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Autore: steffirah    28/03/2016    1 recensioni
Che sia un momento di sconforto, solitudine, dolore, ci sarà sempre. Che sia la prima esperienza, una bella, una spiacevole, una inaspettata, l'amore li accompagnerà in questa crescita. Perché c'è speranza, in qualsiasi mondo o universo alternativo, e non dovrebbe mai andare perduta.
[one-shots basate sulla Rinshi week dal 7 al 13 novembre 2015]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Woaaah! È fantastico!», esclama Rin appiccicandosi con la faccia contro l'enorme vetro della vasca.
Resto in disparte a fissare gli abitanti degli abissi senza parole. Sono meravigliosi. Così ricchi di colori, dalle forme e le grandezze più svariate. Brillano sotto le luci bianche dell'acquario come fasci di arcobaleno. Per non parlare poi dei fiori marini! Gli anemoni, in cui vivono i pesci pagliaccio! Non li avevo mai visti di persona, soltanto in fotografia su un libro della nonna.
«Shiemi, avvicinati anche tu!», aggiunge su di giri, sorridendomi a trentadue denti, prendendomi la mano e tirandomi verso sé.
Mi lascio trasportare dal suo entusiasmo e lo ascolto mentre mi illustra le varie razze - o perlomeno, quelle di cui aveva sentito parlare. In cambio io gli parlo delle piante, sempre in maniera limitata, in base ai miei studi. Ciononostante, non appena ci imbattiamo in una specie ignota ci divertiamo a darvi un nome nuovo, paragonandola a qualcosa che già conosciamo.
«Guarda quella sorta di spugna! Non sembra una mongolfiera?», indico, poggiando il dito sul vetro, ticchettando.
«Vorrai scherzare! Un dirigibile piuttosto!»
«Un “mongibile”? O “dirilfiera”?», propongo sorridente e lui pare rifletterci su. Scruta la spugna più da vicino, al punto da offuscare il vetro col suo respiro.
«È senz'altro una dirilfiera.» Non appena pronuncia queste parole un pesce dalla grandezza del suo viso - se non mi sbaglio dovrebbe essere il pesce palla - si frappone a lui, impedendogli la visuale. Rin gli rivolge un'occhiataccia e si sposta su un lato, ma il pesce segue i suoi movimenti. Sembra quasi che voglia prenderlo in giro.
«Ohi.»
Rido divertita nel vederlo tanto irritato con un animaletto così dispettoso, quando poi mi accorgo che attorno al punto in cui tengo ancora posato il mio dito s'è formato un piccolo banco di pesciolini rossi e dorati.
«Wow...», sussurro, senza fiato.
Do dei leggeri colpetti al vetro e loro si spargono all'improvviso, per poi ritornare subito da me. Che carini.
«Rin, guarda cosa -» Lascio la frase a metà notando una piccola fiammella lampeggiare nei suoi occhi. Oh-oh.
«Rin, calmati.» Gli poso una mano sulla spalla, lui mi guarda estremamente irritato.
«Peggio per lui, tanto un giorno lo cucinerò.» Ghigna maleficamente, e in tutta risposta lo guardo bonaria.
«Non erano velenosi?», gli chiedo innocentemente.
«Al diavolo!», esclama, per poi guardarmi con un sorriso enorme. «Ti sta piacendo?»
«Un mondo! Grazie per avermi invitata.»
«No, grazie a te per aver accettato di venire qui con me.»
Mi prende per mano, pronto a proseguire.
«Allora? Continuiamo ad esplorare questo labirinto marino?»
«Dobbiamo ancora scoprire a che tipo di evento parteciperemo.», gli ricordo.
Riprendiamo a camminare e lui alza lo sguardo sui pesci tropicali che nuotano sopra le nostre teste.
«Mmh... Conoscendo Mephisto ci sarà sicuramente qualche manifesto super sfarzoso da queste parti o farà un annuncio in grande stile.»
«È probabile.» Ammetto la possibilità, tenendo lo sguardo fisso sulle vasche.
