Storia iscritta al contest Shall I compare thee to a summer's day? indetto sul forum di EFP da A r y a.
Sta' zitta
In silenzio e in segreto ti amerò.
{Miguel Bosé | Te amaré}
«Sta'
zitta!»
La
prima volta che lo sente dire, Hermione ha quattro anni e frequenta
l'asilo più rinomato di tutta Londra, lo stesso cui sono iscritti i
rampolli della famiglia reale. A dirlo – anzi, a gridarglielo in
faccia – è Timothy Coulson, un ottuso bambino dell'ultimo anno che
non sopporta la sua intelligenza e la sua tendenza a dire sempre la
sua, anche quando gli altri non hanno alcun desiderio di sentire la
sua opinione. La signorina Fairchild, la maestra, interviene in sua
difesa e mette Timothy in castigo. Hermione riporta lo sguardo sul
proprio disegno, trattenendo le lacrime. Quando la mamma passa a
prenderla, alle cinque del pomeriggio, mente e dice che è stata una
giornata come tante, celando la tristezza che prova nel capire che
gli altri bambini non l'accetteranno mai.
«Per
l'amor del cielo, sta' zitta!»
Lo grida la signora
Pritchard al limite dell'esasperazione. Hermione frequenta la terza
elementare e non sa rispettare i turni di parola, causando un immenso
fastidio all'insegnante, alle prese con le interrogazioni. Ma che
colpa ne ha lei, si chiede Hermione, se Jenny Morgenstern non ha
studiato e non conosce una sola risposta? A fatica si trattiene dal
parlare, alzando la mano al cielo ogni volta che la compagna rimane
zitta ad una domanda della signora Pritchard, schiumando di rabbia
ogni volta che si sente ignorata.
«Ma
perché non sta' mai zitta?»
Lo sussurra Lavanda Brown a
Calì Patil durante il terzo anno ad Hogwarts, quando il professor
Lupin, introducendo un nuovo argomento, pone domande alla classe per
sondare il terreno. Hermione ignora le due oche sedute dietro di lei
e sbuffa, chiedendosi perché invece di sprecare tanto tempo
acconciandosi i capelli quelle due non si consumino un pochino sui
libri – così magari, invece di lamentarsi per la sua preparazione,
potrebbero avere un'occasione di aprire la bocca per dire finalmente
qualcosa di intelligente.
«Sta'
zitta, per favore.»
Lo sussurra la voce dolce
di Fred in una calda sera d'estate alla Tana. Sono stesi sul
pavimento ruvido della soffitta e guardano il cielo scuro attraverso
un lucernario impolverato, chiedendosi quanto manchi alla fine della
guerra. La sera prima sono stati a Privet Drive per portare via
Harry, e i dieci minuti passati nel lindo salotto dei Dursley sono
stati l'ultimo momento di pace. Dopo quello, solo battaglia e dolore:
Malocchio è morto, Edvige è caduta, Mundungus si è dato alla
macchia, Ron e Tonks sono spariti per ore e George ha perso un
orecchio. Per la prima volta in vita sua, Hermione si sente smarrita
– e quando si sente smarrita, come per incanto la sua lingua si
scioglie, costringendola a parlare, parlare, parlare...
«Sta'
zitta e ascolta, per favore» dice ancora Fred, rimettendosi a
sedere. «No, resta sdraiata, altrimenti penso che mi mancherebbe il
coraggio» aggiunge quando lei tenta di fare lo stesso. «Prenditi un
minuto di pausa e ascoltami. Le cose non devono per forza essere nere
come le vedi tu.»
«Fred,
non vedo come...»
«Zitta
e ascolta, Hermione. È vero, siamo in guerra. Non è una cosa
piacevole da pensare, ma è la realtà dei fatti. Siamo in guerra e
non è detto che riusciremo a vincere. La situazione è disperata, è
vero, ma in fondo non è così seria.»
«Di
solito si dice il contrario.»
«Hermione...»
«Scusa.
Sto zitta.»
«Tu
sei la nostra speranza, Hermione. Tu non ti perdi mai d'animo. Anche
quando sembra che non ci sia scampo, tu riesci sempre a pensare ad
almeno otto modi per uscirne. Non puoi abbatterti proprio ora. Non
adesso che abbiamo bisogno di te. Perché se tu ti lasci andare,
anche per noi è finita.»
Contravvenendo
alla richiesta di Fred, Hermione si mette a sedere. «Forse non sono
così forte come vi ho sempre fatto credere» sussurra,
abbracciandosi le ginocchia. «Forse le mie non sono state altro che
parole.»
«Le
parole possono avere più potere di un incantesimo, a volte. Se si
sanno padroneggiare bene, possono avere effetti incredibili sulle
persone.»
«Non
farlo passare come una sorta di potere straordinario, perché non lo
è.»
