"Te l'ho detto, Sammy, non lo so" ripetè per l'ennesima volta "so solo che si chiama Castiel e che l'ho salvato da uno stupro..." esitò "...E che lo fa per soldi" finì Sam. "Ma hai il suo numero, giusto? Chiamalo."
I due fratelli erano seduti nella macchina del maggiore, Dean. Da quando si erano appostati sotto la presunta casa dello stalker seriale che aveva dato problemi al minore, Sam, questi non aveva fatto altro che tempestare suo fratello di domande sulla persona che aveva incontrato durante l'ultimo caso. "Per sapere come sta. Sei stato tu a salvarlo, dovresti assicurarti delle sue condizioni." Dean sbuffò. Quando avrebbe imparato a tenere la bocca chiusa e a non raccontare al fratello cose come quella?
"Perchè hai preso il numero, se no?" insistè il più giovane. Fortunatamente un rumore fornì a Dean la scusa per non rispondere. Un uomo uscì dal portone dell'edificio che stavano sorvegliando e si avviò, a piedi, verso la casa di una delle sue vittime.
I due fratelli, abituati a qualsiasi tipo di pedinamento, scesero dalla macchina e seguirono il criminale. "Potevi almeno lasciargli il tuo numero!" sussurrò Sam, pistola alla mano. "L'ho fatto!" sibilò Dean di rimando, irritato. Suo fratello parve colto di sorpresa "Cosa?!" Il più vecchio sarebbe scoppiato a ridere sentendo il tono dell'altro, se non fossero stati nel bel mezzo di un tallonamento "Non me l'avevi detto! Allora è per questo..." riflettè. "Shhh!!" lo zittì il maggiore. Lo stalker aveva svoltato all'improvviso in un vicolo stretto, che però non portava alla casa della sua vittima. Poteva significare solo una cosa. "Fantastico, idiota! Ci ha scoperti!" imprecò Dean, mettendosi a correre. Sam lo seguì a ruota.
Trovarono l'uomo con le spalle al muro. Il vicolo non portava proprio da nessuna parte. Dopo essersi quasi fatti uccidere dalla caduta di un'impalcatura, catturarono il criminale e lo portarono alla centrale più vicina. Una volta in macchina, Sam ricominciò da dove si era interrotto. "Non l'hai ancora chiamato perchè vuoi che sia lui a chiamare te?" chiese, ottenendo un altro sonoro sbuffo da parte di Dean, che accese il motore e mise una cassetta nel vano apposito dell'autoradio. "Oh, no, ti prego, la smetto!" supplicò Sam. Ma Dean rimase inflessibile e guardò il fratello dritto negli occhi mentre iniziava a cantare.
"She was a fast machine, she kept her motor clean
She was the best damn woman that I had ever seen
She had the sightless eyes, telling me no lies
Knockin' me out with those american thighs
Taking more than her share, had me fighting for air
She told me to come but I was already there
'Cause the walls start shaking
The Earth was quaking
My mind was aching
And we were making it and you
Shook me all night long
Yeah you
Shook me all night long"
"Ricordati, Sammy: chi guida sceglie la musica" disse Dean trionfante "Bitch."
"Jerk."
Dean sorrise. Di cosa si preoccupava? Non era passato nemmeno un giorno, in fondo.