Libri > La ragazza drago
Segui la storia  |       
Autore: The Fantasy Hunter    24/05/2016    1 recensioni
Sono passati ormai alcuni anni dalla sconfitta di Nidhoggr e Sofia e i suoi amici conducono, finalmente, una vita normale libera dai continui scontri e preoccupazioni che erano soliti nella loro “precedente” vita, Sofia ormai ha una storia con Fabio e lo stesso vale per Lidja ed Ewan mentre sta Karl e Chloe sta nascendo qualcosa (anche se questi ancora non ne sono del tutto consapevoli e tentano, malamente di nasconderlo), e tutti sono convinti che i tempi dei draconiani siano finiti. Ma i ragazzi non potevano sapere che fino ad allora, dall’inizio della loro avventura, fino allo scontro finale qualcuno li ha osservati, li ha manovrati come burattini, e li ha fatto credere che tutto fosse finito, solo per aspettare il momento migliore in cui tagliare loro i fili. Qualcuno che fino ad allora aveva sempre agito nell’ombra, qualcuno che possiede un enorme potere che ha finalmente deciso di usare. Costui sarà il più potente e malvagio nemico che Sofia e gli altro draconiani avranno mai affrontato e per fronteggiarlo incontreranno nuovi amici che verranno in loro aiuto, ma scopriranno anche nuovi e crudeli avversari disposti a tutto per fermarli
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Sofia, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 6 - Il passato ritorna
Una volta arrivati i ragazzi si fermarono sulle rive del lago, quasi se fossero in contemplazione, era una splendida giornata: il cielo era di un limpido e azzurro senza neanche una nuvola, il riflesso del sole si stagliava sulle acque del lago rendendo visibile parte dello spazio sotto l’acqua e una leggera brezza spirava verso di loro, tutt’intorno c’erano alberi rigogliosi e verdissimi. A Sofia piaceva molto quel luogo, le bastava respirare quell’aria a pieni polmoni e qualunque problema o preoccupazione svaniva –“Quasi non me lo ricordavo sai ”- le disse Lidja con un filo di nostalgia –“E adesso te lo ricordi? ”- rispose Sofia con un sorriso –“Certo”- le rispose –“Sapete, mi fa tornare alla mente un sacco di ricordi questo lago ”- si intromise Ewan, mentre portava un braccio sulle spalle di Lidja –“Anche a me”- aggiunse Karl che teneva Cloe per mano ed entrambi si scambiavano un’occhiata piena di significati. Sofia pensò che avevano ragione, era da quel posto che la loro avventura passata era cominciata, era lì che aveva compiuto la sua prima missione di draconiana ed era sempre lì che la sua missione era finita, in un istante le tornarono alla mente tutte le avventure che aveva passato e soprattutto Thuban, il suo drago, il suo migliore amico che sapeva comprenderla e capirla anche quando nessun’altro ci riusciva, in quel momento le si strinse il cuore. “Ne è passato di tempo vero?” – la voce di Fabio la ridestò dai suoi ricordi e si accorse che la stava guardando con dolcezza come se avesse intuito cosa stava pensando, a lui bastava un solo sguardo per capire come si sentisse lei, era anche per questo che lo amava, allora Sofia gli si avvicinò appoggiando la testa sulla sua spalla – “È vero, ma a volte mi sembra che non sia passato neanche un giorno ”- disse Sofia, mentre continuava a fissare il lago che si rifletteva nei suoi occhi verdi – “Secondo voi sono ancora là sotto? ”- chiese Karl – “Le nostre sfere intendo” - “Ti manca ancora il tuo giocattolo vero?” – lo punzecchiò Fabio –“Era solo per dire e comunque non è un giocattolo ma un fedele arco con tanto di frecce inesauribili”- puntualizzò lui –“Io, comunque, credo di sì, è quello il loro posto”- si intromise Sofia, ricordava benissimo quel giorno, il giorno in cui la loro battaglia era finita e avevano deciso di gettare le sfere sul fondo del lago perché sapevano che ormai quella battaglia era finita, furono questi pensieri a riportare nella mente di Sofia le parole del ragazzo che aveva visto in sogno “Goditi i momenti felici che quel maledetto albero ti concede al di fuori da questa vita mia cara draconiana, perché non dureranno”, scacciò subito dalla mente quel pensiero, non voleva certo rovinare quel momento.
