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Autore: Erina91    27/03/2016    4 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Embarrassing meeting..?

 
L'aria di montagna era decisamente più fresca di quella di Sapporo e lontana dall'inquinamento autostradale.
Erina poteva sentire tutte le possibili tonalità di profumo esistenti, poiché il cottage di suo nonno era in mezzo a campi fioriti e colorati.
La neve, nei mesi estivi, si era sciolta dando la possibilità di esibirsi in camminate in montagna in mezzo a boschi e attorno a dei grandi laghi tipici alpini.
Erina amava trascorrere i giorni al cottage di suo nonno, come ogni estate, perché la quiete e il rilassamento che vi regnavano erano imparaggiabili a qualsiasi altra zona di Hokkaido ed erano i giorni nei quali riusciva a riposarsi di più da tutte le fatiche e le notti insonni. Era un posto speciale.
I luoghi erano magnifici e salutari vista la sviluppata presenza di terme dove potersi immergere e distendere i muscoli, magari dopo lunghe passeggiate.
Per non parlare dalla bellezza della natura, che veniva definita dai turisti un vero paradiso ambientale e opulento, dalla quantità infinita di “specie” vegetali che vi crescevano. Insomma.. una delle zone più incantevoli di tutta l'isola.
Il cottage di suo nonno si presentava di dimensioni inferiori rispetto alla residenza principale estiva, a Sapporo, davanti agli occhi dei loro ospiti; tuttavia, era abbastanza grande ed ospitale da offrire camere per dormire a tutto il parendato Nakiri: Alice, Ryou ed Eleonore, la madre della prima, e a seguire anche lo spazio restante veniva a coprirsi per la prima volta con la presenza dei suoi compagni della Tostuki più Jess, che li avrebbe raggiunti il giorno seguente. Tutti sembravano molto sorpresi di vedere la bellezza di quel paese turistico e anche dell'arredamento del cottage, tutto in legno, a parte la mura esterne della villetta. L'ampio salone d'accoglienza era in parquet chiaro e levigato, e anche a seguire il resto degli interni. Grandi ed eleganti camini, invece, ornavano i salotti e riscaldavano le zone confort riempite da lunghi divani ricoperti di morbidi tessuti e tappeti, tavoli d'appoggio anch'essi in legno e vetro e alte librerie. Vi era una sola e grande sala da pranzo, dove una tavolata al centro era posta sopra un grazioso tappeto.
Al secondo piano le varie camere da letto. Quanto alle cucine: ce n'erano una dentro la villa a grandezza raccolta, mentre quelle per gli eventi si trovavano in una “casottino” a parte poco distante dal parco e dove si trovava anche le griglie per fare la carne alla brace, fuori, in un'area tutta cementata. Attorno al cottage, attraverso le vetrate e le finestre, notavi una folta vegatazione dai vividi colori e un prato così curato e verde da sembrare quasi finto da quanto era perfetto, dove scorreva un piccolo torrente con un ponticino anch'esso in legno. Generalmente le feste e i banchetti, se il tempo lo permetteva, venivano svolte nel parco che circondava il cottage e così sarebbe stato anche per il picnic che suo nonno aveva organizzato. Gli ospiti, esclusi quelli principali, al contrario, solitamente se ne andavano a fine evento pernottando in hotel di lusso, vista la mancanza di posto.
A pochissimi passi dal cottage, inoltre, come anticipato.. c'erano delle terme di proprietà di suo nonno che venivano gestite da una vecchia signora sua conoscente ed Erina, in particolare la sera dopo la stanchezza della giornata, passava le ore a godersele perché erano rigeneranti e di alta qualità, conservate benissimo.

