3 Capitolo – I Cobra e I Nemo, come in un libro
di avventure
“Io però ho una domanda…” Si
schiarì timidamente la voce Sofia. “Chi sono i Nemo?”
Elisabeth fece per rispondere, ma si interruppe e
guardò prima Alicia e poi entrambe guardarono Liesel,
che stava frugando nella tasca della felpa rossa.
“Trovate!” Esclamò la fanciulla, estraendo il
pacchetto di sigarette un po’ malandato e un accendino giallo e poi,
accorgendosi che le altre tre la fissavano, chiese “Che c’è?”
“Sofia ha appena fatto una domanda, Liz.” Rispose Elisabeth con un sospiro, lanciandole
un’occhiataccia.
“Oh scusa, Sofia. Allora…
beh, è una domanda che merita una risposta completa, direi. Per sapere del t… beh, di quel che già sai, dovrai aspettare stasera, ma
non credo ci sia niente di male a mostrarti un po’ con chi avrai a che fare,
giusto ragazze?”
“Sono più che d’accordo.” Sorrise Alicia.
“Anche io.” Disse Elisabeth.
“Allora seguitemi, belle ragazze. So io il posto
giusto.” Si vantò Liesel, infilando la sigaretta in bocca
e riavviando la felpa con aria compiaciuta.
Mentre salivano le scale, Sofia domandò :“Voi da dove
venite? Siete scozzesi?” Era sinceramente interessata a sapere di più su quelle
tre, sembravano ragazze molto in gamba.
Liesel rise sonoramente ed Alicia le allungò una gomitata –
la differenza di altezza tra le due era tale che il gomito di Alicia, che era
altissima, colpì quasi la spalla della piccola e formosa Liesel
- mentre Elisabeth le rivolse un sorrisetto compiaciuto.
“No, io sono inglese, in realtà. Di Birmingham.”
Rispose, raddrizzando fieramente la schiena.
“Birmingham? Seriamente? Non sei un po’ lontana da
casa?” Si stupì Sofia.
“C’è gente in questo collegio che viene da tutte le
parti d’Europa. Per la maggior parte siamo britannici, ma ci sono tanti
francesi, norvegesi, olandesi e perfino qualche tedesco. Ma devo ammettere che
sono una minoranza. I test di lingua per accedere sono davvero severi.”
“Esatto.” Confermò Liesel. “Angelique è francese di Angers,
ma lei studia l’inglese da quando è piccola, quindi parla davvero molto bene.
L’unica cosa è il suo accento, come hai sentito. È veramente molto francese.” Ridacchiò.
“Liesel fa la spessa perché
è una delle poche scozzesi presenti in collegio.” Sorrise Elisabeth, dando una
spintarella amichevole all’amica.
“Sissignore. Edimburgo tutta la vita! Comunque non mi
fraintendere, io adoro Ange. È una persona fantastica.”
“Io e Andrew, invece, siamo di Bristol. Non
esattamente dietro l’angolo, anche noi.” Intervenne Alicia.
“Sono stata a Bristol, una volta. Mio padre ha tenuto
una conferenza alla facoltà di economia dell’Università.” Sorrise Sofia.
“Davvero?” Domandò Alicia, sorpresa. “Cavolo, tuo
padre deve essere uno bravo, allora. Cosa fa?”
“Lavora nel campo degli elettrodomestici, ma è anche
un mago della Borsa. Gestisce l’azienda di famiglia. La sede operativa più
grande è ad Hartford, ma lui non ama stare in America: lì c’è rimasto mio zio e
lavora anche lui nella dirigenza dell’azienda. Mio padre lavora più che altro
da casa, anche se non ho mai capito come faccia. Va via solo una volta ogni due
o tre mesi, ma torna prima che può. La sua azienda è grande, ma è più famosa in
America che qui, in realtà. “
Nel mentre, le ragazze erano arrivate al secondo piano
e, dopo aver percorso un corridoio familiare a Sofia, Liesel
aprì la porta dello studio della preside MacLachlan.
“Veloci!” Esortò le altre tre in tono spiccio. “Prima
che qualcuno ci veda.”