“Ragazzi, forse dovremmo rientrare”- disse Karl dopo un po’, in effetti si era fatto tardi quasi senza neanche accorgersene, erano rimasti a contemplare il lago più a lungo di quanto immaginassero e il sole stava cominciando a scendere –“Penso tu abbia ragione, si è fatto tardi”- lo sostenne Cloe e anche gli altri annuirono, Sofia era seduta sulla riva del lago con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, si voleva godere fino all’ultimo secondo quella piacevole sensazione che il lago le dava –“Sof, è ora di andare”- le disse Fabio avvicinandosi a lei Sofia aprì gli occhi e lui le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, prima di andare Sofia gettò un ultimo sguardo alle acque del lago proprio mentre il sole veniva oscurato da una piccola nuvoletta bianca, fu allora che qualcosa attirò l’attenzione di Sofia, sotto la superficie dell’acqua le pareva di vedere una fioca luce verde –“che cos’è ? ”- pensò ad alta voce –“che cosa ? ”- chiese Fabio –“mi sembra di vedere una piccola luce laggiù ”- disse indicando un punto del lago, Fabio si avvicinò a lei e strinse gli occhi per vedere meglio –“in effetti si, la vedo anch’io”- le rispose e questo la confortò, per un attimo credeva di avere delle visioni, ma subito dopo che Fabio e Sofia si avvicinarono ancora alla riva, quasi inconsciamente come se fossero attirati da quell’invitante lucetta, la luce verde si fece più forte e a questa se ne aggiunse un’altra di colore oro, i 2 ragazzi rimasero a bocca aperta per lo stupore. Nel frattempo gli altri avevano notato che si erano fermanti sulle rive del lago, come ipnotizzati, si erano avvicinati incuriositi, ma Sofia e Fabio neanche li sentirono arrivare ne tantomeno quando li chiamarono (diverse volte), allora fu Lidja la prima ad avvicinarsi di più –“Insomma, che state guardando”-ma il fiato le morì in gola quando anche lei si accorse di quelle strane luci, tanto più che adesso che anche lei era lì con loro alle 2 già presenti se ne era aggiunta un’altra color rosa, subito dopo anche Karl, Ewan e Cloe si avvicinarono attirati da quelle piccole luci che adesso si vedeva di più, e quando anche loro si affiancarono agli altri apparvero anche una luce blu e due luci viola.
“Che cosa sta succedendo?”-domandò Cloe spontaneamente –“Davvero non lo so”- le ripose Karl mentre si toglieva gli occhiali dal viso, le 6 luci divennero sempre più forti e accese finché da ciascuna di esse non partì un alto fascio di luce, ciascuno del colore della sfera corrispondente, le  estremità superiore di questi 6 raggi cominciarono muoversi finché non si scontrarono tutti in uno stesso punto, come se avessero seguito una strada immaginaria per rincontrarsi, e adesso erano tutti insieme, come i sei draconiani in quel momento; un istante e dal punto dell'unione dei raggi luminosi si generò un potente getto di luce che obbligò i ragazzi a coprirsi la vista per non rimanere accecati, poi questo getto cominciò ad affievolirsi e quando poterono di nuovo guardare al posto dei dischi c’era una sfera luminosa bianchissima che fluttuava a poca distanza da loro, Sofia rimase incantata ad osservarla: era una sfera perfetta abbastanza grande, era di un limpido bianco che le ricordava il colore delle abitazioni di Draconia quella volta che l’aveva vista, ed emanava una calda luce bianca. La ragazza allungò lentamente un braccio per cercare di toccarla, quasi avesse paura di rovinare quella bellissima forma, ma un attimo prima che la sua mano sfiorasse la superficie liscia della sfera, questa scattò in alto facendo sobbalzare Sofia e gli altri ragazzi, allora la sfera si diresse a tutta velocità verso in direzione della villa lasciando dietro di sé una sfumata scia bianca e i ragazzi la seguirono con lo sguardo finché non sparì alla vista. I ragazzi rimasero pietrificati dallo stupore Nessuno disse niente per un tempo che parve infinito, si guardarono negli occhi tutti, a uno a uno, poi finalmente Sofia parlò per prima – “dobbiamo tornare alla villa, e subito”- gli altri si limitarono ad annuire imboccarono di corsa la direzione da cui erano venuti.
