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Autore: felinala    18/04/2016    11 recensioni
SPECIALE TRENTESIMO TITOLO PUBBLICATO!
anche se ciò non sarà molto importante dato ciò che è ovvero UNA RACCOLTA DI TRE OS.
RACCOLTA INTERAMENTE DEDICATA A SSJD
tre os, tre piccoli momenti padre e figlia per la piccola Bra e il principe dei saiyan
buona lettura, spero di essere stata all'altezza
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi il secondo pezzo,
è quello di mezzo;
sperando di essere stata ancora all’altezza
e di strapparvi qualche attimo di leggerezza;
ricordo infine a chi la raccolta è dedicata
a SSJD che mi ha sempre incoraggiata…
e così avete anche la parte rimata!
 
MINI INSEGNAMENTI PER BIMBE SAIYAN IPERATTIVE
2.pugno
 
 

Era una mite serata di inizio estate, una come tante nella grande casa gialla  a cupola dall'enorme giardino; una lieve brezza notturna rinfrescava gli ambienti, i grilli frinivano placidi... e due sole persone godevano quell'idilliaca serata, apparentemente però senza nemmeno accorgersi del suo splendore.
Nell'ampio salotto della casa, il principe del saiyan se ne stava rilassato sul divano, fissando con aria assente lo schermo del televisore, ignaro che presto il breve momento di relax, noioso è vero, ma pur sempre relax, stava per essere interrotto.
Poco più a sinistra rispetto al divano, la principessina Bra stava tranquillamente giocando immersa tra i suoi molti peluche tutti di differenti dimensioni; tra questi spiccavano un enorme leone, grosso il doppio di lei che sembrava volerla inghiottire, un coccodrillo di medie dimensioni che la guardava con aria placida, e un paio di conigli che la piccola aveva preso alla pesca del luna park con l’aiuto del fratellone.
Quella sera, la piccolina stava facendo amabilmente interagire i due conigli, uno viola e l’altro blu, parlottando a bassa voce e imitando le vocine dei due a seconda che parlasse il coniglietto blu o il coniglietto viola; solo ogni tanto, il padre lanciava un’occhiata poco interessata a pupa e corteo, accertandosi solo che fosse ancora intenta nelle sue infantili occupazioni e tornando poi a fissare lo schermo con fare assente.
I due erano soli in casa quella sera: Trunks era, come sempre più spesso accadeva, rimasto a casa dell'amico di una vita, Goten, dopo essere tranquillamente uscito di casa nel primo pomeriggio; sarebbe comodamente rincasato solo il mattino seguente.
Per quanto riguardava la scienziata, ella aveva dovuto uscire poco dopo cena a causa di urgenti impegni di lavoro: aveva spicciamente informato dell'improvvisa uscita il compagno, intimandogli di badare alla piccola, e... semplicemente se ne era andata, senza lasciar detto tra l'altro quando sarebbe tornata.
E così padre e  figlia erano rimasti gli unici occupanti dell'enorme abitazione; la peste non aveva sonno, e il principe, giudicando quindi inutile sottoporsi alla fatica  abnorme di convincerla a dormire, aveva lasciato che l'azzurrina intasasse in libertà il pavimento del salotto, tanto lo spazio non mancava di certo, e si era accomodato sull'enorme divano in pelle.
Ad un certo punto, il parlottio della bimba si spense per un po', sostituito da impercettibili tonfi; i non-suoni, che avrebbero dovuto essere il campanello di allarme, non furono notati dal saiyan, almeno fino a quando...
SPAF!
Divano col suo occupante, pavimento e ciò che stava attorno a quella zona, bambina e peluche  compresi, divennero improvvisamente bianchicci.
- Ops! - fu il mezzo grido della marmocchia mentre si copriva la bocca con le mani, consapevole di aver fatto un disastro.
Il principe che, anche se esteriormente non lo aveva dato a vedere, era stato decisamente colto di sorpresa dallo strano scoppio, si voltò lentamente ad osservare quello che effettivamente era possibile appellare come disastro: La zona gioco e paraggi per un raggio di tre metri circa, sembrava cosparsa da una spolverata di nevischio a tratti azzurrino; guardando meglio, non fu difficile per l'adulto capire da dove provenisse tutto quel biancore  a tratti azzurrognolo: in mano alla piccola turchina vi era ancora un orecchio blu, unico superstite di quello che una volta era un soffice coniglio di pezza.