Dopo qualche istante di silenzio Rin attira la mia attenzione, la sua voce più bassa del normale.
«Neh, Shiemi?»
«Si?» Mi volto nella sua direzione, ma lui continua a fissare il soffitto d'acqua.
«Davvero non eri mai stata qui?»
Annuisco rumorosamente.
«Nessuno mi ci ha mai portata.»
«E cosa pensi?»
«Riguardo all'acquario?»
Mi fa un cenno affermativo con la testa.
«Mi sembra un altro mondo. Ho come l'impressione che a momenti potremo trasformarci tutti in sirene e tritoni e nuotare in mezzo a queste meraviglie.»
Lo vedo sorridere, un velo malinconico gli ottenebra il viso. Non riesco ad evitarmi di porgergli la stessa domanda, e la sua risposta mi ammutolisce.
«Pensavo che è tutto blu, esattamente come le mie fiamme. Eppure siamo circondati da acqua, e l'acqua spegne il fuoco, no? È quasi ironico trovarmi qui. D'altra parte, è come se mi sentissi un po' oppresso. Ma ciononostante...» Abbassa gli occhi su di me, sorridendomi dolcemente. Inavvertitamente stringe le mie dita tra le sue, quasi volesse rendersi più presente. I suoi occhi, tuttavia, celano ancora un briciolo di tristezza. «Ciononostante, essere circondato da così tante piante e animali mi fa pensare che è una fortuna essere qui con te. Così puoi distrarmi da queste idee negative e insegnarmi tante cose nuove!»
«E io sono felice di insegnartele.»
Ricambio la sua stretta, mentre lui aggiunge: «E poi molte di queste specie ti assomigliano.»
Il fatto che l'abbia detto proprio mentre passiamo davanti a una piovra gigante non è consolante.
«Mi stai paragonando a quella?», chiedo indicando la vasca alla sua destra e quando la vede sobbalza, la sua coda si rizza come quella di un gatto.
«Raccapricciante!» Viene attraversato da un brivido e poi mi guarda scioccato. «Come ti è venuto in mente? No, che schifo! Shiemi tu sei molto più carina, e dolce e sicuramente non viscida come quel mostro tentacolare, bleah!»
Ridacchio e lui mette il muso - intanto la sua coda torna al suo posto.
«Non ridere, sono serio.»
«Come può spaventarti un semplice animale?»
«Non mi spaventa, è soltanto disgustoso.», ribatte, affrettando il passo per allontanarci di lì.
Trattengo le risate per il suo bene, anche se mi sento scoppiare. Lui si volta e assottiglia gli occhi.
«So che stai per esplodere.»
Apro bocca ma al posto di una negazione esce fuori una fragorosa risata. Mi impegno per cercare di calmarmi, ma non sembro riuscirci. Rin tenta di richiamarmi all'ordine in quanto così attiriamo l'attenzione di tutti; per quanto la cosa mi imbarazzi non sono in grado di frenarmi. Spazientito mi si avvicina e mi stringe con forza tra le braccia, facendomi sprofondare col viso nel suo petto.
«Se non la smetti di deridermi ti soffoco.», mi minaccia, in tono sibilante.
Rabbrividisco, ma non per la paura. Provo ben altri sentimenti in questo momento. Adesso esiste soltanto il suo cuore che batte, fortissimo, accanto al mio viso. Esiste soltanto il calore che dalla sua pelle scoperta mi avvolge le guance. Le mie orecchie sembrano incendiarsi, e mi sento quasi svenire. Per evitare che accada prendo un bel respiro, ma si rivela essere una pessima idea: il suo odore, così inebriante, forte, penetrante, raggiunge le mie narici, mi perfora il cervello, facendomi girare la testa. È come restare chiusa in una stanza piena di fumo e fuoco, ma senza provare alcun tipo di sofferenza. È indescrivibilmente piacevole. Talmente piacevole da farmi quasi perdere i sensi.
