile.

Sto lentamente smettendo di piangere, ma non smetto di stare incollata a Duncan, è bellissimo stare abbracciata a lui, le sue spalle larghe lo fanno sembrare così protettivo.

Mi stacco dal suo petto e mi passo il polso sugli occhi per asciugarmi meglio, e mi specchio con la fotocamera interna del cellulare.

Dio, sono un mostro, ho gli occhi arrossati e il trucco schifosamente sbavato, sto rimediando con un po' di saliva, almeno per toglierlo definitivamente; i miei capelli invece sono abbastanza in ordine.

-Stai bene??- dice a bassa voce Duncan guardandomi negli occhi.

Dio, i suoi occhi, non li avevo mai notati prima, sono azzurri ghiaccio con venature blu e celeste, sono la perfezione, quegli occhi adesso stanno fissando i miei, ancora un po' gonfi.

-Sìsì, cioè no, come potrebbe mai una come me stare davvero bene?

-La mia storia non è poi meglio della tua..

-Mi dispiace un casino..

-Ho conosciuto mia mamma, aveva solo quattordici anni in più di noi ed era costretta a prostituirsi, e mio padre, beh, un cliente presumo-

-oh dio che cosa triste.. rischio altamente di rimettermi a piangere di nuovo così..-

Adesso era Duncan a guardare in basso -Stai piangendo?- mi sporgo per guardarlo negli occhi, ma non lo vedo piangere -No, io non piango- -Di solito nemmeno io, ma adesso non so che mi è preso..- è la verità, non mi ricordo l'ultima volta che ho pianto oltre a questa.

-Adesso torniamo dentro, ho bisogno di farmi una doccia bollente

-Io devo fare il giro della scuola invece

-Te lo faccio fare io, ma stasera tardi, prima non posso.

-perfetto, a stasera allora

   
 
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