Elisabeth e Alicia non se lo fecero ripetere due
volte, ma Sofia era rimasta talmente sorpresa che Liesel
la dovette prendere per un braccio, per convincerla a muoversi.
“Qui saremo al sicuro da orecchie indiscrete…“
Sorrise la rossa, sorridendo a mo di scusa.
“Cavolo, Liz! Siamo nell’ufficio
della preside! Ti rendi conto?!” Sbottò Alicia sottovoce. La stanza era
semibuia, a malapena illuminata dal sole morente; dentro c’era un forte odore
di tabacco aromatizzato alla vaniglia, come se qualcuno avesse fumato la pipa
da poco.
“ M-ma non è rischioso stare
qui? E se ci trovassero?” Domandò Sofia, tremando.
“Nah, tranquilla…
Sono in questo collegio da quando avevo tredici anni. Conosco ogni singolo
movimento che fa nonna McLachlan e ti assicurò che
non rientrerà in questa stanza prima di sera. E sì, fuma la pipa in ufficio e lascia
sempre la porta aperta.”
“Non avere paura, Sofi. Se Liesel dice che non c’è da preoccuparsi è tutto sotto controllo:
lei ne sa sempre una in più del diavolo.” Rise Elisabeth, appoggiando una mano
sulla spalla esile della ragazza, che abbozzò un sorriso.
Nel mentre, Liesel si
sedette fischiettando sulla sedia della preside e si accese la sigaretta; dopodiché
si girò verso un mobile a cassetti scorrevoli che doveva essere l’archivio.
“Ella, per piacere, mi apri la finestra? Oh, eccoci
qui. Tutti noi quattrocentoottantanove studenti, in ordine alfabetico.
Cominciamo a introdurti ai Nemo, ti va?” Chiese,
presumibilmente rivolta a Sofia, che sobbalzò.
“Ce-certo. Ormai ammetto di
essere proprio curiosa.” Sorrise la mora, cercando lo sguardo di Elisabeth e
Alicia.
“Ok, dammi un minuto.” Disse Liesel.
“J… Jo… Jones. Eccolo qui.
Poi, oh qui c’è Jillian. E qui Tom. E Andrew. E… ecco Jason.” Si voltò e fece cadere sul tavolo cinque
fascicoli azzurri ben ordinati.
Nel mentre, Alicia cominciò a spiegare :“Ci credo che
sei curiosa di sapere chi sono questi benedetti Nemo
di cui continuiamo a parlare. Beh, è una lunga storia, di cui io in realtà so
solo una parte… mmm, Liz, credo che ti convenga prendere di nuovo la parola, vuoi?
Tu sei stata la prima ad entrare in collegio. Io sono qui da soli due anni ed
Elisabeth anche.”
“Ma ormai sapete questa storia a memoria, ve l’abbiamo
raccontata centinaia di volte.” Si lamentò Liesel,
spegnendo la sigaretta e nascondendo il mozzicone in un fazzoletto di carta.
“Sì, ma detta da te fa più scena. Sei una delle
protagoniste, alla fine.”
“Non ho intenzione di dire nulla riguardo al tesoro,
se è questo che intendi. Mi sembra di aver già detto che ne parleremo stasera.
Devono esserci anche Oliver, Jillian, Jason e Tom.” Ribattè la rossa. “Quello che voglio fare e raccontare un
po’, a grandi linee, chi sono i ragazzi. Immagino sia difficile trovarsi
catapultate in una nuova scuola e in un’avventura degna dell’Isola del Tesoro,
piena di gente di cui non so niente. Dico bene, Sofia?”
“Beh… non l’avrei detta così
ma hai colto nel segno.” Annuì la ragazza, sentendosi gli occhi di tutte
addosso.
“Bene.” Liesel la guardò
intensamente con quei suoi occhi chiarissimi contornati dall’eye-liner e poi
cominciò ad estrarre le schede.
“Per ovvi motivi, comincio da Oliver.” Sorrise
compiaciuta, estraendo la prima pagina del fascicolo e passandola a Sofia. Il
biondo le sorrideva dalla piccola fototessera appiccicata alla prima pagina del
fascicolo.
OLIVER JONES,
27 Gennaio 1978 (18 anni)
Kingswells, Aberdeen, Scotland, UK.
