Anime & Manga > Pandora Hearts
Segui la storia  |       
Autore: AlnyFMillen    15/05/2016    8 recensioni
Warning!spoiler retrace XC/CIV
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Nell'universo parallelo sognato da Oz, non perdetevi i piccoli happy ending fatti di the e biscotti, tra ricordi, crescite, lacrime, morti e resuscitati, segreti, gelosie, rivelazioni, divertimento e tanti, tanti, tanti casini. Buona lettura e grazie per essere qui!
~Un po'tutti, rigorosamente vivi e vegeti {Vincent; Ada; Leo; Elliot; Oz; Gil; Alice; Echo; Sharon; Break; Reim; Sheryl; Rufus; Lottie; Lacie; Jack; Oswald}
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
❦dal primo capitolo❦
"Ed è forse paura quella che vedi ad incrinare la perfezione dei suoi occhi smeraldo, la stessa che hai cercato di farle provare nei tuoi confronti ma non si é mai presentata. Eccola lì, finalmente ha capito chi sei veramente.
Sorridi senza un briciolo felicità tra i denti.
Un rifiuto.
Un ingannatore.
Un ladro.
Un burattinaio ma assieme una marionetta.
Un assassino.
Un...
Un... Uomo? Anche tu? Persino tu?"

. . . . . . . . . . . . . . . . . .
||raccolta di oneshot happlyeverafter ispirata a long non ancora pubblicata||
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Elliot Nightray, Oswald Baskerville, Oz Vessalius, Vincent Nightray, Xerxes Break
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sole diventerò e ti sorriderò





Mi piacerebbe che io fossi quella che…


Un solo, identico pensiero: correre. Non era volontario eppure la dose di adrenalina che era entrata in circolo nel mio sistema nervoso sembrava gridare impellentemente quell'ordine. Osservai distrattamente i piedi aderire al pavimento gelido per poi risalire in aria incuranti del contatto con il marmo. E di nuovo giù e poi dietro, con movimenti a me sconosciuti, leggiadri eppure al tempo stesso decisi, quasi fosse un passo di danza provato e riprovato sino allo sfinimento, di cui io però non sentivo la stanchezza.
Due gambe slanciate e snelle, le mie gambe slanciate e snelle, si muovevano come guidate da un istinto predominante verso l'unica meta degna di essere raggiunta.
Nella foga, una foga che non avevo mai osato provare, proibita, semplicemente inopportuna per una come me, urtai il carrello di una cameriera al lato del corridoio, rischiando di far cadere l'intero contenuto di quest'ultimo. Mi aggrappai con le prime falangi alla ringhierina guardando con fare mortificato la donna e preparando velocemente delle scuse uscite dalle mie labbra con fin troppa velocità, tanto che fece fatica nel comprendere quel che cercavo di dire.
“Scusami Sussane, mi spiace immensamente provvederò a sistemare tutto”
Spostai, con quanta più gentilezza potessi essere capace nell'istante, la domestica e il carrellino con al di sopra probabilmente la colazione che non avrei mai mangiato. Sentii provenire dalle mie spalle un gridolino di sorpresa, mentre riprendevo la mia corsa e giunse alle orecchie la voce shockata di Sussane
"Ma... Miss Sharon?!"
Prima di svoltare lungo il corridoio che mi avrebbe condotto finalmente alle scale, lanciai uno sguardo estasiato al volto palesemente sbigottito della povera donna.
“Uno, due, tre, dai manca poco” dissi rompendo il tenue silenzio che avvolgeva la magione, la voce ridotta ad un sussurro, rotta dal fiatone.
Feci gli scalini a due a due, rischiando più di una volta di inciampare o sbilanciarmi così da cadere all'indietro ma mi appoggiai prontamente al corrimano in mogano intagliato, che avrebbe risentito parecchio a causa delle svariate volte in cui lo avevo infilzato con le unghie per sorreggermi.
Risi tra me e me. Che esempio avrei dato alla cara Alice se avesse saputo del mio comportamento? Io che avevo cercato di inculcargli con quanta più gentilezza possibile le basi del comportamento tenuto da una signorina per bene.
Non c'era niente del comportamento che avevo adottato quella mattina definibile educato o consono. La schiena non era dritta, il mento non era alto, le buone maniere erano volate altrove. La nonna continuava sempre a ripetere che "Una Rainsworth deve sempre saper dosare le sue emozioni con il contagocce" ed era la regola fissa che avevo sempre seguito, più o meno appropriatamente. Ma non avrei mai pensato di poter mettere in conto una cosa del genere, che dall'oggi al domani--.


