Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    29/03/2016    2 recensioni
Non tutto ciò che è accaduto ne "Il giorno dell'incertezza" ha trovato soluzione: una serie di storie, ognuna dedicata ad un personaggio, per chiudere un po' di discorsi rimasti in sospeso.
Nota: anche se inizialmente avevo pensato questa storia come una serie di drabble autoconclusive, alla fine il tutto è in ordine cronologico e parzialmente collegato, così ho deciso di non classificarla come "raccolta".
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono acqua, ed il mio nome era Izumi.
C'è stato un tempo in cui ero lo spirito di una sorgente.
Prima degli uomini, prima di ogni cosa, io ero nel ventre della terra, e nutrivo i suoi figli. Avevo un letto segreto sotto le zolle erbose, e mille dita sottili che salivano a guardare il cielo. Avevo correnti veloci, ed anse silenziose e lente.
Gorgogliavo il mio canto, e a volte ruggivo la mia forza, unendomi alla pioggia ed uscendo dalla mia strada.
Ho accettato gli argini che gli uomini hanno voluto costruire attorno alle mie spalle, e ho regalato loro tutta l'acqua di cui avevano bisogno.
Non ho avuto paura, quando hanno cominciato a coprirmi e nascondermi. Non ho capito, quando hanno deviato il mio corso, ed imprigionato in mille tubi. Li ho lasciati fare, quando mi hanno contaminato con i loro veleni.
Era ormai tardi, quando ho cominciato a desiderare di tornare libero.
Ho raccolto le mie ultime forze, mi sono alleato con la feccia tra coloro che avevano cercato di uccidermi. Per me non erano diversi da tutti gli altri, non erano diversi dai cinque guerrieri che avevo deciso di spazzare via prima di provare a liberarmi.
Ma uno di loro, uno che è acqua quasi come lo sono io, mi ha insegnato qualcosa che io non sapevo.
Avevo vissuto migliaia di anni, e non avevo mai imparato quanto può essere potente un cuore giusto, e quanto può essere forte l'armatura che lo veste.
Suiko mi ha offerto una nuova casa. Mi ha dato la possibilità di mescolarmi all'acqua che lo nutre, e scomparire in essa.
Non avrei mai pensato di poter trovare la pace perdendomi in mezzo ad altra acqua, divenendo pioggia ed assaggiando il sale che è nel mare.
Ero lo spirito di una sorgente, ed ora sono soltanto acqua.
Solo un rimpianto porto con me, lungo le correnti e le onde: gli uomini mi hanno avvelenato.
Le loro fabbriche, i loro scoli, i loro fumi neri che si mischiano alle nubi e tornano a terra con la pioggia... ecco ciò che ho portato in dote all'armatura che mi ha assorbito.
Ho avvelenato Suiko, e mentre dimentico ciò che ero, per divenire tutt'uno con le infinite gocce che scorrono in essa, è questo l'ultimo pensiero che mi accompagna.



Eccomi qua! ^__^
Ho impiegato talmente tanto a scrivere quest'ultimo capitolo, che quasi avevate dimenticato che questa raccolta non fosse conclusa, eh?
Ero presa dall'ispirazione per "Ritornare", e così ho tardato un po'. Diciamo... un annetto! XD
Ma visto che Izumi tornerà ancora - proprio nei prossimi capitoli di "Ritornare", era decisamente ora che chiudessi questa storia e spiegassi ancora un paio di cose...

  
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