“Oliver è stato una delle prime persone
con cui ho legato appena sono entrata in collegio, a tredici anni.” Sorrise
dolcemente Liesel. “Mi sembra ieri che ci siamo messi
insieme, in verità.”
“Da quanto tempo state insieme?” Domandò
Sofia.
“Oh, siamo stati amici per un bel po’ di
tempo, ma adesso stiamo insieme da quasi tre anni.”
“Cavolo, Liz. Di
già?” Fischiò ammirata Alicia.
“Tredici anni?” Domandò Sofia, confusa.
“Non si dovrebbe iniziare, in teoria, a quattordici?”
“Perché lei è taanto
intelligente!” Elisabeth canzonò la rossa, facendole una carezza sulla testa.
“Umpf. Sì, è
vero, ho iniziato un anno prima degli altri: essendo nata a Febbraio ho potuto
fare la primina. Ma non perdiamo tempo.” Passò a Sofia gli altri fascicoli e
lei li sfogliò con curiosità, osservando le piccole fototessere che ritraevano
i ragazzi sorridenti.
JILLIAN ARMSTRONG,
6 Aprile 1978 (18 anni)
Inverness,
Scotland, UK.
Note: ha subito un lutto. Tenere d’occhio.
ANDREW LUKE HASTINGS,
12 Giugno 1979 (17 anni)
Bristol, England, UK.
Note: è dotato ma non si impegna.
THOMAS ROWE,
14 Agosto 1978 (18 anni)
Londra, England, UK.
JASON COX,
16 Giugno 1979 (17 anni)
Cloghaun, Galway, Ireland.
Note: ragazzo manesco. Tenere sotto sorveglianza o
potrebbe rischiare la borsa di studio.
“Manesco… ma certo. Oh, qui
ci siamo noi, se ti interessa. Ma non credo ci sia scritto niente di che, sai.
Nonna MacLachlan ama prendere appunti sui suoi
studenti e giudicarci. Secondo me ha sbagliato lavoro, doveva fare l’analista.”
Disse Alicia, estraendo un’altra pila di fascicoli, stavolta rosa chiaro.
Li passò a Sofia, che li sfogliò.
ELISABETH HANNA LEWIS,
1 Marzo 1980 (16 anni)
Birmingham, England, UK.
Note: ragazza molto dotata. Vuole fare domanda per
Princeton. Priorità: voti.
“Ommioddio…” A Sofia per
poco non mancò il fiato.
“Cosa? È il mio fascicolo? Che c’è scritto?” Elisabeth
sbirciò da dietro la spalla di Sofia. “Che c’è” Domandò di nuovo, accigliata.
“Anche tu vuoi fare domanda a Princeton? Anche io!”
Esclamò Sofia.
“Certo.” Rispose Elisabeth, orgogliosa. “Studio come
una matta da quando sono arrivata qui per farcela. È fantastico, possiamo
inviare la domanda insieme. Abbiamo anche la stessa età.”
“Cosa vorresti fare lì?”
“Fisica. C’è un corso che prende solo pochissimi
studenti, per di più da tutto il mondo. Devo farcela, anche se sarà
difficilissimo. E tu?”
“Economia.” Sofia abbozzò un sorriso. “Il lavoro di
mio padre mi ha sempre affascinato. Lui non vorrebbe questo per me, ma alla
fine si è arreso.” Detto questo, riprese a sfogliare i fascicoli.
LIESEL MACLEOD,
5 Febbraio 1979 (17 anni)
Edimburgo, Scotland, UK.
Note: testa calda, temperamento da leader. Da tenere
d’occhio. Vuole proseguire la carriera legislativa.
ALICIA ROSE HASTINGS,
12 Giugno 1979 (17 anni)
Bristol, England, UK.
Note: si distrae facilmente. Portata nelle materie
umanistiche.
