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Autore: steffirah    24/03/2016    1 recensioni
Che sia un momento di sconforto, solitudine, dolore, ci sarà sempre. Che sia la prima esperienza, una bella, una spiacevole, una inaspettata, l'amore li accompagnerà in questa crescita. Perché c'è speranza, in qualsiasi mondo o universo alternativo, e non dovrebbe mai andare perduta.
[one-shots basate sulla Rinshi week dal 7 al 13 novembre 2015]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra battaglia vinta. Ma stavolta ho esagerato. Ho lasciato che le fiamme prendessero il controllo su di me. Come ho potuto permettere che accadesse? Avevo promesso a Yukio di farcela con le mie sole forze, di impegnarmi, di usare la testa, proprio perché desidero diventare un Paladin... E voglio farlo come essere umano, non come "figlio di Satana".
Frustrato, arrabbiato con me stesso, vado via. Stringo i pugni, mi mordo le labbra. Invisibili lacrime mi pizzicano gli occhi. Impreco. Dannazione! Avrei potuto ferirli. Avrei potuto fare loro del male, nel peggiore dei casi ucciderli. Non me lo sarei mai perdonato.
«Rin...»
Ignoro Kuro. Sento il suo tono preoccupato per me, ma non voglio ascoltarlo. Non desideravo mi vedesse esplodere in quel modo. Nessuno avrebbe dovuto vedermi prossimo alla trasformazione... Eppure quando si trattava di mio padre non capivo più nulla. Quando ferivano i miei compagni perdevo la ragione. Che problema ho? Ormai ero sicuro di riuscire a controllarmi.
«Rin!» Un'altra voce, più dolce e cristallina. Shiemi...
Alzo la testa di poco, la guardo. Il suo viso corrucciato, una ruga di preoccupazione le solca la fronte.
«Che ci fai qui?» Mi rendo conto di quanto possa suonare roca la mia voce alle sue orecchie. Era come se fossi stato muto per anni.
«Desideravo parlarti.» Pronuncia queste semplici parole, poi si siede accanto a me.
Temo che da un momento all'altro possa cadere dal tetto - il vento qui soffia fortissimo - e dalla mia posizione irrigidita e composta mi sciolgo, pronto ad afferrarla nel caso sfortunato in cui fosse accaduto. Ormai mi stavo quasi rassegnando all'idea che ero destinato a tutte le cose brutte di questo mondo. Chi mi stava accanto si faceva del male, ed era per questo che...
«Non dovresti essere qui.»
«Lo so.» Sospira, senza guardarmi. Il suo viso è nascosto dalle corte ciocche di capelli che il vento non fa altro che spettinare. La vedo, eppure sembra evanescente. «Rin, riguardo a prima...»
Ci siamo. Me lo dirà anche lei. Che sono un mostro, un demone, che devo sparire dalla faccia della terra. Mi sento morire. Trattengo il fiato. Se persino lei comincerà ad odiarmi sarò finito.
Si volta nella mia direzione. Sorprendentemente mi sorride. «Volevo ringraziarti.»
Fisso le sue guance rosee, i suoi occhi tristi ma sinceri, gli angoli delle sue labbra piegati all'insù.
«Per-per cosa?» La guardo confuso. Non era quello che mi aspettavo.
Il suo sorriso si fa più grande, stavolta coinvolge anche i suoi occhioni verdi.
«Per avermi salvata. Non è la prima volta che lo fai, e mi dispiace dipendere così tanto da te. Vorrei essere più forte per riuscire a cavarmela da sola, ma a quanto pare non ne sarò mai in grado. O perlomeno, mi sembra un obiettivo ancora lontano da raggiungere.»
Cerco di fare mente locale. Quando sarei corso in suo aiuto? Le altre volte le ricordavo, ma di oggi... Tutto quello che è successo oggi pomeriggio è sfociato in tabula rasa. Cerco nella mia mente almeno un brandello di ricordi, un qualcosa di importante che potrebbe collegarmi a lei. Ma niente. Assolutamente nulla. L'oscurità totale, rabbia e tormento avvolti in dannate fiamme azzurre.
