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Autore: Alessia Krum    04/06/2016    1 recensioni
Acquamarina aveva continuato a vedere immagini, immagini brutte e spaventose, che non avrebbe mai voluto vedere. Acqua poteva pensare e vedere quelle figure, ma non stava né dormendo, né era svenuta, non era sveglia e non poteva svegliarsi. Voleva vedere e capire che cosa stava succedendo. Vide un villaggio, un piccolo villaggio sormontato da un castello. Il paesino sembrava tranquillo, ma fuori dalle mura si stava svolgendo una feroce battaglia. Persone con la pelle blu e le pinne combattevano con tutto quello che avevano e una grande speranza contro eserciti interi di mostri viscidi, squamosi e rivestiti da armature pesanti che mandavano bagliori sinistri. La battaglia infuriava. Per ogni mostro abbattuto, morivano almeno due uomini. Poi Acqua vide un uomo, protetto da un cerchio di mostri, che sembravano i più potenti e i più grossi. Quell’uomo aveva un qualcosa di sinistro e malvagio. Indossava un pesante mantello nero e continuava a dare ordini e a lanciare fiamme ovunque.- Avanti, Cavalieri, sopprimete Atlantis e l’oceano intero sarà mio! –
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
Collane 

Era passata circa una settimana dal giorno in cui Acquamarina era riuscita a controllare il potere dell’acqua. Ogni giorno che passava faceva piccoli progressi. Nel giro di un mesetto al massimo avrebbe imparato tutto ciò che le sarebbe servito, anche se, a dir la verità, un mese le sembrava un po’ troppo. Per cercare di migliorare più in fretta, si esercitava in qualsiasi momento. Adesso, per esempio, mentre lavava il pavimento faceva fare strani giochetti all’acqua nel secchio. Creava onde e gorghi, spirali che si arricciavano e piccole fontanelle, faceva ribollire la superficie e la increspava di bolle. Si divertiva un mondo a fare queste cose e intanto si passava il tempo. Quando aveva qualche ora libera si rifugiava in camera sua chiudendosi a chiave e studiava. Era riuscita a portarsi i libri da Atlantis e, in questo modo, aveva l’opportunità di mettersi un po’ avanti e di risparmiarsi ore di studio nel suo fantastico e adorato pianeta natale. 
Stava cercando di ripassare il metodo per cambiare temperatura all’acqua per far ghiacciare la sua opera, quando sentì dei passi in lontananza e si allarmò. Tutti i giochi e gli incantesimi che aveva eseguito sul secchio svanirono e l’acqua cadde con un tonfo.
Quando Janissa entrò nella sala vide Acqua con un’espressione sul volto che era a metà tra la rabbia e la paura. 
- Sei sicura di stare bene? Hai una faccia… - le chiese, con un’aria disgustata.
- Ehm… Sì, sì, tutto a posto, stavo solo…pensando a una cosa… - rispose evasiva lei. Non voleva di certo che Janissa venisse a sapere di quello che stava combinando. La duchessina la squadrò con aria superiore, poi si bloccò. Indicò con il dito il collo di Acquamarina.
- E quella? Non l’avrai rubata a mia madre, vero? -  Acqua era spaesata. Non capiva a che cosa si riferisse. Si portò le mani al collo e se ne rese conto: aveva ancora indosso la collana che le aveva regalato Corallina! Doveva inventarsi qualcosa, e in fretta. Ma qualcosa che potesse essere credibile, per una collana di così grande valore. Di certo non che l’aveva ereditata. Sulla Terra non aveva parenti! Poi le venne l’illuminazione.
- Me l’ha regalata la mia migliore amica! - e di certo non era una bugia. 
- Ah, giusto… E chi sarebbe questa tua amica? - altra domanda spiazzante. 
Acqua si sarebbe dovuta inventare un’altra frottola. Ma la gamma, non vastissima, di quelle di cui disponeva, era finita. E di nuovo le venne un colpo di genio.
- É la cugina di Max. - e, per evitare altre domande a cui non sarebbe riuscita a rispondere, continuò: - L’ho conosciuta l’anno scorso, quando sono andata in montagna con Max. C’era anche lei… - Janissa sembrò soddisfatta e se ne andò con un’espressione invidiosa sul viso. Una collana così bella di certo non ce l’aveva nemmeno sua madre!
 
***

Acqua e Corallina stavano percorrendo la strada che le avrebbe portate al tempio. Acqua colse l’occasione per ringraziare la cugina.
- Grazie per la collana, Corallina, è davvero stupenda! - 
- Sul serio ti piace? Sono davvero contenta! - 
- Come hai fatto a farla? Vorrei imparare. - chiese Acqua.
- Allora, è semplicissimo. Prendi un po’ di corallo Chourà, che è speciale perché puoi dargli la forma che vuoi, poi lo modelli a forma di collana. Però devi lasciare una fessura aperta, in modo da poter mettere la chiusura. Infili la perla bucata in un ramo del corallo verso il centro della collana, e poi lo unisci con il ramo principale. Questa è la versione più semplice da bambini di cinque anni, poi le puoi fare con tutti i rami secondari pieni di perle e ti viene una cosa più elaborata. Se vuoi si può anche… -
- Va benissimo la versione da bambini di cinque anni! Non sono così esperta! - la interruppe Acqua. Poi, vedendo la faccia imbarazzata di Corallina, la rassicurò:
- Oggi mi mostri come si fa, così magari ci capisco qualcosa! -
- Sì, d’accordo. C’è solo un piccolissimo problema: ho finito il corallo… -
- E dove si può trovare? - chiese la ragazza. 
- Ovunque in mezzo all’oceano. Solo che per trovarlo dovrei…uscire dalle mura. E tu lo sai, non mi permettono di fare nulla, specialmente se devo uscire dalla città. - mormorò Corallina, fermandosi seria in mezzo alla stradina. Anche Acqua si fermò.
- Dai, non ti preoccupare, troveremo una soluzione. Te lo prometto. - la ragazza si avviò pensierosa e la cugina la seguì, continuando a parlare. Poi si fermò di nuovo.
- A cosa troverai una soluzione, al fatto che mi trattano come una bambina o a trovare il corallo? Perché io… - Acqua la interruppe di nuovo.
- Se tu continui a parlare, io non riesco a pensare. Dai, cammina, altrimenti arriviamo in ritardo. -
- Ok, ma tu non mi hai risposto. - disse Corallina un po’ arrabbiata.
- Troveremo una soluzione a entrambi i problemi, ma ricordati che non farò sconti sul prezzo! - E continuarono a fare battute fino all’arrivo a scuola.
 
***

Acqua si girò e notò per l’ennesima volta che Celeste la stava guardando, senza smettere di scrivere sul suo quaderno. Era da qualche giorno che faceva così.
Sembrava che la stesse sondando, che stesse cercando qualcosa in lei. Le dava fastidio e, come aveva detto Corallina, sembrava una gran egocentrica. E tutte le volte che Acqua si girava a guardarla, lei si voltava dall’altra parte. “Antipatica!” pensò Acquamarina, ma in quell’esatto momento si ricordò della prima volta che l’aveva vista negli occhi. Aveva notato uno scintillio, un qualcosa di speciale, ma non aveva saputo dire cosa fosse. Forse aveva ragione la cugina, se l’era solo immaginato. Ma c’era qualcosa che le sfuggiva, ne era sicura.
   
 
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