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Autore: Cat in a box    10/04/2009    2 recensioni
[…] Ma in seno all’odio si sviluppa l’Amore, e il cupo e il denso dell’animo si stempra nei sentimenti più teneri. Quest’uomo odia molto perché ha amato molto. L’odio è infinito, perché infinito è l’amore, e il dolore è disperato, perché non c’è vendetta uguale all’offesa. Tutto questo trovi mescolato e fuso nel suo mesto racconto, non sai se più terribile o più pietoso. Accanto alla lacrima sta l’imprecazione; e spesso in una stessa frase c’è odio e c’è amore, c’è rabbia e c’è tenerezza; come l’ultimo suono delle sue parole […]. | Attualmente sto correggendo e 'ristrutturando' i capitoli già scritti [ultimo in data 26/08/13].
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Il trio protagonista, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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In questo capitolo arriveranno i cosiddetti ‘cattivi’. Ora per Adelia è giunto il momento di scoprire veramente con chi avrà a che fare! Mentre il povero Piton dovrà starle dietro, tra mille preoccupazioni. Spero che vi piaccia! Buona lettura^^. (Se notate degli errori ortografici, vi prego di segnalarmelo^^).

 

Lo sposalizio di sangue

 

Erano passati diversi giorni dall’ultima volta che Adelia aveva rivolto la parola ai suoi amici Grifondoro. A dire il vero, erano passate lunghe settimane da quella volta. Il tempo era volato in fretta. Era isolata dai compagni della sua casa, per via dei continui pettegolezzi della Brown, ma non per questo era rimasta sola. Aveva preso l’abitudine di trascorrere la maggior parte del suo tempo, in compagnia del Professor Piton, il quale era diventato decisamente più piacevole e premuroso nei confronti della fanciulla. Mostrava dei meri riguardi per lei. Tuttavia, qualche volta doveva accontentarsi della solitudine dei suoi libri. Ma questo capitava solo quando il suo ‘tutore’ si trovava impegnato a dare lezione, nell’aula di pozioni. Spesso allora si dirigeva nella sala comune di Serpeverde, proprio affianco all’aula di pozioni, a dedicarsi alla lettura di qualche testo. Nella maggior parte dei casi, erano libri che trattavano di Demoni o di Necromanzia. Silente gliene lasciava in prestito, almeno due a settimana. Nonostante fossero letture pesanti, Adelia riusciva sempre a terminare di leggerli nel giro di solo qualche giorno. Grazie a quei libri aveva appreso davvero tanto sui Demoni. Aveva scoperto che vi erano diverse tipologie, di cui Demoni elementari, spirituali e materiali. I quali non sempre erano dediti alla malvagità e alla corruzione. In precedenza, era convita che fossero entità prevalentemente maligne, ma dovette ricredersi nonostante la sua amara esperienza. Si diceva che anche i Demoni fossero stati anticamente dei maghi, prima di abusare troppo della Magia Nera per empi scopi. Tuttavia, le tracce che aveva lasciato il passato, mostrava anche un lato umano in queste temibili creature. Lo stesso Merlino, nato mezzo demone e mezzo mago, era diventato uno dei più celebri esponenti nella Storia della Magia. Era l’indizio che dimostrava che vi potevano essere anche dei legami tra Maghi e Demoni, anche se Adelia faticava a credere che questi potessero dare origine ad una prole ibrida. Dopotutto, i Maghi temevano e disprezzavano i Demoni, per via della loro natura disonesta indirizzata a disseminare discordia. Per questo motivo, ormai i legami tra queste due fazioni potevano considerarsi estinti da secoli. Conosceva parecchie cose su di loro. Ma non aveva ancora scoperto nulla al riguardo delle Maledizioni. In nessun libro, aveva trovato qualche indizio che riguardasse lo Stigmata Diaboli. Non aveva trovato nulla, neanche sul Demone che l’aveva dannata. Purtroppo doveva fare tutto da sola. Non avrebbe mai osato chiedere qualcosa nel dettaglio, né a Piton né a Silente. Era troppo rischioso. Quel giorno, Adelia si trovava nella sala comune di Serpeverde, dal momento che Piton era impegnato a svolgere due ore di lezione nell’aula affianco. Grifondoro in compresenza con Serpeverde. Non le passò neanche per la testa di andare a salutare i suoi ‘amici’. Per cui si appostò nel suo solito posto, nell’intento di leggere un nuovo libro, quando udì delle strane voci provenire dal fondo del corridoio.

