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Autore: Crilu_98    30/05/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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James riposava tranquillo accanto al fuoco: aveva ripreso conoscenza solo per pochissimi minuti, durante i quali si era guardato intorno spaesato, tentando di identificare le molteplici figure che si muovevano attorno a lui. Nella confusione della sua mente, solo una presenza era fissa e costante: Amélie. Anche in quel momento, la giovane era accoccolata al suo fianco, con le umili vesti da contadina strette attorno al suo corpo e lo osservava, senza tradire alcuna emozione. Osservava i capelli corvini e disordinati, le labbra tirate e la mano ferita, poggiata sopra al petto che si alzava e si abbassava con regolarità.
-Sembrate tenere molto ad un uomo che fino a poco tempo fa era vostro nemico!-
Claire, la strana compagna di suo fratello, la squadrava con curiosità. Amélie ricambiò l'occhiata, analizzando le vesti maschili che infagottavano il corpo minuto della ragazza, e il suo volto fu illuminato da un sorriso sghembo:
-Si potrebbe dire lo stesso di voi, mademoiselle Gaillard. François mi ha raccontato del vostro primo... Incontro.-
Claire buttò indietro la testa e rise al ricordo, per poi sedersi accanto a lei a vegliare lo scozzese.
-Sì, ricordo. Beh le cose sono drasticamente cambiate da quel giorno, sebbene non siano passate più di due settimane...-
-Perché siete così smaniosa di aiutare mio fratello?- chiese Amélie a bruciapelo, dopo qualche attimo di silenzio. Claire fissò lo sguardo sulle fiamme e si prese qualche istante per pensare:
-Questo non posso dirvelo. Non... Non ancora. Sappiate solo che non verrei mai meno alla parola data e ho promesso a vostro fratello che sarei arrivata con lui ai cospiratori. Non lo abbandonerò, dovesse costarmi la vita!-
Quelle parole così appassionate stupirono la giovane Marchand:
-Mademoiselle Gaillard, vi siete forse innamorata di mio fratello?-
La mora la guardò con occhi sbarrati:
-Ma certo che no! Come potrei? Mi sono solo... Affezionata a lui, ecco. E' un uomo onesto e valoroso: non ce ne sono molti come lui in giro. E in genere non sono nobili!-
-Avete ragione...- mormorò Amélie, lanciando una fugace occhiata a James, ancora immerso nel sonno.
-Cosa sapete su di lui?-
-Veramente poco, e, allo stesso tempo, tutto ciò che bisogna sapere di un uomo. E' precipitato all'inferno ed è risalito. Ha sbagliato, ma al momento giusto ha saputo redimersi e fare ammenda per i suoi errori... Mi ha salvato la vita, mi ha protetta e...-
Fece un respiro profondo:
-Ogni sera pregavo affinché non ci trovassero, affinché James si salvasse... E ora siamo con voi - se siamo al sicuro, non saprei dirlo, al fianco di due briganti - ma lui ancora non si sveglia, è sempre in preda alla febbre. E' frustrante non poter far nulla per aiutarlo!- sbottò, mordendosi il labbro inferiore con rabbia.
Claire le passò un braccio intorno alle spalle in un gesto spontaneo, per confortarla. Fu la prima a stupirsi della comprensione e della gentilezza che sentiva premere dentro di sé: lei, sempre così fredda ed attenta a non lasciarsi coinvolgere, che consolava una nobile dama in mezzo alla brulla campagna francese.
"Come sono arrivata qui?" si chiese, meravigliata. Poi il peso dei suoi segreti le ripiombò addosso, schiacciandola. Cercò con lo sguardo François e lo vide intento a chiacchierare con Mouchoir Rouge, ma parlavano con toni troppo bassi perché lei potesse intendere ciò che dicevano. Percorse con gli occhi le ampie spalle del moschettiere, i gesti pacati che faceva nel parlare, i capelli - stranamente sciolti - sollevati dal vento leggero che spirava sulla piana... Poi incontrò i caldi occhi scuri del bandito che le ammiccavano divertiti e sobbalzò. Amélie se ne accorse e le posò una mano sul braccio:
-Non so se posso permettermi, ma... Da quando sono arrivata non posso fare a meno di notare come Mouchoir Rouge vi guarda... E non capisco...-
-Neanche io...- mormorò la ladra, ma stava mentendo. Amélie Marchand era la prima persona del suo stesso sesso con cui aveva rapporti da quando sua madre era morta e il caso aveva voluto che fossero costrette entrambe in una situazione in cui stringere legami era inevitabile: solo per il fatto di vivere alla giornata, inseguiti e braccati, quell'improbabile banda era unita da vincoli che andavano anche troppo stretti alla ragazza. E sapeva cosa stavano a significare le penetranti occhiate di Jean Martin, i suoi mezzi sorrisi, le battute sagaci che ogni tanto le rivolgeva; semplicemente, preferiva non pensarci.