…Tu sogni così io mi posso trasformare…

Infine, inchiodai dinanzi alla sua stanza, senza nemmeno degnarmi di bussare ed entrando teatralmente, spalancando la porta e senza curarmi di richiuderla. Girai freneticamente la testa da una parte all'altra fin quando non riconobbi un bozzolo avvolto tra le coperte posto per lo più al centro del letto.
“Xerx-niiii” urlai saltandogli addosso senza troppi convenevoli e cominciando a scuoterlo. Ne era passato di tempo da quando lo avevo chiamato fratellone...
Avrei potuto scommettere l'intero patrimonio dei Rainsworth di non averlo mai visto - ne tanto meno aver mai visto nessun altro- far un salto così alto. Si tirò di scatto a sedere, rischiando di darmi una testata in pieno volto. E forse me la diede pure, ma comunque la mia attenzione non era concentrata su quel minuscolo particolare.
“Break!! Break!!” gridai nuovamente.
Si massaggiò la testa con fare dolorante e strizzò l'occhio come a cercar di attenuare il mal di testa che dovevo avergli fatto scoppiare, per di più da appena svegliato, anzi, più dormiente che altro. O forse stava semplicemente cercando di trovare una spiegazione plausibile a quel che stava accadendo ma, in tutto ciò, non si aveva tenuto conto di una cosa: non mi interessava affatto.
“Cosa c'è di tanto urgente signorina, la residenza sta forse andando a fuoco?” domandò ironico e lievemente irritato.
Mi avvicinai di più a lui scuotendogli le spalle in un modo che avrebbe potuto definirsi tutt'altro che appropriato. Ma cosa, dopotutto, lo era?
“Oh cielo, Break. Guardami. Io... Io... Guardami” balbettai mentre mi indicavo, troppo entusiasta anche solo per terminare una frase.
Con lentezza snervante sollevò le palpebre cercando di metter a fuoco l'immagine che si trovava a pochi centimetri da lui. Poi sbarrò il suo unico occhio, interdetto.
"Ojou-sama...” sussurrò e sembrò quasi avesse il tono di una domanda.
“Si!” confermai gettandogli le braccia al collo. “Si, si, si, si, si” ripetei come un mantra per poi riprendere fiato e continuare “Sono io, sono cresciuta!” conclusi allontanandomi leggermente e guardandolo in volto.
Sorrise, un sorriso sincero eppure... Stonato da qualcosa. Ma cosa?
“Beh, era alquanto prevedibile considerando gli sviluppi negli ultimi giorni...” confidò spostando lo sguardo in alto con fare ovvio.
Non dirmi che...
“Che tu lo sapevi già!” chiesi, ma era ovvio il fatto che fosse un'accusa senza neanche bisogno di conferma.
Allungò una mano verso il proprio comodino alla ricerca di un qualcosa, dolci probabilmente, e rimase soddisfatto nel trovare il cofanetto delle caramelle proprio lì al suo posto. Ne prese una con calma e la mise in bocca masticando pacatamente.
Odiavo quell'aria di suspense che aleggiava intorno ai suoi discorsi.
“Diciamo solo che...” Liberò dal proprio involucro un'altra pallina colorata e me la porse, spingendola fra le mie labbra “... Ero già a conoscenza di alcune cosuccie”