«Ohi Shiemi, respira! Stavo scherzando, mica voglio soffocarti davvero?» Il suo tono allarmato mentre mi scuote per le spalle mi riporta alla realtà. Incontro quelle due sfere d'oceano e avvampo, divenendo più rossa d'una rosa Lincoln. Avrei dovuto dirglielo che anche a me il luogo in cui ci trovavamo ricordava lui? Che quel kimono, della stessa cromatura delle sue iridi, l'avevo scelto apposta per averlo più vicino? Che da quando m'ero innamorata del blu io –
«Attenzione signore e signori, l'evento speciale di questa serata sta per avere inizio nella sala principale.»
Mi ridesto, scivolando via dalle sue mani.
«Avevi ragione, è un annuncio!», esordisco, spostando la sua attenzione altrove.
«E anche molto minimale, conoscendo il personaggio.», si lascia sfuggire. Quando se ne rende conto fa una linguaccia, per poi riprendere la mano che poco prima mi aveva lasciato.
«Beh, allora andiamo a vedere di cosa si tratta!»
Ci rechiamo nel salone principale e qui scopriamo che l'evento speciale si chiama Ballo delle sirene. Guardo Rin e lui chiede: «Un ballo?»
Gli sorrido emozionata.
«Non sarebbe la prima volta.»
Mi sento gasata. È trascorso tantissimo tempo dal festival e da allora non c'è più stata alcuna occasione per svagarsi. Siamo sempre pieni di missioni, studio, impegni, tanto che è divenuto raro poter trovare un po' di pace per dedicarci a noi stessi.
«No, ma... Sei sicura? Insomma, l'altra volta era diverso, non ho mai fatto un... Com'è che si chiama? Valzer?»
Lo guardo stranita, sbattendo gli occhi.
«Cos'è un valzer?»
«Ecco, figuriamoci.», sospira. «Magari la prossima volta.»
Sta per voltarsi quando il preside appare dal nulla, facendoci spaventare.
«Guten Abend!», esclama, con gesti esagerati.
«Buonasera.», ricambio cordiale e Rin lo guarda male.
«Tu. Cosa ci fai qui?»
«Si dà il caso che io abbia organizzato questo ricevimento e che voi due siate totalmente inadeguati.»
«Infatti stavamo per andarcene.», brontola, voltandogli le spalle.
«Nein, nein. Ora che avete messo piede qui dentro non potete più tirarvi indietro.»
«Che cosa?!», sbotta, fulminandolo con uno sguardo.
«Sono le regole della serata. Non vi preoccupate, vi aiuterò io.»
Ci sorride subdolamente, poi schiocca le dita e i nostri abiti cambiano in un battito di ciglia.
«Osservatevi.», ordina, facendo apparire dal nulla uno specchio della nostra altezza.
Sposto lo sguardo sulla parete riflettente, restando a bocca aperta. Non avevo mai indossato nulla del genere! Era un vestito lungo, stretto in vita, con lo scollo a fascia, blu come la notte, brillante come le stelle, che scendeva come una calla. Non riesco ad evitare di sorridere al mio viso luminoso. È come essere una principessa!
Mi volto raggiante verso Rin, trovandolo a rimirarsi poco convinto. Trattengo il fiato, valutando quanto gli donino abiti così formali. Anche se così bello ordinato è... diverso.
«Allora, soddisfatti?»
Io annuisco con sicurezza, Rin continua a scrutarsi per poi spettinarsi i capelli, sbottonarsi la giacca e qualche bottone della camicia, lamentando: «Fa caldo.»
Arrossisco ma cerco di non darlo a vedere. Abbasso lo sguardo e con la coda dell'occhio lo vedo voltarsi verso di me.
«Neh Shiemi, non sto meglio cos-?» Lo sento trattenere il respiro e comincio a preoccuparmi.
«Sto... Sto tanto male?», esito, guardandolo appena. Lui scuote energicamente la testa e io tiro un sospiro di sollievo.
«Shiemi-san, siete bella come un fiore.», si complimenta il preside, baciandomi una mano.