I ragazzi corsero più non posso verso la via di casa, Sofia era in testa al gruppo, il cuore le batteva a mille e credeva che sarebbe potuto scoppiare da un momento all’altro ma il pensiero di quella sfera che sfrecciava verso la villa era sufficiente a rendere insignificante tutta quella fatica, se fosse successo qualcosa al suo amato professore, l’uomo che l’aveva portata via dall’orfanotrofio, che l’aveva sempre protetta e sostenuta, non se lo sarebbe mai perdonato. Avevano compiuto già una buona parte di tragitto, quando Sofia si blocco di colpo come impalata al terreno, Fabio si fermo appena un attimo prima di finirle addosso, e si lascò andare un lungo sospiro di sollievo – “Che cosa c’è Sofia? ”- le chiese mentre approfittava di quella improvvisa pausa per riprendere fiato ma lei non disse nulla, aveva lo sguardo fissato proprio davanti a lei, lui non capiva, finché non si voltò nella stessa direzione in cui lei stava guardando, e allora li fu tutto chiaro: in lontananza si vedeva chiaramente tra gli alberi una forte luce bianca simile a quella che emanava la sfera quando l’avevano vista, ma la cosa che aveva colpito di più Sofia era un’altra a cui Fabio arrivo solo dopo pochi minuti, da quella parte c’era la villa. Gli altri ragazzi erano rimasti un po’ più indietro ma li raggiunsero dopo poco tempo e anche loro rimase fermi a fissare quella misteriosa luce, passò un po’ di tempo e questa cominciò ad affievolirsi fino a spegnersi del tutto lasciando posto al chiarore del sole che stava ormai tramontando, mentre il cielo cominciava a tingersi di rosa. I 6 ragazzi rimase fermi impalati ancora per un po’ – “Prof”- sussurrò infine Sofia con voce tremante –“Prof, prof ”- continuava a ripetere alzando la voce mentre la paura si impossessava del suo corpo creando ogni sorta di brutto pensiero, ma fu proprio questa paura a farla ricominciare a correre verso casa, senza nemmeno sentire la voce di Fabio che la chiamava, doveva arrivare alla villa, doveva vedere cosa era successo anche se temeva che potrebbe essere stato qualcosa di terribile.
Alla velocità con cui correva arrivò alla villa in poco tempo, all’esterno sembrava come sempre senza nessun danno o altro, Sofia spalancò la porta d’ingresso aprendola con le sue chiavi che portava sempre con se per precauzione, si precipitò in casa iniziando a chiamare il professore ma non ebbe nessuna risposta, in preda al panico lo cercò ovunque finché non lo trovò in biblioteca e quando vi entrò dovette soffocare un grido di terrore, il professore era steso ai suoi piedi con la faccia a terra, sembrava inerme, come svenuto e non dava il minimo segno di vita, Sofia era in preda al più totale panico non sapeva cosa fare, cercò di calmarsi il più possibile e si inginocchiò di fianco al prof girandolo , aveva gli occhi chiusi e questo non giovò affatto a Sofia –“ prof ”- lo chiamò senza successo -“ prof, prof, ti prego svegliati”- continuò a dirgli mentre le lacrime trovavano la via degli occhi e le bagnavano il viso –“non lasciarmi sola, ti supplico”- disse in mezzo alle lacrime appoggiando la testa sul petto del professore, si sentiva sola come ai tempi dell’orfanotrofio, quando nessuno la voleva e si trovava senza niente e nessuno, ma mentre quei tristi ricordi si facevano strada sentì un lieve sospiro muoverle i capelli, alzò piano la testa e si girò a guardare la faccia del suo professore e lentamente questi aprì gli occhi, si guardò intorno un po’ intontito e posò lo sguardo su di lei –“Sofia”- disse con un filo di voce tirandosi su con le braccia –“ prof ” – gioì lei saltandogli al collo –“mi hai fatto prendere uno spavento dell’anima, non farlo mai più”  - continuò mentre le lacrime di tristezza si trasformavano in lacrime di gioia –“mi dispiace di averti fatto stare in pensiero”- le disse abbracciandola, poi si staccarono e fu il prof a parlare –“ma ora dimmi, cosa è successo?”