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Autore: _armida    04/05/2016    3 recensioni
La sua lunga gonna di tulle frusciava sul pavimento d'oro del palazzo di Asgard, mentre il ticchettio dei suo sandali produceva un suono cadenzato e regolare.
In lontananza, si udivano ancora i rumori della festa che stava volgendo al termine: i musici stavano rilasciando nell'aria le ultime dolci note e le dame e i cavalieri ballavano le loro ultime danze.
Sorrise nel vedere alla fine del corridoio che stava percorrendo una massiccia porta, anch'essa d'oro, con la superficie interamente coperta da complicati intagli e bassorilievi.
Bussò.
Dopo pochi secondi i pesanti cardini si mossero ed essa si aprì di alcune spanne; due profondi occhi di un verde brillante si scontrarono con i suoi, colore del mare.
Si sorrisero a vicenda.
"Ce ne hai messo di tempo", disse il dio.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nda, parte I
Visto che le note solo a fine capitolo non mi bastano, oggi ho deciso di metterle anche all'inizio ;)
Vi rubo giusto giusto due minuti prima di iniziare la lettura per segnalarvi di passare da Il Salotto di una Blogger Principiante. Si tratta del blog di una delle autrici presenti su EFP e nel suo blog lei parla un po' di tutto, ci sono riflessioni personali, disavventure da universitaria (come la capisco ahahah) e sopratutto tanta Marvel :D
In particolare ho trovato molto interessante la sua rubrica Venerdì Fanfiction, dove ogni settimana consiglia e recensisce una storia presa dal sito (ce n'è anche una mia :D). Mi raccomando di dargli un'occhiata :D


Capitolo V: Sospetti

“Heimdall ti ha cercata per settimane e quando non ti ha trovata abbiamo pensato che ti fosse successo qualcosa e che...”
“Avete pensato che fossi morta”, mormorò Cassandra, emettendo un lungo sospiro.
Thor annuì mestamente.
Si trovavano sul Quinjet e avevano ripreso il volo da appena una manciata di minuti. 
Il Dio del Tuono si trovava seduto di fianco al fratello, tenuto fermo dalla cintura di sicurezza e da due pesanti manette in metallo; di fronte a loro vi erano invece Tony e Steve; la Vedova Nera era nella cabina di pilotaggio, intenta ad armeggiare con i comandi del velivolo, e Cassandra, invece, camminava nervosamente avanti e indietro per tutta la lunghezza della fusoliera.
“Quello che avevi scritto in quella lettera...abbiamo pensato tutti al peggio”, continuò Thor, “Sembravi sempre spaesata e inquieta e...”
“Credevate che mi fossi tolta la vita”, lo interruppe nuovamente la giovane.
“Sì, alcuni di noi lo hanno pensato”
Cassandra chiuse un attimo gli occhi e si passò entrambe le mani sul volto: la stanchezza cominciava a farsi sentire. “Tyr* e Fylla* come l’hanno presa?”. Pensava spesso a loro, più di quanto volesse; l’avevano allevata come una figlia e lei, per anni, aveva creduto di esserlo davvero. Si sentiva in colpa per averli lasciati così, ma in fondo sapeva di non poter fare altrimenti.
“Tua madre non ha mai creduto a questa storia; ha sperato di vederti tornare, l’ha sperato fino all’ultimo”
“Fi-fino all’ultimo?”. Ora Cassandra sentiva il bisogno di sedersi. Si mise sulla panca tra Tony e Steve, che nel frattempo la osserva preoccupato; non gli era passato inosservato l’improvviso tremolio delle sue mani e i passi diventati nuovamente incerti alle parole del Dio.
“Ci ha lasciato un paio di anni fa: un brutto male”, continuò il suo racconto Thor.
Gli occhi della giovane si fecero leggermente umidi, mentre il senso di colpa pesava sul suo petto come un macigno. “Se fossi stata al suo fianco magari...”
“Non avresti potuto fare niente, Eir* ha detto che non era curabile”, si affrettò ad interromperla. Il Dio del Tuono poteva  capirla: si era trovato in una situazione non molto differente appena un anno prima.
“Eir è diventata una guaritrice?”, chiese lei, ritrovando momentaneamente il sorriso. Erano state molto legate, entrambe avevano fatto da ancelle alla regina e nessuna delle due aveva mai accettato il destino che gli altri avevano scelto per loro. Lei era diventata ciò che aveva sempre voluto essere e si sentiva sollevata a sapere che anche l’amica ce l’avesse fatta. 
“Sì, poco dopo che tu te ne sei andata”
“E Tyr come se la cava da solo?”