Aveva accompagnato Hisako a poggiare le valigie nella sua camera e poi si erano avviate a fare una passeggiata in paese.
La sua amica non aveva mai visto il paesino, dunque si era proposta di farle da guida sicura che ne sarebbe rimasta affascinata da quanto era allegro e carino, ricco di “negozietti” di souvenir e locali contenuti ed accoglienti, caldi, che si estendevano lungo le piccole e strette vie.
-questo paesino è davvero carino!- esclamò appunto, Hisako, emozionata passando da una ventrina all'altra.
-il cottage di tuo nonno è ubicato in una zona davvero strategica: è in mezzo al verde, ma allo stesso tempo non dista nemmeno dal paese.-
-già.. non sono tipo da camminare tranquilla per il paese, ma questa cittadina mi è piaciuta fin da piccola e ormai non ci faccio più caso.-
Hisako sorrise. -sei diversa Erina..- cominciò -..ti vedo più rilassata negli ultimi giorni.-
Lei diventò paonazza davanti a quella considerazione, pensando all'effetto che le faceva Yukihira.
Sapeva che quella sensazione libertina, di benessere, era dovuta a lui. Lui era così solare e vivace che le trasmetteva la stessa euforia con i suo sorrisi.
-dici? Io non credo.- borbottò impacciata. -piuttosto Hisako.. che cosa sta succedendo tra te e Aldini? Non ti ho mai vista così impacciata di fronte a qualcuno.-
Fu il turno di Hisako di arrossire. -cosa vuoi che stia succedendo, Erina..- fece vaga.
Lei non si convinse di quelle parole, per cui continuò a guardarla sospettosa.
-fa così con tutte, io non faccio eccezione.- asserì allora, Hisako.
-ti sbagli Hisako, con me e Alice non è così gentile come dici. Anzi.. non ci parliamo proprio, quindi non so a cosa ti riferisci precisamente.-
La ragazza si fece pensierosa a quelle parole, segno che le aveva insinuato il dubbio. Vedendola assorta più del previsto decise di richiamarla:
-ehi Hisako, ci sei? Cosa ti è preso all'improvviso?-
-stavo pensando a quello che mi hai detto. In effetti non hai tutti i torti.- rispose riflessiva.
-piuttosto Hisako, ti piace Aldini? Non ti ho mai vista così pensierosa.-
La ragazza si imbarazzò nuovamente e abbassò gli occhi a terra timida.
-forse..- ammise timorosa, senza riuscire a guardarla negli occhi. -in realtà non capisco bene cosa voglio. Insomma, ho realizzato che mi “piaciucchia” ma non sono convinta.-
-perché non dovresti? Tra voi non ci sono limiti.- disse le parole finali avvertendo un'indefinita tristezza avvolgerla, quasi malinconica.
Era la verità, purtroppo: a differenza di lei e Yukihira, Hisako poteva lasciarsi andare con Aldini visto che non esisteva differenza sociale; entrambi appartenevano all'alta società ed era sicura che i genitori di Hisako avrebbero accettato con piacere una loro possibile relazione. Tra lei e Yukihira era diverso e suo padre non avrebbe mai approvato.
L'approvazione di suo nonno era indubbio, invece, dato che sembrava provare simpatia per lui.
Lei sapeva che stare con Yukihira era impossibile e questo bastava a farla sentire con il cuore spezzato.
Era chiaro che a lei lui piaceva e lo era altrettanto realizzando i pensieri che stava facendo. Inoltre, non riusciva più a negarlo.
-cosa intendi con questa frase, Erina?- domandò perplessa, l'altra.
-lascia perdere quello che ho detto, Hisako. Non dovresti ascoltarmi.- smentì amareggiata.
-non posso non farlo. Siamo amiche e quella frase non l'hai detta a caso.-
Erina sospirò. -anche se non l'avessi fatto, è inutile rimuginarci su. È una situazione che non ha niente a che vedere con te dato che non c'è lo stesso problema di fondo.-
-è successo qualcosa tra te e Yukihira?- colpita e affondata: Hisako indovinava sempre.
-non è successo nulla!!- sbottò vergognosa, allora.
-puoi parlarmene, se vuoi.- la invitò Hisako sorridendo comprensiva. -tu mi hai ascoltato.-
-non è successo davvero nulla.- ripeté, -solo, ecco, sono cambiate alcune cose tra noi. Come dire.. siamo diventati più vicini.- confessò volgendo lo sguardo altrove.
Mentre diceva quelle parole, il colore del suo volto adottava tutte le possibili tonalità del rosso e il tono di voce si era fatto più contenuto e soffuso.
-in che senso?- chiese confusa, Hisako.
-non hai bisogno di sapere tutti i dettagli!- tuonò impacciata.
-vi siete per caso baciati?-
-ma che domande fai!! certo che no! E spero non succeda.- farfugliò mentendo.
-questa è una tremenda bugia, Erina.- la rimproverò Hisako, -tu vuoi che succeda e basta vedere come reagisci per capirlo. Non ci vuole una scienza. È palese!- replicò.
-e, se devo dirla tutta, non capisco cosa ti freni dal farlo. È ovvio che Yukihira straveda per te.-
-non dire idiozie, Hisako, Yukihira mi vede solo come un'amica e me l'ha anche detto.-
-te l'ha detto? E quando? E comunque, continui ad essere ottusa su questo aspetto.-
-non mi ha detto che mi vede come un'amica, però implicitamente l'ha fatto: mi considera tale. Ed è meglio che la situazione non si trasformi ulteriormente.-
-perché dici questo? Veramente non capisco.-
-dico questo perché il mio rango familiare e mio padre non approverebbero. Anzi.. ho la responsabilità di scegliere un compagno del mio stesso strato sociale, o quasi.
Yukihira è quasi alla stregua di un contadino e non sarebbe un buon partito. Questo è tutto.-
-io non credo che tuo nonno la pensi così, Erina.- obiettò l'altra.
-mio nonno pensa tante cose, ma sa perfattamente quali sono le regole dell'alta società e io non ho intenzione di andarci contro.
Quello che provo per Yukihira non cambia le cose.-
A quel punto Hisako tacque: non aveva più parole per rassicurarla.
-penso solo che dovresti lasciarti andare e che nessuno si metterà in mezzo se Yukihira è veramente ciò che vuoi. Non so che altro dirti, ma cerca di non essere così categorica.-
Calò il silenzio tra le due ragazze, poi lei alzò lo sguardo e adocchiò una cioccolateria: era una delle migliori del paese e c'era stata diverse volte.
Era fiscale riguardo al cibo, ma quello era uno dei posti dove si era sentita più soddisfatta nell'assaggiare una cioccolata calda.
