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Autore: Ceccaaa    05/05/2016    1 recensioni
Ciaobbelli! Questa è la mia prima storia interattiva, spero che vi piaccia. ●ISCRIZIONI CHIUSE●
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Scurpius Malfoy è l'unico a credere che il Movimento di Sorveglianza Notturna e Diurna di Hogwarts non sia solo un gruppo di controllo per la scuola. Forse ha ragione, ma come farà a dimostrarlo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Rose, Weasley, Scorpius, Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Un nuovo anno, vecchie rivalità

Albus si vestì in fretta: erano le sei meno venti, era in ritardo e avrebbe perso il treno. Dalla stanza accanto si sentì un grugnito. L’avrebbe davvero perso se i suoi genitori e Lily non si fossero dati una mossa. Decise di tirarli giù dal letto.
Entrò in camera dei suoi genitori e sentì un altro grugnito. Avvicinandosi al letto sbadigliò sonoramente, per disturbare il sonno dei genitori. Si avvicinò all’orecchio di suo padre e sussurrò: “Papi, dai che è tardi. Perderemo il treno.” Harry Potter aprì gli occhi e chiese confuso: “Al… che ci fai qui?” “È tardi. Perderemo il treno.” Ripeté il ragazzo. “Ma che ore… ALBUS SEVERUS POTTER!” gridò notando l’ora. “SONO LE 7!” “Siamo in ritardo.” “TU MI HAI SVEGLIATO COSÌ PRESTO PER PRENDERE UN TRENO CHE PARTE ALLE UNDICI? TORNA A LETTO E GUAI A TE SE NON ASPETTI CHE TUA MADRE TI VENGA AD ALZARE!” Albus non capiva: suo padre gli aveva detto di svegliarsi per tempo e lui l’aveva fatto. E per l’amore del cielo, c’era bisogno di urlare in quel modo svegliando perfino il pappagallo? “Ma…” “Al! Ma insomma, sei un ragazzo intelligente! Quando ti abbiamo detto di alzarti presto non intendevamo certo così presto.” Lo sgridò sua madre mentre James entrava sonnecchiando per scoprire l’accaduto. “Al nei guai?” chiese divertito. “È il mio ultimo anno: non voglio perdere il treno!” Protestò quello mentre anche Lily entrava correndo per non perdersi la sgridata. “Sono le 7… Al non c’è chance, l’abbiamo perso di sicuro.” Lo canzonò. “Lily appoggia.” Disse il ragazzo convinto mentre lei scoppiava in una risatina senza freni. “Ora basta! A letto, tutti e tre! Anzi, Al dobbiamo parlare.” Ordinò Harry. Ginny tornò sotto le coperte mentre i ragazzi e suo marito uscivano, chi baldanzoso, chi arrabbiato.
“Bene. Siediti.” Harry si chiuse la porta della stanza di suo figlio alle spalle e si accorse solo allora che si era già vestito. “Allora, lo so che sei in ansia per il tuo ultimo anno, ma non ti devi preoccupare. Quando uscirai sarai solo molto felice di avere più possibilità, un panorama di opportunità. Ricordi James l’anno scorso?” chiese il ragazzo annuì. James l’anno prima aveva pianto come un fossennato e non aveva ancora smesso. Nonostante tutto aveva già trovato lavoro in una piccola squadra del campionato giovanile di Quidditch. Era entrato come titolare. “Tu non devi aver paura di quello che succederà dopo. Non avrai problemi a trovare alcun posto di lavoro. E neanche a passare il M.A.G.O.” “Bene, allora torno a letto.” Il ragazzo si rese conto di quanto si sentisse stanco. “No, tanto ormai ti devi alzare. Sta’ qui e non farti prendere dal panico.” “Grazie.”
 