«Shiemi, cosa stai dicendo? Non ho fatto niente per te, anzi. Ho esagerato. Ho perso il controllo. Non dovresti starmi accanto. Io non sono altro che un demone, un giorno finirei col farti male e non potrei mai perdonarmelo.»
«Non è vero! Rin, guardami. Non è vero.»
Faccio come dice, la guardo, anche se con riluttanza. Non sono fiero di me, del mio stato, delle mie misere condizioni, dei miei pensieri, dei miei sentimenti, del mio oscuro cuore. Desidero soltanto sparire.
«Tu non mi faresti mai del male.» La sua voce, come un’ancora di salvezza, attracca alla mia nave distrutta, cercando di non farla andare alla deriva.
Continuo a guardarla imbambolato, mentre mi si fa più vicina e mi abbraccia, stringendosi alla mia camicia ridotta a brandelli. Sporca di polvere e sangue. Deglutisco, cercando di ritrarmi, ma lei non mi lascia andare. Alza le sue chiare iridi su di me, e vedo calde lacrime impossessarsi di esse.
«Rin, tu sei una delle persone più gentili che conosca. Non sei senza scrupoli, né senza cuore. Tu non feriresti mai me, o Yuki-chan, o Suguro-kun, Shima-kun, Miwa-kun, Kamiki-san. Tu ci vuoi bene. Tu ci ami. E anche noi... Anche noi ti amiamo, Rin.»
Sciolgo l'abbraccio, trattenendo a stento le mie emozioni.
«Come puoi saperlo? Come puoi dirlo? Hai visto quello che ho fatto?! Sono esploso! Le mie fiamme vi hanno quasi uccisi tutti! Perché è questo che sono, Shiemi. Non sono la persona buona che pensi. Hai ragione, vi voglio bene, tengo tantissimo a tutti voi. Ed è per questo che per la vostra salvezza dovete allontanarvi da me. Anche tu Shiemi, devi starmi lontana.»
«No.» Il suo tono risoluto mi spiazza. Continua a piangere, ma dietro il velo d'acqua mi guarda con determinazione. «Non voglio starti lontana. Io voglio aiutarti. Come tu hai fatto tante volte per me. Voglio ricambiare la tua gentilezza, in un modo o nell'altro. E se tu mi caccerai con la forza, io tornerò. Non puoi tenermi lontana da te.»
Sento le mie guance riscaldarsi. Cosa sta succedendo? Com'è possibile mi dica queste cose? Lo pensa davvero?
Mi faccio indietro, ma lei si avvicina. È praticamente addosso a me. Il calore adesso avvolge tutto il mio corpo. Allarme rosso, la situazione sta degenerando. Il suo viso è vicinissimo al mio. Mi si annebbia la mente. Cavolo, cosa devo fare? Mi faccio ancora indietro, finendo con le spalle al muro. Lei mi blocca col suo corpo. Sono totalmente spaesato, non era mai successo prima. Fortuna che abbia indossato il kimono, altrimenti... Argh, i miei pensieri stanno deviando. Devo darmi una calmata.
Riprende il discorso, mi concentro sulle sue parole. «Rin, se io sono la persona di adesso è soltanto grazie a te. Ricordi il nostro primo incontro? Se tu non m'avessi sgridata non sarei mai riuscita ad allontanarmi dal giardino. Sarei sempre stata legata al ricordo di mia nonna, e questo mi avrebbe consumata. Probabilmente sarei morta, senza di te. Grazie a te sono riuscita a fare pace con mia madre. È soltanto grazie a te se mi sono iscritta al juku e ho deciso di intraprendere una carriera da esorcista. È grazie a te se sono riuscita a farmi degli amici. È grazie a te, al tuo coraggio, alla tua forza, al tuo altruismo per i quali ti ho sempre ammirato se oggi sono qui, a parlarti. Mi sono sempre sforzata di raggiungerti e non permetterò proprio adesso che sia tu a cacciarmi via. A meno che tu non mi consideri una scocciatura, allora non potrò oppormi.»