Il saiyan sospirò forte, per nulla contento della situazione venutasi a creare; molti definivano quella bimbetta dal musetto angelico "adorabile", ma pochi sapevano di quali e quanti disastri si era già resa partecipe quella peste, a volte buffa e spesso saltellante, durante la sua breve vita; ella, vuoi perché dispettosa all'inverosimile, vuoi perché non sapeva dosare la forza aliena di cui suo malgrado e nonostante le innocue sembianze,  era dotata, finiva spesso per cacciarsi e cacciare gli altri, nelle situazioni più assurde... Assurde come quella appena creata.
Il principe si ritrovò a pensare che in fondo gli era andata bene: per lo meno il malcapitato coniglio esploso non era l'esemplare più grosso a disposizione della mocciosa... Se quella avesse fatto esplodere il leone, altro che un raggio di tre metri, l'intera stanza sarebbe stata riempita di quel pulviscolo bianchiccio!
Era alquanto curioso in verità, di sapere come quella trappoletta umana, che ancora non possedeva quasi nessuna cognizione di aura, fosse riuscita a far addirittura esplodere l'oggetto, nonché il perché del gesto.
Prima però occorreva sistemare il disastro e, già che c'era, tentare di rimproverare la peste.
- Bra! Dannazione si può sapere che accidenti hai combinato? -
Fu l'esordio della ramanzina; forse banale, ma se detto con tono piuttosto alterato faceva sempre il suo effetto, soprattutto su una bimbetta di quattro anni.
- È il coniglio papi! È diventato polvere! - disse la furbetta, che stava cercando il modo migliore di dissociarsi dall'accaduto.
- Questo lo vedo da me ti pare? I conigli di pezza però non esplodono da soli senza un perché... Dunque a cosa si deve questo disastro?-
- Boh... È esploso! Ha detto che voleva andare via! E poi puff! - fu la spiegazione alquanto strampalata della turchina, spiegazione che però per lei pareva essere più che logica visto che sembrava costernata da suddetta sparizione.
- Ma certo, il coniglio voleva sparire e si è ridotto da solo in polvere... Il prossimo che vuol fare una brutta fine spediscimelo, almeno ce lo mangiamo per cena! - Fece il saiyan alzando gli occhi al cielo, consapevole però di star sprecando il sarcasmo vista la piccola interlocutrice.
- Va bene papi! Coniglio arrosto! Ma ora qui è tutto bianco! Dici che mamma si arrabbierà? - replicò placida la cucciolotta, scrutando ora leggermente pensierosa i dintorni che aveva incautamente adornato.
- Infatti quindi spostati che tolgo di torno  tutta 'sta porcheria -  replicò seccato il saiyan, al quale era venuta un'idea per sbarazzarsi in fretta e senza troppi casini del pulviscolo.
Scosse quindi tutti i dannati pupazzotti, portandoli poi fuori dalla stanza; fece poi lo stesso con la figlia, togliendole di dosso almeno la gran parte della polvere; poi, invece di usare scopa aspirapolvere e quant'altro (anche perché manco sapeva dove quella roba si trovasse) attuò il suo piano che suonava semplice e rapido: Si mise al centro dell'area "contaminata", e semplicemente aumentò l'aura, creando un vortice d'aria bollente che, nel giro di pochi secondi, sollevò tutto il pulviscolo presente, disintegrandolo.
Bastarono pochi secondi e del disastro della figlia non restava che lo spiacevole ricordo.
Si, ora il divano era un po' più arretrato di dove era prima posizionato e si, il tavolino dalla parte opposta del comodo mobile era ora un tutt'uno col morbido tappeto che sembrava averlo inghiottito... ma quelli erano solo stupidi dettagli, ai quali rimediò borbottando qualche imprecazione e un seccato: - Dannati mobili terrestri, fragili e pure troppo leggeri! Quello era solo un po' di venticello! -
Richiamò poi nella stanza la figlia, dato che ora era tutto esattamente come doveva essere; Bra allegra e festosa, rientrò col codazzo di bestie di pezza al seguito ed entrambi poterono tornare alle proprie oziose occupazioni.
La pupa però non aveva più due conigli ma solo uno, che prontamente attaccò bottone col coccodrillo " Sua madre! Lei e le sue sciocche fiabe da terrestri non le insegnano niente? Un coccodrillo non parla con un coniglio, se lo mangia all'istante!" Pensò il principe, che era solo apparentemente concentrato altrove: era infatti ora piuttosto vigile circa il  giochino della figlia, volendo scongiurare un secondo botto.