Arrossisco, ma in effetti è merito suo.
«Bastardo, che intenzioni hai?» Rin digrigna i denti, il suo tono minaccioso mi preoccupa.
In tutta risposta riceve un sorriso da volpe.
«Divertitevi.», ci augura, prima di sparire in una nuvoletta di fumo.
Lo ringrazio mentalmente, mentre Rin cessa di spergiurare tra sé e si schiarisce la gola.
«Allora... Te la senti davvero?»
Mi stringo nelle spalle.
«Spero di non pestarti i piedi.», mormoro con un filo di voce e lui mi sorride incoraggiante.
«Sarebbe più realistico se fosse il contrario!»
Si fa più vicino per sussurrarmi all'orecchio: «Ho un piano. Imitiamo quello che fanno gli altri.»
Gli rispondo determinata. «D'accordo. Mettiamocela tutta.»
Una volta raggiunta la pista da ballo mi limito a coordinare i miei movimenti con quelli di Rin, il quale senza farsi notare osserva gli altri di sottecchi. Con la mano destra mi afferra un fianco, con l'altra prende la mia mano e, appena attaccano i musicanti, mi guida in un vortice di passi. Dopo un po' comprendo come funziona e smetto di guardare i miei piedi - che avevo tenuto d'occhio tutto il tempo nel timore che avessi potuto realmente calpestarlo o inciampare. Alzo la testa e, sorprendentemente, incrocio lo sguardo con quello di Rin.
«Non guardi più cosa fanno gli altri?», gli chiedo a bassa voce.
«Sarebbe inutile, è sempre la stessa cosa: un passo a destra, uno dietro, sinistra, avanti e così via, formando cerchi e quadrati. Troppo noioso, preferisco ballare a modo mio.»
«Cosa intendi dir-», non termino la domanda che mi sorride sornione, lasciandomi una mano e spingendomi per allontanarmi.
Mi sento parecchio impacciata, tuttavia tento di assecondarlo. Ricordo d'aver visto una volta una cosa simile, così quando siamo più lontani - senza lasciargli però la mano destra -  mi arrotolo su me stessa come un tappeto, finendo dritta tra le sue braccia. Mi stringe da dietro, facendomi dondolare, il suo respiro mi accarezza i capelli. Sono felice. Anzi, felicissima. Il mio cuore palpita fortissimo, come mai era successo prima. Dopo qualche istante mi rilascia, facendomi voltare verso di lui. Mi stringe a sé, tenendo le mani ferme sui miei fianchi - mentre io appoggio le mie con esitazione sulle sue spalle -, riprendendo a volteggiare, ma più lentamente di prima. Che stia seguendo la musica? Non saprei dirlo, ormai non la sento quasi più. Mi sembra tanto lontana, quando tutto ciò che per me conta è così vicino a me. Vedo gli occhi di Rin lampeggiare, ma non con le solite fiamme. Semplicemente gli brillano, come luccicanti zaffiri.
«Ti stai divertendo?», mi chiede, e io affermo con un cenno della testa.
«Tantissimo.»
«Non hai ancora visto il meglio!», dichiara, sorridendomi a trentadue denti.
Spalanco gli occhi quando senza alcuno sforzo mi alza da terra e, tenendomi in alto, fa un giro su se stesso. Non posso evitare di ridere, dilettata. È fantastico.
Quando mi riporta coi piedi sul pavimento ritorna alla posizione iniziale.
«Allora?» Il suo tono soddisfatto allarga il mio sorriso.
«Grazie.», gli rispondo calorosamente.
«Per cosa?»
«Per avermi portata all'acquario, per il ballo, per farmi vivere queste esperienze. Te ne sono davvero grata.»
«Suvvia Shiemi, non c'è bisogno di ringraziarmi. L'ho fatto anche per me.», confessa, guardando da un'altra parte. Ma certo. Anche lui voleva vivere qualcosa di nuovo.