 
François si era imposto di non avvicinarsi più a Claire. Quella ragazza era un pericolo per la sua sanità mentale, la sua integrità morale e anche per i suoi istinti ferocemente repressi. E, soprattutto, non poteva permettere al desiderio per una ladra qualsiasi di offuscare il suo giudizio: ora che finalmente aveva ritrovato sua sorella, doveva mettere la parola fine a quella storia. Certo, se Amélie si fosse ricordata maggiori particolari, sarebbe stato tutto più semplice; ora non restava che confidare nel risveglio di James MacMallon. Stava discutendo proprio di questo con Mouchoir Rouge, quando si accorse dello scambio di sguardi tra lui e la ladra. Assunse la solita espressione impassibile, ma il bandito dovette accorgersi di qualcosa perché chiese:
-Qualcosa non va?-
-No, tutto a posto.- mentì il moschettiere. Il brigante soppesò le sue parole con aria assorta:
-Devo intendere, date le vostre reali identità, che anche la vostra relazione con mademoiselle Gaillard era una farsa, giusto?-
-Giusto.- ringhiò François a denti stretti. Jean Martin non ci fece caso, illuminandosi in volto:
-Bene, perché ho proprio intenzione di corteggiarla!-
-Oh, non vi renderà la vita molto facile!- esclamò il moschettiere, divertito e sprezzante -Ma voi non avete una fidanzata? Una famiglia a cui far ritorno una volta libero dalla giustizia del re?-
Ogni traccia di allegria sparì dal viso di Mouchoir Rouge:
-E' per la mia famiglia che sono qui, adesso.-
François assottigliò lo sguardo: in quei giorni, aveva imparato a conoscere almeno un poco quel misterioso individuo, e ciò che aveva scoperto lo faceva riflettere. Il brigante aveva una sorta di codice d'onore personale, che non infrangeva mai; era dotato di una modesta cultura, una vivace intelligenza e il carisma necessario per guidare degli uomini. Gli piaceva: era la cosa più simile ad un amico che avesse mai avuto, eccetto suo fratello Antoine. Ma la sua ragione gli suggeriva di non fidarsi così alla leggera di uno sconosciuto: perciò colse al volo l'occasione di scoprire di più sul suo passato.
-Cosa intendete dire?-
-Non sono affari vostri, monsieur!-
-Dato che dovremo guardarci le spalle a vicenda fino a quando non avremo raggiunto i nostri obiettivi, lo sono eccome!-
Mouchoir Rouge piegò le labbra in una pallida imitazione di un sorriso:
-Siete uno di quegli uomini che crede ancora nei nobili legami e negli alti sentimenti dell'animo, non è vero?-
-Rispondete alla mia domanda, Mouchoir Rouge, se volete che mi fidi di voi!-
-E io, monsieur Marchand? Io come farò a fidarvi di voi? Come faccio a sapere che non mi tradirete, una volta arrivato a Parigi?-
-Avete la mia parola...-
-Oh la vostra parola!- ringhiò il brigante, battendosi un pugno sulla coscia -Un altro uomo mi aveva dato la sua parola, e ha infranto miseramente la sua promessa!-
François rimase in silenzio, non sapendo bene come replicare all'amarezza che traspariva da quella frase. Fu Jean Martin che, dopo un sospiro frustrato, iniziò a raccontare:
-Sono stato abbandonato, ancora in fasce, davanti agli scalini di una povera chiesa di campagna. Sono cresciuto come un orfano insieme al vecchio parroco, che mi ha insegnato a leggere, a scrivere e a far di conto. Mi amava come se fossi stato figlio suo e avrebbe voluto farmi studiare, mandandomi in convento, ma i soldi non bastavano ed io non mi sentivo fatto per la vita clericale. Poi, un giorno, incontrai una ragazza: Marie, si chiamava, ed era la sesta figlia di un contadino dei dintorni. Suo padre era un uomo semplice e rozzo, che lavorava come un mulo per sfamare la sua famiglia: fu felicissimo di accettare la mia proposta di matrimonio. Sa cosa si prova ad essere innamorati, monsieur Marchand? Beh, è felicità pura. Stavo per sposarmi, avrei avuto una famiglia e sarei invecchiato comodamente in una casa, circondato dai miei figli... Questo pensavo, ma il buon Dio aveva deciso altrimenti. Proprio a pochi mesi dalle nozze, il sacerdote che mi aveva allevato morì ed io mi trovai all'improvviso senza un lavoro: il nuovo prete mi cacciò in malo modo dalla chiesa in cui ero vissuto fino a quel momento, non necessitando dei miei servigi. Capirete che così non potevo portare all'altare Marie. Trovai lavoro in un mulino, ma dopo qualche mese ricevetti un'atroce notizia: Marie si era appena sposata con un altro!-
François sobbalzò per la veemenza delle parole del brigante: dopo anni, poteva ancora vedere la fiamma dell'orgoglio ferito e dell'amore deluso bruciare nelle sue iridi.