Dopo un po' infatti, la bimba smise di far "chiacchierare" le due bestie di pezza e si udirono nuovamente i piccoli lievi tonfi di prima.
Solo allora il saiyan si voltò a guardare: La piccoletta stava prendendo, senza apparente ragione a pugni, il malcapitato coniglio superstite.
- Bra! Che stai facendo? -
La richiesta del padre sorprese la bimba che trasalì, mollando il pupazzo che teneva per un orecchio  come se scottasse; poi abbassò pensierosa lo sguardo senza rispondere.
- Beh? Il coccodrillo ti ha mangiato la lingua adesso? –  Fu il sarcastico commento del genitore, vedendo che la piccola peste non si decideva a rispondere.
- Beh… io… il coccodrillo non voleva mangiarsi il coniglio! Non lo voleva mangiare e il coniglio voleva sparire come l’altro perché da solo non voleva stare! E allora ho cercato di farlo sparire io! -
Questo il saiyan si sentì rispondere in fretta dalla mocciosa.
Anche accantonando la spiegazione animista il discorso faceva buchi da ogni parte.
“Ah!  Dannati discorsi da marmocchi… lasciamo perdere che è meglio” pensò il saiyan, che al momento decise di lasciar correre il tutto e aspettare; tornò quindi a fingersi occupato col televisore lasciando di nuovo la bambina alle sue occupazioni.
Poco dopo però sentì ancora i flebili ma decisi tonfi che preannunciavano guai.
Decise che era ora di finirla e perciò, alquanto esasperato, parlò.
- Hai intenzione di dirmi prima o poi perché cerchi di disintegrare quel particolare pupazzo? - Sbottò quindi poco dopo.
- Perché sono arrabbiata...- Fu la sorprendente, titubante risposta che gli arrivò dopo un minuto abbondante, un'asserzione fatta con voce alquanto mogia e sottotono.
- E con chi? Vieni qui tanto per cominciare, non ho voglia di farmi venire il torcicollo solo perché stai lì dietro -
La piccola allora si trascinò un po' controvoglia di fronte al padre, portando con sé il malcapitato peluche che non era ancora riuscita a distruggere: non aveva voglia di dare spiegazioni ma sapeva che a quel punto non avrebbe potuto NON darne.
- Allora? Perché hai disintegrato il primo coniglio? - Si decise nuovamente a domandare l'adulto, dato che la piccoletta si ostinava a fare scena muta.
- Perché sono arrabbiata... con Goten! - Esclamò finalmente la bimba con tono frustrato.
- E che centra il coniglio? - Il saiyan era perplessissimo riguardo alla risposta: non che l'idea di vedere il figlio del terza classe disintegrato fosse poi così spiacevole ma... perché associarlo al coniglio?
- Il coniglio era Goten...- Fece la bimba a testa bassa.
- E che t'ha fatto il ragazzino per dover essere disintegrato? - Fu la logica prosecuzione dell'interrogatorio.
- È colpa sua se non posso giocare con loro! Dice a Trunks che sono troppo piccola, fanno sempre giochi  che io non posso fare mentre quando lui non c'è il mio fratellone gioca sempre con me! E poi adesso hanno anche cambiato il posto! Prima potevo almeno  guardarli mentre facevano la lotta ma adesso se ne vanno sempre via, non mi dicono dove e mi lasciano da sola! Sono cattivi! Goten è cattivo! - Esplose così la bimba, quasi urlando, la rabbia per quella che credeva un'ingiustizia bella e buona più che evidente.
- Beh, sono più grandi di te no?  Normale facciano cose diverse, o che si allontanino, per di più sono maschi…. – Tentò di giustificare i due il principe.