“Dopo che tua madre ci ha lasciati è rientrato nella guardia reale, ora addestra le nuove reclute”. Sul volto di Thor si formò un ampio sorriso. “Nonostante l’età e la mano monca combatte ancora come un leone”
Cassandra sorrise al ricordo di quell’uomo burbero, dai modi rudi e l’animo temprato da innumerevoli battaglie. “Non vorrei essere in quei poveri novellini”, disse, cercando di essere ironica; peccato che in momento ironizzare era l’ultima cosa che le andasse di fare. Sospirò, assumendo un’espressione malinconica.
“Avrai parecchie cose da dirci a quanto pare”, commentò Tony. “Perchè non incominciamo subito?”
“Perchè il Direttore Fury ha stabilito così”, disse la Vedova Nera, uscendo improvvisamente dalla cabina di pilotaggio. “Non dirà una sola parola fino a quando non saremo atterrati”
“Ok, ok”, ribattè Iron Man, alzando le mani in segno di resa.
“E non cercare di fare il furbo, Stark”
“E quando mai l’ho fatto?”, chiese lui, sarcastico.
Per tutta risposta la Romanoff alzò gli occhi al cielo, per poi spostare tutta la sua attenzione su Cassandra. “C’è una videochiamata per lei”
La giovane la osservò stupita, chiedendosi chi mai la stesse cercando. “Posso sapere da parte di chi?”, chiese. Ma la domanda fu posta troppo tardi in quanto, una volta concluso quella comunicazione, la spia russa aveva girato immediatamente sui propri tacchi ed era tornata alla postazione di controllo. 
Cassandra lanciò un’occhiata perplessa a Tony, al suo fianco, che si limitò ad un’alzata di spalle. “Sarà in quel periodo dove voi donne siete più intrattabili del solito”, commentò.
“Stark”, tentò di riprenderlo Steve.
L’uomo si girò verso di lui con un ghigno stampato in faccia. “Anche tu, Capitano, sei in quel periodo?” 
Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo, maledicendosi per non aver tenuto la bocca chiusa: avrebbe dovuto aspettarsi una battutina del genere...
Tony avrebbe voluto infierire ancora un po', ma venne distratto dal rumore prodotto da un sottile schermo al plasma, che scese lentamente dal soffitto fino a mettersi in posizione completamente verticale.
Poco dopo esso si accese, mostrando uno scorcio di un ambiente non molto dissimile da quello dove loro si trovavano. Ai margini dell’immagine vi erano due paia di gambe, troppo minute per essere di due adulti; il fatto che poi uno dei paia fosse coperto da una candida calzamaglia bianca e con delle ballerine rosa con tanto di perline colorate e brillantini ai piedi, fece intuire che si trattassero di due bambine.
Sul viso di Cassandra comparve subito un sorriso raggiante; si alzò in piedi, disponendosi immediatamente davanti allo schermo. Osservò le gemelline, in attesa che si girassero verso di lei.
Vide un uomo entrare nel campo visivo della telecamera: era leggermente stempiato ed indossava un rigido completo giacca e cravatta; probabilmente era un altro agente dello S.H.I.E.L.D.. Lo sconosciuto posò delicatamente un mano sulla spalla di Celeste, invitandola così a girarsi e a fare un paio di passi in avanti.
Il viso prima imbronciato della bambina si schiarì in un’espressione di pura sorpresa. Strattonò in modo brusco la gemella per una manica del golfino, costringendola a girarsi. Anche sul volto di Adele si formò la medesima espressione.
“Mamma!”, urlarono all’unisono.
“Bambine mie”, disse la donna.
Cassandra era troppo presa dalle proprie figlie, per prestare attenzione a ciò che succedeva a pochi metri da lei ma,  a differenza sua, Tony e Steve non poterono fare a meno di notare l’espressione stupita di Thor e quella delusa del fratello.
‘No’, pensò Tony, non era una faccia delusa quella, appariva più che altro imbronciata. Proprio come quella di Celeste poco prima...
“L’agente Coulson ha detto che ci porterà a fare un giro per l’Helicarrier!”, disse la bambina, dall’altra parte dello schermo, non riuscendo a trattenere l’emozione.
“Wow”, le fece eco Cassandra. “Mi raccomando di comportarvi bene, allora. E di non tartassare l’agente Coulson con troppe domande”
“Oh non preoccuparti, Cassandra: Phil adora i bambini”, si immischiò Tony, mettendosi al fianco della giovane. “E le violoncelliste”, aggiunse come provocazione, facendo l’occhiolino all’agente.
L’espressione di Coulson, sorridente, si rabbuiò. “Stark”, salutò a tenti stretti.
“Ciao, Tony”, dissero le bambine all’unisono.
