Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Greta Farnese    25/05/2016    3 recensioni
Eccomi tornata con questa ideuccia. Si sa che ADORO "Game of Thrones", perciò ho pensato di provare a creare una storia moderna con i personaggi di questa straordinaria serie/libri. Non posso garantire il risultato, ci ho provato! Anche qui si svilupperanno complotti e intrighi, ovviamente, come forse già si nota dal prologo (sebbene abbia voluto renderlo più leggero e divertente). Vi anticipo che coinvolti in prima persona in ciò che si scatenerà saranno Eddard (per un certo punto, almeno), Cersei, Littlefinger, Sansa.
Il pairing principale sarà Petyr/Sansa (ma ci saranno accenni anche al twincest Lannincest e a Jon/Ygritte),e volevo introdurli già dal prologo; probabilmente avrò creato una situazione banalissima, ma nell'idea originale Petyr doveva essere un professore, poi ho visto che c'erano già altre storie con Petyr professore, così mi sono sentita in dovere di cambiare un po'...
Grazie a chi è arrivato fin qui e a chi leggerà questa "cosa" che ne verrà fuori alla fine, e alla prossima!
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno badò molto al latte che era schizzato tutto attorno. Rumorosi come solo cinque fratelli tutti insieme possono esserlo, Robb, Jon, Arya, Bran e Rickon acciuffarono zaini, giubbini, chiavi e merende, salutarono Catelyn e i cani e corsero fuori con Eddard, chi pronto per saltare sulla moto, chi per infilarsi in macchina.
Sansa si riebbe dallo shock momentaneo e prese la spugna per pulire il piccolo incidente. Catelyn, senza gaurdare la figlia mentre tagliava le patate per il pranzo, le disse qualcosa sul suo apparente turbamento. - Petyr è molto gentile a darci una mano.
Sansa sapeva che sua madre voleva farla parlare, ma nonostante si volessero molto bene non ci sarebbe cascata. - Potevo anche andarci a piedi a questo punto - disse posando la tazza.
- Abitiamo fuori città, non posso farvi fare la tangenziale a piedi, ti pare? - ripeté Catelyn per la milionesima volta. - Petyr ha capito il problema e...
- Mamma, smettila di raccontarti storielle sulla bontà d'animo e l'abnegazione di Petyr Baelish! Ha una macchina enorme, ci saremmo stati tranquillamente tutti e sei lì dentro, eppure ha detto a papà che vuole portare solo me! Mi rendo conto che voi vedete solo il bene nel prossimo, e so che tu e Ditocorto eravate amici stretti da bambini, ma non è più quel tipo di persona, capisci?
Aveva parlato troppo in fretta e aveva detto troppo. Catelyn posò il coltello e la guardò. - C'è qualcosa che devo sapere?
Lo squillo del campanello la salvò. Salvò per modo di dire. Per evitare almeno di dovergli aprire la porta, finse di dover dar da mangiare a Lady, il suo cane lupo. Catelyn scosse la testa e andò ad aprire.
Petyr Baelish era il segretario della scuola (a dire il vero era il "forziere d'oro" dell'istituto, in quanto procurava molti fondi) ed era cresciuto praticamente con sua madre. Petyr, soprannominato Ditocorto per la sua bassa statura e per il fatto che proveniva da un paese sperduto sulla costa chiamato le Dita, era da sempre stato innamorato di sua madre, che aveva però preferito Eddard Stark a lui.
Sansa Stark accarezzò il folto pelo di Lady, sospirò per darsi coraggio e raggiunse il soggiorno. Ditocorto era appoggiato con noncuranza allo stipite della porta. Portava occhiali da sole e aveva una sigaretta tra le dita. L'I-Phone gli sporgeva dalla tasca dei jeans. Indossava una camica verde-grigia come i suoi occhi. Un formicolio invase lo stomaco di Sansa, che cercò di ricacciarlo indietro.
- Signor Baelish... 
- Petyr.
Da mesi ormai ogni loro conversazione iniziava così. Non vederlo da inizio giugno non semplificava la situazione. Era sempre stato un uomo attarente, ma con il nuovo taglio di capelli e i baffetti tagliati lo era probabilmente di più. Sansa cercò di essere educata e concisa.
- Grazie per essersi offerto di accompagnarmi.
- Mi trovavo a passare di qui - sorrise, ma Sansa capì che mentiva. Ormai lo conosceva abbastanza bene, lui e la sua arte di dire alle persone perfettamente quello che volevano sentirsi dire.
- Sarà meglio che andiate - Catelyn ruppe il silenzio. - Grazie ancora, Petyr.