Diplomaticamente omise di spiegare alla costernata e infuriata peste che i due ragazzi avevano preso la decisione di combattere altrove, lontano dagli occhi e dalle orecchie dell’azzurrina, non perché fosse piccola e antipatica, ma per evitare che si ripetesse lo spiacevolissimo episodio che, un paio di settimane prima, aveva visto per protagonisti proprio i due ragazzi e la bambina: era successo quel giorno che, mentre i due stavano provando a lottare corpo a corpo placcandosi a vicenda e atterrandosi reciprocamente con prese che assomigliavano vagamente a quello che sulla Terra chiamavano wrestling, la piccola guardava poco distante sorvegliata dalla nonna; ad un certo punto, il Son era riuscito ad incastrare così bene Trunks che questi, non riuscendo a liberarsi, aveva cominciato, scherzosamente e tra le risa, ad invocare aiuto a squarciagola. Mai più i due avrebbero pensato che la bambina che stava assistendo alla lotta, prendesse alla lettera l’invocazione di aiuto del fratello! Bra era infatti corsa come una scheggia in aiuto del fratellone e, se dapprima aveva tentato di cacciare il moro dalla schiena del lilla a suon di pugni, poi, vedendo che quelli erano inefficaci, aveva deciso di ricorrere a maniere più drastiche: aveva quindi impietosamente affondato le piccole ma affilate zanne da pupa con violenza  inaudita sulla schiena del malcapitato mezzo saiyan, lasciandogli un vistoso segno di denti poco sotto la spalla.
C'era da dire che era stato un intervento efficace, Goten aveva immediatamente mollato la presa sull'amico e i due avevano immediatamente smesso con quel gioco, andando subito a mettere almeno un po' d'acqua sul segno rossastro e vistoso delle fauci; poi spiegarono ad una costernata ed immusonita Bra che quello era solo un gioco, e che nessuno stava facendo nulla di male.
E tuttavia, quando il giorno dopo i due si trovarono nuovamente nel giardino della casa, nessuno dei due ritenne opportuno rifare quel particolare gioco di fronte alla bimba, sia mai che ripetesse il gesto! Avevano quindi deciso che avrebbero lottato solo fuori dalla portata della piccola mezzo saiyan  ed ecco il perché del loro andarsene in giro che infastidiva Bra.
- No! Sono cattivi! Perché non vogliono che giochi con loro? Li so tirare anche io i pugni se è questo che cercano uffi! - esclamò la piccola, riportando il padre con la testa al presente.
In quel momento, la piccola peste dimostrava appieno i suoi quattro anni: Aveva detto l'ultima frase urlandola a squarciagola e pure pestando i piedi sul pavimento, tanto era infuriata; all'ultima esclamazione poi, era subito seguita un'enfatica dimostrazione: La pupa aveva di nuovo preso a pugni il triste, malcapitato coniglio viola, che ora il padre aveva intuito dovesse rappresentare Trunks, per dimostrare che anche lei sapeva il fatto suo.
Un encomiabile entusiasmo, pensò il principe.
Peccato davvero che stesse sbagliando.
- Frena marmocchia, se tiri un pugno in quella maniera a qualcosa di più solido del tuo coniglio ti rompi almeno un paio di dita - fu quasi obbligato a correggerla il saiyan; la piccola stava infatti usando la posizione più sbagliata che poteva applicare, e se ne sarebbe accorta presto se invece che pezza avesse preso a pugni un muro.
Per tutta risposta la bimba sfoderò un aria terribilmente perplessa, poi esalò un poco convinto:      - Davvero? - E mise su un piccolo broncio contrariato.
Sospirando allora il principe la invitò ad avvicinarsi e, con un po' di pazienza, guidò le piccole dita della bimba nella giusta posizione.
- Ecco! Ora va meglio, prova!- e invitò la bimba a prendere confidenza con la nuova posizione su qualcosa di più solido del coniglio ovvero la sua mano.
Bra, seppure con aria alquanto dubbiosa, caricò un lieve pugno che andò quanto meno a segno benché alquanto fiacco.
- Andiamo puoi fare di meglio! Almeno mettici un po' di forza! Ne hai o il coniglio non sarebbe saltato per aria prima no? Riprova!- Fu l'ordine del padre, che ora era molto più interessato ai progressi della pupa che al noiosissimo programma tv.
Questa volta il colpo della turchina fu un po' più convinto rispetto a prima, seppure ancora non ci fosse la grinta che l'aveva portata a fare del coniglio blu sola polvere.
- Non ci siamo, mettici un po' di impegno o i tuoi stupidi pupazzi li riduco io in polvere! Usa la forza che hai tirato fuori prima.-  Il principe voleva vedere quale fosse il potenziale della figlia senza però che si arrabbiasse, quella sera l'azzurrina sembrava infatti già abbastanza frustrata e su di giri da sola.
La vide tentennare un altro po’, poi la piccola peste si decise e, corrucciando lo sguardo come se dovesse concentrarsi, fece prendere slancio al suo esile braccio e stavolta tirò davvero un pugno degno di nota.