Conosceva il proprietario, era un conoscente di suo nonno ed era uno dei pasticceri più famosi di Hokkaido.
-vieni Hisako, entriamo in quella cioccolateria.- aveva cambiato discorso, poiché proseguire a parlare di Yukihira le faceva solo male.
-è la prima volta che ti vedo attirata da un locale.- commentò sorpresa, Hisako.
-già. Conosco proprietario: è un conoscente di mio nonno e uno dei migliori pasticceri di Hokkaido. Questa cioccolateria è molto famosa, anche se piccola.-
Hisako la seguì all'interno e furono accolti con gentilezza dai baristi, che di vista l'avevano riconsciuta.
Uno di loro spostò loro le sedie, signorile, per farle accomodare su di esse.
-cosa gradite signorina Nakiri?- chiese immediamente, formale.
-una cioccolata calda all'arancia con cannella.- a quella richiesta le venne in mente il consiglio che le aveva dato Yukihira per uno dei passati banchetti: non c'era verso, qualsiasi momento o situazione la costringeva a ricordarlo. Era fisso nei suoi pensieri ed ormai era diventato un compagno insostuibile della mente.
Qualsiasi cosa facesse per scacciarlo, tornava prepotente dentro di lei senza riuscire a controllarlo.
-per lei signorina?- guardò Hisako, il cameriere. Lei sorrise cordialmente:
-lo stesso, grazie.-
L'uomo annuì ad andò verso il banco con la comanda.
Le due proseguirono tranquille a chiacchierare, inconsapeli che presto non sarebbero più state da sole ma in “dolce” compagnia.


 
****


-sei di ottimo umore, vedo. Da come sei eccitato deduco che ci sono stati sviluppi interessanti tra te e Nakiri, o sbaglio?- lo stuzzicò Takumi.
Dopo aver posato valigie e roba varia arrivati a destinazione, lui e Takumi avevano deciso di prendere una boccata d'aria e fare un giro per il paese di montagna dato che era abbastanza vicino al cottage di Senzaemon ed ora era un po' che stavano camminando ed Aldini era entrato in uno dei suoi discorsi sentimentali.
-niente di particolare, in realtà, diciamo che ci siamo avvicinati un po' e ora riesco a farci una conversazione decente.
Certo.. se Nakiri si fidasse di più di me, forse riuscirei anche a capire cosa la tormenta, ma al momento non sembra si senta pronta a farlo.- spiegò.
-devi avere pazienza, come ti ho detto, di sicuro non otterrai risposte insistendo e ancora non hai una tale confidenza da poterlo fare.
In più, credo che per lei sia dura parlare di sé.-
-lo so, credo di averlo capito.- concordò, -tuttavia, la vedo molto più rilassata ed espansiva negli ultimi giorni e questo mi rende davvero felice.
Qualunque sia il suo problema, forse sta un po' meglio o almeno.. ci pensa meno.- sorrise sollevato.
-ti piace a talpunto, eh? Si vede che è diventata molto importante per te.
Adesso credo di capire come ti senti dato che mi sono accorto di ciò che provo per Arato-san ed è molto più forte di un semplice piacere.-
-stavo per baciarla, Takumi.- affermò imbarazzato. -sai.. l'altro giorno alla fattoria, quando siamo rimasti da soli. Stavo davvero per farlo. Io credo che anche lei lo vorrebbe.-
-da cosa lo deduci? Non fraintendere, lo credo anch'io. Sono solo curioso.- ghignò.
-c'è stato un momento l'altra volta.. eravamo solo noi due e il silenzio del bosco, i nostri sguardi erano diversi dal solito. Erano, come posso descriverli.. desiderosi? Sì, esatto.-
-perché non l'hai baciata, allora? Se aspetti che lo faccia lei, lo farai in eterno.-
-perché è stato solo un momento. Non ho la certezza di quello che lei prova.
Non posso semplicemente.. baciarla. A volte vorrei farlo senza pensarci, però esito perché per avvicinarmi a lei ci ho messo due mesi interi e se facessi un gesto simile e lei mi rifiutasse, ci allontaneremmo ancora e ricostruire il rapporto sarebbe difficile considerato quanto Nakiri sia complessa. E poi non l'ho mai fatto. Non ho mai baciato.-
-fai bene ad essere cauto, ma non è neanche giusto trattenere i tuoi sentimenti. Buttati e basta: è l'unica cosa che puoi fare per sapere se anche a lei piaci veramente.-
-ci sono altri modi? Voglio dire.. parlando?-
Takumi scosse la testa. -solo parlando la vedo dura. Puoi dedurlo dai suoi atteggiamenti e, se è questo che hai notato l'altro giorno e non solo, ovvero che anche per lei forse è lo stesso, allora ti è più facile decidere come agire. Però, se non fai qualcosa, c'è il rischio che Carter te la porti via e sono sicuro che tu non vuoi questo.- si strinse in un occhiolino.
Lui si fece pensieroso. -stare in cucina è molto più facile.- sorrise divertito, riflettendo. -in questi casi, con la scarsa esperienza che ho in tale campo, mi trovo in difficoltà.
Non ho la più pallida idea di cosa dovrei fare e non nego di avere paura. Ho il terrore di perdere tutto quello che in questi due mesi ho costruito con lei.
Non è stato niente di che, però ci siamo avvicinati e non vorrei distruggere tutto agendo d'impulso.-
-io credo che te e Nakiri vi siate avvicinati perché tu hai seguito sempre il tuo istinto. In fondo, non è quello che fai anche mentre cucini? E in un modo o nell'altro, te la cavi sempre. Credo che dovresti tentare un approccio più diretto, amico.- gli fece una pacca sulla spalla e aumentò il passo.
-che ne dici di infilarsi in quella cioccolateria?- propose, poi, cambiando discorso. -sembra davvero buona. Guarda quante gente.-
Lui non sapeva se ringraziare Takumi per le sue parole di incoraggiamento o meno, alla fine restò in silenzio perché era sicuro che il suo amico avesse già capito la sua gratitudine. Quando entrarono nella cioccolateria e furono accolti, i loro occhi volarono a guardarsi attorno e rimasero stupiti quando videro Arato e Nakiri sedute ad un tavolino che, a loro volta, li notarono e si aprirono nella stessa espressione di sgomento.
-questa non può essere una coincidenza.- constatò scherzoso, Takumi, andado in contro alle ragazze.
Lui e Nakiri si scambiarono un'occhiata intensa che valeva più di mille parole. Li stessi sguardi di passione che si scambiavano da qualche giorno ed erano così intensi ed infuocati che lo confondevano per la loro forza attrattiva.