E poi ti posso accontentare, appena sorge il sole…

Non ebbi il tempo di ribattere, sbuffare, prendere il ventaglio, od optare per aggredirlo a mani nude per quella risposta indecente, perché il suo sorriso si fece d'improvvisamente più ampio. Il suo sguardo dardeggiò per l'ambiente fino a soffermarsi nuovamente su di me. Si c'era decisamente qualcosa.
“Cooomunque, non credevo che questa crescita l'avesse entusiasmata tanto da farla diventare una ragazza dai così facili costumi, per così dire” ridacchiò.
Lo fissai interrogativa spostando lo sguardo ancora incredula, sulle mie braccia nude, le mie gambe, la mia camicia da notte stretta, arrivata ormai solo a metà coscia, i--... Aspetta COSA!?
Mi alzai di scatto sul letto, rossa come non avrei potuto mai immaginare. Sentivo le guancie in fiamme e sapere che il suo sguardo canzonatorio era lì, pronto a ricordarmi quanto fossi una facile vittima di cui burlarsi non faceva altro che peggiorare le cose. Cercai di scendere dal letto, con tutta l'intenzione di andarmene indignata e non rivolgergli più la parola per giorni, settimane, mesi appena varcata la soglia di quella porta, no... Aperta! La porta era aperta! Pregai che nessuno, se non Sussane, fosse venuto a conoscenza della mia corsa mattutina, o peggio ancora, di ciò che era accidentalmente stato equivocato giusto cinque minuti prima.
Ma le voci correvano in fretta, dovevo sbrigarmi.
Piede su, scalcia, coperta, groviglio e puf, persi il poco e precario equilibrio che mi rimaneva. Aspettai il contatto scomodo con il tessuto delle coperte ed il tonfo che sarebbe seguito ma né l'uno né l'altro arrivò. Arrivò invece una stretta altrettanto calda, altrettanto morbida e rassicurante ma di gran lunga preferibile ad un piumone.
“Dovrebbe stare più attenta” sentii la voce di Break arrivarmi come amplificata, essendo a stretto contatto con la sua gabbia toracica.
Le mie guance si tinsero nuovamente di porpora. Certo, niente a che fare con l'allarmante colorito violaceo che avevo assunto poco prima, ma quel che bastava per farmi preoccupare che lo avesse notato. E all'improvviso... Non avevo più voglia di muovermi. Tutti i propositi di andarsene erano, per l’appunto, andati a farsi benedire assieme all'angoscia per i pettegolezzi che potevano star dilagando come un fiume in piena per l'intera città.
Poggiai una mano all'altezza del suo cuore premendo leggermente i polpastrelli contro il suo petto, dove il sigillo di un contraente illegale pulsava al solo tatto. Ma il cuore era più potente, e batteva forte, di un suono sordo e rassicurante, dandomi la certezza che a stringermi fra le braccia fosse vivo. Avvampai quando sentii il suo respiro fresco lambire un lembo scoperto del mio collo, mentre affondava il volto nei miei capelli lasciati sciolti sulle spalle, senza curarsi di niente e nessuno.
“B-Bre-eak?!” sussurrai un’ottava sopra il mio tono normale ma in modo appena percepibile.
Fu in quel momento che accadde l'impensabile.
Si udì un singulto provenire dalla nostra destra ed entrambi ci voltammo allarmati.
Sull'uscio stavano due cameriere, munite di grembiulino bianco e espressione a mio parere molto poco rassicurante. Dopo un veloce inchino si dileguarono tra gridolini a bassa voce e schiamazzi, senza nemmeno attendere l'ordine di congedarsi.