La bimbetta aveva davvero del potenziale, il saiyan se ne accorse immediatamente; tutti e tre i pugni gli avevano fatto il solletico, d’accordo, ma il terzo era stato caricato di una notevole dose di forza, tanto che le sarebbe bastato quello per stendere un terrestre, compresi alcuni di quelli poco comuni come gli amichetti della scienziata.
A quattro anni però allenarla era fuori questione e non solo perché era una bambina, ma anche perché avrebbe dovuto portarla nella GR e a quell'età il fisico non era ancora pronto a subire le enormi pressioni della gravità elevata.
Tra l’altro quella era la prima volta che la bimba manifestava un vago desiderio di apprendere qualcosa sul combattimento, e solo per non essere lasciata indietro dai due ragazzi e un po’ di arrabbiatura.
- Beh, quello era un pugno, ora almeno eviterai di farti male se provi a disintegrare qualcosa di solido! –  Fu la frase che voleva essere la conclusione della piccola lezioncina improvvisata da parte del genitore.
Fu un po’ sorpreso, Vegeta, nel vedere la piccola immusonirsi d’improvviso, persa in chissà quali pensieri; non ebbe però tempo di crucciarsene, visto che la turchina esternò in modo alquanto mogio le sue elucubrazioni: - Tanto non mi servirà a nulla sapere come si fa, non riuscirò mai a prendere a pugni quei due e poi non è solo per quello che vorrei picchiarli, ma anche perché mi rubano spesso qualche boccone dal piatto per farmi i dispetti… io provo a sgridarli e a prenderli o a fare uguale ma non ci riesco mai…- fu la mogia constatazione della bimba che stava quasi per mettersi a piangere.
In effetti i bersagli preferiti della peste per i suoi numerosi e vari  dispetti erano inevitabilmente il fratello e, quando presente, il Son, i quali non si facevano troppi scrupoli e ricambiavano allegramente scherzo su scherzo, incuranti del fatto che loro erano due e molto più grandi mentre lei era piccola annoiata e da sola; non si sapeva con precisione chi avesse cominciato per primo quella specie di faida, ma andava avanti da un bel po’ e non sembrava placarsi.
Al’improvviso al saiyan venne in mente una strana idea, ci pensò sopra qualche minuto, ma poi decise che non era un cattivo piano: avrebbe risolto sia la faccenda degli scherzi sia  quella delle esplosioni di peluche per frustrazione da parte di Bra; avrebbe risolto in parte anche la improbabile questione “allenamento” se mai c’era stata… certo, si sarebbe con tutta probabilità incastrato da solo, dovendo stare dietro alla peste per un po’, ma in fondo nemmeno gli dispiaceva troppo se scambiate con le noiose pause in compagnia della tv; sarebbe inoltre stato alquanto divertente vedere i risultati di quel che aveva in mente usati nella faida tra i tre.
- Beh, che problema c’è? Basta che diventi più veloce! -  fu quindi la risposta del padre alle lagnanze della figlia; poi, al suo piagnucolato: - Come? – Rispose con un sogghigno ed un - Tu aspetta qui – appena mormorato. Poi il principe uscì per qualche minuto dalla stanza.
Quando poco dopo tornò, aveva in mano una palla da tennis verdognola, alla cui vista Bra  smise il suo piagnucolio per guardare incuriosita il padre con gli occhietti già vispi.
- Si gioca a palla papi?-  Fu la domanda della piccola, tra l’esitante e l’entusiasta: quale bimbetto in fondo alla vista di una palla e un po’ di moto non sprizzava entusiasmo?
- Più o meno…- Fu la replica; il saiyan procedette poi a spiegarle quelle che sarebbero state le basi del piccolo esperimento che voleva fare: - Bene, è molto semplice: devi solo acchiapparla e ritirarmela, cerca di usare la forza che hai tirato fuori prima, ma soprattutto di avere mira, per facilitarti io me ne starò seduto qui...- e detto ciò riprese posto sull'enorme divano: - ... mentre tu potrai muoverti un po' ovunque in libertà… in compenso dato che puoi muoverti anche la palla verrà lanciata in posti sempre diversi… tutto chiaro? Mettici un po’ di impegno e se riesci a colpirmi perché non la prendo ti guadagni pure il gelato domani pomeriggio… a te! - e detto ciò le lanciò la palla, senza particolare forza o precisione, quasi svogliatamente.