-“questo dovresti dirmelo tu non credi? io non c’ero quando sei svenuto ”- gli rispose lei un po’perplessa-“ non mi riferivo a quello, ma alla battagli con Nidhoggr ”-Sofia sobbalzò, per 2 anni il professore non aveva più neanche nominato quel nome, il potere dell’albero del mondo aveva modificato i suoi ricordi e da allora non mai più accennato ai draconiani né tanto meno alla battaglia con Nidhoggr –“vu … vuoi dire che ti ricordi?” – chiese lei titubante –“certo che si, perché mai non dovrei? ”- lei rimase paralizzata dalla sua risposta, e stava per muovere le labbra per rispondergli ma venne interrotta dallo schiantarsi della porta d’ingresso, qualcuno l’aveva aperta bruscamente, e sentì pronunciare il suo nome con forza, riconobbe subito la voce di Fabio che apparì quasi subito davanti all’ingresso della biblioteca –“Sofia, stai bene? ”- le chiese mentre riprendeva fiato per la corsa – “Certo, mai stata meglio”- disse lei mentre Fabio le sorrideva molto tranquillizzato dalla sua risposta, quasi si commuoveva a vedere Fabio così preoccupato per lei, gli altri arrivarono dopo pochi secondi, anche loro avevano affrettato il passo dopo che Sofia si era distaccata dal gruppo ed erano tutti parecchio sudati sia per la corsa, che per la paura che potesse essere successo qualcosa di brutto –“Caspita Sof, dovresti inscriverti ad una maratona se corri sempre così ”- scherzò Lidja mentre si asciugava la fronte –“Mi spiace di avervi lasciti indietro ma…”-“Dai sof, non devi scusarti possiamo capire la tua reazione”- la interruppe prima che potesse continuare e gli altri annuirono per confermare che non aveva fatto niente di male –“Comunque cos’è successo? E come sta il prof ?”-intervenne Karl che aveva notato che il professore, sempre seduto sul pavimento, si massaggiava la testa ed era visibilmente frastornato –“Non ci crederete mai ”-disse Sofia volgendo prima una sguardo al professore, come per chiedergli il permesso di continuare, e lui ricambio con uno sguardo che non lascio nessun dubbio a Sofia, poi si rivolse di nuovo ai suoi amici che sembravano parecchio ansiosi di sentire, lei prese un bel respiro e poi disse tutto d’un fiato –“Il prof si ricorda”- a quelle parole tutti sgranarono gli occhi esterrefatti, ma non ebbero nemmeno il tempo di muovere le labbra che sentirono un rumore di passi provenire dalle scale, i ragazzi istintivamente si girarono nella direzione da cui proveniva il rumore e videro una donna dai capelli rossi raccolti in sottili treccine, portava una maglia rosa con sopra una felpa grigio scuro e un paio di pantaloni di jeans dello stesso colore della felpa, stava scendendo le scale lentamente appoggiando una mano alla parete e l’tra sulla testa –“Mamma”- esclamarono i gemelli quasi all’unisono, davanti a loro c’era Gillian che quando sentì i suoi figli alzò lo sguardo, ma inciampò e per poco non cadde dalle scale, Sofia nel frattempo sveva aiutato il professore a rialzarsi e lo aveva fatto sedere su una sedia in biblioteca e si era unita agli altri sulla porta, era un po’ di tempo che non vedeva la mamma dei gemelli e notò che continuava a tenersi una mano alla testa proprio come faceva il professore quando si era ripreso dallo svenimento –‘vuoi vedere che anche Gillian … ‘- mentre formulava questo pensiero Ewan e Cloe erano corsi in contro alla madre barcollante portandosi un braccio dietro le spalle ciascuno, la aiutarono a raggiungere la biblioteca e la fecero sedere su un’altra sedia vicino al professore –“Mamma, cosa ci fai qui?”