«Lo
è per le persone che aiuti, Hermione» la redarguisce lui. «A volte
penso che senza di te Harry e Ron sarebbero crepati a metà del primo
anno.»
Hermione
ci pensa su e sa che non può contestarlo, perché è vero che il suo
contributo in tutti questi anni è stato prezioso. «Per tutta la
vita ho avuto a che fare con persone che mi dicevano di tacere»
sussurra dopo un lungo silenzio.
«Persone
stupide e ignoranti.»
«Mi
hanno sempre detto che con il mio atteggiamento non sarei arrivata da
nessuna parte» aggiunge lei, affliggendosi ancora di più.
«Gente
che se potesse vederti ora si mangerebbe le mani.»
«E
adesso arrivi tu e mi dici che faccio bene a fare quello che faccio.
Io non ci capisco più niente» dice ancora lei, infilandosi una mano
tra i capelli già abbastanza scompigliati.
«Non
per influenzare il tuo giudizio, ma io tendo ad avere sempre ragione»
ammicca lui.
«Il
punto è che io non so più che pensare di me stessa, Fred. Mi sembra
di non conoscermi più. Ho sempre pensato di essere abbastanza brava
a comprendermi, ma in questi ultimi tempi... non lo so, mi sembra di
sbagliare tutto. Mi sembra di non essere più in grado di prendere
una decisione, o di fare la cosa giusta. E io sono sempre stata brava
a fare la cosa giusta!» aggiunge, alzando un po' il tono della voce.
«Sono sempre stata brava in un mucchio di cose, e ora non so più
che fare, e questo è veramente...»
«Hermione»
interviene lui, mettendole le mani sulle spalle per tentare di
riportarla sulla terra. «Hermione, per tutti i tuoi problemi c'è
una soluzione semplicissima.»
«E
sarebbe, sapientone?»
«Rilassati
e smetti di pensare. Guardati attorno senza pensare che il mondo è
soltanto un posto pieno di dolore e di gente da salvare. Pensa
soltanto a te, per una volta.»
«Tu
la fai facile, Fred, ma se tutti smettessimo di pensare che...»
«E
allora pensa a me» la interrompe lui.
«Che
vorresti dire?»
«Niente,
forse. O forse un mucchio di cose.» Hermione alza un sopracciglio, e
in quel gesto Fred legge un tacito invito – o meglio, un ordine –
a continuare. «In vent'anni che vivo, non ho mai conosciuto una
ragazza come te. E di ragazze ne ho conosciute parecchie» aggiunge.
«Ma da quando conosco te... non lo so, non riesco più a guardare le
altre allo stesso modo. Tu hai qualcosa di speciale. Non so ancora
che cosa sia, ma ciò che conta è che c'è.
Ed è qualcosa che hai soltanto tu. L'ho cercato in tutte le altre,
ma per quanto mi sia sforzato non sono mai riuscita a trovarlo.
Credimi, l'ho cercato» aggiunge, abbassando per un istante lo
sguardo. «L'ho cercato in tutte le altre perché non volevo credere
che tu fossi l'unica ad averlo. Pensare che tu fossi l'unica della
tua specie avrebbe significato combattere per conquistarti, ma
combattere per te avrebbe significato combattere contro mio fratello,
e non era una cosa che sarei stato disposto a fare. Solo che poi mi
sono accorto che non ci sono altre ragazze come te.»
«Fred,
stai cercando di dire che...»
«Sto
cercando di dire che ti amo» la interrompe ancora lui. «Da sette
anni, credo. In silenzio, per non disturbare. In segreto, per non
perdere un altro fratello. Ma ti amo, questa è la realtà. E vista
la situazione, credo sia arrivato il momento di smettere di tacere.»
Hermione
apre e chiude la bocca senza sapere bene che dire, perché ora che
Fred ha detto di amarla sarebbe il momento di dire che anche lei
prova qualcosa di simile, che è dai tempi dell'Esercito di Silente
che prova per lui qualcosa di più profondo di una simpatia e che per
tutto il sesto anno ha sentito la sua mancanza a scuola – ma sembra
che le manchino le parole, anche le più elementari, per dire
qualcosa di semplice come ti
amo. «Fred, io non so che
dire» sussurra infine. «Mentirei se dicessi che mi sei
completamente indifferente, però io... mi metti in una posizione
che... io non so proprio che fare, Fred» conclude in un sospiro,
commettendo l'errore di guardarlo negli occhi.
«Ama,
e sta' zitta»
replica lui, facendo spallucce. E subito dopo si sporge verso di lei
e cattura la sua bocca in un bacio, il più tenero che Hermione abbia
mai ricevuto. In quella soffitta calda e polverosa, stretta tra le
braccia di Fred, per la prima volta Hermione si sente al posto giusto
nel momento giusto – e per la prima volta, è felice che qualcuno
le abbia detto di stare
zitta.