Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: DAlessiana    12/05/2016    3 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Edward e Bella ebbero un mini-infarto quando, nella sala mensa, non trovarono Jasper e Alice.
“Hanno saltato la scuola” disse Edward, dopo aver letto il messaggio che gli aveva inviato il fratello in risposta al suo dove gli chiedeva, in modo non molto gentile, che fine avesse fatto.
“Stai scherzando?” esclamò Bella, incredula che sua sorella avesse fatto una cosa del genere. Lei che era sempre stata legata alle regole.
“No” rispose semplicemente il ragazzo, per poi porle il cellulare dove c'era il messaggio di Jasper. Bella dovette rileggere quel testo almeno un paio di volte per realizzare che fosse vero. Nel messaggio, Jasper, diceva che andava tutto bene e raccomandava di coprirli con i professori, promettendo di spiegare tutto una volta a casa.
“Oh, se è per questo anche Alice mi deve una spiegazione” disse Bella in un moto di rabbia, era curiosa di sapere che cosa avesse fatto uscire di senno sua sorella.
“Non hanno mica ucciso qualcuno! Non farla tanta lunga, Bells” la schernì Edward, guadagnandosi una smorfia da parte della ragazza.
“Non la sto facendo lunga per il fatto che abbiano saltato la scuola, ma perché, tra tutti i giorni, dovevano scegliere proprio quello dell'incontro genitori-insegnanti?” replicò la giovane Swan, convinta che a Edward fosse passato per la mente, infatti sul volto di quest'ultimo prese vita un espressione di puro terrore. Ora sì, che erano guai!

Intanto, ignari di tutto, Jasper e Alice si stavano godendo la loro giornata di libertà dalla prigionia delle mure scolastiche.
“Ora che abbiamo la pancia piena, dove ti va di andare?” chiese Jasper, una volta usciti dalla tavola calda dove avevano deliziato il palato tra dolce e salato.
“Non so, dove si va in questi casi?” domandò, di rimando, la ragazza. Trovandosi impreparata sul come svolgere la giornata.
“Beh, mezza giornata è già passata, quindi non abbiamo proprio tanto tempo” costatò Jasper, iniziando a pensare ad un luogo dove poter stare in pace, lontano da occhi indiscreti.
“Iniziamo a camminare, poi si vede” disse Alice, distogliendolo dai suoi pensieri. Il ragazzo sorrise e, presa la mano di lei, s'incamminarono verso una meta sconosciuta.
Tra risate e vari imitazioni dei loro professori, il tempo sembrò volare e il messaggio di Edward dove gli diceva di aspettare lui e Bella al giardinetto accanto scuola fece preoccupare, non poco, Jasper.
“Tranquillo, Jazz, mica vogliono ucciderci!” esclamò Alice, per sdrammatizzare, ma il suo intento non andò a buon fine. Evidentemente Jasper conosceva talmente bene suo fratello da interpretare le sue emozioni anche tramite messaggio e, quello che gli aveva inviato qualche minuto fa, non lasciava presagire niente di buono.
“Noi non di certo, ma papà stasera sì!” la voce di Edward, fece voltare i due ragazzi e, in quel momento, ad Alice fu tutto chiaro.
“L'incontro genitori-insegnanti! È stasera!” esclamò quasi urlando e a Jasper, dopo aver sentito quella frase, venne quasi un infarto.
“Siamo morti” sussurrò, in preda al panico al solo pensiero della furia che presto avrebbe visto in suo padre.

Dopo la sfuriata del dottor Cullen, Jack, stava dando il meglio di sé per rimediare all'errore che aveva commesso.
“Non l'ho mai visto così collaborativo” disse Mark, affiancando Carlisle per un consulto su un paziente.
“Non durerà a lungo, domani si dimenticherà del rimprovero ne sono certo” replicò l'altro, prendendo in mano la cartella che il collega gli stava porgendo.
“L'importante è che non ripeta due volte lo stesso errore, giusto?” chiese l'amico e i suoi ricordi tornarono a quando anche loro era due specializzandi alle prime armi.
“Esatto. Spero che non sia come qualcuno che confonde le misure degli aghi” disse Carlisle, alludendo ad una scena di molti anni fa.
“Non ho confuso le misure! Ho solo letto male” ribatté Mark, fingendo di essersi offeso, per poi scoppiare a ridere. La conversazione sembrò finire lì, quando al dottor Anderson venne in mente un'idea.
“Hai da fare stasera? Sai Julia vorrebbe rivedere te e i ragazzi” propose, Julia era sua moglie e la famiglia Cullen la conosceva bene per il suo istinto materno, purtroppo ancora senza nessuno al quale dedicarlo.
“Ti ringrazio per l'offerta, ma oggi passo. Devo andare all'incontro genitori-insegnanti appena finito il turno” disse Carlisle, trovandosi costretto a declinare l'invito.
“Non credo che quella faccia cupa sia perché non puoi venire stasera” replicò, prontamente, Mark avendo notato l'espressione che aveva preso vita sul volto dell'amico.
“Ho un brutto presentimento, tipo sesto senso paterno” confessò il dottor Cullen, era da quella strana mattina che quel pensiero lo tormentava.
“Esiste davvero? Comunque sia, stai tranquillo. Vedrai che andrà tutto bene” tentò di tranquillizzarlo il dottor Anderson, ma a Carlisle quel campanello d'allarme non andò via.

“Jazz, ti prego calmati!” esclamò Edward, da quando erano tornati a casa suo fratello non faceva altro che camminare avanti e indietro.
“Come faccio a calmarmi? Tra poche ore la mia vita sarà finita!” ribatté, in tono isterico, Jasper. Per tutta risposta, Edward lo prese di peso e lo portò sul divano.
“Ascolta, è inutile che ti fai prendere dall'ansia, ormai il danno è fatto. Lo sai che se c'era anche solo la minima possibilità di non farti scoprire, ti avrei aiutato. Non ci resta altro da fare se non pregare” aveva parlato con voce calma e decisa, nonostante la paura di come sarebbe andata a finire la riunione lo stava pian piano divorando. Se Jasper rischiava di essere scoperto, lui non brillava di certo in trigonometria.
Così i due fratelli rimasero seduti, uno accanto all'altro, a pregare, anche in lingue che non conoscevano, di essere ancora vivi dopo quella sera.
Erano entrambi nei guai, chi per un motivo e chi per un altro, di questo ne erano certi ma magari qualche forza divina li avrebbe graziati, in fondo, la speranza è l'ultima a morire.



-Rieccomi! :)
Beh, già il titolo dice tutto quindi non mi resta molto da aggiungere ahahah
Ringrazio, come sempre, tutti quelli che mi stanno seguendo e spero che il capitolo non vi abbia deluso.
Alla prossima! :33 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: DAlessiana