-che ci fate qui, ragazzi?- chiese Hisako intanto che Nakiri, sfuggente, abbassava lo sguardo sulla tazza di cioccolata ormai vuota.
Takumi, senza chiedere il permesso al tavolo di persone di fronte a loro, prese una sedia e la portò attorno al tavolino delle ragazze per mettersi a sedere.
Lanciò una breve occhiata a lui e afferrò un'altra sedia portandola affianco alla sua, sorridendo divertito.
-coraggio amico, facciamo compagnia a queste belle “donzelle”.-
Soma si grattò la nuca sorridendo e si sedette sulla sedia offertogli dal suo amico.

Hisako fulminò Takumi. -nessuno ti ha invitato al tavolo, Aldini.-
-dai Arato-san, non vedi che il locale è pieno e non c'è più tavolini liberi?
Gradisci così poco la mia presenza?- la punzecchiò malizioso.
Hisako arrossì distogliendo lo sguardo. -sta zitto, idiota.-

Nel frattempo, lui e Nakiri continuavano a guardarsi dietro un silenzio imbarazzante.
Per la prima volta fu lei ad interromperlo:
-cosa ti porta in una delle migliori cioccolaterie del paese, Yukihira?-
Lui sorrise. -Takumi. È voluto entrare lui.-
-capisco. Alla fine ti ritrovo dappertutto.-
Soma scoppiò a ridere divertito. -perdonami di essere sempre in mezzo, Nakiri.-
Stette al gioco facendo del sarcasmo. -dunque Nakiri, se ti trovi qui, immagino che questa cioccolateria tocchi il paradiso da quanto è buona, giusto?
Altrimenti non saresti a sedere qui comoda, conoscendo i tuoi raffinati gusti.-
-esattamente. Il proprietario è un conoscente di mio nonno ed è decisamente uno dei pasticcieri più in gamba di Hokkaido. La sua cioccolata ha un sapore gradevole.-
-è la prima volta che ti sento lodare qualcuno così. Dovrei proprio assaggiarla allora!-
Le lanciò un'occhiata ammiccante e aggiunse:
-cosa mi consigli Nakiri?-
-la cioccolata all'arancia con cannella.- blaterò impacciata.
Lui annuì ed ordinò al cameriere la cioccolata che lei gli aveva consigliato.
In effetti, quando la tazza fumante arrivò e la portò alle labbra, era squisita.
Era talmente buona e cremosa che si scioglieva in bocca e l'arancia e la cannella amalgamate li regalavano un gusto davvaro particolare.
Non aveva mai assaggiato una cioccolata calda così buona.
Sapeva che Nakiri lo stava controllando di soppiatto, curiosa di sapere un suo parere sulla cioccolata e la soddisfò subito:
-come sospettavo. È davvero incredibile e unica questa cioccolata. Il tuo palato non si sbaglia mai, Nakiri.- sorrise, sorseggiandola con piacere.
-cosa ti aspettavi, Yukihira? Non posso sbagliare.- era arrossita. -piuttosto.. non mi spiego la tua presenza qui. Hai già deciso che cosa cucinare per il picnic in arrivo?-
-non ancora se devo essere sincero, ma ho ancora tempo.- ridacchiò ilare. -e tu?-
-non sarà come gli altri banchetti, lo sai?-
Lui non capì cosa intendeva con quella frase, ma se lei l'aveva detta voleva dire che c'era qualcosa sotto che lui non sapeva e sarebbe stata una frase su cui ragionare.
Lei, vendendolo perplesso, proseguì il discorso:
-spero che arriverai presto alla risposta, in caso contrario sarà un vero fallimento per te.-
-tranquilla Nakiri, le sfide mi mettono adrenalina e ti assicuro che scoprirò cosa intendi.-
Lei, notando una luce determinata e la carica nel suo sguardo, lo trovò decisamente bello.
Ogni espressione di Yukihira era un vero colpo al cuore per lei, perché erano capaci di accenderle bollenti emozioni ogni volta che ci aveva a che fare.
Bastava poco a capire quanto i due erano coinvolti l'uno dall'altra poiché Hisako e Takumi, pur essendo ancora allo stesso tavolo, sembravano scomparsi da sotto i loro occhi e solo lui e Nakiri erano rimasti ed immersi in un mondo a parte, ricolmo di pulsioni e desideri.
Quel momento fu interrotto da Hisako, che li richiamò alla realtà con le sue parole:
-ragazzi.. si è fatto le 19.00, che ne dite di avviarsi a casa?-
-credo sia una buona idea, altrimenti il sig.Nakiri ci darà per dispersi.- si unì Takumi.
Lui ed Erina annuirono e, dopo aver pagato, si avviarono verso il cottage.




