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Autore: Earth    10/05/2016    5 recensioni
Questa storia narrerà dei fatti di un futuro lontano, lontanissimo.
Di un tempo in cui di Soli ve ne saranno a milioni e le stelle si conteranno sulla punta delle dita.
Racconterà di quello che viene dopo le avventure, dopo che i cuori saranno stati rattoppati e anche gli orologi avranno finito i rintocchi.
Se vorrete potrete leggere di quell'ultima, fuggevole, volta in cui Dalia Black e Malachite Braian Comei s'incontreranno, persi tra le schegge dell'universo.
(Non è il sequel di niente, è da leggere autonomamente.)
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CON I PIEDI NELLE NUVOLE


Malachi e Dalia corsero per un tempo che sembrò infinito prima che la nebbia chiara, che ricopriva il suolo di quel mondo, li avvolgesse.
E quando si trovarono in mezzo a quell'aria opaca, quando non riuscirono più a vedere dove mettevano i piedi, lei si fermò per riprendere fiato e cercare di capire per quale strano motivo stava seguendo quell'alieno folle – ladro e traditore – senza nemmeno obbiettare, puntare i piedi a terra, disperarsi e mettere il broncio.
« Non si sente più nulla. »
La voce di Malachi la fece voltare: non correva più nemmeno lui, era lì, immobile, a un paio di metri da lei e si guardava attorno, scrutava il bianco di quella curiosa nuvola in cui erano finiti, con un espressione preoccupata ed impaziente.
Dalia deglutì a fatica e sentì l'aria gelida precipitarle giù verso i polmoni che reclamavano ossigeno.
Poi anche lei sentì il silenzio: il gorgoglio dei motori della nave ammiraglia era sparito assieme il brusio della ciurma – della sua, della loro ciurma –, i rumori si erano affievoliti fino ad assopirsi del tutto, lasciandoli avvolti da una quiete sorda incrinata solo dai loro respiri appannati e dai propri passi che correvano veloci appresso ai battiti dei cuori.
« Ascoltami Malachi » disse allora Dalia – e la sua voce risuonò nell'aria come il trillo di mille campanelli.
La ragazza avanzò piano fino a porsi difronte al giovane e cercò, inutilmente, di sfiorarne lo sguardo che fuggiva nel bianco tutt'attorno.
« Che cosa sta succedendo? Cosa hai rubato? Perché l'hai tradita? »
E Malchi voltò il viso verso di lei fissandola con i suo occhi vermigli – con uno sguardo vuoto che Dalia, avrebbe potuto giurarci, non aveva mai visto.
« Le ho trovate! » rise l'alieno poggiandole entrambe le mani sulle spalle « Dalia, non ci crederai, ma le ho trovate, sono nostre. »
« Nostre? » ripeti lei in un sussurro; quel noi riaffiorava da un angolo remoto e dimenticato della sua mente, quel noi che le sembrava così lontano e perfetto, così ovvio ed impossibile.
Dalia si sentiva confusa, non capiva – o forse sì, ma il suo cervello non aveva intenzione di ammetterlo – e continuava a scrutare il volto di Malachi, percorrendone il profilo degli zigomi e l'incavo delle rughe sulla fronte corrucciata nascoste dietro i ciuffi di capelli scuri, alla ricerca di quella risposta che però, probabilmente, aveva paura di incontrare. « Cosa hai trovato? » bisbigliò mentre le labbra le si piegavano in un sorriso nervoso.
Poi, prima ancora che lui le potesse risponderle, qualcosa fendette la nebbia a pochi centimetri dalle loro teste e Dalia sentì una forza invisibile strattonarla e Malachi lasciare la presa dalle sue spalle.
Vento.
Una folata prepotente li investì. Vento contro cui dovette puntare forte i piedi nelle nuvole per non essere portata via. Fu un alito caldo e inaspettato che, come chi prende fiato per spegnere le candeline su di una torta, spazzò via, con un soffio, tutta la nebbia.
Quella curiosa aria opaca sparì da davanti ai loro occhi lasciando che lo scheletro di una vecchia nave si disegnasse, austero e smisurato, contro il cielo.
Ed entrambi rimasero lì con le bocche aperte dallo stupore e gli occhi sgranati dalla sorpresa: il velivolo era di un metallo rosso, un colore intenso come il sangue, e sull'unica fiancata ancora intatta – risparmiata dalla ruggine – incisa come da artigli, vi era una scritta in una calligrafia aguzza, in una lingua antica e dimenticata : “Queen Anne's Revenge”. Dalia pensò che era uguale alle illustrazioni dei libri, identica alle storie che raccontavano nelle valli di Andromeda.
Ed entrambi la riconobbero.