 

 

“Sei sicuro che nessuno possa sentirci?”. “Assolutamente, i sotterranei sono il posto più sicuro per parlare.”. Riconobbe la voce di Gazza, ma non quell’altra. Aguzzò l’udito, e cercò di ascoltare la conversazione. “Sono arrivati dei nuovi Grimori e Necronomicon dall’Egitto e dalla Romania, sono stati già sistemati nella sezione proibita, tuttavia dovranno essere spostati al più presto.”. “Ma la sezione proibita è sicura!”. Ribatté il custode. “Sicura? Tzé! Quel Potter è riuscito ad accedervi diverse volte, trafugando antichi Grimori e ricettari di pozioni proibite.”. D’un tratto Adelia si ricordò di quella voce. Era quella di Alastor Moody! “Silente ne è stato informato?”. “E’ stato Silente stesso a chiedermi di spostare dalla sezione quei maledetti libri!”. Rispose minaccioso. “Entro domani voglio quei volumi fuori dalla sezione proibita. Questa è la lista dei testi.”. Concluse il Professore, e li sentì allontanarsi. “Grimori e Necronomicon?”. Pensò Adelia. Certo che dovevano essere effettivamente antichi, se non potevano neanche essere contenuti nella sezione proibita. Degli ultimi non le interessava granché. Ma i Grimori erano delle vere e proprie enciclopedie di Magia! Avrebbe potuto trovare qualcosa che riguardasse le Maledizioni! Magari sarebbe persino riuscita a risalire all’entità del Demone che l’aveva dannata. Chissà se avrebbe trovato qualcosa? Le due ore passarono piuttosto in fretta, e presto vide gli studenti allontanasi dai sotterranei, per dirigersi verso le altre aule del castello, per seguire le successive lezioni. Quando ormai non era rimasto più nessuno, Piton si diresse verso la sala comune, dove sapeva bene che la sua allieva più cara lo attendeva. “Adelia, vogliamo andare?”. Le chiese con una certa dolcezza nel suo tono di voce. “Sì Professore!”. Rispose lei, sorridendo raggiante. Raccolse le sue cose, e si avviò insieme a lui nel suo laboratorio privato. Vi era un tavolo in legno, alla quale ogni volta, Adelia aveva preso la consuetudine di accomodarsi. “Hai portato i due rotoli di pergamena sui demoni del XII secolo, che ti avevo chiesto la settimana scorsa?”. “Sì.”. Rispose annuendo, mentre tirava fuori le pergamene dalla sua borsa, porgendole al Professore. “Bene, nel frattempo ti chiederò di preparare la Pozione Pepata. Madama Chips mi ha chiesto di riempire quelle sei fiale che trovi sul bancone in fondo, puoi considerarti ufficialmente messa alla prova.”. Adelia annuì, e si mise al lavoro. Per sua fortuna la Pozione Pepata era una delle più semplici, poiché richiedeva pochi ingredienti e in quantità piuttosto approssimate. Iniziò a procurarsi i componenti dai vari scaffali, quando si accorse di qualcosa di strano, che non aveva mai visto. Su uno degli scaffali difatti, vi era un’ampolla rimasta aperta, probabilmente che era stata mal riposta da qualcuno. Aveva un singolare aspetto. Il colore era madreperlaceo e brillante, mentre emanava un dolce profumo simile al biancospino, che si alzava formando delle specie di spirali. Adelia si avvicinò ancora di più, per sentirne l’odore. D’un tratto starnutì. “Adelia, è tutto apposto?”. Le chiese Piton. “Sì, Professore! Ho trovato una pozione strana, non so che cos’è…”. Disse indicando la pozione sconosciuta che si trovava sul ripiano. Severus alzò lo sguardo, distogliendolo dalle pergamene che stava leggendo, e osservò l’ampolla che Adelia aveva indicato. “Non può essere…”. Posò i fogli con incuranza, e si diresse verso quella mensola. Afferrò l’ampolla e la chiuse immediatamente. Iniziò ad osservare il liquido all’interno. “Amortentia…”. Disse ad un certo punto, mentre Adelia lo guardava con aria interrogativa. “Che cos’è Professore?”. Chiese. Piton allontanò lo sguardo dalla pozione, e guardò Adelia preoccupato. Quello sguardo non sfuggì alla ragazza, che istantaneamente avvertì una strano presentimento. “Adelia, devi rispondermi sinceramente: hai inalato i vapori dei questa pozione?”. “Ne ho sentito il profumo…sì.”. Ammise pentita. “E’ il caso che tu rimanga qui, nel frattempo andrò a prelevare il colpevole di questo misfatto.”. Ma prima che se ne andasse, Adelia lo fermò con una domanda. “Professore?”. Lui si fermò in prossimità dell’uscita. “Non è nulla di grave, vero?”. Lui sospirò. “No Adelia, ma devi promettermi che non lascerai per alcun motivo, i sotterranei.”. La giovane annuì. Dopotutto avrebbe dovuto fidarsi del suo tutore, no? Quando Piton uscì definitivamente dal laboratorio, Adelia si mise all’opera e iniziò a preparare il necessario.

