Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: ElyJez    02/06/2016    4 recensioni
Era un posto strano quello, dotato di una perfezione anormale, di un ciclicità tranquilla che non poteva essere interrotta, eppure nonostante ciò, qualcosa era successo. Era morta una donna e nessuno ne parlava. Sembrava che il mio fantasma fosse stato ingoiato dall’asfalto pulito o dalla luce fioca dei lampioni ed anch’io, mentre abbandonavo quelle stradicciole debolmente illuminate, sentivo di sparire poco a poco.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Undicesimo Capitolo
Il ballo in maschera - seconda parte

22 Ottobre 2015, Mercoledì
<< I signori l’aspettano nella sala da ballo, lasci pure a me il soprabito>>
Disse il vecchio con la solita voce asfissiata e le guance così rosa da sembrare una donna o un bambino piccolo. Lasciai il cappotto e la sciarpa all’uomo, mettendomi alla ricerca della sala.
Non doveva essere difficile trovarla, bastava seguire i rumori, no? E di rumori ce n’erano molti. Crescevano, stridevano, cessavano e ricominciavano. Più forte, sempre più forte. Sbattevano e stridevano, sbattevano e stridevano. L’aria cigolava sottomessa al caos. I corridoi lunghi e spenti tremavano al suono di quegli strumenti da dentista. Trapano, ferro freddo contro dente bianco e limpido. Sega, scintilla, ferro.
Aprii la porta: l’ultima difesa prima di essere inghiottita dalla bolgia.
I gas e l’oscurità interrotta da raggi di luci rosse mi pervasero. L’alto volume, il battito penetrante delle bacchette sulla batteria, il tremare delle casse; corpi che si scioglievano, lentamente e scendevano e si contorcevano.
Unghie affilate accarezzavano e percorrevano toraci seminudi e bustini di lattice neri, graffiando una volta che avevano trovato ciò che tanto agognavano.
Fui colpita da qualcosa che mi spinse a voltarmi. Mi ritrovai davanti agli occhi la faccia lardosa e grassa di un maiale indossata da un uomo con calze a rete rosse. Tra le mani un guinzaglio legato ad un ragazzo poco più giovane di me.
Il cane era alto all’incirca un metro e settanta, pallido, emaciato, dagli zigomi alti, l’eyeliner sbavato intorno agli occhi grandi e lucidi, il vestitino bianco e il petto piatto ornato da collane di perle.
Non feci neanche in tempo a scansarmi che fui colpita da un altro invitato. Il suo busto era troppo largo per una persona sola. Quando alzai lo sguardo, vidi due teste e due colli uniti ad una sola colonna vertebrale.
Cercai di farmi strada tra la folla indistinta che si mescolava e mischiava come un liquore malsano una volta liberato dalla bottiglia.
Stare in mezzo a quell’orgia indistinta forse non fu una buona idea.
Una donna con un cappellino a retina e un corsetto perlaceo si strusciò contro di me lentamente. Indietreggiai per evitare di essere toccata ma andai a sbattere contro qualcosa.
Quando mi voltai un nano tozzo con la faccia sporca di trucco scenico mi sorrise malvagiamente lasciando che mille spuntoni mi punzecchiassero la pelle in risposta a quel gesto.
Mi allontanai addentrandomi ancora di più all’interno dell’abominevole agglomerato provando a scorgere il volto famigliare di Elizabeth o di Jillian.
Non cercai Nora: sarebbe stato utile come tentare di trovare una vergine all’interno di un bordello. Nel tentativo sbattei nuovamente contro qualcuno.
Questa volta fui più fortunata ed invece di trovarmi di fronte il viso deforme di un ospite incrociai lo sguardo di un uomo molto più fedele ai miei schemi mentali, anche se nella mia testa non avevo mai immaginato un uomo con una bocca così dannatamente sensuale.
<< Sei la nipote di Victor?>>
Urlò per farsi sentire, superando il suono stridente della chitarra elettrica e la voce lasciva del cantante.
<< Sì>>
Gridai a mia volta. Una smorfia si diffuse sul suo viso. Aveva quell’espressione mezza schifata e innervosita che sembrava voler dire “non si capisce niente con questa musica”.
Mi afferrò per il polso, trascinandomi via dalla folla.
Non lottai e sinceramente non pensai neanche che quel tizio mi potesse far del male. Conosceva Victor. Mi poteva dare una mano? Non lo sapevo. Probabilmente era un membro della congrega.
In pochi minuti mi ritrovai fuori dall’inferno, in un angolo della sala lontano dagli amplificatori che era stato adibito a privé per coloro che avevano avuto la decenza di dar sfogo ai loro istinti animaleschi lontano dallo sguardo altrui. Forse ero stata precipitosa a fidarmi di quell’individuo.
<< Tu chi sei? >>
Chiesi allarmata, notando che ora non era più necessario sforzare più di tanto le corde vocali per parlare.
<< André Johnson … non preoccuparti, non ho intenzione di mangiarti>>
Sarei dovuta essere irritata o forse preoccupata dalle sue parole, ma c’era qualcosa nella sua voce.
Era bassa, deliziosa, profonda.
Tutto in lui sembrava così … penetrante.
<< Anche perché altrimenti qualcuno gli spezzerà le gambe>>

Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti =)
Ce ne ho messo di tempo, ma sono tornata con un nuovo capitolo che spero vi piaccia =)
Al prossimo capitolo,
Ciao, Ciao

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: ElyJez