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Capitolo
2: In fuga
Lontano, doveva andare lontano, dopo averlo rapito. Era già
accusato di omicidio, perché non aggiungere
un rapimento? Forse avrebbero dovuto cambiare paese… poteva
andare nel regno di
Tonks… forse sua cugina lo avrebbero ascoltato. Forse
Andromeda e Ted avrebbero
creduto a lui. Ma prima doveva riuscire a lasciare
l’isola
rimanendo in vita. Per tutti quanti, lui aveva ucciso suo
fratello…
assolutamente inconcepibile. James poteva non avere il suo stesso
sangue, ma a
lui non importava. Avrebbe fatto di tutto per lui e per Lily.
L’ha appoggiato
quando ha voluto sposare la ragazza del popolo…
l’ha aiutato in mille imprese e
mille ancora ne avrebbero compiute, se Minus non li avesse venduti. Per
il
titolo di contabile dello stato poi… almeno avrebbe fatto
fallire il regno di
Riddle in poco tempo. Aveva passato le ultime due notti a correre per i
vicoli
più malfamati, dove aveva notato che nemmeno i
più loschi criminali osavano
guardarlo troppo a lungo. Se avesse avuto un morbo, sarebbe stato
accolto più
volentieri. Tutto per colpa di Minus… ma non avrebbe
lasciato che vincesse la
guerra. La prima battaglia era andata, ma già la seconda non
l’avrebbe persa...
Arrivò all’accampamento dell’esercito di
Re Moody, centinaia di guardie
chiamate per cercarlo e ucciderlo… nonché
proteggere il piccolo: l’erede del
più ricco lord del regno di Silente… e figlio di
un caro amico di Re Moody. Per
legge, sarebbe stato cresciuto da un qualsiasi lord di un regno
qualsiasi –
probabilmente quello che pagherà
di
più per averlo – ma, la legge, si poteva
scavalcare. Non lo avrebbe lasciato a
nessuno, era l’ultima cosa che gli rimaneva di
James… Aspettò che cambiassero i
turni e, complice l’oscurità della notte,
entrò. Trovare il luogo in cui
tenevano Harry fu facile, il suo pianto si sentiva più che
chiaramente, ma fu
molto meno facile uscire con il bambino piangente. Una volta lontano
dall’accampamento
si diresse verso il piccolo porto, nella speranza di corrompere qualche
giovane
marinaio e lasciarsi trasportare; d'altronde era un abile marinaio,
viaggiava
per mare da molti anni… ma prima di arrivare alla meta si
scontrò con una
grossa figura.
“Oh, accidenti. Mi ci dispiace, non stavo guardando dove
stavo andando, amico.
Mi ci sembri familiare… chi sei?”
Sirius riconobbe il vecchio amico dalla voce e, specialmente, dalla
stazza. Ben
poche persone potevano vantare la robustezza di Hagrid. Non ebbe
però il tempo
di poter inventare una scusa, poiché Fuffy, il cane che
accompagnava Hagrid
ovunque, iniziò a fargli le feste, rendendo lampante la sua
idendità.
“Fuffy attacca tutti, eccetto due persone oltre a me, e
Silente si trova nel
regno… Sirius… è vero quello che si
dice? Cos’hai fatto? Cosa stai facendo adesso?”
Col dolore nel cuore il Reietto cominciò a
raccontare…
Erano
in una taverna a ballare, da quando aveva sposato Lily, James preferiva
di gran
lunga divertirsi col popolo, che non con i nobili. Il piccolo Harry era
rimasto
a casa con Remus, la ferita dell’ultimo scontro non si era
ancora ben
rimarginata e preferiva restare a casa, a far giocare il bambino. James
finalmente lasciò la pista da ballo, lasciando a Frank
Paciock l’onore di ballare
con Lily.
“Allora Potter, sei stato lontano da tuo figlio per quasi
tutta una sera… pensi
di reggere ancora o stai già cercando il modo di abbandonare
qui il tuo
migliore amico per correre dal mostriciattolo?”