 

 

Severus Piton si stava dirigendo spedito lungo i corridoi del secondo piano. Pareva piuttosto adirato e spazientito, ma sapeva perfettamente dove dirigersi. Si fermò in prossimità della porta di un’aula, dentro la quale si stava svolgendo indisturbata una lezione di Trasfigurazione. Bussò. “Avanti.”. Disse la sua collega, McGrannit. Aprì la porta con eleganti gesti, e vi entrò. “Ho bisogno di prelevare Ron Weasley.”. A quelle parole proferite, un sadico sorriso si dipinse nei lineamenti del Professore di Pozioni. “Ma certamente.”. Rispose la capo casa dei Grifondoro. Il rosso si alzò in piedi con aria diroccata, mentre gli sguardi indulgenti dei suoi compagni lo fissavano dirigersi verso Piton, il quale inarcò un ciglio. Sperava di non averla combinata grossa! Non appena furono fuori dall’aula, Severus estrasse dalla tasca del suo mantello una fiala, e la mostrò al ragazzo. “Lei ha idea di cosa sia questa, Signor Weasley?”. Pareva quasi un ammonimento, dal tono che aveva usato. “Quella…quella…quella è…”. “Si risparmi, glielo dico io cosa è: Amortentia, un potente filtro d’Amore, assolutamente proibito a Hogwarts. Lo sapeva questo?”. “Ehm…no”. Ammise. “Dunque, Signor Weasley…”. Lo guardò con spregio. “…è stato lei a lasciare l’Amortentia nell’aula di pozioni, dopo lezione?”. “No Signore!”. “Non mi prenda in giro. So bene che i suoi fratelli ne producono una quantità industriale, per i loro biechi scopi. Ti hanno chiesto loro di lasciare la pozione aperta su uno degli scaffali, non è così?”. “No!”. Si difese il ragazzo. “Lo venga a dire al mio Veritaserum, allora!”. Lo afferrò per un braccio, e lo trascinò con sé per i corridoi, finché non giunsero entrambi in un’aula vuota, nella quale si accomodarono. Nel frattempo, Adelia si trovava ancora nei sotterranei. Stava cominciando a sentirsi piuttosto strana. La fronte aveva cominciato ad imperlarsi di sudore, mentre il suo esile corpo erano scosso da continue vampate di calore. Dopotutto, si trovava anche dinanzi ad un calderone acceso, ma di certo non per quello aveva cominciato a sudare freddo! Stava incominciando a sentirsi persino nauseata. Ormai la pozione era pronta. Si allontanò dal calderone e si accomodò su una sedia, vicino ad un tavolo. Appoggiò la testa sul banco, e si strinse le spalle. Aveva cominciato a girarle la testa. Realizzò, solo in quel momento, che i suoi malori dovevano essere stati causati da quella pozione a lei sconosciuta, che aveva inalato. Eppure, Piton le aveva detto semplicemente di restare nei sotterranei, probabilmente non doveva essere grave. Si alzò nuovamente, e si diresse verso il paiolo. La pozione era pronta. Spense il fuoco e sollevò il pensante calderone, appostandolo su un supporto in legno. Si sentiva fiacca, ma doveva finire a tutti i costi! Piton l’aveva messa alla prova, e non voleva deluderlo. Con un mestolo cominciò a versare il liquido, dentro le fiale che le erano state preparate dal Professore, qualche momento prima che cominciasse. Dopodiché le sigillò una ad una, e in fine le spostò su uno scaffale, dove sotto si leggeva l’etichetta ‘Pozione Pepata’. Aveva finito. Si sedette su una sedia, rimuginando su cosa avrebbe dovuto fare. Era certa che Piton c’avrebbe messo più di mezzora, e lei non aveva voglia di aspettare tutto quel tempo. Magari era solo un po’ di febbre. In quel momento, preferì seguire i suggerimenti che le giungevano dalla propria testa. Avrebbe sempre potuto spiegare al Professore che si sentiva poco bene, e che era andata a riposarsi nella sua camera. Aveva deciso. Prese il suo mantello, dimenticando il resto delle sue cose, e uscì dai sotterranei.

 

***

 