…Venendoti a svegliare, per farmi respirare…

“Oh no. Oh nononononono” gridai in preda al panico guardandomi attorno alla ricerca di una soluzione.
Lui soffocò una risatina, guadagnandosi un'occhiataccia. Non poteva essere. Come? Dove? Quando? Come avevo fatto a distrarmi in quel modo?!
“Io un'idea ce l'avrei...” rispose l'assolutamente-non-interpellato.
Avevo incominciato a parlare ad alta voce e nemmeno me ne ero accorta? Di male in peggio.
“Chissà cosa penseranno ora tutti quanti! Non potrò più farmi vedere in città, resterò chiusa dentro la residenza. Anzi no, dentro le mie camere. Oh, cosa dirà la nonna. E le altre casate cosa penseranno dei Rainsworth! Proprio ora che avevo la possibilità di partecipare ad una di quelle tanto bramate feste e conversare con le mie coetanee! Se la voce giungesse poi a quella chiacchierona della contessa di Reville! La nobile Ada non crederà mai più ad una sola parola di quel che le dico e non potrò più sp--" e giù a elencare.
Inaspettatamente, Break uscì dal bagno, dove probabilmente si era rifugiato per sfuggire al fiume in piena di parole che lo avrebbe travolto, già vestito di tutto punto. Tirò fuori un lecca-lecca dalla manica della divisa di Pandora stranamente indossata, e come ci fosse finito lì, solo Dio lo sapeva, mi lanciò un’occhiata troppo divertita per i miei gusti e trattenne un nuovo riso.
Sorrisi anch’io, gentilmente. Un sorriso di avvertimento prima della bacchettata che si sarebbe abbattuta su di lui.
“Che cosa trovi di tanto divertente, Break?” domandai in fare che di rassicurante non aveva proprio niente.
Si avvicinò con molta nonchalance, troppa, e si piegò leggermente per arrivare alla mia altezza. Impossibile come, anche se cresciuta, restassi sempre un pezzo buono più bassa di lui. Lo squadrai distaccatamente, sospettosa, quando ad un tratto la confusione prese il sopravvento al solo contatto che lui aveva creato alzandomi il mento con un dito.
Avvicinò il suo viso al mio, così vicino che potevo sentire il suo respiro infrangersi sulle mie labbra. Il suo profumo zuccherino s’intensificò entrando con irruenza nelle mie narici.
“Non è poi successo un che che di speciale milady” sussurrò a pochi millimetri da me, senza aver la minima e intenzione e di allontanarsi e di avvicinarsi.
Per una frazione di secondo, lo sentii vicino, così vicino da poterlo respirare ma durò un attimo. Poi si allontanò velocemente saltellando verso la porta come nulla fosse, lasciandomi imbarazzata e rigida nel mezzo della stanza.
“Break!” chiama quasi istericamente.
“Si?” domandò con un sorriso angelico stampato in volto.
“Dove vai ora?” dissi la prima cosa che mi passò per la mente. Non 'C-che cosa era qu-quello?!' oppure 'C-cosa avevi intenzione di f-fare?" e nemmeno 'Sei un'idiota'. Solo un 'Dove vai'.
“A riparare al danno prima che sia troppo tardi signorina, oppure credo sarà costretta a prendere seriamente in considerazione la proposta di chiudersi in camera a vita. Provvederò personalmente a procurarle i viveri!” detto ciò, sparì, dileguandosi.


Se il temporale poi, verrà a cercarti per
Portare la tristezza dentro te
Allora io più in alto volerò
Sole diventerò e ti sorriderò
Modà
.
.
.









A(l)n(y)golino:Salve a tutti aggiornamento notturno^^Ok,ok so che alla fine delle scorse note avevo inserito uno stralcio della happy ending di Elliot,Leo,Oz e company,ma…Proprio non mi veniva niente che fosse vagamente decente,per cui sono andata avanti:OMMIODIO BREAKXSHARON FOREVER em em.Ho rosicato come non si sa cosa quando alla fine Sharon è cresciuta solo dopo pochi mesi dalla morte di Xerx TT_TT e poi ha addirittura sposato blah Reim(cosa che trovo totalmente insensata)e quindi puffff.Io personalmente li shippo come non mai e dopo aver letto in una delle scan giapponesi tradotte in inglese nella quale Reim racconta che quando era andato a regalare un mazzo di rose ad una Sharon piccina picciò,lei aveva rifiutato perché da grande avrebbe voluto sposare il suo Xerx-nii AWWWWWW non cel’ho fatta più e scialla sono diventati l’OTP delle OTP.Nonostante questo,ho provato a tenermi un po’(e per questo è un po’cortina)per rispetto nei confronti di chi legge ‘sta roba ma li vede solo come fratello e sorella ;.; spero non essermi jashfuibvpeibeiata troppo.Nel caso della VinceAda è diverso,perché il loro tipo rapporto è palese,mentre qui ci sono più impicci.E niente,vorrei sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno letto,messo tra le seguite,le preferite o recensito.In particolare un grande lovvoso thx a whitemushroom FairyTaulNatsueGray Ronnie Stregatto stellaskia #equelladannatageniapigradi _Mamoru_:grazieeeeeeeee
Detto ciò,spero che il capitolo vi sia piaciuto,fatemi sapere,sono sempre accette critiche,consigli,correzioni e quant’altro:P Spero di non aver fatto troppi casini,l’ho appena finita di scrivere e subito pubblicata perché voglio seriamente rispettare il limite di una settimana che mi sono data,anche se la canzone non è scelta proprio con cura ma un po’ così…Dita incrociate!
Alla prossima,
AlnyFMillen
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pandora Hearts / Vai alla pagina dell'autore: AlnyFMillen