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Autore: YukiWhite97    25/04/2016    1 recensioni
Tadashi Hamada ha sempre avuto una vita a dir poco particolare: ha affrontato tante cose, conosciuto le più strane delle persone, ha perfino sposato il proprio fratello Hiro, di cui si è innamorato.
I racconti riguardo la sua straordinaria vita sono ciò che più lo rende orgoglioso, peccato che sua figlia non sia dello stesso pensiero, dopotutto è ormai un'adulta e non ha tempo di pensare alle favole.
Ma quei racconti saranno solo finzione o ci sarà qualcosa di reale?
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Piccola fanfiction, ovviamente Hidashi, con accenni Mpreg e in cui troverete due pg della mia precedente storia "Seme d'amore, fiore di gioia", ma ovviamente può essere letta da tutti.
Se avete visto il film "Big Fish - storie di una vita incredibile" avete già capito tutto. Se invece non l'avete visto, spero di sorprendervi ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hiro Hamada, Nuovo personaggio, Tadashi Hamada, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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"Era ovvio che la strega non poteva essere lei, perchè ella era già vecchia quando lui era giovane" - disse Hiashi.
"Beh, è logico se pensi come tuo padre - rispose Abigail - la verità è che per lui esistono Hiro, e poi tutte le altre donne. Ai tempi dovetti ammettere di amare un uomo che non mi avrebbe mai ricambiato, e che continuavo a vivere dentro una favola...  Oh, forse non dovevo dirti queste cose..."
"No, no, le volevo sapere - la tranquillizzò -  sono contenta ora"
"Io volevo essere importante quanto te per lui... solo che non era possibile.. io ero parte della sua favola.. e... l'altra sua vita, tu.. tu eri reale"
In seguito, quando Hiashi lasciò la casa, per tutto il tempo non riuscì a liberarsi di quelle parole che le rimbombavano nella testa... aveva sempre desiderato essere importante per suo padre, e se magari lo fosse stata per tutto quel tempo, senza neanche rendersene conto?
Quando tornò a casa dei suoi genitori, notò come essa fosse silenziosa, ed effettivamente non vi trovò nessuno. Prese a guardarsi intorno, a chiamare Hiro, il bambino ed Eichi, ma niente, nessuno lo rispondeva 
Ad un tratto udì una voce alle sue spalle.
"Hiashi!" - esclamò Eichi.
"Eichi, che è successo?" - domandò ella.
"Tuo padre... ha avuto un attacco - spiegò frettoloso - Hiro è con lui all'ospedale"
"Cosa? E... se la caverà?" - domandò. Il ragazzo fece spallucce, scostando lo sguardo. Anche Hiashi pareva averlo intuito: il destino aveva davvero un modo crudele di beffare l'uomo, proprio adesso che pareva stare trovando il modo di riappacificarsi con Tadashi, la morte voleva portarlo via.
I due si affrettarono a raggiungere l'ospedale, dove Hiro, in preda all'ansia, continuava a parlare con un medico, lo stesso medico che mesi aveva seguito Tadashi e che conoscevano da una vita. Nel momento in cui li aveva raggiunti, Hiashi aveva notato immediatamente gli occhi stanchi e arrossati del genitore.
"Papà, ascolta - disse infatti - dovresti andare a casa, magari porti anche Tadashi con te, lui è troppo piccolo per stare qui" 
"Non ancora" - gemette egli.
"Vuoi.. restare un pò da solo con lui?". Hiro annuì, e dopo aver ricevuto il consenso dal dottore, entrò nella stanza dove Tadashi, intubato, stava con gli occhi chiusi. Per tanto tempo aveva avuto modo di prepararsi a quell'evento, ma la verità era che mai sarebbe stato pronto. Avvicinandosi a lui portò una mano sui suoi capelli, avvertendo il  respiro debole. Dopodiche afferrò la sua mano, la cui presa era inesistente. Nonostante stesse piangendo silenziosamente, allo stesso modo non poteva fare a meno di sorridere, a causa di una malinconia conseguente da tutti quei bei momenti vissuti insieme. Era sempre stato sicuro che il suo amore non si sarebbe mai esaurito, e questo lo aiutava a non avere paura.
Dopo di ciò, Hiro ascoltò il consiglio della figlia, decidendo tornando a casa, ed ella decise di dargli il cambio.
"Sono contento che non cerchi di dialogare con lui - le aveva detto il dottore - non c'è cosa peggiore che dialogare con chi non ti sente"
"Questo non succede - aveva risposto lei - tra me e mio padre non c'è dialogo"
"Tuo padre ti ha mai raccontato del giorno in sei nata?"
"Un migliaio di volte, ha catturato un pesce incatturabile..." - fece alzando gli occhi al cielo.
"Non quella storia, la storia vera intendo. Hiro arrivò in macchina, accompagnato dai vicini, erano circa le tre del pomeriggio e tuo padre era via per affari, ma fortunatamente riuscì ad arrivare in tempo poco prima che u nascessi. Tu eri prematura di una settimana, ma tutto andò bene. Come vedi non c'è niente di stupefacente, e se io dovessi scegliere tra questa versione e tra quella del pesce e della fede nuziale, beh, sceglierei la versione ricamata, anche se questo vale per me..."
"A me non dispiace la sua di versione" - sussurrò infine.
Le ore passarono veloci, e senza volerlo Hiashi si addormentò seduta, non era riuscita a combattere la stanchezza.  Ad un tratto sussultò nell'avvertire dei rumori: quando sollevò lo sguardo, vide Tadashi con gli occhi spalancati all'inverosimile, pallido, quasi stralunato, che cercava di parlare.
"Papà - sussurrò - che hai? Vuoi che chiami qualcuno? O magari vuoi dell'acqua?"
"Il... fiume.." - gemette.
"Il fiume?"
"E'... così che avviene..." 
"Così che avviene cosa?"
"La mia uscita..."
"Intendi.. intendi ciò che hai visto nell'occhio?". Lui annuì. Incredibile, anche in punto di morte ecco a cosa andava ad alludere, eppure Hiashi non riuscì ad essere scettica in quel momento.
"Non conosco quella storia, non me l'hai mai raccontata. Oh, ok ci provo, ma aiutami, dimmi come inizia"
"Io... io.. " - sussurrò.
"Ok.. ok - sussurrò agitata - allora... è mattina.. siamo io e tu, ed io mi sono addormentata sulla sedia.."