« É la nave di Barbanera » esclamò Malachi correndo verso il veliero fantasma « è lei, sono anni che la cercavamo e adesso... » E mentre tutti e due avanzavano verso la fiancata addormentata al suolo, verso i segreti e i tesori che – doveva essere così – quel galeone leggendario difendeva, una luce cominciò a pulsare, veloce ed impaziente, sulla tuta all'altezza del polso di Dalia.
L'aliena alzò il braccio un paio di volte, come a leggere un orologio invisibile. Tentò di ignoralo, ma poi rallentò, lanciando sguardi allo scienziato che continuava a girare attorno ai resti di quella nave maledetta, e aprì la chiamata. Una piccola Bathilda apparve a pochi centimetri dal suo viso: « Black! Cosa stai facendo?! » la voce di Bath arrivava mescolata a suoni confusi, qualcosa come lo sbatacchiare di oggetti metallici « torna qui subito! Comei è in guai grossi, per favore Dalia torna qui, stanno arrivando » la ragazza parlava veloce, senza fermarsi a prendere fiato « hanno mandato una pattuglia a prendervi, Dalia almeno tu salvati- »
Poi la comunicazione si interruppe bruscamente, come se Bathilda avesse sbattuto in tutta fretta la cornetta sulla consolle di comando. Dalia rimase per qualche secondo ad ascoltare il brusio delle onde radio, mentre una lucetta, rossa e intermittente, le lampeggiava contro il viso.
Poi tornò a guardare verso il battello di Barbanera – il leggendario veliero scomparso che in molti avevano cercato e nessuno aveva trovato, quel relitto che le gridava fortuna, fama e gloria.
Ma sentì come una morsa stringerle lo stomaco: perché la figura di quella ragazzina del colore dei lillà si era materializzata alle spalle di Malachi e osserva Dalia come in attesa.
Lei si morse il labbro e fece un respiro profondo. Poi corse di nuovo verso l'ingresso della nave zigzagando tra i detriti grigi mangiati dalla vegetazione.
« È qui. »
« Se riuscissimo ad entrare potremmo farla ripartire » Malachi stava tentando di aprire uno dei portelloni d'ingresso; aveva smontato un panello e, adesso, sembrava litigare febbrilmente con una vecchia tastiera numerica.
Dalia gli si avvicinò ancora di più « no, Malchi » perché non ci stava capendo nulla e se doveva finire nelle prigioni dell'Imperatrice voleva almeno essere consapevole del motivo.
« Aspetta solo un attimo e tutto il tesoro... » tentò lui.
« Lascia stare Barbanera santo cielo! » esclamò – meravigliando se stessa con quelle parole, perché quello era il tesoro che i Naviganti avevano cercato per decenni e adesso era lì tra le loro mani – stringendogli i polsi e impedendo alle dita dell'alieno di continuare a schiacciare tasti a casaccio « che cosa è successo? » Dalia si contrappose tra lui e la ruggine della nave « Cosa è nostro? »
Il giovane si fermò e Dalia vide come un pensiero affollargli la mente – doveva essere qualcosa di curioso perché una scintilla gli attraversò lo sguardo piegandogli le labbra in un sorriso orgoglioso che poi, dopo meno di un secondo, divenne amaro, amarissimo, e l'orgoglio si tramutò in una smorfia degna di un bambino che assaggia per la prima volta il caffè.
Malachi si liberò dalla sua presa e si allontanò un poco. Avanzò adagio, fissando Ermes che gli volteggiava attorno come una libellula, e poi si sedette su di un masso blu davanti ad uno dei motori spezzati della Quenn Anne's Revande.
La guardò, lanciandole un sorriso che voleva essere sincero, e lei si avvicinò a quell'alieno che le sembrò così diverso dal ragazzo con cui aveva condiviso disavventure, solcato i cieli e raccolto speranze, così diverso e lontano da quello che si ostinava a ricordare come il suo Malachi.
« Le ho trovate, Dalia, le Lacrime del Sole sono nostre. »



# Earth's notes^.^: Ciao! Come al solito posto questo nuovo capitolo in ritardo -.-'' scusate per la lunga attesa, ma come al solito sono indaffarata :-( Ammetto in tutta sincerità che questo è il capitolo che mi piace di meno T.T , è molto breve lo so, ma il fatto è che nell'idea originale non ci doveva essere... ma si sa: alle scale idee piace cambiare! E quindi niente ho raccattato i pezzi ed è venuto fuori il solito capitoletto sconclusionato senza ne capo ne cosa ^-^ Spero non ci siano errori, l'ho riletto sta mattina, ma non credo molto nella mia attenzione ( ne nel correttore di word ) u.u
Ringrazio tantissimo tutti coloro che sono arrivati a leggere fino qui :-* e mando un grande bacio a tutti quelli che mi sopportano e che vorranno recensire questo capitoletto, perché io adoro sapere quello che avete da dire (sì, accetto anche recensioni distruttive XD ) grazie a tutti per l'attenzione!

   
 
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