-Tornai al paese e scoprii che ciò che mi era stato detto corrispondeva alla verità: Marie si era sposata, suo padre era venuto meno alla sua parola... Non mi credeva più adatto ad essere suo genero, vista la mia povertà! In un impeto di follia cieca uccisi sia lui che l'uomo che mi aveva rubato la donna e, ubriaco com'ero, mi fu impossibile scappare dai gendarmi. Fui condannato a morte e già sentivo la vita scivolare via, strappata dal cappio attorno al mio collo... Quando Renard, un mendicante che mio "padre" aveva più volte aiutato, passò di lì e mi salvò.-
Si scostò leggermente il fazzoletto dal collo, rivelando una cicatrice scura e frastagliata sulla gola:
-Il resto è presto detto: l'unica vita che rimaneva per me era quella del fuorilegge e siccome mi ci trovavo, pensai bene di applicarmi con costanza al mio nuovo mestiere... Questo almeno finché non ho incontrato voi: mi siete sembrata l'unica possibilità per riconquistare la mia libertà e ricominciare da capo! Perciò se c'è qualcosa di falso nelle vostre parole, se per caso siete davvero implicati in questa congiura, ditelo adesso e smettete di ingannarmi, ve ne prego!-
-Nessun inganno!- lo rassicurò François, colpito dalla sua storia -Farò in modo che vi venga concessa la grazia non appena riuscirò a provare la mia innocenza... Vi devo avvertire però che noi tutti andiamo incontro a gravi pericoli e potremmo finire sulla forca in un batter d'occhio!-
-Non temo il patibolo, ho già assaggiato la corda del boia!- celiò il bandito, più rilassato. -Piuttosto, cosa intendete fare con le donne? Volete esporre anche loro a questi pericoli?-
-Non posso fare altrimenti: Amélie è mia sorella ed ora che l'ho ritrovata non posso affidarla a nessuno, mentre Claire... Sinceramente non so ancora perché lei sia qui: ammetto che senza il suo aiuto sarei nelle mani di Richelieu già da tempo, ma non sono riuscito a capire perché abbia voluto immischiarsi in questa storia.-
-Forse è perché siete un nobile- rifletté Mouchoir Rouge -Chissà che io non abbia più fortuna di voi nello scoprire il suo segreto.-
-Me lo auguro.- replicò asciutto il moschettiere, celando il fastidio che quella frase gli aveva procurato.
Renard si avvicinò a loro agitando le mani ed indicando ciò che avveniva alle sue spalle: James MacMallon si era svegliato.
 
James tornò a percepire in un colpo solo tutto ciò che lo circondava: la sensazione del giaciglio sul quale era adagiato, le voci concitate di Amélie e di altri uomini, la luce del sole morente che gli ferì gli occhi dischiusi.
La prima figura ad apparire nel suo campo visivo fu proprio la giovane Marchand, che si chinò su di lui con un sorriso speranzoso:
-Monsieur MacMallon? Siete sveglio?- chiese, trepidante. James sorrise, ignorando il dolore della ferita ed ogni altra cosa che non fossero quelle due iridi azzurre. Il suo angelo l'aveva richiamato indietro ancora una volta, pensò.
-Sì...- mormorò, voltando il capo a destra e a sinistra: si trovavano in un bosco e non c'era traccia della coppia che li aveva ospitati.
-Dove siamo? Chi... Chi sono queste persone?- chiese bruscamente, riacquistando lucidità e serrando la mano sul manico della pistola... Che non c'era.
-Ecco la vostra arma, Monsieur MacMallon-
A porgergliela era un uomo più giovane di lui di qualche anno, dai lunghi capelli castani e dagli occhi verdi; c'era qualcosa di familiare in lui, nel portamento fiero e nell'aria nobile...
-Voi siete... Il fratello di Miss Marchand!- esclamò stupito. -Come avete fatto a trovarci?-
François sorrise: finalmente la fine di quell'incubo si avvicinava.
-Abbiamo molte cose di cui parlare.-
   
 
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