                                                                                                                                             ***
Mi sveglio e vedo che stai un pò meglio. 
La ragazza alzò lo sguardo, spalancando gli occhi nel vedere chi avesse davanti.
"Papà?!" - esclamò.
Sembri diverso.
Tadashi si liberò dai tubi, sorridendole.
"Andiamocene di qui" - disse.
"Papà, non sei nelle condizioni!"
"Prendi quella sedie a rotelle! - esclamò - sbrigati. abbiamo poco tempo! Fuori da questo reparto c'è via libera!"
E allora saliamo sulla sedia.. come se stessimo scappando...
Dopo averlo fatto sedere, Hiashi prese a correre veloce più che poteva, mentre superava i dottori che li guardavano allibiti. Hiro e Eichi si trovavano infondo al corridoio, e non appena Tadashi li ebbe visti esclamò loro:
"Non c'è tempo, rallentateli!". Immediatamente Hiashi lo trascinò dentro un ascensore, mentre Hiro gettava a terra un carrello, facendo inciampare due o tre infermieri.
Sfrecciarono lungo la strada, ed incredibilmente la vecchia macchina rossa di Tadashi era lì ad attenderlo, ma era nuova di zecca. Hiashi lo aiutò a salire, era così incredibilmente leggero. Dopo essere salita, ella prese a guidare.
"Dove andiamo?" - chiesse ella.
"Al fiume!" - esclamò lui. Iniziarono a sfrecciare per le strade, ignorando i clacson e il fatto di trovarsi nel bel mezzo della città. E poi all'improvviso, quasi come un miraggio, ecco Byamx che tranquillamente passava e si fermava a salutarli!
Quando furono arrivati nel luogo desiderato, la ragazza lo aiutò nuovamente a scendere. 
E quando arriviamo al fiume... vediamo che sono già tutti lì...
Erano per  davvero tutti lì: Baymax, i soldati dell'esercito, le sorelle Lemon, Wasabi, Fred, la strega, gli abitanti di Spectre... proprio tutti, e lo salutavano, mentre avanzava, sostenuto dalla figlia.
                                                                                                                                   ***
    