Il rosso aveva cominciato a tremare come una foglia, a tal punto, che quasi faceva persino tremare la sedia sulla quale si trovava seduto. “Mi dica Signor Weasley, è stato lei dunque ad aver lasciato intenzionalmente l’Amortentia nell’aula di pozioni? Per giunta, in un’ampolla aperta?”. Piton si rivolse a lui in tono intimidatorio. “No Signore, ma so chi è stato!”. Rispose il ragazzo. Era sconvolto, le sua bocca si muoveva da sola e le parole che ne uscivano erano incontrollabili! Il Veritaserum, che gli aveva somministrato qualche attimo prima, era stato davvero potente. “Mi rammarica sapere che non sia stato lei Weasley, stavo già pianificando una tortura alla quale sottoporla…”. Si avvicinò a lui. “…avrei potuto rinchiuderla in una bara piena di ragni, anche se la vergine di ferro mi allettava altrettanto. Ora mi dica, chi è stato?”. Era spaventoso quando si comportava così. Era meschino e crudele, come tutti lo conoscevano. E non era una novità! “E’ stato il Professor Alastor Moody!”. Riprese il rosso. “Il Professore di Difesa contro le Arti Oscure? Com’è possibile?”. Severus rimase allibito. “Io ed Harry, lo abbiamo visto ieri notte mentre si aggirava nell’aula di pozioni, nella quale aveva posato su uno degli scaffali una strana pozione.”. “Ah, eravate a pavoneggiarvi per il castello di notte, non è così?”. “Sì, Professore.”. “Per questo gesto sconsiderato, cinquanta punti saranno tolti alla casa dei Grifondoro. Ora se ne può andare Weasley.”. Disse indicando la porta al ragazzo, dalla quale uscì di corsa. Piton era rimasto assorto nei suoi pensieri. Com’era possibile che Alastor avesse lasciato un filtro d’Amore nell’aula di pozioni? A quale scopo avrebbe dovuto farlo? Stava tramando qualcosa, ne era certo. Dopo poco, decise di avviarsi verso l’ufficio del Preside. Sicuramente riferirlo a Silente, non gli sarebbe guastato affatto. Nel contempo, Adelia era uscita dai sotterranei. Le scale erano state parecchio faticose, e non si sentiva per niente bene. Ogni attimo che passava, si faceva sempre più debole e stanca. Si chiedeva, per quanto ancora, le sue gambe l’avrebbero retta prima di cedere. La sua stanza si trovava al terzo piano, e arrivarvi non sarebbe stata una passeggiata. Si addentrò in un lungo corridoio, quando alle spalle si sentì chiamare da una voce femminile, piuttosto familiare. “Hermione? Non dovresti essere a lezione, a quest’ora?”. Chiese Adelia, vedendo la sua coetanea Grifondoro, intenta nel dirigersi anche lei ai piani superiori del castello. “Veramente anche tu dovresti essere a lezione. Io sono venuta a cercare Ron…”. Disse senza terminare la frase, poiché aveva notato che Adelia non si sentiva affatto bene. “Non hai una bella cera, vuoi che tu accompagni in infermeria?”. “No, non ne ho bisogno. Io devo andare al terzo piano, nella mia camera.”. Un attimo dopo, Hermione la prese sottobraccio e iniziò ad aiutarla a proseguire oltre. “Ti accompagno, tanto io devo andare nella stessa direzione.”. Perché d’un tratto era preoccupata per la sua salute? Non le aveva rivolto la parola per più di un mese, e all’improvviso era diventata così gentile nei suoi confronti. Tuttavia Adelia non le disse di ‘no’. Dopotutto, aveva effettivamente bisogno di un supporto a cui appoggiarsi, per camminare. “Piton dov’è?”. Chiese ad un certo punto Hermione. “Credevo stessi cercando Ron.”. “Sì, ma il fatto è che dovrebbe trovarsi con lui.”. Aveva un’aria piuttosto preoccupata, doveva essere successo qualcosa. “Non lo so, non mi ha detto nemmeno dove sarebbe andato.”. La sua risposta fu deludente. “D’accordo…”. Sospirò Hermione. Proseguirono per un po’, senza rivolgersi parola, quando d’un tratto la Granger interruppe il silenzio con un’insolita domanda. “Adelia, posso chiederti una cosa?”. La mora annuì. “Cosa provi per Ron?”. Quella domanda le fu piuttosto insolita. Tra tutte quelle che si sarebbe aspettata, aveva formulato proprio quella che non si sarebbe mai attesa da lei. “Nulla di più, che un’amicizia. Anche se non ci parlo da più di un mese….”. Le rispose. Il volto della compagna si illuminò. “Per fortuna! Credevo che ti fossi invaghita di lui…”. “E tu cosa provi per lui?”. Chiese Adelia. “Oh lo amo! Anche se quasi sembra che straveda per te, nonostante mi metta sempre in mostra…”. A quelle parole Adelia capì tutto. “Tsk!”. “Che cosa c’è Adelia?”. “Ma era logico che ti piacesse, lo difendevi sempre e non gli davi mai torto…”. Adelia levò il braccio dalla presa, e si appoggiò con la schiena ad una parete. “…è per questo che non mi hai rivolto la parola per più di un mese! Evitandomi, e civettando con la Brown sul mio conto…volevi solo che mi allontanassi da Ron.”. La mora la fulminò con lo sguardo. “Ti dava troppo fastidio che ti mettessi i bastoni tra le ruote, non è vero?”. “Adelia, cerca di capire, l’ho fatto perché…”. Non riuscì a terminare in tempo la frase. “Non mi serve sapere il ‘perché’, ormai ho capito tutto! Non ho bisogno della compagnia di persone false come te.”. “Adelia, dammi un’altra possibilità di essere tua amica! Ho sbagliato, e lo ammetto…non dovevo comportarmi così!”. La mora la fissò, con i suoi penetranti occhi verdi, che parevano due fuochi di smeraldo. “No, è inutile che provi a cercare compassione. Io non ho bisogno di persone che fingono di essermi amiche, solo per piacere a qualcuno. Puoi andartene a cercare Ron!”. “Sei meschina! Non te ne stai rendendo conto, ma sei cambiata dall’inizio dell’anno, ora sei diventata fredda quanto Piton…sei orribile!”. Le disse prima di correre via. Orribile? Se solo avesse conosciuto il lato gentile di Severus, avrebbe capito che non era per niente terribile, e Adelia lo sapeva fin troppo bene.