Come era prevedibile, la cucciolotta andò in visibilio per entrambe le proposte. Non aveva sonno e si sentiva ancora piena di energie, inoltre il padre non aveva mai preso parte a suoi eventuali giochi e la bimba ora era triplamente entusiasta: Poteva giocare e muoversi, era il padre a proporle il gioco e c'era pure un'ipotetica, golosa posta in palio. Che mai poteva volere di più?
Acchiappò quindi la palla con un enorme sorrisone stampato sul furbo musetto; forse la peste era però un po' troppo giubilante... visto che il primo tiro fu si molto forte e veloce ma decisamente poco mirato!
La palla avrebbe quasi sicuramente distrutto una delle grandi finestre che rendevano il salotto, quando c'era il sole, un luogo accogliente e luminoso, se il principe  non avesse creato un fascio energetico che avvolse il pericoloso giocattolino e lo guidò senza troppi incidenti tra le sue mani.
- Hai mica sentito quando parlavo di mira? -  Domandò un po' retoricamente l'adulto con un sospiro, vagamente scocciato: d'accordo l'entusiasmo ma se il primo tiro era indicativo della mira che la bimba aveva erano guai.
- Ops! Mi è sfuggita!-  Esclamò in risposta la mini canaglia ridacchiando.
Decisamente un concetto non era penetrato...
- Se devi tirare tanto per fare la chiudiamo qui, quindi vedi di impegnarti un po' perché decisamente non sono fuori dalla finestra d'accordo? - detto ciò le rilanciò la palla sperando la turchina decidesse di fare sul serio.
- NO no! Non voglio smettere! Ora tiro giusto promesso!- E riacchiappata la palla dopo un paio di secondi tirò.
Promessa mantenuta: Il tiro della piccola stavolta era oltre che veloce pure preciso, sarebbe infatti arrivato dritto in testa al padre se questi non avesse prontamente afferrato l'oggetto ad un palmo dal suo naso.
Molto più soddisfatto, stavolta il saiyan le rilanciò la palla senza commentare ma con un leggero sorriso.
Il duo proseguì a lungo su questa falsa riga; la bimba, un po' per il puro piacere di giocare, un po' per la possibile posta golosa promessale, e un po' per non deludere il padre e smettere così il divertente passatempo, si impegnò parecchio e in effetti a parte il primo tiro gli altri andarono quasi tutti a segno... O meglio, andarono senza bisogno di raggi energetici direttamente tra le mani del principe che senza apparente impegno prendeva e rilanciava l'oggetto. Per quanto lo riguardava, il saiyan effettivamente non faceva alcuno sforzo dato che i suoi riflessi erano abituati a ritmi molto più veloci di quelli che i tiri della bimba gli proponevano, tanto che quasi poteva continuare il tutto ad occhi chiusi; e tuttavia la sua attenzione veniva comunque presa a sufficienza dovendo badare  al quantitativo di forza e alla velocità da lui stesso impiegate nel rilanciarle la palla: via via che la piccola turchina si impratichiva infatti, il saiyan aveva cura di aumentare impercettibilmente forza e velocità impresse alla palla e questo, unito al lanciare in posti sempre diversi la palla, costituiva di fatto già qualcosa che poteva definirsi un Prè allenamento.
Certamente tutto ciò era molto diverso da quello che era stato l'addestramento impartito allo stesso  principe dei saiyan, ed era assai diverso anche dall'iniziazione avuta da Trunks; Vegeta però era abbastanza certo che la piccoletta dopo cinque minuti scarsi di pugni e calci e un po' di dolore ne avrebbe avuto abbastanza e avrebbe mostrato disinteresse totale nel prossimo futuro.
Al contrario, la palla stava sortendo l'evidente effetto opposto, servendo però ad uno scopo: farle aumentare velocità e riflessi ovvero le due più importanti caratteristiche ottenibili in quel momento, soprattutto viste l'età, la forza ancora completamente da sviluppare e l'esile figura della piccoletta.
Finirono così per giocare circa tre quarti d'ora, con l'allegra peste che saltellava ora di qua ora di là, alquanto simile ad una di quelle scimmiette dispettose degli zoo, con le quali condivideva pure la buffa codina che frenetica assecondava i movimenti della proprietaria.
Ad un certo punto, forse perché stanca, la piccola si distrasse e, trovandosi lì vicino, guardò per caso fuori da una delle finestre, dove la notte scorreva placida e tranquilla.