 
****


L'acqua era tiepida e florida di sali minerali, sapeva di zolfo, ma era davvero capace di rilassarle tutti i muscoli. Rocce scure e canne di bambù cerchiavano la vasca termale.
Solo il rumore della piccola cascata le faceva compagnia, ma era così delicato da calmarla e da farle perdere la cognizione del tempo.
In seguito alla stanchezza del viaggio della mattina e la passeggiata in paese, Erina non era riuscita a fare a meno di fare un salto alle terme accanto al cottage della famiglia Nakiri e dopo cena si era diretta alle vasche. Non si era preoccupata che vi fosse qualcun altro, visto che era tarda serata e la mattina seguente si sarebbero tutti alzati presto per esercitarsi in cucina e trovare la giusta risposta al picnic che li aspettava nei prossimi giorni. L'unico difetto di quelle belle terme, forse, era la presenza di una sola e grande vasca per ambo i sessi; era, tuttavia, un difetto correggibile e per questo vi si recava la sera consapevole di non trovarci nessuno a parte lei, così poteva stare tranquilla e godersele pienamente. Andare dopo una bella cena a farsi un bagno di sali minerali, la aiutava ad affrontare meglio la notte e a prevenire un po' l'insogna: era davvero salutare.
Socchiuse le palpebre e si rilassò prendendo un lungo respiro liberatorio.
La schiana appoggiata contro la roccia le forniva una posizione comoda, talmente tanto quasi da addormentarsi. Peccato che quella rapida quiete venne interrotta da un altro sciaguattere ed Erina iniziò ad agitarsi realizzando di non essere più da sola e, cosiderato che le terme erano per ambo i sessi, poteva essere chiunque_anche una figura maschile_. La vasca era grande e se non ti spostavi da dietro la roccia era difficile capire e vedere chi fosse, la meglio cosa era rimanere nascosta dietro.
Sussultò, però, al momento che pensò che anche l'altra persona poteva muoversi in qualsiasi momento e riuscire a vederla nuda, chiunque fosse: era finita in un bel casino e difficilmente ne sarebbe uscita illesa, dato che l'avrebbe sicuramente vista uscire anche provando a farlo “di sgamo”.
Cosa doveva fare?



 
****



Dopo cena aveva deciso di schiariarsi le idee a seguito dell'enigmatica frase di Erina nei riguardi del picnic e non ne aveva realizzato il significato finché non aveva preso la decisione di andarsi a fare un bagno alle terme, rilassarsi e ragionare lucidamente su quell'affermazione.
Era sicuro di essere l'unico ad aver preso la decisione di farsi un bagno fuori dalla villa, dato che erano tutti andati a letto dopo aver digerito la ricca cena.
Aveva pensato fosse il luogo giusto per riflettere e decidere un piatto incredibile che avrebbe stupito gli ennesimi ospiti del preside e soprattutto la sua bella nipote.
In effetti, fare una tale deviazione, era servito perché finalmente aveva captato il senso della frase di Nakiri.
Era arrivato alla conclusione che quella gita alla fattoria non era stata organizzata a caso, ma era collegata alla loro permanenza al cottage e di conseguenza al picpic: Senzaemon Nakiri voleva che loro sperimentassero un piatto seguendo e usando gli incredienti lavorati, raccolti e cercati da loro alla fattoria.
Per cui, se era così, aveva due possibilità: creare un mitico piatto a base di uova fresche, ovvero quelle raccolte con Nakiri, oppure sfruttare i frutti o le verdure dell'orto e degli alberi dopo la passeggiata a cavallo. O meglio ancora.. trovare un modo di unire entrambe le esperienze.
Dunque, in seguito a questo ragionamento, aveva scelto di basare il suo piatto mischiando i due momenti. Aveva ampia scelta, doveva solo trovare una soddisfacente risposta. Una idea tale da lasciare tutti senza fiato. Di nuovo, involontariamente, con poche e semplici parole Nakiri lo aveva aiutato a scoprire il trucco dietro al nuovo evento.
Si chiese se anche gli altri suoi compagni ci fossero già arrivati, però non ebbe il tempo di farlo perché avvertì in quel silenzio tombale un flebile movimento acquatico.
Sobbalzò preoccupato: era sicuro di essere da solo nella vasca, come era possibile che ci fosse qualcun altro e non se n'era accorto?
Certo.. era nascosto dietro una roccia e la vasca era immensa, forse non era difficile pensare inizialmente di essere solo.
E ora cosa avrebbe fatto? Il bagno era misto e dall'altra parte poteva esserci anche una donna o addirittura una delle sue compagne della Totsuki.
Non poteva fare molto per “svignarsela” senza farsi scoprire, perché in ogni caso lo avrebbe notato visto che l'uscita era una sola e anche il solo spostarsi avrebbe destato sospetti e la persona nella stessa vasca lo avrebbe sentito. Piano piano cercò di andare indietro con la schiena, muovendosi con le mani all'interno della vasca e strusciarsi sulle mattonelle del fondale, cercando di fare il meno rumore possibile. Peccato che la sua “dolce” compagnia stava tentando di fare la stessa cosa, con gli stessi movimenti, e finirono schiena contro schiena. La sua schiena era calda, umida, liscia e sembrava esile.. non poteva essere che quella di una donna.
Il suo corpo emanava un profumo che conosceva, che aveva sentito diverse volte, e nonostante la tensione che stava accumulando sudando freddo a riconoscere lentamente la figura dietro di lui, capì che era l'aroma di violette di Nakiri. Non era possibile? Era nella stessa vasca con Nakiri?
Invece di arrossire, dato il forte contatto pelle contro pelle che lo eccitò non poco facendolo sentire scomodo, sbiancò totalmente e rimase per qualche secondo indefinito in silenzio. Deglutì agitato avvertendo i suoi ormoni reagire sempre di più facendolo sentire a disagio come non lo era mai stato.
Riuscì a dire qualcosa solo dopo qualche minuto:
-Nakiri..- fu l'unico nome che uscì dalla sua bocca.
-non ti girare Yukihira!!- squittì isterica Erina, -che diavolo! Perfino qui ci incontriamo?-
Non poteva vederla in viso, ma poteva sentirla sprizzare di vergogna da come parlava.
-pensavo di essere da solo. Scusami. E ora che facciamo?- blaterò nervoso.
Non era sicuro di resisterle, voleva smettere di darle le spalle per poterla osservare per intero. Sapeva che il suo atteggiamento era da maniaco, ma in quella posizione, consapevole di averla nuda proprio a pochi centimetri e nemmeno, non faceva altro che accendergli il desiderio.
La voleva da impazzire e se non trovavano presto una soluzione per uscire da quell'imbarazzante situazione illesi, gli sarebbe saltato addosso.
-e che ne so io!- sbottò lei agitata. -per tua informazione, anch'io credevo di essere da sola.- aggiunse abbassando la voce. -Yukihira.. staccati dalla mia schiena.- ordinò a fatica.
-se lo faccio poi dove vado? Sono bloccato dalle roccie.- protestò lui.
-d'accordo.. allora mi stacco io, ma tu non girarti finché non sono uscita.-
Come se non bastasse, per la fretta di uscire dalla vasca, la sentì inciampare e poi udì il tuffo nell'acqua.
A quel punto, pensando fosse in difficoltà, dovette per forza girarsi e andarle in contro.
-Nakiri.. stai bene?- la domanda trapelava una vera preoccupazione per lei, ma dall'altra non era così interessante come il bellissimo corpo nudo della ragazza: finora aveva visto solo le gambe scoperte e già quelle erano davvero attraenti, poi aveva visto un piccolo strato di pelle in mezzo ai suoi seni quando lei lo aveva ributtato a terra per farlo stare fermo il giorno della gita alla fattoria, adesso l'aveva vista completamente nuda ed era bellissima, anche se solo per un attimo.
Lei era rossa in volto e sembrava stare per svenire da un momento all'altro. -sto bene, Yukihira, guarda da un'altra parte!-
Non aveva tenuto conto, però, che attraverso lo spostamento che lui aveva fatto per raggiungerla, pure Nakiri doveva averlo visto nudo e questo lo imbarazzò molto.
Si spiegava dalla sua reazione che da rossa era diventata bianca.
Lui affondò nuovamente in acqua cercando di nascondere le sue parti più che poteva e tenendo le distanze da lei che aveva fatto lo stesso.
-anche tu mi hai visto, Nakiri.-
Lei non rispose subito, era ancora scioccata dalla situazione e non sembrava intenzionata a riprendersi.
-mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo.- non sapeva cosa dirle.
Tuttavia,, era davvero troppo bella e il desiderio provato verso di lei non sembrava cessare. Il suo corpo ne era la più chiara manifestazione.
Tornò a darle le spalle, ma lei non parlò ancora. Le lanciò un'altra veloce occhiata e la vide più bianca di prima.
-Nakiri!- si accorse che stava per avere un colpo di caldo seguito dalla tensione creatosi e la chiamò, prima che lei potesse svenire in fondo all'acqua cadde tra le sue braccia e lui si trovò sotto gli occhi i suoi floridi seni. Adesso poteva vederla tutta, sebbene erano state le circostanze a costringerlo a farlo.
La pelle di Nakiri era nivea, liscia e morbida. Sapeva di buono. Il collo da dove pendevano alcuni risidui d'acqua era attraente e avrebbe voluto baciarlo.
Le labbra socchiuse, umide, anch'esse sembravano succose e voleva sentirle.
Avrebbe voluto accarezzare ogni minima parte del suo corpo per sentirne la sua delicatezza.
Non l'aveva mai desiderata così tanto come in quel momento, però doveva portarla fuori dall'acqua prima che il suo calo di pressione peggiorasse e così fece.
Uscì fuori e la poggiò sopra una delle panche degli spogliatoi e, dopo un ultimo desideroso sguardo, si costrinse a darsi un contegno e coprirla con uno degli accappatoi per i clienti. Si rivestì e si asciugò anche lui, in attesa che si svegliesse ed entrambi fossero in grado di affrontare il discorso riguardo a quel piccante incontro.