 

 

Nel frattempo, Piton aveva già raggiunto l’ufficio del preside, alla quale aveva raccontato tutto il misfatto. “E così, sospetti che Alastor Moody stia tramando qualcosa contro Adelia…”. Iniziò Silente. “…non abbiamo delle prove, ma ho notato uno strano comportamento in lui dall’inizio dell’anno. C’è qualcosa che non mi torna…”. Si diresse verso il pensatoio. “…forse avrei bisogno di riflettere per un po’ di tempo…”. “E cosa dovrò fare con Adelia?”. Chiese il Professore, con aria angustiata. Silente lo guardò. “E’ giunto il momento che ti dica la verità, mio caro Severus.”. Si diresse verso la scrivania, prendendo una lettera che già era stata aperta. “Adelia non è una comune strega, con dei qualsiasi poteri e un corpo mortale.”. Silente si avvicinò e li porse la busta. “Questa lettera, mostra il resoconto di quello che è successo alla Ostrongrave, la sua precedente scuola. Se leggerai la lettera, avrai dei chiarimenti su quello che è in grado di fare.”. Prese una pausa. “Devi sapere che Adelia è una Portatrice.”. Piton allontanò lo sguardo dalla lettera. Aveva già sentito più volte, soprattutto negli ultimi tempi, pronunciare quella parola. “Adelia porta un marchio?”. Chiese sbigottito. “E’ l’unica portatrice dello Stigmata Diaboli, il marchio più temuto dai Maghi…”. “Lo sposalizio di sangue!? Come può essere…”. Silente lo interruppe. “Lo Stigmata Diaboli è uno dei marchi più influenti, che viene conferito solo da una certa gerarchia di Demoni, dimoranti nel Basso Inferno. Precisamente, sono Demoni battaglieri che amano disseminare Vendetta nel mondo materiale. Adelia è stata dannata, per via di uno di questi Demoni, di cui soltanto lei è a conoscenza del nome e lei soltanto potrà pronunciarlo. Lo sposalizio di sangue è un forte legame, che non può essere spezzato da alcun incantesimo, se non con la Vendetta sulla propria morte. L’anima di Adelia ora è divisa a metà. Una parte si trova imprigionata negli Inferi, mentre l’altra fa parte di lei. Per questo motivo non riesce a gestire i suoi poteri. Nel caso dovesse fallire, rimarrà per sempre incompleta e sarà condannata ad una vita immortale, e perirà sotto atroci sofferenze.”. “Quindi è per questo che il Ministero della Magia la protegge! Perché colui che deve uccidere, è l’Oscuro Signore.”. “Esattamente, tuttavia i Mangiamorte sono giunti a conoscenza di Adelia. Qualcuno deve essersi introdotto nel Ministero e aver ricavato queste informazioni da qualcuno, e purtroppo sono già sulle sue tracce. La stanno cercando per distruggerla. Hogwarts è l’unico posto sicuro, dove Adelia possa rifugiarsi.”. “Albus, è solo una ragazza di diciassette anni! Come puoi pensare che lei possa annientare l’Oscuro Signore!? Questa è utopia!”. Il vecchio mago lo fissò. “Non avere dubbi, è una tua allieva e avrai pur visto che cosa è in grado da fare.”. “Evocare una creatura celestiale come Patronus, non sarà sufficiente a proteggerla!”. “Io non mi riferivo a quello…Adelia sa fare ben altro che evocare Patronus dalle sembianze angeliche, e posso permettermi di dire, che i suoi poteri superano di gran lunga le nostre aspettative.”. “Stiamo parlando dell’assurdo! Albus, io ho visto per anni come opera l’Oscuro Signore, e mandare una ragazza della sua età ad affrontarlo, equivale ad un sacrificio che porterà a morte certa!”. L’anziano mago si avvicinò a lui, e gli porse una mano sulla spalla. “Posso giustificare le tue apprensioni nei confronti di Adelia…tutti ormai teniamo a lei più di ogni altra cosa, ma sarebbe peggio vederla soffrire per l’Eternità, piuttosto che averla in pace con un’anima mortale.”. Gli occhi azzurri brillavano dietro alle lenti a mezzaluna, e fissavano quelli bui di Severus. “Ora torna da lei, e cerca di starle sempre affianco.”. Furono le sue ultime parole. Severus uscì dall’ufficio, piuttosto sconvolto da quella conversazione. Non poteva credere che Silente, potesse dimostrarsi così imbecille! Pensava. Era sembrato piuttosto pacato e indifferente, al riguardo di Adelia. Come poteva nutrire così tanta fiducia, al fatto che Adelia avrebbe sconfitto l’Oscuro Signore? Insomma, oltre al fatto che era molto giovane e con poca esperienza, lui sapeva fin troppo bene che non era in condizioni per duellare. Non era in grado di scagliare un incantesimo efficace, che potesse in qualche modo ferire l’avversario, permettendole di mettersi in salvo. Era brava sulla difensiva, ma quando non aveva la bacchetta tra le mani, l’aveva vista più volte accasciarsi a terra e arrendersi. I Mangiamorte non l’avrebbero risparmiata. Erano spietati e crudeli, e non avrebbero provato alcuna pietà per quella ragazza, senz’altro l’avrebbero uccisa. Come potevano, Silente e il Ministero della Magia, voler sacrificare quella fanciulla? Follia. Per molti anni, aveva trascorso i suoi giorni a tormentarsi per la morte di Lily, la sua amata Grifondoro. Adelia era riuscita a porre un fermo, a quei caotici ricordi, che lo avevano da sempre perseguitato. Aveva posto un fine a quella straziante sofferenza. Lo aveva perdonato di ogni male commesso. Ma i sensi di colpa erano rimasti. Ogni giorno aveva sotto agli occhi una graziosa fanciulla, che assomigliava così dannatamente a Lily, e il solo pensiero che qualcuno voleva ucciderla, lo tormentava. Aveva passato notti in bianco, pensando a lei. Pensando a quello sguardo innocente, accompagnato dal suo raggiante sorriso. Amava Adelia. Si sentiva fortunato di potersi beare della sua vista e della sua dolcezza, e non avrebbe permesso a nessuno di portala via. A costo della sua stessa Vita, lo avrebbe giurato.