“Temperamento da leader…
grazie, nonna MacLachlan.” Ridacchiò Liesel, accendendo un’altra sigaretta. “Comunque…
I ragazzi che ti ho appena mostrato e noi facciamo parte di una “banda”, per così
dire. Ci chiamiamo Nemo. Stasera ti spiegherò il
perché, fa tutto parte della storia del tesoro. In ogni caso, i Cobra sarebbero
invece un gruppo di cinque ragazzi che studiano in un collegio qua vicino,
oltre la collina. Un gruppo di pazzi, oserei dire, ma tengo per me le mie
osservazioni personali. In ogni caso, durante i primi tre anni di collegio ci
siamo conosciuti per caso, anche grazie al fatto che Michael – che ora si fa
chiamare Snake – è il fratello
maggiore di Jason. Il fratello di un altro sveglione
ma, anche qui, tralasciamo.” Liesel fece una smorfia
e si guadagnò un’occhiataccia da parte di Alicia.
“Quel Jason?
Quello di prima?” domandò Sofia.
“Esatto. Anche lui fa parte dei Nemo.”
Rispose prontamente Alicia.
“Quindi… vuol dire che
stamattina il capo dei Cobra ha fatto a botte con suo fratello?” Dedusse
sbalordita Sofia.
“Esatto.” Rispose tristemente Elisabeth. “Tutto perché
Snake è un avido pazzo… Una volta eravamo tutti molto
amici ma, scoperto del tesoro, lui e gli altri Cobra si sono messi in testa che
sarebbero diventati ricchi.”
“Al contrario dei Nemo, che
avrebbero voluto mettere a conoscenza la preside del tesoro, una volta
trovato.” Aggiunse Alicia con un sospiro. “Soprattutto in caso di presenza di
reperti antichi, sai. Cosa che mi sembra abbastanza sensata: immagina un gruppo
di ragazzini che si rivolge ad un orefice con, non so, monete antiche di chissà
quanti anni e cose del genere. Insomma, nascerebbero un sacco di dubbi. Dubbi,
uguale sospetti, uguale guai…”
“Mi pare abbia senso…”
Mormorò Sofia.
“Già.” Sbottò Liesel. “Ma a
quanto pare, Snake non la pensava allo stesso modo. Lui e Jason litigarono
furiosamente, tanto che Snake tornò a casa, esaltato, per avvertire i genitori
del tesoro – hanno molti problemi economici -, però anche loro si sono
rifiutati di dargli retta. Hanno cercato di aprirgli gli occhi, ma Snake ha
letteralmente dato di matto perché diceva che nessuno gli credeva. Sta di fatto
che ora non si parla più coi genitori da due anni e ha cominciato ad odiare il
fratello.”
“Ma… il tesoro è stato
trovato?” Domandò Sofia, confusa.
“No. Questo è il punto, Sofia.” Disse Liesel, con gli occhi che brillarono. “Noi e i Cobra siamo
in guerra per trovarlo.”
Le altre due annuirono con aria grave e Sofia
ammutolì, segretamente emozionata. La vita in quel collegio si prospettava
molto più interessante del previsto.
“In ogni caso…” Riprese
Alicia. “La frattura nel rapporto tra i Nemo e i
Cobra, che si è creata dopo il litigio tra Michael e Jason è diventata una
voragine per un altro motivo, stavolta più grave.”
“Cioè?” Sofia trattenne il fiato.
“Ecco… il motivo per cui Jillian non resiste alle provocazioni dei Cobra è perché
gira voce che abbiano ucciso suo fratello maggiore, Scott.” Disse brutalmente Liesel, accendendo la terza sigaretta di fila, con aria
nervosa.
“Ho conosciuto Scott.” Proseguì con le mani tremanti.
“Era in collegio quando sono arrivata ed era due anni più grande di me. Un
ragazzo meraviglioso, siamo diventati amici perchè
faceva il tutor di biologia e mi ha aiutato a passare l’esame di fine anno, il
primo anno. È stato lui a presentarmi Jillian, l’anno
dopo. Quando è arrivato qui sembrava un coniglietto spaurito, sai. Classico borghesotto preso e trasferito fuorisede.”
“Non essere antipatica con Jillian.”
La rimproverò Elisabeth. “Lo sai che è un bravo ragazzo. E sai che soffre
ancora molto per la morte di Scott, anche se sono passati due anni.”