“Mio figlio non è un mostriciattolo, è
un piccolo lord… con dei polmoni più che
potenti… il rumore qui dentro non è forte nemmeno
la metà dei suoi pianti. E
poi, sono più che certo, che stai solo aspettando che io me
ne vada. Lo vedo
come guardi quella cameriera bionda… temo però
sia già stata prenotata dal
tizio laggiù…”
Disse James tirando un pugno sulla spalla dell’amico.
“Ma sentilo il paparino, com’è acido!
Io, almeno, una notte la posso passare in
pace con un’amante… tu invece col pargoletto?
Scommetto che non riesci nemmeno
ad avvicinarti alla tua bella donzella ahahahaha! Non pensarci dai,
finirà
anche questo momento. Tieni, bevi un po’ di rum. Al piccolo
lord allora!”
Passò la brocca all’amico e bevvero assieme.
Passarono un po’ di tempo a
chiacchierare, ma furono interrotti da un Frank molto agitato.
“James… Lily è svenuta. L’ho
portata in una stanza qui dietro. Seguimi.”
Tutti e tre cominciarono a correre, spingendo la massa di curiosi che
cercava
di scoprire cosa fosse successo. Entrati nella stanza videro Lily
distesa su un
letto, pallida come la luna.
James le si avvicinò, senza parole, e le si sedette accanto.
Provò a toccarla,
ma era fredda come il ghiaccio.
Il battito quasi assente.
“Io… vado a cercare un
maestro…” disse Frank correndo via.
“Io provo… provo a prendere dell’acqua
con zucchero. Magari ha… ha solo bisogno
di energie” così, corse fuori anche Sirius.
Trovò l’occorrente in poco tempo, Peter era in
casa e fu felice di dargli l’occorrente,
e, dopo avergli dato le
ultime monete d’oro che aveva con se come ringraziamento,
tornò alla locanda.
James aveva posto un pezzo di stoffa sopra la fronte
dell’amata, le rimaneva
accanto, ma tremava. Sirius fece bere a Lily, ormai in stato
d’incoscienza, un
po’ della bevanda, dopodiché offrì
ciò che ne restava a James.
Poco dopo, il viso di James cominciò a diventare blu e ad
annaspare in cerca di
aria. Sirius lo fece stendere a terra e cercò di aiutarlo a
respirare. Prese un
coltello e tagliò il colletto stretto della giubba,
graffiando il collo
dell’amico. Poco dopo aver fatto il taglio, venne sollevato
da una stretta
decisa.
Udì a malapena il dottore che lo accusava di avvelenamento e
Frank che gli
impediva di avvicinarsi a James, che ancora si dimenava a terra.
Il giorno dopo, dalla sua cella, venne a sapere che alla fine il
dottore non
aveva salvato nessuno dei due. E che, per l’intero regno,
l’assassino era lui.
Rivivere tutto distrusse Sirius, tanto
che si ritrovò a
piangere stringendo a se il piccolo Harry. Hagrid e Fuffy tentarono di
consolarlo, ma senza successo.
“Sirius… guardami, mentre mi dici che è
la verità. Saprò se stai mentendo o no,
Silente è un uomo buono e mi ci ha insegnato a saperla
riconoscere, la
verità.*”
Sirius alzò lo sguardo.
“Quella che ti ho raccontato è l’unica
verità.”
Hagrid abbracciò l’amico e
s’incamminarono.
“Vieni bello. Andiamo a cercare una nave!
Destinazione?”
“Il regno di Tonks”
*Errori e ripetizioni in Hagrid sono sempre puramente voluti!
Note dell'autrice:Non abituatevi a questi ritmi. Non li ho. Ho già postato in ritardo e il capitolo era scritto da un po' (incolpate la scuola!) Se vi consola ho già in testa i prossimi, però devo cominciare a scriverli... e non sarà facile, specie vista la mole di compiti dei prof...
Siriuuuus! Quanto lo amo. Mi dispiace da matti per lui... ma ho una sorpresina ehehehe. La indovinerete? Provateci, magari mi date anche degli spunti!
Alla mappa ci sto lavorando, giuro, prima o poi la metterò, abbiate fiducia! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Torno a studiare... spero voi non facciate il liceo...
Kiss