 

 

Adelia aveva cominciato a sentirsi sempre più debole e stanca. Era ancora al secondo piano, e stava percorrendo lentamente i corridoi, per via della fatica, quando una possente figura non le comparve dinanzi. “Adelia Blackford, per quale motivo sta vagando come una moribonda nel bel mezzo dei corridoi della scuola?”. Era Alastor Moody (o almeno, così sembrava che fosse…). “Sto andando al terzo piano.”. Rispose lei, cercando di tagliar corto. “Tutta sola e senza aiuto? Che imprudente. Il suo tutore non le ha insegnato, a girare sempre in compagnia di qualcuno, per il castello?”. Adelia riconobbe un timbro sadico nella sua voce. “Ha ragione, ora è meglio che vada.”. Disse la ragazza per terminare il discorso, quando sentì afferrarsi un braccio, da una forte presa. “Che cosa ti è successo Adelia? Hai per caso la febbre? Sei scivolata dalle scale? O hai inalato i vapori di una pozione mortale?”. Sogghignò. Adelia iniziò a sospettare che fosse stato lui ad aver lasciato quella misteriosa ampolla nei sotterranei. “Mi lasci!”. “Oh! Come la Signorina desidera...”. Le diede una spinta, e la fece cadere rovinosamente a terra. “Forse sono stato un po’ brusco, aspetti che le do una mano ad alzarsi.”. Le afferrò burberamente per un braccio, tirandola su di peso, stringendo talmente forte la presa, che quasi Adelia gemette dal dolore. “Fa male il braccio? Forse potrei romperle l’altro, così non sentirà più male in questo! Ahahahaha!”. Delle lacrime iniziarono a scivolarle lungo il viso. Perché si stava comportando così? Non poteva essere il Professor Moody! “Che cosa sta succedendo qui?”. Soggiunse una voce. Adelia si voltò. Era Cedric Diggory, il capo scuola. “Stavo insegnando l’educazione a questa ragazza, che a quanto pare persiste nell’essere negligente.”. La guardò con disprezzo. “Credo che il posto di Adelia non sia qui. Severus Piton la vorrà nei sotterranei, lasci stare Professore, ci penserò io ad accompagnarla.”. Prese Adelia sottobraccio, lasciando che il Professore gli lanciasse un’occhiataccia, e la portò via. Non appena girarono l’angolo, Adelia lo ringraziò. “Figurati!”. Rispose lui, iniziando la conversazione. “Ultimamente Alastor si sta comportando in modo alquanto insolito. Non sei la prima, se questo ti può confortare, a quanto pare ce l’ha con tutti. Ha persino rotto il polso, ad un ragazzo del secondo anno, dei Corvonero.”. Adelia lo ascoltò allibita. “Silente lo sa?”. “Beh, diciamo che è stato informato di tutto, anche degli ultimi avvenimenti. Tuttavia, Moody continua lo stesso indisturbato ad importunare gli studenti che girano da soli per la scuola.”. “Ma da quanto tempo si comporta così?”. “Già da un po’, forse un mese dopo l’inizio dell’anno. Tuttavia, ti consiglio di girare sempre insieme a qualcuno, e nel tuo caso dovresti restare sempre appresso al tuo tutore.”. In effetti, non aveva tutti i torti. Con Piton si sentiva al sicuro (anzi, era al sicuro!). Camminarono per un bel po’, scendendo diverse rampe di scale e percorrendo diversi corridoi, quando ad un certo punto le gambe di Adelia iniziarono a cedere. “Non riesco più ad andare avanti, mi sento troppo stanca…”. Si accasciò a terra. “Ma siamo già al primo piano, non vorrai fermarti adesso!? Tra poco saremo davanti ai sotterranei!”. La incoraggiò il ragazzo. Adelia si fece forza e provò ad alzarsi, ma senza alcun risultato. “D’accordo, allora vado a chiamare qualcuno.”. Le disse, cercando di confortarla, quando in quel momento qualcuno di inaspettato arrivò. “Adelia, che cosa ci fai fuori dai sotterranei?”. Era Piton. La ragazza lo guardò, sembrava piuttosto furente nel vederla lì. “Professore, la ragazza non si sentiva molto bene, ed è uscita nel tentativo di andare in infermeria.”. La difese Diggory. “Basta così, vada a lezione Signor Diggory, prima che le tolga quaranta punti alla sua casa. Penserò io a lei.”. Sembrava piuttosto serio. Cedric salutò Adelia lasciandola lì dov’era. Quando se ne fu andato, Piton le si avvicinò senza dir nulla, e la sollevò in braccio. “Che non si ripeta mai più!”. Le disse. Adelia annuì.

