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Autore: Alessia Krum    14/05/2016    1 recensioni
Acquamarina aveva continuato a vedere immagini, immagini brutte e spaventose, che non avrebbe mai voluto vedere. Acqua poteva pensare e vedere quelle figure, ma non stava né dormendo, né era svenuta, non era sveglia e non poteva svegliarsi. Voleva vedere e capire che cosa stava succedendo. Vide un villaggio, un piccolo villaggio sormontato da un castello. Il paesino sembrava tranquillo, ma fuori dalle mura si stava svolgendo una feroce battaglia. Persone con la pelle blu e le pinne combattevano con tutto quello che avevano e una grande speranza contro eserciti interi di mostri viscidi, squamosi e rivestiti da armature pesanti che mandavano bagliori sinistri. La battaglia infuriava. Per ogni mostro abbattuto, morivano almeno due uomini. Poi Acqua vide un uomo, protetto da un cerchio di mostri, che sembravano i più potenti e i più grossi. Quell’uomo aveva un qualcosa di sinistro e malvagio. Indossava un pesante mantello nero e continuava a dare ordini e a lanciare fiamme ovunque.- Avanti, Cavalieri, sopprimete Atlantis e l’oceano intero sarà mio! –
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Una strana compagna
 
Max aveva insistito per farle percorrere le ultime vie di Atlantis ad occhi chiusi. Voleva farle una sorpresa, e sapeva che sarebbe rimasta incantata dall’antico splendore del tempio. E infatti, appena Acqua vide le alte colonne di marmo bianco con le venature azzurre e i bassorilievi scolpiti ovunque rimase mezz’ora a bocca aperta e con il naso all’insù. Ma poi arrivò il momento di entrare, attraverso un grande arco, perché ormai le lezioni erano iniziate. Ma, appena misero un piede all’interno, una signora che era seduta sul pavimento a gambe incrociate si alzò e si diresse verso di loro, sotto lo sguardo incredulo di molti ragazzi. Tra di loro, Acqua scorse Corallina, che la salutò e le fece l’occhiolino.
Intanto la signora, con i capelli grigi riuniti in una crocchia, era uscita dal tempio e li aveva raggiunti.
- Buongiorno, signora De Orchis! -
- Ciao, Max. Allora, la nostra nuova studentessa è pronta? - chiese, facendo un enorme sorriso ad Acqua.
- Certo. - poi il ragazzo sussurrò qualcosa all’orecchio dell’insegnante, e lei annuì.
- Vieni, Acqua. - Lei la seguì, mentre Max si allontanava. La signora De Orchis le fece cenno di sedersi dove voleva. Tutti i ragazzi erano sistemati sul pavimento a gambe incrociate, con i libri a fianco o a terra. Non doveva essere una posizione molto comoda, ma si diresse dalla cugina e si sedette accanto.
- Stai attenta, a volte è una vera e propria arpia, non farla arrabbiare! - le sussurrò. Ma arrivò subito un’occhiataccia dell’insegnante.
- Ecco, te l’avevo detto! - si lamentò Corallina. La lezione riprese da dove era stata interrotta, e la signora De Orchis cominciò a spiegare le geografia del territorio circostante. Acqua si guardò intorno. Nella stanza c’era un silenzio spettrale, come se i ragazzi avessero paura anche solo di respirare. A dir la verità, molti avevano lo sguardo perso nel vuoto e altri avevano un’espressione veramente annoiata. Solo una ragazza era attentissima alla lezione, con lo sguardo concentrato sull’insegnante. Il suo corpo non si muoveva, fatta eccezione per la mano che continuava a scrivere appunti su un quaderno. Continuava ad annotare frasi su frasi, senza nemmeno guardare quello che scriveva. E continuava a tenere lo sguardo fisso sulla signora De Orchis. Sembrava una macchina, tanto era immobile e rigida. Però aveva dei fantastici capelli neri, ovviamente con le consuete ciocche azzurre, e dei bellissimi occhi azzurri. Poi Acqua decise di smetterla di guardarsi intorno e di cominciare a seguire anche lei quello che diceva la signora De Orchis.
 