"E' davvero incredibile" - sussurrò Hiashi non riuscendo a trattenere le lacrime.
"La storia della mia vita" - sussurrò lui con un filo di voce, sorridendo.       
                                                                                                                                  ***


Non vi erano facce tristi, erano tuti felici di rivederlo e di augurargli buon viaggio.
"Vi saluto amici, statemi bene!" - esclamò Tadashi alzando una mano. E poi lì, mezzo immerso nel fiume vi era proprio Hiro. Il più grande gli si avvicinò, posandogli un bacio sulle labbra.
"Il mio ragazzo del fiume - sussurrò baciandolo, gesto che fu ricambiato dal sorriso dell'altro.
Hiashi lo aiutò infine ad arrivare lì dove l'acqua era più profonda. Poi lui le lanciò un ultima occhiata affettuosa, immergendosi senza neanche prendere un respiro. Hiashi lo vide scomparire, vedendo poco dopo apparire al posto suo, un maestoso pesce gatto che ora gli girava attorno, ora si allontanava verso il sole morente.
                                                                                                                            ***
"Diventi ciò che sei sempre stato ... un pesce molto grosso.. è così che avviene.." - sussurrò con lo sguardo vitreo.
"Sì.. - gemette - esatto"
Con quelle ultime parole, Tadashi chiuse gli occhi, spirando, Hiashi rimase a guardarlo, asciugandosi il viso. Era accaduto, non avrebbe mai pensato che le cose andassero così, ed invece ogni sua aspettativa era stata frenata.
Non c'erano stato un vero e proprio perdono o un vero e proprio chiarimento, ma Hiashi sapeva che quegli ultimi minuti in cui aveva narrato al padre l'ultima parte della storia della sua vita, valevano tutto. In seguito al funerale tutti vennero ad accorrere, e la ragazza potè scorgere tutti i personaggi di quei fantastici racconti che sapeva a memoria: il tenero gigante bianco, potè vedere il presentatore del circo di nome Wasabi, le sorelle Lemon, che non erano siamesi, Fred, l'ex poeta ora affiliato in Wall Street. Ebbe l'occasione parlare con loro, di conoscerli e di sapere quanto avessero stimato Tadashi quando era in vita. Beh, forse quei racconti non erano stati solo finzione, non sarebbe stato un male capirlo prima, ma forse era così che doveva andare,


Vi è mai capitato di sentire un barzelletta così tanto da dimenticare perchè è divertente? E poi la sentite un'altra volta, ed è improvvisamente nuova e vi ricordate perchè  vi faceva tanto ridere.

Hiashi potè in qualche modo pagare suoi debiti. Raccontò tutto a suo figlio, e quest'ultimo poi lo raccontò ai suoi amici, e sicuramente lo avrebbe raccontato anche a chi sarebbe venuto dopo di lui, come se stesse narrando una leggenda indimenticabile.


Quella era stata la "bugia" finale di mio padre. A furia di raccontare delle storie  un uomo diventa quelle storie.. esse continuano a vivere dopo di lui e in questo modo... egli diventa immortale...

                                                                                               *** The End***


Angolo mio

E niente, ecco la fine della mia shortlong! Ogni volta che riguardo questo finale mi vengono i brividi, non per niente questo è uno dei mieir film preferiti di Burton **
Se penso di scrivere altre store Hidashi mmmh... sì, e sicuramente sarà molto diversa dalle altre oltre che più lunga, ma chi vivrà vedrà ^^ Un ringraziamento ve sempre a BlackCherry 2011 che non manca mai di far sentire il suo parere ^^
Beeh, bion Viaggio a Vederci ^^


   
 
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