 
****


Aprì lentamente gli occhi trovandosi il soffitto bianco sopra di essi.
Si rese conto di essere svenuta ancora in seguito ad un colpo di caldo alle terme.
Gli spogliatoi femminili erano silenziosi e avvertiva una pezza fresca sopra la testa.
Un leggero tepore la stava riscaldando ed era ormai asciutta dall'acqua grazie ad un accappatoio poggiato sopra di lei e di certo non era stata lei a coprirsi.
A quella constatazione, ricordò com'erano andate le cose e delle lustre immagini di quello che era successo si presentarono nella sua mente: Yukihira l'aveva vista nuda.
Arrossì come un pomodoro, alzandosi di scatto dalla panca e facendo cadere sulle gambe la pezza fresca.
Ma non era solo quella l'immagine che stava apparendo nella sua mente, vi era anche Yukihira nudo.
Il corpo maschile poteva davvero essere così bello?
Si vergognava di aver fatto quei pensieri al momento che lui si era alzato dalla vasca per andare in suo soccorso visto che era inciampata come una pera cotta.
Eppure, la figura di Yukihira nudo non l'abbandonava. Aveva trovato il suo corpo massiccio e perfetto, i pettorali scoperti ben evidenti e le sue larghe spalle pure.
La pelle soave le era parsa tanto carezzevole e aveva avuto anche l'impulso di toccarla, come quella volta che gli aveva sfiorato distrattemente il petto, con la sola differenza che esso sarebbe stato completamente prigioniero sotto i suoi polpastrelli e privo di tessuti a dividerlo dalle sue mani.
I chiari peli che aveva adocchiato sotto la sua camicia la sera del suo compleanno, prima erano in bella vista e non si fermavano solo al petto, ma erano così biondi da sembrare quasi invisibili. Le goccioline d'acqua calavano da tutto il suo fisico, talmente tanto che avrebbe voluto fermarle in qualche modo con le sue dita.
E infine c'era quel punto nascosto, intravisto solo per poco, che era stato ciò che l'aveva fatta svenire di più a causa dello sgomento: non aveva mai visto niente di simile, poteva solo immaginarlo, forse l'aveva notato per caso in alcuni film altamente romantici, ma così vicino a lei era stata la prima volta e non aveva saputo come reagire.
Tutto questo, comunque, non aveva fermato il folle desiderio che nutriva per lui da un pezzo a questa parte, anzi.. l'aveva solamente raddoppiato.
Voleva scoprire ulteriormente il corpo di Yukihira e nei minimi dettagli. Voleva esplorarlo da più vicino.
Sapeva di essere diventata così ghiotta di lui da sconvolgersi lei stessa, ma l'attrazione che provava stava crescendo sempre di più e ritrovarsi in questi attimi inaspettati non l'aiutava a controllare le potenti emozioni. Doveva darsi un contegno.
Cercò di spostare i suoi virtuosi pensieri guardandosi attorno e mentre lo faceva notò con sorpresa Yukihira seduto di spalle su una delle panche.
Indossava i Jeans e le scarpe e basta, nella parte sopra era totalmente scoperto come mamma l'aveva fatto.
Osservò con curiosità la sua dritta e ampia schiena, avvertando di nuovo la voglia di tastarla dato che le pareva così calda e confortevole.
In realtà tutto di lui le faceva quell'effetto e la sua grande schiena contribuiva a trasmetterle un senso di protezione.
Lui non sembrava essersi accorto che lei si era ripresa e di conseguenza seguiva a darle le spalle in silenzio.
Le folte e soffici ciocche sbarazzine parevano più scombinate del solito e ancora lievemente bagnate, voleva sentirle.
Cautamente, allora, si alzò dalla panca, scalza e silenziosa si portò dietro di lui.
Si stava rendendo vagamente conto di cosa stava per fare ed era una follia per la sua parte razionale, ma adesso non le importava, dunque ascoltò la sua illogica volontà e portò le mani in mezzo ai suoi ciuffi rossi notandoli ancora fradici. -Yukihira..- sussurrò piano, non sapendo cosa dire.
Lui si era già accorto di lei appena l'aveva toccato. -Nakiri.. perché fai così?- chiese lui.
-così come?- fece retorica lei, staccando brusca le mani dai suoi capelli.
-così.- ribadì lui serio, girandosi di impeto verso di lei e afferrando le mani con cui aveva lambito i suoi ciuffi.
-mi stai dicendo che questi atteggiamenti che hai, li fai pensandoci?-
Lei arrossì di botto, distogliendo lo sguardo. -certo che no, idiota.- borbottò.
-allora perché lo fai? Ti ho appena vista nuda e tu continui a provocarmi.-
-io non ti provoco!- esplose lei irritata, -e tu, allora? Anche tu fai lo stesso, Yukihira. Mi vedi come un'amica dici, ma allo stesso tempo non ti comporti da tale.
Mi vorresti dire che non ti sei accorto che la situazione tra noi non si è fatta assurda? Andiamo Yukihira, noi non siamo amici. Non possiamo esserlo in queste circostanze.-
-hai ragione, Nakiri, non lo siamo.- ammise lui. -se devo essere sincero io non riesco a capirti e non capisco nemmeno me stesso. Sei così contradditoria: prima ti avvicini, poi ti allontani, e dopo ancora mi tratti con dolcezza_come adesso_. Però vedi, Nakiri, tu sei una ragazza e io un ragazzo. Vederti nuda non può scivolarmi giù così facilmente, come se niente fosse successo, ho bisogno di tempo per cancellare quell'immagine.- continuò imbarazzato, schiaffeggiandosi la fronte come a maledirsi.
-se vuoi tanto saperlo, Yukihira, siamo pari da questi punto di vista.- ricordò lei, diventato paonazza. -ho bisogno di una tregua e con te attorno non riesco ad averla.-
-questa risposta è singolare, Nakiri, cosa intendi che con me non riesci ad averla?-
-dico Yukihira, ma sei stupido o cosa?- si scaldò lei, seccata.
-forse sono stupido, per cui spiegami questa risposta.-
-tu sei così, come dire.. un fastidioso tarlo.- come lo aveva definito? Era lei la scema.
Un po' era vero visto che non lasciava mai la sua testa, ma non poteva dirglielo.
-un fastidioso tarlo..?- strabuzzò gli occhi, lui, poco convinto. Lei arrossì ancora.
Possibile che Yukihira non si offendesse mai? Qualsiasi insulto gli rivolgeva li entrava da un orecchio e li usciva dall'altro. Era incredibile, oltre che fastidioso.
-esatto Yukihira, un fastidioso tarlo.- ripeté lei, incrociando le braccia.
-ma in senso negativo o positivo?- insisté lui, alzando un sopracciglio.
-prendilo come vuoi.- recitò stancamente. Lui sorrise:
-allora lo prenderò in senso positivo.- ammiccò un occhiolino che la rese impacciata.
Lei esitò nuovamente, prima di parlare, poi goffamente gli chiese:
-io cosa sono per te, Yukihira? Voglio dire.. come mi definiresti?-
Dopo aver pronunciato quella domanda, si rimproverò per quanto stupida fosse.
Lui ci pensò un po' su e poi ghignò. -mh.. vediamo.. forse una bella e impacciata regina?-
Lei diventò più rossa di un pomodoro a quella risposta e distolse gli occhi vergognosa.
Sbaglio o le aveva fatto un complimento diretto?  Come riusciva a farli in maniera così facile e senza pudore?
Lui proseguì il discorso sorridendo:
-diciamo, però, che prima di essere una regina sei una ragazza normale con le sue paure e le sue debolezze. Sei una persona che ha bisogno di essere incoraggiata ed inserita dagli altri, accettata per quello che è, e che è più timida ed insicura di quello che sembra ed adotta una maschera per nascondere le sue fragilità.
In conclusione.. sei molto più complessa di una perfetta regina, Nakiri.- terminò lasciandola senza fiato.
Yukihira era davvero spaventoso: aveva fatto un analisi perfetta della sua personalità, cogliendo anche i suoi lati che aveva cercato a lungo di celare davanti agli altri per costruirsi la gelida corazza che indossava quando doveva confrontarsi con i rapporti sociali o avere a che fare con i suoi incubi e il suo burrascoso passato.
La cosa più sconvolgente, però, era che l'aveva studiata così affondo da distruggere con poche e semplici parole quello che aveva tessuto per proteggersi dalla sofferenza e lo aveva fatto in soli due mesi che vivevano a stretto contatto. Che lo accettasse o meno, era questo che lei amava di Yukihira: la sua capacità di guardare oltre le apparenze e di farlo in modo spaventosamente naturale e altruista, quasi dolce e rassicurante, senza pregiudizi. Aveva seriamente affermato dentro di sé di amarlo?
La risposta era ovvia e non poteva più negarla: lei amava Yukihira ed era fortemente attratta da lui, anzi.. disperatamente.
Ormai non poteva più tornare indietro o rinnegare i suoi sentimenti, aveva raggiunto il limite e le sue difese erano completamente crollate davanti a quella sola frase.
Era arrivata a provare la manifestazione più forte dell'affetto, delle relazioni: l'amore sentimentale. Sapeva che non potevano stare insieme per colpa delle sue nobili origini e le implicazioni che ne derivavano; per quanto avesse cercato di allontanarsi da quelle sensazioni appunto per previnire tale ed irreparabile avvicinamento, ci ricadeva sempre e non riusciva più a combatterlo. Ora non c'erano più speranze, era semplicemente cotta di lui.
Odiava quella sensazione di sconfitta, quella mancanza di forza a fuggire; però, nello stesso tempo, non si era mai sentita più accettata e sollevata di quel momento.
Adesso aveva qualcuno da amare. Qualcune che, nonostante tutto, sebbene solo a causa della sua indole altruista, cercava di fare qualsiasi cosa per avvicinarsi a lei e coinvolgerla.
Piano piano ci stava riuscendo poiché, ciò che provava per lui, la stava distrincando e sentiva di sentirsi anche meglio dai tormenti nutturni.
Era più tranquilla ed era sicura che gran parte del merito era dovuto alla scoperta di quei sentimenti, benché non potesse soddisfarli come desiderava; ciò non toglieva, comunque, che la stavano aiutando. Fissò Yukihira dritta negli occhi specchiandosi in quelle iridi color ambra, così tanto luminose e dolci da produrle delle tenere capriole al suo cuore. Non aveva idea di cosa rispondere alla sua ultima affermazione, ma qualcosa doveva assolutamente dire:
-come hai capito tutto questo di me, Yukihira? Sappi che non è detto che sia vero.-
Lui le sorrise ancora. -sono sicuro che sia così, Nakiri, perché me l'hai mostrato diverse volte.
Posso affermare di essere l'unico a cui l'hai involontariamente mostrate?-
In effetti era quasi l'unico, se escludeva Hisako. Chissà perché?
Forse perché fin dall'inizio aveva avuto la sensazione di potersi fidare di lui vedendo come interagiva con gli altri, senza un briciolo di malizia.
-anche se fosse, non dovresti montarti la testa.- replicò dura.
-quindi devo prendere questa risposta come un “sì”?-
-tu sei strano Yukihira.- asserì lei nostalgica, portandosi accanto a lui sulla panca. -hai questo modo di fare che non implica pregiudizi. Sembra che tutti si affidino fastidiosamente a te per ogni cosa e riesci a tirare fuori la parte buona e reale insita negli altri. In un modo o nell'altro, qualsiasi sfida tu affronti, ne esci vittorioso e così anche con le persone con il quale interagisci.  Forse è per questo che sei uno dei pochi che si è accorto delle mie debolezze? È assurdo ma è così, e preciso che non sono complimenti.-
L'aveva veramente detto? Aveva davvero confessato a Yukihira di aver notato certe postive caratteristiche in lui? dov'era finito il suo orgoglio?
Si stupì lei stessa di essere riuscita a dirgliele e a quanto pare anche Yukihira era rimasto colpito dalle sue parole perché rimase in silenzio per diversi minuti definiti.