 

***

 

Niente, ripeto niente, ti da il diritto di uscire dai sotterranei, senza essere accompagnata da qualcuno. Soprattutto perché sei sotto la mia responsabilità, non puoi andare a girovagare a tuo piacimento nei meandri del castello.”. Sembrava piuttosto preoccupato, nonostante il tono di voce fosse molto aggressivo. “Ti avevo chiesto di aspettarmi qui, e qui dovevi restare.”. Adelia decise di difendersi. “Anche se stavo agonizzando? Ho pensato che non sarebbe tornato subito, e difatti così è stato. Allora avevo deciso di ritirarmi nella mia stanza.”. “Poteva succederti di tutto!”. “Allora perché non mi ha portata con sé? Si sarebbe risparmiato questa paternale…”. Ci fu un attimo di silenzio. “Come te li sei procurati quei lividi sul braccio?”. Le disse dopo un po’, notando le chiazze violacee sulla sua candida pelle, che avevano iniziato a comparire. “Ho incontrato il Professor Moody per i corridoi…”. Ammise la ragazza. “…Diggory è arrivato appena in tempo e mi ha portata via, altrimenti il Professore mi avrebbe spezzato un braccio.”. Proseguì. Piton la guardò turbato. “Per oggi sospendiamo le lezioni, non sei decisamente in forma. Ti accompagnerò nel tuo dormitorio, e non dovrai uscire per nessun motivo, finché non ti verrò a prelevare io stesso per accompagnarti a cena. Sono stato chiaro?”. Adelia annuì tristemente. Non aveva voglia di stare da sola nella sua stanza! Detestava la solitudine. Tuttavia, si sarebbe vergognata a morte, di chiedere a Piton di tenerle compagnia. Si limitò a non dir più nulla, e con uno sguardo abbattuto lo seguì. Ora si sentiva decisamente meglio, dal momento che Severus le aveva somministrato una pozione rinvigorente, che l’aveva un po’ rimessa in forze, anche se la nausea persisteva. Si incamminò dietro di lui, mentre salivano la rampa di scale a chiocciola che portava al primo piano. Piton cercava di non andare troppo veloce, per permettere alla ragazza di stargli dietro. Adelia sembrava assorta nei suoi pensieri. Si ricordava ancora di quella discussione, che aveva udito quella mattina, tra Gazza e il Professor Moody. Per quale motivo Silente avrebbe dovuto spostare dalla sezione proibita quei testi? Dopotutto, aveva ormai letto la maggior parte dei tomi che si trovavano nella sezione. Sembrava piuttosto assurdo, che ora volesse sbarazzarsene. Non faceva altro che farle leggere Grimori e Necronomicon. C’era qualcosa sotto. Probabilmente Alastor aveva ingannato il custode, dicendo che lo stesso Silente glielo aveva ordinato. E se stesse pianificando qualcosa di losco contro di lei? Aveva ancora in mente quelle parole di minaccia. “…O hai inalato i vapori di una pozione mortale?”. Probabilmente era stato lui a lasciare l’ampolla sullo scaffale. Allora, forse era a conoscenza della sua Dannazione!? Tramava di ucciderla? Adelia non lo sapeva con certezza, ma il solo pensiero le fece accapponare la pelle. Presto sarebbe stata da sola nella sua stanza, e Moody avrebbe potuto approfittare dell’assenza del suo tutore, per farle del male. Era per giunta diventata incredibilmente vulnerabile, dal momento che non era al massimo delle sue forze. Avrebbe forse dovuto chiedere a Severus di tenerle compagnia? Ci pensò a lungo, poi ad un certo punto decise di chiederglielo. “Professore?”. Lui si voltò. Adelia abbassò immediatamente lo sguardo, per non incrociare il suo. “Volevo chiederle se potrebbe tenermi compagnia in camera.”. A quella domanda Piton si sorprese. “C’è qualcosa che ti turba?”. Le chiese lui, di rimando alla sua domanda. In quel momento si ricredette, forse non avrebbe dovuto fargli quella richiesta! “No, nulla…”. Rispose Adelia, cercando di rispondere sul vago. “…è solo che ho un brutto presentimento.”. Cercò di convincersi, che quelle fossero state le parole giuste. “E’ un mio dovere, l’avrei fatto comunque.”. Quella risposta la confortò moltissimo.