“Sì, hai ragione. Scusate, è che parlare di questa
storia mi fa ancora salire una rabbia nera, ma meglio affrontare l’argomento
qui, adesso, che davanti agli altri. Soprattutto davanti a Jill.” Sospirò Liesel. Fece per aprire di nuovo il pacchetto di sigarette,
ma ci ripensò. “Direi che tre bastano.” Sentenziò. “Un giorno mi verrà un
cancro, probabilmente.”
“Ma… cosa è successo a
Scott?” Domandò Sofia, dispiaciuta, ripensando a Jillian.
Anche se non lo conosceva ancora bene, si sentì improvvisamente vicina a lui.
“Non si sa…” Disse Liesel, con gli occhi lucidi. “L’hanno trovato morto sulla spiaggetta qui vicino. È stato scioccante. La modalità è
ancora ignota, ma probabilmente è caduto è ha battuto forte la testa contro un
sasso. È stato terribile, ma per fortuna la preside è riuscita a tenere lontani
i giornalisti di cronaca nera. È stata una cosa molto intima, che però ha
scioccato tutti. La preside del Kingswell, il
collegio dei Cobra è una in gamba, anche se è spietata. Un vero squalo.”
Sofia era sbalordita “Perché dite che i Cobra lo hanno
ucciso?” Domandò. “Non potrebbe essere stato davvero un incidente?”
Le tre ragazze si guardarono.
“Potrebbe…” Iniziò Elisabeth
cauta.
“Ma sta di fatto, che sono stati proprio loro a
correre dalla preside per far chiamare l’ambulanza. Erano sconvolti, secondo me
hanno litigato e l’hanno spinto troppo forte. Povero Scott…
e pensare che Michael era il suo migliore amico.” Liesel
aveva le lacrime agli occhi della rabbia. Alicia la abbracciò.
“Io ero arrivata quell’anno in collegio…
ero quella che conosceva meno Scott… però manca a
tutti, qui. Guarda.” Elisabeth indicò a Sofia una targa appesa al muro, a
fianco alla libreria. C’era la foto di un ragazzo che assomigliava in modo
impressionante a Jillian, solo che aveva gli occhi
scuri; era molto carino, coi capelli neri e arruffati, un po’ lunghi che gli
ricadevano sugli occhi e un sorriso solare. Sofia lesse l’iscrizione.
SCOTT JAMES ARMSTRONG
20 Novembre 1977 – 11 Maggio 1994
“E’ terribile.” Sofia non seppe che altro dire,
mortificata.
“Lo so, Sofi…” Mormorò Liesel. “Sta di fatto che da quel momento noi e i Cobra non
ci siamo più parlati. Loro hanno cominciato a cercare rissa specialmente con
Jason, ma gli altri ragazzi lo difendono, quindi si finisce sempre a
scazzottare.”
“A me fa una gran paura Sarah.” Rabbrividì Elisabeth.
“Dico, avete visto quanto è grossa quella ragazza? Gira voce che abbia fatto
lancio del peso nella sua città.”
“Sarah è la fidanzata di Snake.” Spiegò Alicia. “I Nemo sono sempre un po’ indecisi su come comportarsi con
lei perché è una ragazza, ma lei non si fa molti problemi. Picchia come un
fabbro.”
“Oliver non la può vedere.” Ghignò Liesel.
“Però a me dispiace per Jillian… Pedro, l’amico
spagnolo idiota di Snake, lo continua a provocare, così finisce che questo
ragazzo ha un livido nuovo quasi ogni giorno. Noi gli stiamo dietro perché abbiamo
paura che sai, insomma… che finisca come con suo
fratello.”
“Ma questi scontri avvengono spesso? Come mai nessuno
li vede?” Domandò Sofia. Nel mentre, il cielo era diventato scuro, così
Elisabeth accese la lampada a gas sulla scrivania della MacLachlan,
che inondò la stanza di una soffice luce dorata. A Sofia parve di essere dentro
un racconto di Edgar Allan Poe.
Nevermore.
Citò a sé stessa la ragazza, ironicamente.