 
****


Era la prima volta che Nakiri gli faceva dei veri complimenti.
Si era seduta accanto lui ancora in accappattoio e dalla lieve apertura di esso riusciva ad intravedere una parte dei suoi seni.
Cercò di controllare il desiderio spostando gli occhi verso il suo volto: i lunghi capelli erano ormai asciutti e ricadevano dolci seguendo il suo corpo.
Erano davvero bellissimi e dopo quelle sue parole bramava solo di accarezzarli con passione, perché l'avevano lasciato davvero senza parole e altrettanto felice al pensiero che lei lo avesse osservato così tanto da comprendere tutto questo di lui. Sapere che alla fine non gli era così indifferente come credeva, l'aveva sollevato moltissimo.
Anche lei lo guardava. Lo studiava. Lo considerava. Nakiri si era un po' accorta di lui, finalmente, e glielo stava dicendo.
Era veramente contento di saperlo. Aveva delle speranze con lei e non aveva nessuna intenzione di buttarle via.
Takumi aveva ragione: per avere la certezza dei sentimenti di Nakiri doveva osare di più, tentare un approccio più diretto con lei.
Il problema era trovare l'incipt e il momento giusto per farlo: nella situazione in cui erano in quel momento era complicato, mezzi nudi entrambi. La voglia che aveva di lei, anche se solo si fosse spinto a baciarla, avrebbe preso il sopravvento rischiando di fare qualche sciocchezza. Era troppo pericoloso agire d'istinto adesso.
Tuttavia.. voleva toccarla, soprattutto voleva ringraziarla a dovere per quello che gli aveva detto e per avergli implicitamente confessato di averlo notato in quei due mesi trascorsi; così, portò una mano sui suoi capelli che erano puliti e profumati, morbidi. Trascinò uno dei suoi ciuffi dietro un suo orecchio, con delicatezza e con una punta di audacia indefinita poggiò la fronte tra il suo collo e la sua spalla.
Il profumo di violette sul suo collo gli stava invadendo le narici più che mai, narcotizzandolo, iniziò ad inspirarlo godendoselo.
-grazie per queste parole, Nakiri.- biascicò sulla sua clavicola. Lei, in compenso, si era irrigidita a quell'esplicito contatto e sentendo il suo respiro e le sue labbra umide solleticarle sulla pelle creandole dei brividi. -cosa stai facendo, Yukihira?-
-ti ringrazio.- rispose lui con ovvietà, non smettendo di tenere la fronte sulla sua clavicola.
-è questo il tuo modo di ringraziare? Non ti sembra ridicolo?- balbettò.
Riusciva a malapena a parlare da quanto era imbarazzata, ma non lo respinse come suo solito e questo strano comportamento lo stupì molto.
-mi piace molto il tuo profumo.- continuò lui. -mi sono reso conto che eri te, con me, nella vasca delle terme proprio grazie ad esso.- aggiunse tranquillo.
-sono violette..- borbottò timorosa. -..mi ricordano mia madre.-
Yukihira sentì le mani di Nakiri posarsi distratte sui suoi capelli e a quel tatto si imbarazzò anche lui, ma non decise di spostarsi dalla sua clavicola poiché stava comodo.
Lui adorava quando Nakiri aveva questi atteggiamenti così naturali verso di lui, come in quel momento che iniziò a muovere lentamente le mani tra i suoi ciuffi, sfiorandone uno per uno con calma e dolcezza. Era sicuro che lo facesse in maniera istintuale come le altre volte che l'aveva lambito: bacio sulla guancia, carezza sul petto.
-comunque Nakiri, mi ero accorto che il profumo era di violette.- ridacchiò diverito.
-sta zitto, idiota.- sbottò leggermente risentita.
-perché ti ricorda tua madre?- chiese curioso, lui.
-lei usava tutto alle violette: champoo, balsamo, bagnoschiuma, profumo.- elencò.
-wow.. e tu fai lo stesso, giusto? Altrimenti non sapresti sempre di questo profumo.-
-se ti rispondi da solo che senso ha chiederlo, Yukihira.- ribatté secca.
-hai ragione, Nakiri, però ti dona davvero.- sorrise lui sincero. Lei non rispose, arrossì e basta.
-quanto hai intenzione di continuare a stare in questa posizione?-
-e tu quanto hai intenzione di accarezzarmi i capelli come se fossi un bambino?- replicò.
Lei sussultò. -non lo sto facendo!- esclamò mentendo, bloccando i movimenti.
-non mi dai fastidio Nakiri.- la tranquillizzò lui. -puoi continuare. È piacevole.- ridacchiò.
-scordatelo Yukihira!- rispose orgogliosa. -e adesso alza la testa anche tu.-
Lui fece come gli aveva ordinato e tornò a guardarla negli occhi.
-come ti senti adesso?- domandò premuroso, pensando che prima era svenuta.
Un'altra volta si scambiarono un'occhiata intensa, complice, desiderosa.. che li infiammò ulteriormente. Uno sguardo che avrebbe steso chiunque l'avesse incrociato di sfuggita.
-sto meglio.- dichiarò. -grazie per il tuo aiuto, Yukihira.- seguì impacciata e irritata per averlo dovuto ringraziare ancora. Da un pezzo a questa parte non faceva altro.
-di niente Nakiri.- sorrise lui. -direi che dobbiamo andare, è 00.00 passata e tra mezz'ora le terme chiudono. Che ne dici?- propose poi.
Lei annuì. -spero che cancellerai presto l'immagine di me nuda dalla tua mente, Yukihira.- lo minacciò severa. -altrimenti sei morto.-
Lui scoppiò a ridere sollazzato dalla sua goffa reazione. -beh, lo stesso vale per te Nakiri.- affermò scherzoso, in seguito.
Lei sbuffò infastidita. -copriti il petto con una maglietta ed esci dagli spogliatoi femminili, Yukihira, che devo cambiarmi anch'io per rientrare.- tornò distaccata.
-d'accordo. Vado.- accettò sorridendo, afferrò la sua maglietta grigia ed uscì.
Fuori dagli spogliatoi, si portò contro la stipite della porta e tirò un respiro liberatorio: era stata davvero dura resisterle per un'ora intera in quelle condizioni ravvicinate e non si era trettenuto nemmeno del tutto quando si era spinto a poggiare la fronte tra il suo collo e la spalla; tuttavia.. era contento perché Nakiri non l'aveva respinto.
Era veramente al limite e sapeva che presto si sarebbe trattenuto dal baciarla e se doveva essere sincero, non voleva più farlo. Voleva essere ottimista e basta, come lo era di solito in cucina. Erano momenti diversi, ma la sfida era quasi la stessa perché Nakiri era imprevedibile e lunatica quanto i suoi piatti. Era dannatamente attraente anche per questo.