***
 
- Allora, come ti è sembrata la lezione, Acqua? - chiese Corallina, tornando a casa.
- Normale, come mi sarebbe dovuta sembrare altrimenti? - rispose lei.
- Non lo so, chiedevo! - si difese la cugina.
- Ma come mai siete tutti così…addormentati? Sembravate delle mummie! -
- Non dire così, cugina. Eravamo solo un po’ annoiati… tutte queste cose le abbiamo già studiate… -
- Ah, sì? E come mai? - Acqua era incuriosita.
- La signora De Orchis ha deciso di fare un po’ di ripasso di tutto  in modo da farti entrare nella classe già preparata. - questo spiegava tutto.
- Ah. Tu sai che cosa sta tramando Max con l’insegnante? -
- No, come al solito non ne so niente. Perché? - chiese Corallina con un’aria triste.
- Non lo so, stamattina le ha bisbigliato qualcosa all’orecch… - Ma Acqua non fece in tempo a finire la frase, perché, essendo rivolta verso la cugina, non aveva visto una ragazza che andava nel senso opposto e le arrivò addosso, facendo finire a terra una pila interminabile di libri. Appena la guardò, riconobbe la ragazza dai capelli corvini che aveva notato a lezione, con un’aria decisamente scocciata. Non la guardò neppure quando Acqua le chiese scusa, imbarazzatissima. Si limitò a rispondere con un grugnito, poi recuperò i libri e continuò imperterrita per la sua strada. Senza nemmeno salutare.
- Ciao, eh! - fece Corallina per prenderla in giro, e poi fece una smorfia.
- Ma quant’è simpatica! - fece ironica Acqua.
- Lo so, non la sopporto! Si chiama Celeste. Hai visto a scuola come si comporta? Non riesco a capire perché prenda tanti appunti, bastano già i libri, no? Non c’è bisogno di un supplemento! Quando ci vediamo in giro per la città non mi degna neanche di uno sguardo, come ha fatto adesso. Cammina sempre a un metro da terra, si crede la migliore di tutti. A volte dà delle occhiatacce perfino alla prof, e lei non le dice niente di niente. Non mi sta per niente simpatica! -
- Sai, ho appena deciso che sta antipatica anche a me! Ma ho notato qualcosa nel suo sguardo prima, qualcosa di strano… -
- Te l’ho detto, è egocentrica e altezzosa, è questo che hai visto nel suo sguardo! -
- A parte gli scherzi, ho davvero notato qualcosa. -
- Tu sei tutta matta, cugina! - Corallina spettinò i capelli ad Acqua, poi la prese sottobraccio e insieme si diressero verso il castello. 
***
 
Appena arrivò in camera sua, Acqua si fiondò sul letto. Avrebbe studiato più tardi. Ma, dopo esattamente due minuti, Max entrò nella stanza.
- Forza, Acqua, andiamo! - esclamò.
- Uffa, dove? Io veramente mi ero appena addormentata... -
- In teoria non dovresti nemmeno essere qui. Mara non ti ha detto nulla? -
- Chi è Mara? - Chiese Acqua ancora un po’ frastornata.
- La tua insegnante che ti sta aspettando da più di un quarto d’ora per la lezione di magia! -
- Ma come lezione di magia? Io credevo di dover tornare a casa come Corallina! La signora De Orchis non mi ha detto niente! -Acqua si alzò di corsa e uscì dalla stanza.
- Aspetta, ti devo dire una cosa! -
- Sì, ciao, a dopo! - Acqua cominciò a correre e in dieci minuti riuscì a raggiungere il tempio. Fortuna che si era ricordata la strada! Si sedette a terra un paio di minuti per riposarsi e normalizzare il respiro, poi entrò nella grande stanza, ma, vedendo che non c’era nessuno, si fermò disorientata. Solo allora notò l’arco che introduceva nel giardino interno del tempio. Sbirciò fuori e vide la signora De Orchis e Celeste sedute su una panchina. La ragazza si girò in quell’esatto momento, si alzò e si diresse verso l’uscita. Come al solito non salutò, ma Acqua decise di non darci peso. Guardò di nuovo fuori e vide un giardino stupendo con l’erba di un verde brillante e centinaia e centinaia di fiori diversi. L’insegnante le faceva cenno di raggiungerla.
- Scusa per il ritardo, cara. -
- Ha fatto bene, io sono arrivata un minuto fa, non credevo di dover partecipare subito dal primo giorno alle lezioni di magia. - si scusò.
- Oh, già, che sbadata! Mi sono dimenticata di dirtelo stamattina. Max me lo ha anche ricordato! -
"Ecco che cosa le ha detto stamattina!” pensò la principessa.
- Possiamo iniziare? - chiese Mara De Orchis.
- Va bene. -
- Allora, Max mi ha detto che i tuoi poteri si attivano senza che tu te ne accorga. -
- Esatto. -
- Questo perché tu non riesci ancora a controllarli. Io veramente non ti posso aiutare, perché sei tu che devi imparare a controllare i tuoi poteri, li devi sentire tu. Però, qualcuno che ti può aiutare c’è. -
- Chi è? -
- Chi sono. Circa un migliaio di fatine sottomarine che abitano nel fiume. -
- Le fate del fiume… Max me ne ha parlato. -
- Sono le uniche che ti possono aiutare. Sono delle vere esperte di magia. Bene, andiamo. - Acqua rimase un attimo allibita.
- Adesso? - chiese.
- Sì. - disse l’insegnante, come se fosse stata la cosa più normale del mondo.



- - - Angolo autrice - - -
C'è ancora qualcuno che legge questa storia? >.<  Se sì, vi ringrazio tantissimo, spero che riusciate a resistere ancora un po', per quando arriveranno dei capitoli un po' più decenti... non manca molto :D
Intanto, con questo capitolo avete conosciuto un nuovo personaggio, Celeste, che adoro <3. Quando l'ho creata non avevo le idee ben chiare su di lei, ma poi il suo personaggio si è definito molto con il passare del tempo e ora mi ci sono affezionata tantissimo. E devo dire che è molto cambiata da come l'avevo immaginata all'inizio :)
Detto questo, addio, al prossimo capitolo ^.^

Alessia Krum
   
 
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