Sansa abbracciò la madre, si infilò la giacca di pelle e lo zaino e seguì Ditocorto nella macchina. L'uomo aspirò l'ultima volta dalla sigaretta, quindi la gettò in terra e la calpestò magistralmente con la lucida scarpa nera. Con disinvoltura entrò in macchina e accese il motore, sfilandosi gli occhiali da sole come gli attori nelle pubblicità.
- Ti trovo davvero bene - disse dopo che erano usciti dal paese a avevano imboccato la tangenziale. Quella non era una menzogna, sembrava.
- Potrei dire lo stesso di lei - riuscì a dire Sansa.
- Di te - sussurrò lui.
- Cosa? - 
- Potrei dire lo stesso di te. Questo avresti dovuto dire - sorrise in modo ambiguo e le lanciò un'occhiata. - Puoi darmi del tu adesso, tua madre non è qui - mormorò in uno strano tono, diverso da quello di prima.
- Non vedo perché dovrei - Sansa continuava a fissare davanti a sé.
Petyr Baelish ridacchiò. Sansa pensò di tirare fuori il telefono per fargli capire che non aveva voglia di parlare, ma si ritrovò a dire: - Perché?
Lui finse un'aria innocente. - Perché cosa? Perché il cielo è azzurro? Forse perché viviamo nell'occhio di un gigante. Non erano queste le storielle che ti raccontavano?
Ignorò l'ultima parte. - So che non mi saresti venuto a prendere se non avessi voluto dirmi qualcosa. Hai orchestrato tu tutto questo, forse perfino la chiamata in anticipo a mio padre.
- Noto che hai accolto il mio suggerimento di passare al tu - la stuzzicò - No, la chiamata dell'ubriacone Robert Baratheon era vera. Solo fortuna. In realtà non volevo dirti niente di particolare. Solo vedere come ti saresti comportata.
Sansa non trovò nulla da dire.
- E noto anche che hai accolto un mio altro suggerimento - ammiccò all'abbigliamento. - Sai, penso sia curioso come ci siamo trovati in questa situazione. E penso che sia anche curioso che tuo padre non sappia...
- Taci! - Sansa picchiò la moquette. - Taci o giuro che ti strangolo. Non capisci che non voglio parlarti? Il mio desiderio è che tu sparisca. TI rendi conto di quello che può accadere a mio padre a causa mia?
- Certo - annuì spudoratamente Ditocorto. - Queste cose capitano quando si ha a che fare con me. D'altronde ti avevo avvertita, come ho avvertito tuo padre. Non dovreste fidarvi di me.
- Io non mi fido di te - disse Sansa.
- Bene - annuì di nuovo Petyr. - E dimmi un'altra cosa: perché non hai fatto in modo di sabotare questo piacevole passaggio, perché non hai raccontato a tua madre la verità?
Sansa deglutì. - Forse... Forse mi sei ancora utile.
La sua risposta parve divertirlo. - Ti stai trasformando in una mia copia. Tuo padre non approverà. 
Frenò bruscamente davanti alla scuola. Sansa fece per scendere. 
- Non ringrazi nemmeno per il passaggio? Sei davvero un'altra allora.
- Grazie - disse in falsetto Sansa.
Ma Petyr non era ancora soddisfatto. Le appoggiò una mano sulla coscia. Sansa rimase imbalsamata. Il tocco era forte e deciso come lo ricordava. - Casomai tu esca a mezzogiorno oggi... Passa da me - le sussurrò con voce rauca e lasciò andare la presa. Si rimise gli occhiali e iniziò ad armeggiare con il pacco di sigarette.
- Sei un verme, Petyr Baelish! - bisbigliò Sansa scendendo finalmente da quel mezzo infernale. "Ma io non sono migliore di te" pensò mentre attraversava.

Petyr Baelish entrò a scuola una decina di minuti dopo di lei e si scontrò con Cersei Lannister sulle scale. - Professoressa - la salutò in tono formale. In realtà era l'unico nella scuola a non prendere sul serio Cersei, e la cosa lo divertiva parecchio. - L'estate ti ha fatto bene.
Cersei si fermò. - Eddard Stark è ancora nella stanza con Robert - lo mise al corrente. - Per una volta lucido.
- Non dureranno a lungo entrambi - asserì Petyr, e si incamminò verso la segreteria, poi all'ultimo secondo ci ripensò e si girò. - Hai lezione nella classe di Sansa Stark, vero? Fammi sapere come la trovi.
- La pedofilia sarebbe vietata per legge - sorrise Cersei.
- Come l'incesto - ricambiò il sorriso Petyr.
Cersei lo fissò con odio. - Bada a come parli. Ho potere a sufficienza per farti dimettere dal tuo incarico all'istante e farti tornare alla squallida desolazione che ti ha visto nascere anche prima.
- La conoscenza è potere.
E con queste parole Petyr Baelish le fece un mezzo inchino diffamatorio e si allontanò.
   
 
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