 
****


Era tarda serata e lei e Ryou si trovavano nel “casottino” accanto al cottage di suo nonno a sperimentare i piatti per il picnic del giorno dopo. Alice aveva più o meno in mente cosa preparare ed erano delle piadine fatte con i diversi tipi di farina (mais, segale, farro e grano) e conditi con vari ingredienti, dalla carne di pollo e manzo ad alcuni affettati italiani, alle verdure usate in Giappone e stavo lavorando su quelle piadine alla ricerca di qualche tecnica oppure condimento capace di stupire il pubblico di Senzaemon.
Era concentrata, ma non abbastanza perché Ryou si trovava a pochi passi da lei e non si erano ancora rivolti la parola da tutta la sera dopo aver cenato.
Odiava la distanza che si era creata tra loro da quando si erano accorti che il rapporto si era trasformato e nessuno dei due si vedeva più come in passato, poiché erano maturati fisicamente e mentalmente. Ryou non si era degnato di considerarla più del dovuto da quando avevano avuto l'ultima e forte conversazione alla fattoria e lui le aveva fatto capire che comunuque l'attrazione era reciproca, o almeno.. era quello il messaggio che le era arrivato da allora; però non ne era più sicura perché lui si era allontanato nuovamente da lei e anche adesso sembrava non vedere altro che la sua cucina. Sembrava star preparando, in modalità cucina, dei morbidi panini cotti al forno che emanavano un profumo “dolciastro” ed invitante, creati con tutti i vari tipi di farina. Ambedue avevano capito il messaggio di suo nonno.
Lui li aveva mandati in quella fattoria con lo scopo di fargli cucinare, per l'evento di domani, un piatto che comprendesse ciò che avevano raccolto e trasportato dalla fattoria: lei e Ryou si erano solamente occupati dei sacchi di farina, per cui era chiaro che preparassero un pasto collegato ad esso.
Fortunatamente la farina era un ingrediente fondamentale in cucina dato che si usava per fare tanti piatti, dunque avevano ampia scelta riguardo a questo.
In ogni caso.. non toglieva il fatto che lei era distratta e non riusciva a digerire di essere ignorata così palesemente da Ryou, ma questa volta non voleva essere lei a fare la prima mossa o non sarebbe stato giusto, giacché non gradiva gli atteggiamenti di ribellione e disinteresse che lui le stava mostrando ultimamente e adesso era arrivato il momento che Ryou si facesse avanti per primo. Erano sempre stati molto vicini fin da piccoli, però nei giorni scorsi non si erano manco rivolti la parola e questa freddezza era davvero dolorosa per lei e in special modo non sopportava l'idea di non poter parlare con lui perché gli mancava tantissimo.
Si meravigliò quando avvertì una lacrima salata scenderle dagli occhi poiché era raro che lei piangesse e se lo faceva era quando stava veramente male. Non pensava che un giorno avrebbe sofferto così tanto per Ryou, per il suo servo, per una persona che sarebbe stato meglio considerare ancora come un fratello_cosa ormai impossibile_.
Era difficile anche resistere dall'andare da lui a chiedergli spiegazioni, perché quando si trattava di Ryou il suo orgoglio da nobile viziata andava a farsi friggere.
Lui era la sua debolezza, colui che era capace di scomporla come nessuno, che si trattasse di una semplice sfida o meno.
Ryou la rendeva vulnerabile e le tirava fuori il suo lato più capriccioso e permaloso, Erina a parte, se pensava alle loro “scaramucce” infantili.
Stava davvero piangendo per colpa sua e non ci credeva. Cercava di trattenere i singulti nella speranza di non farsi sentire da Ryou, altrimenti se ne sarebbe vergognata da morire. Non ci riuscì per molto ed infatti se lo ritrovò davanti in modalità cucina.
-smetta di piangere come una bambina, milady.- le intimò cupo.
-è colpa tua se lo faccio, stupido Ryou!- ribatté rabbiosa, singhiozzando. -non riesco più a parlarti e questo perché sei incomprensibile.- lo accusò capricciosa.
-è lei che si sta allontanando, mia signora, e questo mi fa incazzare.- sputò lui irritato, in un'espressione spaventosa. -cosa vuole che faccia?
L'avevo avvisata di non farlo giorni fa, ma non mi ha ascoltato.- ricordò piatto.
-perché non riesco ad ignorare quello che ci sta succedendo, Ryou.- ribadì dura.
-ti stai perfino distraendo in cucina e questo non me l'aspettavo, mia signora.-
-non lo sto facendo.- protestò infastidita, cercando di fermare le lacrime. -io non riesco a non parlarti, Ryou, siamo stati sempre insieme e questo distacco lo sento molto e non mi piace.- confessò sincera. -quindi, perché vuoi questo? Se mi allontano è colpa tua!-
-allora dimmi cosa vuole che faccia per ravvivare la sua passione per la cucina, milady?-
-sai già la risposta, Ryou, e se non lo fai tu lo faccio io.- decretò schietta, sostenendo il suo sguardo decisa.
Lui rimase bloccato davanti a quella determinata espressione, il volto oscurato e gli occhi abbassati a terra. Lei, delusa da quel silenzio, tornò al suo piatto amareggiata.
Poi, ad un tratto, si sentì afferrare per il polso con violenza e Ryou la costrinse a girarsi verso di lui. -non distolga la sguardo da me, mia signora.-
E con queste parole, sotto gli occhi sconvolti di lei, lui portò una mano sul suo collo e la bacio con la solita rudezza: era un bacio diverso dal primo che le aveva dato, era irresistibile, lo era così tanto che lei si sentì le gambe molli per la passione con cui Ryou l'aveva espresso.
Socchiuse gli occhi, avvertì una sensazione di leggerezza improvvisa e piacevole; il suo corpo era in fiamme per quanto il tocco della sua labbra si mostrò ardente.
Fu in quel momento che impulsivamente pensò che era il momento di rispondere ad esso, così schiuse le labbra e invitò Ryou ed entrare nella sua bocca. Lui non se lo fece ripetere due volte: la porto più vicina a sé stringendola con forza bruta contro il suo petto formato e nacque un dolce incontro di lingue.
Alice sentì le sue braccia muscolose scaldarla con sensualità diramandole un senso di protezione per poi trasformarsi in uno spiccato desiderio carnale, ascoltando le sensazioni dei suo corpo mentre le due lingue giocavano tra loro quasi fosse una succulenta sfida.
Non aveva mai sentito un emozione così forte dentro di lei, e intrigante, non avrebbe voluto che terminasse.
Così era questo quel che si definiva un vero bacio, eh?
Davvero notevole, pensò imbarazzata, intanto che il piccante scontro continuava.
Fu lui il primo a staccarsi e la fissò profondamente negli occhi:
-è questo quello che voleva, milady?- mugognò lui.
-più o meno..- borbottò timidamente, lei, arrossendo.
-spero che con questo torni a concentrarsi.- convenne Ryou dandole le spalle per tornare alla sua postazione.
Di certo l'aveva incoraggiata. Adesso cos'erano, però?



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Angolo autrice: ciao a tutti cari lettori!! *-* sono riuscita ad aggiornare stasera, ma a pelo.. ç___ç infatti risponderò alle vostre recensioni appena ho un attimo nei prossimi giorni. Sono strapiena di impegni ç_____ç. Cosa pensate di questo capitolo? sicuramente mi ritengo più soddisfatta del capitolo precedente, ma starà a voi dirmelo ;D.
Mi sono concentrata parecchio sulla Sorina con questo cap e vi garantisco che l'attesa durerà ancora pochi capitoli e presto farò lasciare andare anche loro. Abbiate pazienza! :P
Ormai i due sono arrivati al limite e cosapevoli entrambi di quello che provano l'uno per l'altra, anche se non sarà facile.
Questo cap è stato abbastanza.. come dire (soprattutto per la Sorina) piccante! :P aspetto le voste considerazioni!!^^
La scena AliRyo è corta, lo so, ma spero vi sia piaciuta lo stesso! XD ringrazio tantissimo chi mi recesisce sempre, come vi dico sempre: mi aiutate tantissimo!! *-* e non preoccupatevi, risponderò presto ai vostri commenti. Pedonatemi se sono un po' di corsa ç__ç.
Comunque, nei prossimi giorni non aggiornerò in maniera così frequente come adesso perché purtroppo devo ricominciare a studiare per gli esami e ho parecchie cose da fare.
Tranquilli, non lascio la fanfic a metà, però aggiornerò appena trovo del tempo. Penso solo che sia inutile scrivere cap in corsa se poi devono uscire male; per cui, anche se rallenterò un po', spero continuerete a seguirmi e recensirmi >.<. Vi ringrazio della comprensione in anticipo! :)
Grazie davvero a tutti voi, vi adoro! *-* <3 P.S. questo cap è dedicato a Ilariadevita98. Grazie davvero!

Alla prossima!! un bacione a tutti! immenso! *-* <3 <3  Erina91
 
  
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