Iron Man rivolse loro un sorriso, prima di mettersi ad osservarle attentamente, quasi come se le stesse studiando. “Queste piccole pesti hanno già messo a soqquadro il Quinjet?”, chiese ironico, cercando così di sviare il vero motivo per cui era intervenuto nella conversazione. “Ogni volta che se ne vanno da casa mia sembra che sia passato un uragano”, commentò mentre armeggiava con un paio di pulsanti dell’armatura.
“Mamma, vero che ci sarai anche tu sull’Helicarrier con noi?”, domandò Adele, con un’espressione supplichevole; delle due bambine, lei era quella che più risentiva delle assenze di Cassandra.
La donna guardò in faccia l’agente, quasi cercando una conferma.
Coulson annuì. “La vostra mamma ci raggiungerà lì. Se vi va potremo aspettarla sulla pista di atterraggio”
“Si!”, rispose immediatamente Celeste, non riuscendo a trattenere un gridolino di sorpresa; lei, invece, era la gemella più intraprendente.
Sentirono un rumore concitato di passi e, poco dopo, la balia delle bambine entrò nell’inquadratura: aveva l’aria molto preoccupata, ma si rilassò un po’ quando vide Cassandra.
“Grazie al cielo stai bene”, le disse. “Prova ancora a fare una cosa del genere e giuro che vengo lì e ti strozzo con le mie mani”
La bionda dovette mettersi una mano davanti alla bocca per non scoppiare a riderle in faccia.
“Non c’è proprio niente da ridere! Se non fosse intervenuto Capitan America non oso neanche immaginare cosa ti sarebbe potuto succedere!”
Gli agenti dello S.H.I.E.L.D. che avevano fatto irruzione alla tenuta Della Rovere poche ore prima le avevano mostrato per intero il video di ciò che era successo a Stoccarda.  
“Capitan America?”. Celeste osservò perplessa prima la madre, poi la babysitter, curiosa: lei era la fan numero uno di Capitan America, se qualcuno lo nominava non poteva non intervenire nella conversazione per dire la propria.
Ovviamente Zita non aveva detto alle bambine tutta la verità sul perchè si trovassero su quel velivolo dello S.H.I.E.L.D..
Capendo di aver parlato troppo, la balia si portò una mano alla bocca, implorando con lo sguardo Cassandra di toglierla d’impiccio.
“Ho fatto amicizia con il Capitano a Stoccarda”, disse semplicemente lei.
“Che cosa?! Mamma, la prossima volta voglio venire con te”, ribattè la bambina, categorica.
“Se Celeste viene con te, allora devi portare anche me”, si affrettò a dire Adele.
Cassandra si lasciò andare ad una breve risata. “Il Capitano è qui con me ora”. Si voltò di lato, facendo cenno a Steve di avvicinarsi allo schermo.
“Ciao”, disse lui, evidentemente in imbarazzo, facendo un goffo cenno di saluto con la mano.
La faccia delle due bambine, in quel momento, era qualcosa di incomparabile: neanche la mattina di Natale, di fronte ai regali disposti intorno all’albero, avevano mai fatto un’espressione del genere.
Restarono ancora di più a bocca aperta quando il Capitano mostrò loro il proprio scudo.
“Possiamo provarlo?”, chiese Celeste, con aria supplichevole e due grandi occhi in stile Bambi.
“Ehm...sarebbe meglio di no”, si affrettò a dire Cassandra, ben consapevole di quanto fosse pericoloso nelle mani sbagliate. Specialmente in quelle di una bambina.
“Uffa!”, sbuffò la piccola, battendo un piede a terra.
“Però potrei darvi una piccola dimostrazione una volta atterrati”, tentò di rimediare Steve.
Il volto imbronciato di Celeste si illuminò subito, soddisfatta; al contrario della madre, che lanciò un’occhiataccia al Capitano.
“Non potevo deluderle così tanto”, le disse.
“Tu non hai idea in che grosso guaio ti sei cacciato”, intervenì nuovamente Tony, con il suo solito tono ironico. “Ora non sarai più in grado di scollarti di dosso quelle due arpie. Ti seguiranno anche in bagno, provare per credere”, aggiunse facendogli l’occhiolino. “A proposito, perchè nessuna delle due mi è sembrata sorpresa dal vedermi con l’armatura di Iron Man?”, si rivolse alle gemelle.
“Ormai non ci fanno neanche più caso, con tutte le volte che ti hanno visto così”, ribattè Cassandra. 
“Traditrici”, mormorò, fingendosi offeso e scomparendo di nuovo dal campo visivo delle bambine, che presero quella battuta sul ridere.
“Mamma, chi sono i due uomini seduti in fondo?”, chiese Adele.
Purtroppo l’inquadratura non riusciva a non mostrare in parte anche Thor e Loki.