 

 

Adelia si era messa a sedere a gambe incrociate sul tappeto, davanti al camino appena acceso. Piton si era adagiato sulla poltrona, nell’intento di leggere un ricettario di pozioni, che si era portato dietro. Non parlarono per un po’. Sembrava che ognuno dei due, avesse altro a cui pensare. Adelia stava guardando le fiamme del focolare. Aveva sempre avuto un debole per il fuoco. Vivace e incontrollabile. Agitava la bacchetta, facendo muovere le fiamme a suo piacimento, e tal volta facendole prendere diversi colori. Viola, smeraldo, blu. In quel momento, non si accorse di avere gli occhi di qualcuno addosso. “Affascinante, non è vero?”. Chiese ad un tratto Piton. “Già…”. Sospirò lei. “Se non sbaglio Adelia, tu non hai ancora un animale.”. “Ehm…no.”. Rispose con un po’ di esitazione. “Tuttavia, ho sentito diverse volte provenire delle insolite cantilene dalla tua camera.”. Disse sospettoso. Adelia si limitò al silenzio. “Non devi temere di dirmi la verità, Adelia.”. Si sentì vinta da quelle parole. Avrebbe fatto bene a confessargli che teneva una Puffola Pigmea? Forse non l’avrebbe presa bene. “Io non credo, che lei approverebbe il fatto, che io nasconda una creatura vietata ad Hogwarts.”. Rispose lei. “Almeno che non sia un drago, o qualsiasi altra creatura pericolosa, penso che non ci siano problemi. Dopotutto, sono il tuo unico insegnante, e penso che potremo fare un’eccezione.”. Adelia sorrise. Si diresse verso l’armadio, e vi tirò fuori una piccola cesta in vimini. “Batuffolo, vieni.”. La ragazza prese tra le mani la palla di pelo, la quale iniziò a stridere. Severus scrutò la palla di pelo. Non ne andava pazzo per il colore, però aveva un’aria innocua. “E’ da molto che ce l’hai con te?”. Chiese. “Quasi dall’inizio dell’anno. L’ho trovato nella Foresta Proibita, e questo ha voluto seguirmi.”. La creatura-batuffolo si cimentò nella sua solita operetta lirica, producendo una sorda cantilena. Adelia rise. “Hagrid ha detto che quando cantano, significa che sono felici col proprio padrone.”. Severus piegò un angolo della bocca in un leggero sorriso. Amava vedere Adelia felice, voleva solo questo per lei. Ripensò al suo discorso con Silente. “Oh Adelia, come può una persona dolce come te, esser stata maledetta? Sei un Angelo, e non c’è macchia di peccato sulla tua anima. Perché proprio tu dovresti sacrificarti per questo mondo spietato e crudele? Non lascerò che qualcuno ti porti via…”. Pensò, mentre la guardava ammagliato dalla sua tenerezza. Ora poteva averla per sé.

 

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Persefone Fuxia Grazie per la spiegazione^^. Purtroppo ignoro ancora queste cose, in quanto non è che sia da tanto iscritta su EFP. Comunque l’idea dell’Angelo a sei ali, è stata principalmente un’ispirazione a Dante. Non ti sbagli, difatti gli Angeli dalle sei ali, sono coloro che appartengono alla gerarchia più alta (la Prima Sfera). Sono i Serafini, coloro che sono dediti alla protezione del trono di Dio. Sono esseri di luce, tra l’altro, come lo fu lo stesso Lucifero^^. Grazie per aver commentato! E ti auguro di passare una Buona Pasqua! La storia andrà avanti lo stesso^^.

alida Mi fa piacere che anche tu abbia apprezzato la scelta del Patronus di Adelia. Effettivamente, mi piaceva troppo^^. Comunque non sapevo che l’Oblivion, fosse il tuo incantesimo preferito, ad ogni modo, mi ha fatto piacere aver suscitato questo grande interesse in te per aver inserito questa magia nella storia^^. Ma comunque, spero di riuscir ad inserirne il più possibile, soprattutto nei prossimi capitoli.

   
 
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