Lizzie vagava da un po’ per il binario. Aveva scaricato i genitori con Draco Malfoy, che a sua volta era stato scaricato dal figlio. Voleva salutarli prima di andare, ma l’essere una Zabini e l’esperienza le consigliavano di non far avvicinare i genitori ai Potter senza essere preparati a difenderli. Finalmente scorse due teste nere e una platino e raggiunse gli amici con un sorriso a quarantadue denti a riempirle il viso. “Ciao, ragazzi.” Salutò fermando il carrello e gettandosi tra le braccia di James, il suo ragazzo. “E anche oggi sei bellissima.” Commentò quello ammirandola sognante. “Tuo fratello? Dobbiamo fare una chiacchierata.” “Non pensarci Potter.” Albus si girò, trovandosi di fronte Sophia Zabini, la sorella gemella di Elizabeth. “Oh, speravo fossi stata espulsa.” Commentò acido. “Non ancora. Mio padre è bravo a entrare nelle grazie delle persone.” Sophia sembrò soddisfatta. “Ma smettila.” Sbuffò sua sorella alzando gli occhi al cielo. “Zabini, o ti togli di mezzo o il metro di binario su cui ti trovi potrebbe esplodere.” Minacciò Scorpius, per cui il padre aveva sperato un’amicizia con la ragazza.
Dopo aver scaricato quella mocciosa insopportabile, Scorpius e Albus trovarono una scusa per andare a cercare l’altro loro rivale, Blaise Zabini JR, e mettere le cose in chiaro prima di salire sul treno. James si sentì grato per non dover più affrontare quelle situazioni e per essere finalmente rimasto solo con Lizzie, che prese a guidarlo verso un luogo appartato e lontano da occhi indiscreti.
 
Morgana Smith odiava due cose: i bulli e i vanitosi. E James Potter. Difatti quando lo vide mangiarsi la faccia di Elizabeth Zabini decise di disturbarlo, così, perché tanto non avrebbe potuto per un anno. “Hey, Potter! Cos’è, non hai fatto colazione ‘sta mattina?” chiese provocatoria. Il risucchio provocato dall’improvviso allontanamento dei due ragazzi le regalò un sorrisetto soddisfatto. “Mpf! Tu invece hai dimenticato qualche centimetro a casa?” rispose il ragazzo guardandola dall’alto al basso: sapeva di aver toccato un nervo scoperto. “Ma guarda tu che pallone gonfiato…” “Dico solo la verità.” Ribatté James, sapendo di aver agilmente preso le redini della situazione. “Oh, ma piantatela! È da un anno che cerco di farvi riappacificare!” esplose Lizzie inserendosi tra i due. “Prima di far fare amicizia a due persone devi essere amica di entrambe.” Sputò Morgana guardandola schifata. Non solo era una Serpeverde, era anche fiera di essere con il ragazzo più vanitoso e don giovanni dell’universo.
“He,y Meg! Meg!” Morgana si voltò e sorrise al bel volto di Stuart Stewart, il suo ragazzo più grande di un anno. “Ciao, Stu. Stavamo facendo una piacevole chiacchieratina.” Salutò James sarcastico. “Immagino. – Stu alzò gli occhi al cielo – E esattamente cosa l’ha scatenata?” “A Smith non va bene che io baci la mia ragazza.” Il sedicenne ridacchiò e li liberò della presenza di Meg invitandola in uno scompartimento con lui e altri Grifondoro.
“Penso di dover andare anch’io. Mi accompagni?” chiese Lizzie porgendo una mano. “No, vai pure. Ci vediamo a Natale, non vorrei avere altri incontri spiacevoli. Buon viaggio.” James le stampò un bacio a fior di labbra e la guardò finché non scomparì tra la folla. Hogwarts gli sarebbe mancata.

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SPAZIO AUTRICEEEEEEEEEEE!!!
(non ve l'hanno mai detto, ma autrice in realtà si scrive autriceeeeeeeeeee)


Ed ecco il mio consueto ritardo nel postare i capitoli.

Bonsoir à tout le monde!
Allora, come vi sembra questo capitolo?? Vi confesso che è stata una faticaccia scriverlo, dovendo cercare di combaciare con i caratteri dei personaggi che non ho citato totalmente (e di questo mi scuso).
Chiedo a qualcuno degli iscritti di lasciare una recensione, magari qualcuno vuole correggere le azioni dei personaggi, o gli da fastidio qualcosa. Spero comunque che questa storia possa interessarvi e di non fare troppi errori di battitura (vi prego di segnalarli), perché sono quelli che rovinano la produzione.
Ora vi lascio. A martedì con un nuovo cap!!

Vostra, TechnoCiek.
   
 
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