“Non spesso, ma abbastanza di frequente da causare
problemi.” Sbuffò Liesel. “E soprattutto i Cobra, per
quanto deficienti, in queste cose sono molto furbi: scelgono sempre dei momenti
e dei luoghi dove gli insegnanti non li possano vedere, per rompere le scatole
ai nostri amici. È incredibile, ma è così. Noi ragazze non interveniamo molto
negli scontri in realtà, perché il più delle volte i ragazzi si insultano, ma
se vengono alle mani li separiamo.”
“Ultimamente pare che l’unica ambizione di Jason sia
farla pagare a suo fratello per aver ripudiato la famiglia.” Sentenziò Alicia,
sorniona.
“Ma c’è bisogno di fargliela pagare in questo modo,
ricorrendo alle risse? Non possono discuterne civilmente, considerando che sono
fratelli?” chiese Sofia, scioccata.
“Diciamo che Jason è un tipo di poche parole…” la buttò lì Alicia.
“Ed è per questo che è un gran pezzo di figo! Alto, moro, occhi verdi e fisico mozzafiato. Uhhhhh!” Liesel tentò di imitare
la voce di una presunta fan di Jason , ma il divertimento finì quando Alicia la
minacciò con un pugno alzato.
“Sofia, che ti serva di lezione: mai prendere in giro Jason
Cox in presenza di Alicia Hastings.”
rise Elisabeth.
“Ti piace questo ragazzo?” chiese innocentemente Sofia,
indicando la foto del moro.
“Non è che mi piace, è che… lo
stimo molto, ecco.” Si giustificò la biondina, diventando color pomodoro.
Liesel borbottò un “Sì, come no…”
sottovoce, mentre rimetteva meticolosamente i fascicoli al loro posto.
“Comunque i Nemo si
riconoscono facilmente: portano tutti un anellino d’argento sul lobo sinistro,
a parte Oliver, il leader, che ne ha uno sia sull’orecchio destro che quello sinistro…” esordì Alicia.
Liesel fece un sorriso dolce pensando al suo ragazzo.
“Sofia, non ti abbattere adesso…
A parte questi inconvenienti – piuttisti sporadici,
credimi -, ci divertiamo come matti! Facciamo gite, andiamo alla spiaggia, a Portree, giochiamo nella sala ricreazione, esploriamo la scuola… e poi sgattaioliamo spesso dai ragazzi. La McLachlan non passa quasi mai per i loro corridoi perché è
compito della Ramsay, ma lei chiude sempre un occhio
quando ci becca.” si affrettò a dire Elisabeth, vedendo l’aria disorientata e
mogia di Sofia.
“A proposito, per stasera solita ora in camera di
Oliver.” esordì Liesel.
“Va bene.” Rispose Elisabeth.
“Sofia, vuoi unirti a noi?” chiese Liesel.
“Mi farebbe piacere, grazie.”
“Sei la benvenuta! Adesso andiamo, che voglio proprio finire
di leggere il mio libro, visto che mi mancano solo due capitoli…”
disse Elisabeth.
“Ragazze,
rimettiamo a posto le poltrone prima che nonna McLachlan
se ne accorga.” disse frettolosamente Liesel.
Le ragazze sistemarono ciò che avevano toccato
nell’ufficio, poi si salutarono e si diressero ognuna nella propria stanza.
Nel tragitto verso la stanza 46, Sofia ripensò a ciò
che le avevano raccontato le tre ragazze poco fa. Da una parte era terrorizzata
all’idea di essere capitata in un collegio in cui gli amici che si era appena
fatta, a quanto pare incappavano spesso in risse con degli energumeni, ma
dall’altra non vedeva l’ora di sapere di più sul tesoro e su quel singolare
gruppetto di ragazzi.
Questo capitolo è un po’ più lungo
ma era necessario per entrare nello spirito della storia. La faccenda si
complica e Sofia è spaventata ma anche incuriosita. Mai in vita sua avrebbe
immaginato di finire in una situazione simile a quelle descritte nei libri di
favole che amava da bambina.
Riuscirà la giovane Sofia a prendere
il meglio dalla nuova scuola e a trasformarsi da adolescente insicura in una
giovane donna sicura di sé?
Come avranno fatto i Nemo a sapere del tesoro e dei passaggi segreti?
Continuate a seguirmi e fatemi
sapere che ne pensate.
Un abbraccione
;)