«Non potrei mai -»
«Il mio intento adesso è quello di consolarti. Di farti stare meglio perché non è giusto che tu ti butta giù così, incolpandoti di tutto. Forse non te ne sei reso conto, la tua mente era annebbiata, però sappi che ti siamo tutti grati. Le tue fiamme non hanno salvato solo me, ma anche gli altri . I demoni erano troppi, non saremmo mai riusciti a farcela con le nostre sole forze. Quindi grazie Rin, per essere quello che sei.»
Mi abbraccia nuovamente, rilassata, senza alcuna traccia di paura. Come può essere così buona, gentile, altruista?
Istintivamente la stringo a me, quasi desiderando di non lasciarla più andare. Ma chi voglio prendere in giro? Ho bisogno di Shiemi, così come ho bisogno di mio fratello e dei miei compagni. Se restassi da solo, se li allontanassi tutti, non farei altro che fare il gioco di Satana.
Sorrido tra me, rilassandomi tra le sue braccia. Affondo il viso nei suoi morbidi capelli e sussurro: «Hai ragione.»
«Eh?» Sobbalza tra le mie mani, allontanandosi per guardarmi con gli occhi spalancati.
Ridacchio intenerito dalla sua reazione.
«Ho bisogno di voi. Ho bisogno di te.»
Ricomincia a piangere e io non capisco cosa ho detto di male. Ma lei scuote la testa, spiegandomi che è felice. Le sorrido dolcemente, sfiorandole una guancia, asciugandole le lacrime.
«Grazie Shiemi per essere giunta fin quassù. Non deve essere stato facile arrampicarti.»
«Sono venuta con la chiave, attraverso quella porta.», mi rivela indicando una porticina poco più giù rispetto alla nostra posizione. «Non sono agile quanto te.»
«No, ma comunque grazie per esserti avventurata di notte, su un tetto, in balia del vento, solo per me.»
«Un... Tetto?» La vedo impallidire. Non mi dire che non se n'era accorta? «Perché sei venuto qui? Avevi intenzione di suicidarti?!», mi rimprovera, sembrandomi l'ansia fatta persona.
La guardo senza parole, poi esplodo on una fragorosa risata. Suicidarmi? Io? Che idea ridicola.
«Ridi pure, guarda che ero molto preoccupata. Sei scappato via senza dirci una parola.»
Mi rendo conto di quanto trovi il suo broncio adorabile. Perdo un battito, mi limito a sorriderle rassicurante e al contempo pentito. Non avrei mai voluto farla soffrire. Immagino tutte le fisime si sia fatta venendo qui, e tutte quelle che si starà continuando a creare in questo momento di silenzio. Sono agitato. Devo parlarle. Devo dirle qualunque cosa, portandola su un argomento leggero. Poi mi viene un'idea. Mi alzo in una sola mossa.
«Shiemi, posso farti una domanda?»
«Certo.», risponde, facendo per alzarsi. La aiuto rendendomi conto di quanto possa essere un impaccio indossare il kimono e intanto le chiedo: «Come mi trovi?»
La vedo sussultare, il suo viso diventa tutto rosso. Mi chiedo cosa abbia potuto capire e mi affretto a spiegare: «Ah cioè... Intendo a scuola. O mentre combatto. Sembro almeno un po' figo?»
Le lascio le mani, grattandomi una guancia, guardando verso la città. Ma come mi è venuto in mente di chiederglielo? È così imbarazzante, soprattutto considerando che quella era una delle mie debolezze.
«Ma certo! Sei fighissimo Rin!»
La guardo sorpreso e lei annuisce energicamente, il suo tono serissimo. 
«Lo pensi davvero?», mi accerto.
«Davvero!», conferma, al che non riesco ad evitare un ghigno.