- Guarda papi c'è la luna quasi piena! E un mucchio di stelle! Usciamo?- E senza aspettare risposta, la cucciolotta aprì lesta un anta e saltò sull'erbetta fresca, uscendo con un balzo direttamente dalla finestra.
Sospirando il principe la seguì sapendo di doverle almeno dare un'occhiata; fortunatamente la luna, splendida e alta nel cielo limpido, non era ancora totalmente piena e quindi il saiyan poteva evitare di preoccuparsi riguardo ad una possibile trasformazione della piccola peste, motivo per cui non si affrettò a bloccarla.
La notte li accolse, piacevolmente fresca e luminosa come solo la notti estive potevano essere; Bra era già corsa al centro dell'enorme prato dove lo sguardo non poteva essere  ostruito da case alberi o da fonti luminose  e si era messa a fissare rapita il cielo.
Effettivamente quella era un bellissima serata e nella vasta distesa nera spiccavano come fari l’enorme luna e, sparse qua e là miriadi di stelle lucenti, luminose e distanti.
Al principe capitava sovente di guardare il cielo in solitaria, ripensando alla vita passata a conquistare pianeti o più semplicemente per riflettere su qualcosa in santa pace: poche cose riuscivano a liberargli la mente come il fissare quella distesa oscura costellata da puntolini luminosi che agli altri parevano così distanti ma che lui aveva trascorso buona parte della vita ad esplorare e conquistare; solo raramente aveva concesso a Bulma di fargli compagnia in quei momenti ed ora involontariamente, la piccola Bra lo stava “obbligando” curiosa com'era, ad ammetterla in quel piccolo momento privato.
Dopo un paio di minuti di piacevole silenzio, la bimba decise di ricominciare con la sua instancabile parlantina ereditata dalla madre e quindi, fedele alla tipica curiosità dei bambini si mise a sparare domande a raffica: - Che sono le stelle papi? Perché sono lassù? Sembrano lucciole! Mamma ha detto che sono riunite in costellazioni, è vero? Che sono? – E via dicendo.
Che diamine! Pensava si fosse stancata abbastanza giocando!
Sospirando il principe le disse che si, avrebbe risposto a qualche domanda ma prima, seguendo una speranza o forse un’intuizione, andò a prelevare il plaid che si trovava sulla spalliera del divano e lo stese sul’erba da poco falciata del prato, facendo segno poi alla bimba di accomodarsi accanto a lui.
La piccola ubbidì volentieri e, stendendosi comodamente affianco del padre,  ripeté la sequela di domande, neanche credesse che quello se le fosse già scordate tutte nel giro di un paio di minuti.
Scuotendo la testa, allora il principe si decise a darle almeno parte delle risposte che la piccola pretendeva; nel farlo, cercò di tirarla vagamente sulle lunghe, parlando con tono monocorde.
La tattica adottata fu effettivamente efficace: il principe era nemmeno a metà della sua spiegazione, che voltandosi, vide la pupa placidamente addormentata col ditino in bocca e l’aria più pacifica dell’universo.
Con un lieve sorriso allora la raccolse lentamente per evitare di svegliarla e, con la bimba in braccio, rientrò in casa; nel mentre era ormai rincasata pure la scienziata che, non trovandoli in nessuna stanza, si era alquanto preoccupata.
Nel vedere il duo stava ella quasi per urlare, quando si accorse che la piccola in braccio al padre era tranquillamente addormentata; allora, con un enorme sorriso al’indirizzo del compagno, si avvicinò e, stampandogli un bacio a fior di labbra gli sussurrò un: - Ci vediamo di sopra, a tra poco saiyan - e si avviò poi in direzione delle scale, sapendo benissimo che il compagno l’avrebbe raggiunta appena la piccola peste addormentata fosse stata sul suo lettino al sicuro e tranquilla, mentre loro si sarebbero goduti la splendida, giovane, romantica notte di luna quasi piena.
 
 



FINE
… O FORSE NO…




NA
GRAZIE A CHI MI HA SEGUITO ANCHE IN QUESTA AVVENTURA DELLA PICCOLA BRA!
MOLTE DOMANDE SONO STATE LASCIATE, una su tutte: il piccolo esperimento di Vegeta darà dei frutti?
 
“… lo scopriremo nella prossima puntata…”
;D
NALA
  
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