Il viso di Cassandra si rabbuiò per alcuni istanti, mentre cercava le parole giuste da dire.
“Loro sono degli amici della mamma”, fu la prima cosa che le venne in mente.
Il Dio del Tuono sorrise alla telecamera.
“Assomigliano ai disegni che hai fatto di Thor e Loki”, ribattè la bambina.
Per una volta Cassandra si ritrovò a maledire il fatto che le gemelle fossero decisamente troppo sveglie per la loro età.
“Hai parlato alle tue figlie di noi?”. Thor appariva sorpreso, ma anche contento: almeno ora aveva la certezza che la giovane non avesse completamente rinnegato la sua vita ad Asgard, come la sua prima impressione invece lo aveva indotto a credere.
Cassandra tentò di fargli segno di non dire altro, ma ormai dall’altra parte dello schermo avevano già intuito tutto.
“Quelli sono veramente Thor e Loki! E tu non ci hai detto che li conoscevi già?”, disse Celeste, sconvolta alla notizia.
“Perchè Loki ha delle manette?”, chiese Adele, perplessa.
Cassandra era completamente ammutolita, incapace di dire anche solo una parola: non era assolutamente preparata ad affrontare quella questione. Anzi, ingenuamente aveva pensato che non sarebbe mai dovuta arrivare a quel punto. 
Fortunatamente, ci pensò la Vedova Nera a toglierla d’impiccio. “Il tempo è scaduto, salutate che devo chiudere il collegamento”, disse, con il suo solito modo di fare sbrigativo.
“Ma la mamma non ha ancora risposto alla mia domanda”, protestò Celeste, dall’altra parte dello schermo.
“Vostra madre vi spiegherà tutto una volta atterrati. E se non sarà in grado di farlo allo S.H.I.E.L.D. abbiamo degli psicologi”
Le bambine guardarono la loro mamma con occhi impauriti a causa delle parole dell’agente Romanoff. Anche Cassandra, nonostante cercasse di non mostrarlo, avevo uno sguardo preoccupato; nonostante tutto, però, cercò di sorridere alle gemelline in modo rassicurante. Prima che lo schermo diventasse nero, mandò un bacio ad entrambe. “Andrà tutto bene”, mormorò alla fine. La sua voce, però, era tutt’altro che convinta.
Così presa dalle proprie preoccupazioni, non si accorse neanche di quello che stava facendo Tony nel frattempo: Iron Man in quel momento aveva proiettato sulla parete, ai lati della testa del Dio dell’Inganno un paio di fotografie  raffiguranti le bambine. Le osservò per un po’ con aria pensierosa.
“Cassandra, credo che tu abbia parecchie cose da dirci”, concluse alla fine, sottolineando quel ‘parecchio’.
Sganciò la cintura che teneva fermo Loki, invitandolo ad alzarsi.
“Tu cosa ne pensi, piccolo cervo?”, gli chiese, riferito a ciò che c’era sulla parete.
Il Dio gli lanciò un’occhiataccia, prima di fare come gli era stato detto; osservò le facce sorridenti delle gemelle: le fossette ai lati delle guance e i grandi occhi azzurri li avevano senz’altro presi da Cassandra, ma i capelli corvini e l’aria più sveglia di quello che ci si aspetterebbe da due bambine di quell’età...
Deglutì rumorosamente, intuendo perfettamente ciò che l’uomo di metallo stesse pensando. Purtroppo, lui aveva tratto le stesse conclusioni. “N-non è possibile...”, mormorò.
Il suo incarnato già chiaro, si fece ancora più pallido.  

Nda 
Salve a tutti! Lo so, lo so che avevo promesso che avrei fatto decisamente più veloce di così, ma l'università ha la priorità (almeno in teoria...)
Ok, arriviamo al perchè ho messo quegli asterischi: i nomi non sono inventati ma arrivano direttamente dalla mitologia nordica. Fylla era una delle damigelle di Frigga, Tyr era il dio della guerra (anche se qui ho modificato un po' il tutto, parlando di lui più come un veterano di guerra); quella della mano monca non me la sono inventata, gli mancava davvero una mano: colpa del lupo Fenrir, che un bel giorno decise fare un 'assaggio'. Nella mitologia non si parla di eventuali mariti/mogli per questi due personaggi, quindi mi sono presa la libertà di metterli assieme. Per quanto riguarda Eir, era la dea della medicina, quindi ce la vedo come guaritrice ahahah
Bene, direi che per oggi è tutto. Alla prossima ;)

Ps. Allora, cosa ne pensate di questi ultimi avvenimenti? Nel prossimo capitolo Cassandra svelerà finalmente i propri segreti (almeno alcuni ahahah)      

   
 
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