Aha! Shiemi mi considera un figo! Anzi fighissimo! Alla faccia tua, Yukio!
Mi riprendo in fretta, guardandola con occhi sinceri.
«Anche tu Shiemi, soprattutto ultimamente, sei diventata parecchio forte! Sappi che non è vero che sei quella che sei grazie a me. Ce l'hai fatta da sola. Quindi smettila di sottovalutarti, ok? Me lo prometti?»
Le scompiglio i capelli con una mano, lei arrossisce cercando di metterseli a posto.
«Ci... Ci proverò.»
«Brava!» Le sorrido incoraggiante, poi mi rendo finalmente conto di quanto si sia fatto tardi.
«Cavolo Shiemi! Devi dormire, è stata una giornata stancante! Mi scuso per averti tenuta sveglia.»
La prendo per mano e prima che possa ribellarsi utilizzo la chiave per raggiungere in fretta la sua stanza. La trascino praticamente verso il letto, costringendola a stendersi e a mettersi sotto le coperte.
«Non preoccuparti. Tanto ci vediamo domani.», la rassicuro.
Lei annuisce, speranzosa, e chiude gli occhi. Che ingrato, non m'ero neppure reso conto di quanto le sue palpebre fossero diventate pesanti. Ero totalmente preso da me stesso - non che io mi sentissi meno stanco, comunque. Le do un leggero bacio sulla fronte prima di allontanarmi.
«Buonanotte Rin.», mormora, al confine tra questo mondo e il regno dei sogni.
«Buonanotte.», le auguro a bassa voce, aprendo la porta e chiudendola alle mie spalle.
Mi ritrovo nella mia stanza. Noto che Yukio non c'è, ma un pezzo di carta bianca sulla scrivania attira la mia attenzione. Lo afferro, leggo che è da parte sua: un'altra missione. Storco le labbra, contrariato. Anche mio fratello ha il diritto di riposare, dovrebbero capirlo.
«Rin. Come ti senti?»
Kuro mi si avvicina, facendomi le fusa vicino alle caviglie. Mi abbasso per grattargli la testa.
«Meglio. Scusa per prima.»
«Non importa. Posso immaginare come ti sentivi.»
Gli sorrido e dopo averlo carezzato un po' mi preparo un bagno caldo. Comincio a spogliarmi, rendendomi conto di quanto facessi schifo. Sangue e polvere, che combinazione vincente! L'ideale per conquistare una ragazza. Avvampo davanti al mio stesso riflesso, rifugiandomi nella vasca. Che cosa avevo appena pensato? Non essere idiota, Rin! Sai che a Shiemi piace tuo fratello. Non è il caso di competere in amore. Finiresti solo col farti male.
Con un sospiro rassegnato mi sciacquo velocemente, per poi immergermi nell'acqua fino al naso. Faccio delle bollicine, stizzoso. Non è giusto forse, ma devo accettarlo. Shiemi non è un premio da vincere, sarà lei a scegliere l'uomo che desidera.
Apro gli occhi di scatto, sconvolto. Ma quindi io... Io sono innamorato di Shiemi?!




Angolino autrice:
Yoohoo! Eccomi tornata dopo tempo immemore con qualcosa di assurdo e impensabile. Un capitolo scritto al presente! Mi sembra ancora incredibile che ci sia riuscita, anche se la vera sfida sta nel narrare qualcosa in terza persona. Ho ancora molti passi da fare prima di poter migliorare. :S
Eeee dopo Tsubasa e Naruto, eccomi qui con AnE. Sì, mi piace variare, ma il problema sta nel fatto che ho troppe ship, troppi sogni, e troppo poco tempo per fantasticarci su in maniera cartacea (oh, credetemi, la mia fantasia vola...)
Ora, spero che dopo tutto questo almeno il capitolo sia di vostro gradimento. Altrimenti vi permetto di offendermi alla grande, haha
Tra l'altro, aspettatevi one-shot moooolto lunghe. ^_^'
Detto ciò, buona serata/nottata a tutti!
  
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