- le chiesero, ancora all’unisono, i 2 ragazzi –“Ero venuta  prendervi per tornare a casa”- rispose loro la donna dopo alcuni attimi di esitazione –“quando sono arrivata però non eravate in casa e Georg mi ha detta che eravate a fare una gita sul lago così mi ha invitato ad aspettarvi qui ma poi …”-esitò un momento prima di continuare come sei anche lei non sapesse bene cosa fosse successo – “poi non ricordo bene cosa sia successo, ero andata al piano di sopra mentre Georg era qui in biblioteca a leggere quando all’improvviso ho perso i sensi, mi sono risvegliata solo poco fa con un forte mal di testa e, sentendo le vostre voci sono scesa”- “Ma ora stai bene ?”-intervenne Cloe preoccupata –“Si, si non preoccupatevi”- la tranquillizzò lei –“ho solo ancora un po’ di mal di testa ma, adesso che ci penso, che fine ha fatto Nindghor? ”- i gemelli si guardarono l’un l’altro spiazzati, e l’espressione degli altri ragazzi non era meno sorpresa della loro –“Bhe, cosa sono quelle facce come se avessi detto chissà che cosa? ”- li riscosse Gillian un po’ confusa –“È la stessa cosa che stavo per dire io ”- intervenne il professore, che fin’ora era rimasto in ascolto in silenzio –“Si può sapere cosa è successo? ”; i ragazzi non sapevano cosa dire, ma alla fine Sofia decise che doveva sapere com’era andata inoltra aveva capito che se avevano ricordato tutto ci doveva essere un motivo, anche se molto probabilmente non doveva essere nulla di buono, fece un passo avanti guardo uno per uno tutti i suoi amici come per chieder loro se erano d’accordo con lei, i ragazzi annuirono, allora lei si girò verso il prof e Gillian e disse –“Ok, vi racconteremo cosa è successo ” – prese un’altra sedia e si mise davanti a loro con i suoi amici alle spalle e iniziò a raccontare tutto quello che  era capitato loro, erano tutti così attenti ad ascoltarla che non notarono una figura nera che si staglia sul muro del corridoio, questa aveva ascoltato tutto fino all’ultima parola da quando i ragazzi erano rientrati, e ora si stava dirigendo verso la porta d’ingrasso per uscire, si muoveva sinuosamente sulle pareti per poi raggiungere la porta e infiltrarsi nella serratura per poi uscire dall’altra parte, doveva riferire ciò che aveva sentito al suo padrone.
La figura nera aveva attraversato velocemente una lunga distanza per arrivare dal suo padrone, lo trovo in uno dei vicoli di Roma dove sorgeva un unico lampione, un ragazzo appoggiato al muro di un palazzo con gli occhi chiusi come se dormisse, la sua ombra si disegnava partendo dai suoi piedi fino ad arrivare alla base della parete di fronte, la figura ‘si sovrappose ’ all’ombra del ragazzo, passarono pochi istanti e questi aprì gli occhi di scatto mentre un sorrisetto beffardo si disegnava sulle sue labbra –“Bene bene, era ora che cominciassero a ricordare, sarà meglio informare il capo e subito, sarà molto contento ” – il ragazzo si staccò dal muro e si avviò verso il lampione, si mise proprio al centro della luce finché la sua ombra non divenne un ovale sotto i suoi piedi, chiuse gli occhi e il suo corpo cominciò a sprofondare nella su stessa ombra fino a quando non ne fu completamente inghiottito, rimase solo una deforme sagoma nera che si avviò verso casa, strisciando sulla strada, per riferire le novità che aveva scoperto ed impaziente di entrare in azione. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La ragazza drago / Vai alla pagina dell'autore: The Fantasy Hunter