Lo osservo comprensiva, sentendomi ancora una volta molto vicina a lui. Non tanto a livello fisico, ma proprio nei sentimenti. Nei nostri cuori. Era come se avessimo entrambi le stesse radici e ci stessimo impegnando per diventare alberi forti e vigorosi.
A un certo punto smette di muoversi e mi fermo anch'io, realizzando solo in quel momento che la musica è finita. Lascia la presa su di me, voltandosi altrove, grattandosi una guancia. Sembra più timido del solito. O è soltanto una mia impressione?
«Ti... Ti va di prendere un po' d'aria?»
Accetto istantaneamente, sentendone il bisogno. Lui mi prende con delicatezza la mano sinistra, il mio cuore sussulta. È molto più cauto e composto e delicato. Quest'aspetto di lui lo rende in qualche modo fragile, ma non mi dispiace.
Quando mettiamo piede fuori dalla sala i nostri abiti spariscono all'istante, cedendo il loro posto a quelli che indossavamo precedentemente. Il sogno è finito. Sono un po' delusa, lo ammetto.
«Finalmente.», sospira Rin. «Mi sento molto più a mio agio adesso.»
Carezzo la foggia del mio kimono, teneramente. «A chi lo dici.»
Probabilmente non mi ha sentita, visto che non ribatte nulla e continua a camminare. In silenzio seguiamo un sentiero che scende lungo una collina, per poi arrivare al delimitare di un bosco. Qui il cammino si ramifica in tre strade diverse: una davanti a noi che si perde di vista nella foresta, una alla nostra destra che, proseguendo a zig-zag, ritorna in città, e un'altra alla nostra sinistra che non si capisce dove porta. Sembra quasi scomparire al di là di minuscole luci gialle. So già Rin cosa sta pensando.
«Sinistra?» Si finge disinteressato, ma noto i suoi occhi scintillare d’eccitazione. È palese che non vede l'ora di avventurarsi.
«Sinistra.», concedo, lui quasi saltella dalla gioia.
«Tranquilla, se veniamo attaccati ti proteggo io.»
Lo guardo fiduciosa. So che posso affidarmi a lui, ma devo anche avere coraggio e contare su me stessa.
Senza lasciarmi la mano ci inoltriamo nell'ignoto, ma dopo pochi passi mi faccio un'idea sul luogo che stiamo per raggiungere. Una volta arrivata, dopo esserci fatti largo tra gli alti arbusti, ricevo la mia conferma.
«Waaah, che meraviglia!», esclamo emozionata, gli occhi che mi brillano.
Il sentiero si è perso, ma in cambio abbiamo trovato una minuscola radura, delimitata da un sottile ruscelletto che riflette la luce della luna. Ci sediamo su un prato di margheritine chiuse in boccioli, guardandoci intorno con stupore, circondati da aiuole e piante di "Yoru-chan" (conosciute anche come "bella di notte"). Le piccole luci che abbiamo visto da lontano non sono altro che lucciole, le quali si confondono con l'erba alta, giocando a nascondino.
«Shiemi, cosa sono quelle?»
Rin interrompe il silenzio, indicandole, e io glielo spiego rasserenata. Lui annuisce dopo aver capito.
«Ero convinto fossero fantasmi.»
Ridacchio silenziosamente, poi mi indica le Yoru-chan.
«E perché questi fiori sono sbocciati anche se è quasi notte?» La sua curiosità è ammirevole. Gli spiego anche questo e i suoi occhi si illuminano. «Non lo sapevo!»
«Se lo desideri un giorno ti insegnerò tutto quello che so.», propongo.
Lui annuisce con vigore. «Si, per favore.»
Lo guardo soddisfatta, per poi godermi della vista delle lucciole.
Lo sento stendersi accanto a me, sospirando. Mi volto, lui porta le mani dietro alla nuca per appoggiarvi la testa. Chiude gli occhi, inspirando a pieni polmoni. Dopo pochi secondi espira e riapre le palpebre, fissando le iridi sul cielo stellato.
«Che pace.», sussurra, la sua voce talmente flebile da confondersi col vento. Si perde nell'universo, mentre io mi incanto ammirando la morbida danza delle lucciole.
