Note : fill per l'evento di maggio di We are out for prompt, per il seguente prompt:

Draco/Harry: A Draco piace la violenza

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Violenza

A Draco piace la violenza.

Se ne accorge a quattordici anni, dopo una rissa memorabile causata delle spille ‘Potter fa schifo’. Dentro di sé si sente furibondo per quel trattamento così umiliante – davanti ai compagni di Casa, poi! – tuttavia qualcos’altro si muove nelle sue viscere, una sporca pozzanghera di piacere si estende in lui, infettando il suo sangue, distruggendo ogni sua certezza.

La sera, con l’occhio pesto e il morale sotto le scarpe, chiede a Crabbe di dargli un pizzicotto sul fianco; quell’idiota lo guarda con espressione un po’ stranita, tuttavia obbedisce senza lamentarsi, poiché il suo quoziente intellettivo è pari a quello di un Vermicolo in calore. Gli fa male, chiaramente, perché le dita che scalfiscono la sua pelle sono enormi, e il suo tocco è tutto fuorché gentile, ma non gli suscita nessuna reazione particolare, se non un immenso fastidio.

Finisce per sfogare la sua frustrazione su Crabbe, sentendosi giustificato dal fatto che quel ragazzo sia nato per subire e basta.

Il simpatico siparietto si ripete per altre due volte durante quell’anno: una volta, Potter lo manda al tappeto con una gomitata (ma se non altro Draco ha il piacere di farlo correre in infermeria col naso rotto), e un’altra volta, prima della lezione di Pozioni, lo Sfregiato reagisce particolarmente male ad un suo scherzo, lasciandogli un ematoma bluastro lungo un fianco. I Grifondoro perdono ottanta punti, e Draco viene elogiato da Snape per la sua esemplare fermezza di carattere e la sua lodevole pazienza, ma questo non basta a placare il tormento interiore che scuote Draco quando, con lo sguardo d’odio di Potter puntato sulla nuca, seppur con forte imbarazzo, è costretto ad ammettere un’ineluttabile verità: la violenza lo eccita. Non solo: a quanto pare, questa sua stupida perversione si ‘attiva’ solo in presenza di Potter. L’orgoglio protesta a più non posso, cercando scappatoie laddove non ne esistono, ma Draco crede nella verità che fa star bene, e ammettere di avere un grosso problema coi pugni di/verso Potter significa dare un nome a quel ‘qualcosa’ che lo tormenta. Decide, per la sua salute mentale, di accantonare il problema in un angolo, cercando di pensarci il meno possibile. Razionalmente sa che questa è la soluzione migliore, anche se una piccola parte di lui protesta voracemente: un legame con Potter, di qualsiasi tipo esso sia, non può che produrre risultati negativi, e con l’avanzare del quinto anno Draco sente il bisogno di avere meno problemi possibili. Da Potter non potrà mai avere nulla in tal senso, quindi non ha senso, sperare in attenzioni che non riceverà mai.

Le scazzottate e gli insulti, per il momento, bastano e avanzano.