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Autore: Dea Elisa    10/05/2016    1 recensioni
Eccoci di nuovo qua, ad applicare la stessa tecnica ad un'altra coppia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristiana Gandini, Riccardo Malosti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io Non Ti Sposerò – Marco Masini


Note. Ambientata in occasione del matrimonio di Valerio.

 

«L’ho visto un po’ titubante.»

«Ma che dici.»

Malosti sistemò la stola di Cristiana, scivolata giù dalla spalla. Lei gli sorrise, con la sicurezza del viso leggermente nascosto dal cappello.

«Sì, insomma, sposarsi così, dopo neanche un anno.»

«Tu non lo faresti mai, non serve ricordarmelo ogni giorno.» Cristiana abbassò lo sguardo e si avviò verso la macchina. Niente rinfresco, niente ristorante; l’umore, sebbene fino a poco prima fosse sufficientemente in linea con l’aria di festa, si era rabbuiato. Al contrario del cielo, ora più limpido, che si preoccupava di bagnare gli invitati con le ultime gocce di pioggia.

«Vai a casa» la sua non era una domanda.

«Sì» confermò lei.

«Non resti» riformulò lui.

«Fate un po’ di baldoria anche per me.»

«L’ultimo matrimonio a cui sono andato era il mio.»

«Quindi? Non vuoi prendere spunto per il tuo prossimo? Ah no, scusa.»

«Mica ci si sposa così, da un giorno all’altro, solo perché si sta bene insieme.»

«Ah no, infatti» Cristiana gesticolò, le chiavi della macchina in mano. «Di quanti mesi – o anni – di prova avresti bisogno?»

«Da quant’è che ci conosciamo io e te?»

«Ma che c’entra?»

«Per capire. Siete voi donne che tenete il conto delle cose. Compleanni, anniversari, appuntamenti dal dentista…»

«Che romantico che sei. Il dentista.»

«Magari è più bello del marito. Con la scusa di un’otturazione…»

«Sei anni» tagliò corto lei.

«Mh.»

«Suppongo ancora troppo pochi. Non mi sposeresti mai, sono salva.» Gli volse le spalle con finta disinvoltura e indifferenza, e girò la chiave nella serratura. Due volte su tre si bloccava. Quella volta, quell’unica volta che avrebbe voluto lo facesse, ruotò silenziosa, e la portiera si sbloccò senza fatica. Quand’erano state le altre due? Certo: quella mattina presto partendo da casa, e un paio di ore prima, al parcheggio del Morandini. Merda.

«Cristiana.»

«Non si apre.» Adesso siamo passati alle bugie?

Riccardo si avvicinò e si sostituì alle sue mani. «Per forza, è già aperta.»

«Ah.» Complimenti per la sceneggiata.

«Comunque hai ragione, non ti sposerò.»

Cristiana appoggiò una mano aperta al finestrino, senza respiro, come se qualcuno le avesse inferto un pugno allo stomaco. Perché faceva così male? Non era niente che non ti aspettassi.

E l’avevi voluto tu.

Lui quasi non se ne accorse. «Non se ti presenti come questa sposa, con quell’orribile vestito e con quell’orribile pettinatura.»

«Allora verrò in camice.» Salì in fretta in macchina, riprendendo a respirare. Forse la situazione non era così irrecuperabile. Mise in moto e si allontanò con un rapido gesto di saluto.

Troppo rapido per vedere il sorriso divertito sul volto di Malosti. Troppo in fretta per potersi accorgere della sua mano in tasca a cercare il cellulare.

 

“Potrebbe essere un’idea.”

E poi schiacciò invia.

   
 
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