«Rin.», richiamo la sua attenzione, immalinconendomi. «Quando ero piccola ogni notte, prima di addormentarmi, mia nonna mi posava un fiore accanto al letto. E su quel fiore inventava una storia, dove spesso la protagonista era una principessa col nome simile al fiore in questione. È da allora che ho preso l'abitudine di dare un nome alle piante, perché immagino che ognuna di loro abbia vissuto una vita fantastica prima di rinascere. E anche perché così diventano mie amiche.»
Sbatto gli occhi, cacciando le lacrime, chiedendomi se lo sto annoiando. Taccio, facendomi piccolina sul posto, mentre lui si alza per affiancarmi. Dice soltanto, gonfiando le guance: «Mephisto è uno scemo.»
«Eh?»
Lo guardo stranita. Noto che evita in tutti i modi di guardarmi.
«Non è vero che sei bella come un fiore.»
Non so bene come sentirmi. È un'offesa? Mi mordo le labbra, desiderando quasi sparire.
«Pe-perché...» Temporeggia, prima di guardarmi, e alla flebile luce della luna noto le sue guance arrossate. «Perché tu sei il fiore più bello.»
Nel momento in cui assimilo le sue parole avvampo, facendomi rossa come un pomodoro maturo. Mi porto le mani al viso, imbarazzata.
«Gra-grazie.» Per quanto la mia voce sia ovattata dai miei palmi, persino a me risulta più alta di un'ottava. Non mi sono mai sentita così... Non lo so come mi sento. Felice? Lusingata? Contenta? Emozionata? Timida? No, è qualcosa di molto, molto più forte. Mi chiedo se sia normale reagire così esageratamente ad un semplice complimento.
Mi faccio forza e guardo Rin, trovandolo con la testa nascosta tra le sue ginocchia e notando del fumo uscirgli dalle orecchie.
«Rin?», lo richiamo spaventata. «Stai bene?»
Mi appresto a lui, posando una mano sulla sua schiena e un'altra su un suo braccio. Alza il viso, noto le sue labbra tremare, i suoi occhi lucidi. Mi chiedo se non abbia la febbre, forse ha preso freddo. Avvicino il mio viso al suo, spostandogli i capelli per posare le labbra sulla sua fronte. In effetti, scotta parecchio.
«È imbarazzante.»
Mi allontano di poco per guardarlo, lui evita il mio sguardo. Oh, forse capisco come si sente. Gli sorrido gentilmente. Approfittando del fatto sia voltato mi riavvicino per baciargli una guancia come ringraziamento. Sto per posare le labbra sulla sua pelle, quando lui si gira nel momento meno adatto ed esse finiscono col posarsi all'angolo della sua bocca. Sgrano gli occhi, sorpresa, facendo un salto indietro. La sua espressione riflette la mia. Il cuore sta per scoppiarmi nel petto, mentre realizzo che l'ho quasi...
Il suo sguardo stordito mi distrae dai miei pensieri. Il fumo pare uscirgli da tutto il viso, fino a che non perde conoscenza con un sorriso ebete sulle labbra.
«Rin!»
Adesso mi sto preoccupando davvero.




Angolino autrice:
Helloooo! Spero abbiate trascorso tutti una serena Pasqua :3 e buona pasquetta xD mangiate tanta cioccolata, mi raccomando *^*
Ecco qui la seconda one-shot u.u Ho una cosa da confessarvi. In realtà questa sarebbe collegata alla prima (tra le due avevo scritto un intramezzo in cui si passava dal punto di vista di Rin a quello di Shiemi), tuttavia non mi sembrava il caso di pubblicarlo. Insomma, non faceva parte della raccolta di storielle per la week... In ogni caso, se a qualcuno interessa (ma io non credo, haha) posso inviarlo in qualche modo (mail, boh?). Altrimenti, lascio vagare la vostra splendida fantasia.
Con tanto affetto,
Steffirah 
  
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